Altro che portare pizze: Robin Haase si è improvvisato babysitter

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Altro che portare pizze: Robin Haase si è improvvisato babysitter

Braccio fatato sul campo, cuore d’oro quando non si gioca e si deve rimanere a casa: Haase si è messo a disposizione dei genitori lavoratori

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Robin Haase - Sofia 2019 (foto Ivan Mrankov)
 

C’è chi come l’allenatore di Qiang Wang teme di dover cominciare a consegnare pizze, se l’assenza di tennis si prolungherà. C’è Nick Kyrgios, mosso da semplice solidarietà sociale, che si offre di portare il cibo a chi non può procurarselo. Ma c’è anche chi si offre di badare ai figli di chi è costretto a continuare a lavorare in questo periodo difficile, come gli operatori sanitari.

Si tratta dell’olandese Robin Haase, che ormai più di un mese fa ha lanciato un appello su Instagram – in rigorosa lingua madre, che il sito ATP ci ha aiutato a decodificare – incoraggiando i follower a contattarlo in caso di necessità.

Ho ricevuto molto richieste ed è grandioso, ma non ho potuto accontentarle tutte perché circondarti di altre persone mette a rischio te stesso e gli altri. L’ho fatto un paio di volte ed è stato molto divertente, sono stato contento di aver aiutato. Avevo fatto da babysitter una sola volta a mio nipote 15 anni fa, quindi non avevo molta esperienza, ma è andato tutto bene“.

Insomma, la breve carriera da babysitter sembra già conclusa, come Haase ha confermato al portale olandese ad.nl il giorno del suo compleanno, il 6 aprile. Non prima di vedere ricambiato il suo gesto d’affetto. “C’era un bimbo di dieci anni che di solito festeggiava il compleanno andando al ristorante con i genitori; dal momento che ora i ristoranti sono chiusi, ho deciso di comprargli un gioco e portarglielo personalmente. Poi il giorno del mio compleanno, mi ha fatto una sorpresa mandandomi un video-messaggio – molto carino da parte sua“.

Come racconta il sito dell’ATP, Haase è sempre stato attivo nel sociale partecipando ad attività di sensibilizzazione durante i tornei e visite in ospedale. Senza pubblicizzare la sua solidarietà, perché non ne ha mai sentito il bisogno. “Cerco sempre di aiutare le persone, che io sia impegnato nei tornei o meno. Non lo metto sui social media perché mi piace farlo e lo faccio per loro. Vado negli ospedali a conoscere persone che amano il tennis o bambini a cui piace lo sport in generale, parlo con loro o magari facciamo una passeggiata“.

Insomma, per adesso rimettersi in forma per il ritorno in campo non è una priorità, sebbene Robin sappia che non sarà affatto semplice. “Ho un ginocchio malandato, ma ormai sono abituato al dolore perché continuo a giocarci sopra. Adesso che sono fermo e dovrò ricominciare da zero, con il dolore sarà di nuovo un inferno. Penso che sarò in grado di gestirlo e comunque non vedo l’ora di tornare in campo. Competere di fronte al pubblico è la cosa che mi manca di più: non mi vedo solo come un tennista, ma anche come un intrattenitore“. Uno dei bracci più delicati del circuito – questa prodezza di Halle 2017 rimane ineguagliata – ha anche un gran cuore d’oro.

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