Dall'Inghilterra: un passaporto di immunità per tornare sulle tribune

Rubriche

Dall’Inghilterra: un passaporto di immunità per tornare sulle tribune

La società informatica britannica VSTE ha studiato una piattaforma che consentirebbe l’acquisto dei biglietti per gli stadi a chi dimostra di essere negativo o immune dal coronavirus

Pubblicato

il

Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

La sensazione che sia difficile tornare indietro, almeno nel medio termine, è evidente. Entrare in uno stadio – come anche in un cinema o in un teatro – non sarà più un’operazione spensierata. Anche quando verrà superata la fase dei divieti e si entrerà in quella delle limitazioni. Facendo sintesi, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha dichiarato – con occhio specifico alla situazione italiana – che “gli stadi potranno tornare pieni solo quando ci sarà un vaccino“. Nel mezzo, una volta superato il lockdown, si collocherà una fase di convivenza col coronavirus che passerà necessariamente dai dispositivi di protezione e dai protocolli di distanziamento sociale. Mentre il calcio ripartirà (non si sa bene quando) necessariamente a porte chiuse e lo US Open sta pensando alla stessa soluzione pur di rimanere in piedi, la comunità scientifica è fortemente stimolata a ricercare soluzioni che possano consentire un graduale ritorno sulle tribune. Con la necessaria serenità.

CONTRO LA PAURA – Ci sarà da combattere, infatti, anche l’effetto psicologico della pandemia. Saranno probabilmente in molti a non accettare di buon grado l’ipotesi di tornare negli stadi o nei palazzetti (luoghi di aggregazione per eccellenza). Pur sapendo, magari, che non si finirà più ammassati l’un l’altro. Un sondaggio diffuso in questi giorni da ESPN, evidenzia un 72% di statunitensi fortemente perplessi sul ritorno nelle arene sportive fin quando non ci sarà un vaccino per il COVID-19. Lavorando in tal senso, la società di sicurezza informatica VSTE– che fa base in Inghilterra – ha lanciato l’idea di un passaporto digitale di immunità per consentire la riapertura degli stadi al pubblico a partire dalla prossima stagione. L’azienda garantisce – come riportato da sporstmedia.com – l’intenzione di collaborare con il governo britannico per affinare la tecnologia necessaria al pieno sviluppo della piattaforma. Insieme al naturale valore sociale, verrebbe perseguito lo scopo di aiutare i club e gli organizzatori degli eventi ad ammortizzare il danno economico derivante dalla chiusura dei botteghini.

IL PROGETTOVST Enterprises, che punta a diventare ente accreditato per la fornitura del servizio, prevede di registrare sulla piattaforma l’esito dei controlli sanitari per ogni utente (compresi i test sugli anticorpi) e – nell’auspicata fase successiva – l’avvenuta somministrazione del vaccino. Presentando questo passaporto anti-contagio, si potrebbe così acquistare il biglietto per la partita e vedersi assegnato un posto che comunque rispetterebbe la distanza di sicurezza di due metri da quello più vicino. In sede di presentazione, è stato sottolineato come il progetto non avrebbe costi per i cittadini e “aiuterebbe a rilanciare l’azienda sport, che contribuisce con 24 milioni di sterline all’anno all’economia del Regno Unito“. Pur essendo desiderato a tutti i livelli, il rilancio degli incassi da ticketing risulterebbe determinante soprattutto lì dove i diritti TV non bastano da soli a tenere in piedi il sistema (ce lo ha confermato il direttore della Rogers Cup, Eugène Lapierre). Se il meccanismo del passaporto digitale dovesse prendere piede, dallo sport potrebbe arrivare un assist anche per altri settori che non vedono l’ora di riaprire almeno parzialmente le porte. E hanno bisogno di nuovi standard di sicurezza.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement