Tennis in giallo: la pallina vagante (seconda parte)

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Tennis in giallo: la pallina vagante (seconda parte)

A ciascuno il suo (giallo): il nostro è in tre puntate, è ambientato a Napoli e ovviamente c’è di mezzo il tennis. Ma non come pensate voi…

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Tennis in giallo: la pallina vagante (prima parte)


“Fragiacomo dimmi, che succede a Bagnoli?”. “Dottò, a parte che il Napoli vince 2-0 e mi avete intossicato la partita, qui non è successo nulla fino a mezzora fa, quando è arrivato un piccolo furgoncino con due uomini che hanno scaricato due scatoloni abbastanza pesanti. Non so cosa ci può essere dentro, ma c’era una scritta straniera, mi pare Chips and Change”. “Fragiacomo, non è che c’era scritto Chip and Charge?”. “Sì, sì e io che ho detto? Commissà e su, io mica posso parlare pure il francese!”. “Vabbè, lasciamo perdere. Comunque fino a qui, tutto normale”. “Perché che è sto Chips e come si chiama?”. “Sono palline da tennis Gennà. È il marchio più famoso del mondo di palline da tennis. Però perché portarle alle dieci di sera? Vabbè domani mi vado a fare una passeggiata al negozio. Bravo Gennaro, puoi tornare a vedere la partita”. “Commissà, manco le interviste mi riesco a vedere! Buonanotte…”.

Avete presente quando, dopo una serie di eventi negativi e sfortunati, tutto apparentemente si allinea per consentirvi finalmente la realizzazione del vostro desiderio ma dentro di voi si fa strada la sensazione che accadrà comunque qualcosa che farà finire tutto in malora? Bene, esattamente con questi sentimenti Caruso si apprestava a riaccendere la televisione, quando un improvviso fulmine squarciò il cielo e il buio piombò nel suo appartamento e in mezza città.

In altri tempi avrebbe sfasciato il soggiorno, sarebbe uscito di casa imprecando al destino cinico e baro, finendo per annegare il suo malumore in qualche baretto del centro. Ma il tempo passa per tutti ed il richiamo congiunto della caviglia dolente – il pensiero del Notaio Priscilla al buio in pizzeria gli procurò un brivido di piacere – e del plaid ai suoi piedi lo indusse a non muoversi dal divano fino al giorno dopo. Al mattino, la luce era tornata e il primo pensiero, dopo il caffè, fu quello di trovare una replica della finale di Indian Wells e di metterla a registrare per poter finalmente godersela in serata. Appena arrivato in Commissariato, l’agente Salerno lo avvicinò, parlando sottovoce con aria cospirativa.

 

“Dottore buongiorno, ci sarebbe ehm… sarebbe arrivata la nuova collega, quell’agente che è stata trasferita dalla Calabria”. “Embè Pasquale, qual è il problema? Andiamo tutti in sala riunioni così facciamo le presentazioni!”. “Eh Dottore ma è femmina ed è pure carina”. “Salerno e quindi?”. “Eh niente, è che noi siamo un popolo maschilista, in questa città poi, secondo me lei necessiterebbe di un affiancamento…”. “Ho capito Pasquale, ti stai prenotando la collega, abbiamo capito. A proposito, ricordami come si chiama”. “Si chiama Silvia Reggio”. “Pasquà, allora è proprio destino”. “Che cosa dottore?”. “Ma ci pensi che coppia? Salerno-Reggio! Ma chi vi può fermare! Soprattutto d’estate, starete fermi dalle tre alle quattro ore. Però mi devi promettere una cosa Pasquale, se farete un figlio lo dovrete chiamare Buonabitacolo e se è femmina Scilla o Polla a seconda di quanto risulterà difficile il travaglio”.

Il povero agente, come di consueto, non aveva capito nulla, ma era corso a chiamare la nuova avvenente collega. “Buongiorno agente Reggio, io sono il Commissario Caruso, vedo che per sua grande fortuna ha già conosciuto l’agente Salerno. Lui è l’ispettore Fragiacomo, mentre il mio vice De Lucia e l’agente Cacciuottolo sono influenzati, ma avrà modo di conoscerli. Via via conoscerà tutti gli altri. Approfitto per aggiornarvi. Stamattina andrò a fare una passeggiata al negozio di articoli sportivi “Tuttosport”, ieri sera l’eroico ispettore Fragiacomo ha notato che verso le 22.00 hanno scaricato due scatoloni di merce, probabilmente palline da tennis, ma non sono convinto. Direi che stasera Salerno e Reggio proseguiranno l’appostamento dalle 20.00 in poi. Aggiornatemi per qualsiasi movimento”.

Indossato il cappotto, che aveva sostituito il piumino leggero del giorno prima, si diresse verso il negozio di articoli sportivi che si trovava a circa venti minuti a piedi. La giornata soleggiata invogliava e la caviglia sembrava dare tregua. Per raggiungere la sua meta, il Commissario attraversò un insieme di stradine e vicoli che rappresentavano il cuore  della città e che d’improvviso confluivano in un belvedere dal quale si poteva ammirare tutto il golfo. Entrò nel negozio e dopo circa dieci minuti il suo girovagare fu interrotto da uno zelante commesso. “Buongiorno, posso aiutarla?”. “Si, cercavo delle palle da tennis”. “Da questa parte prego” disse Ciro, come da cartellino spillato in petto, indicandogli uno scompartimento riservato al tennis dove campeggiava la gigantografia di Rafa Nadal in pinocchietto e canotta come ai bei tempi. Avvicinatosi allo scompartimento riservato alle palline da tennis, il Commissario notò l’assenza proprio delle Chip&Charge.

“Mi scusi, vorrei delle palline Chip&Charge ma non riesco a trovarle”. “Mmm mi sa che sono esaurite, provi a prendere queste qui, sono analoghe…”. Il Commissario rimase paralizzato dalla sorpresa ma replicò: “No, sa sono molto scaramantico, se non sono di quella marca non le compro. Mi sa dire quando arriveranno?”. “Aspetti un attimo che controllo al terminale. Mmm vediamo un po’… no mi dispiace, la prossima consegna è prevista tra una settimana”. “Ah, peccato, allora, mi dispiace…” replicò fintamente affranto Caruso, lasciando il suo interlocutore interdetto a muovere decisamente il capo in segno di disapprovazione.

Appena uscito dal negozio chiamò l’agente Salerno: “Pasquale, ascoltami bene. Stasera dovete fare molta attenzione alle consegne che vengono fatte al negozio dopo la chiusura al pubblico, diciamo dalle otto in poi. Soprattutto, cerca di leggere bene cosa c’è scritto sulle scatole”. “Dottore, lei lo sa, io sono sempre ligio al dovere, soprattutto in questo momento storico dove ideologie anarchiche spingono per il mancato rispetto dell’autorità, ma io non ci vedo molto bene da lontano…”. “Pasquale, io ancora adesso mi chiedo perché hai deciso di interrompere i tuoi studi alla facoltà di scienze politiche per partecipare al concorso in polizia. Il mondo ha perso un grande scienziato politico, ma soprattutto la polizia… vabbè lasciamo perdere. Ti saluto”.

E chiamò la nuova arrivata Reggio, ragguagliandola sul da farsi e per sua grande soddisfazione apprese che la nuova agente non aveva velleità filosofiche ma un senso pratico decisamente spiccato. “Benissimo Silvia, mi raccomando chiamatemi qualsiasi cosa accada”. Il pomeriggio passò rapidamente tra le mille scartoffie da affrontare in ufficio e un paio di interventi volanti da gestire per una rapina e una rissa tra ragazzi. Verso le sette e mezza decise che poteva rientrare in casa per godersi finalmente il resto della partita, attendendo notizie dall’appostamento.

Giunto ad un centinaio di metri da casa, la voce di Massimo Ranieri arrivò inconfondibile – “Il cuore mio non dorme mai, sa che di un altro adesso sei, tua madre va dicendo che a maggio un uomo sposerai. Ma se in fondo al cuore tuo, c’è un ragazzo sono io” – e mentre ragionava che sua mamma in quel di Sorrento, a circa una settantina di chilometri, avrebbe apprezzato la scelta, un’inquietante premonizione si fece strada nel suo cervello. Le luci accese nella sua villetta confermarono la tragedia imminente: “Se bruciasse la città, da te, da te, da te io correrei, anche il fuoco vincerei per rivedere teeeeeee… o Nino, finalmente!” – corse ad abbassare lo stereo –.

Ho fatto proprio bene a non starti a sentire e a venire qui, ma ti rendi conto in che condizioni era questa casa? Tutto in disordine, tutto sporco, e poi il frigo completamente vuoto, per fortuna che ti avevo portato un po’ di cose io dalla costiera, ma poi sono andata a farti la spesa – ho lasciato detto che passerai a saldare, cosa credi sempre una povera pensionata sono – e tutti quei panni sporchi, sporchi di quella terribile terra rossa, ma ancora con sto sport per asociali come il tennis, ma perché non vai a fare una partita di calcetto ogni tanto, così per frequentare qualcuno, almeno di sesso maschile, visto che di donne traccia in questa casa non ce ne sono, ah ma io sto invecchiando, la soddisfazione di diventare nonna me la potrò mai togliere? Ma lo sai che tutte le mie amiche…”.

“MAMMA! E basta! Senti, ora ce ne andiamo a mangiare una pizza” – ovviamente del Potro e Federer avrebbero dovuto aspettare fino al giorno dopo, sperando che mammina riprendesse la sua corriera per Sorrento – “ma ti avviso, sto aspettando notizie da un appostamento e potrei dover uscire da un momento all’altro”. “Pizza? Ma quale pizza! Ti ho preparato la genovese, impepata di cozze e un po’ di frittura di paranza fresca, fresca. E poi ho fatto il tiramisù che ti piace tanto…”. Caruso riflettè che, in fondo in fondo il deserto di Indian Wells non poteva reggere il confronto con la cucina napoletana di mammà e decise che per una sera il tennis poteva aspettare. Differita per differita…

Mentre un sorso di falanghina dei Campi Flegrei stava accompagnando il diciottesimo anellino di calamaro, colei che metteva l’amore sopra ogni cosa arrivò a interrompere l’idillio. “Commissario, sono l’agente Reggio. Allora poco fa, saranno state le 22.00, è arrivato un camioncino e ha scaricato due scatoloni, credo pesanti perché in tre facevano fatica. Sugli scatoloni c’era scritto Chip&Charge”. “Ottimo Silvia. Fate una cosa, rimanete ancora un’altra mezzora, controllate che vadano via tutti e poi lasciate la postazione”. E tornò dai calamari e gamberetti.

Tre quarti d’ora dopo, mentre stava per affrontare la terza pozione di tiramisù, la Salerno-Reggio tornò trafficata. “Commissario ci sono novità. Stavamo per andare via, quando è arrivato un grosso Suv, dal quale sono scese due persone. Hanno aperto la saracinesca del negozio e hanno preso due scatoloni, credo proprio che siano i due di prima. Poi sono ripartiti e noi li abbiamo seguiti. Si sono fermati nei pressi del Circolo di Tennis Eden e hanno scaricato…”. “Bene Silvia, grazie. Domani mattina tenetevi tutti pronti, vi aggiorno più tardi”.

“Allora Nino, su che cosa state lavorando? Non mi fare preoccupare eh! Domani devo tornare a Sorrento, perché è martedì e ho il bridge con le amiche. Vedi che ti ho lavato e stirato la roba del tennis, ma voglio ben sperare che non li userai per un po’ di tempo, con questo freddo che fa…”. “Ah ottimo, mamma grazie, vado proprio ora a preparare la borsa per domattina” disse sorridendo sornione il Commissario, Nino nell’occasione, mentre partiva la chiamata verso il tennis Eden: “Paolo, buonasera, mi prenoti un campo domattina alle 09.00? Grazie!”.

E subito dopo, a ruota, telefonata all’avversario di turno. “Gennaro buonasera, domattina ti aspetto puntuale alle ore 09.00 al Tennis Eden”. “Commissà va bene, che dobbiamo fare?”. “Secondo te che dobbiamo fare in un circolo tennis, Fragiacomo?”. “Commissà, un’ispezione?”. “Fragiacomo, mi raccomando, vestiti griffato di tutto punto, bandana in testa, pantaloncini corti e calzino bianco di spugna. La racchetta te la presto io”. “Commissà ma che state dicendo? Io non ho mai…”. “Gennà, non ti preoccupare, non entrerai nemmeno in campo. Fai una cosa però, avverti anche Reggio e Salerno e digli di farsi trovare lì per le 09.00”. L’ispettore Fragiacomo attaccò inebetito, ma per non farsi prendere alla sprovvista accese subito il computer alla scoperta delle regole del gioco del tennis.

La digestione della cena luculliana non fu agevole, ma l’ultimo disperato tentativo di appropriarsi della tv per godersi la seconda parte della finale si scontrò con la ferrea volontà di Grimaldi Assunta, Tina per le amiche del bridge, di gustarsi a fondo la dodicesima replica de “Il cane di terracotta”. E d’altronde provare a discutere con la suddetta Tina che Roger Federer avrebbe meritato maggior interesse rispetto a Catarella era tempo perso.

To be continued…

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ATP

Classifica ATP: Sinner perde una posizione. Fils ne guadagna 49

Accanto a due grandi potenze mondiali in continuo conflitto extratennis, USA e Russia, la piccola Italia è la sola nazione a poter vantare 3 giocatori fra i primi 20 del mondo

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Arthur Fils - ATP Lione 2023 (Twitter @atptour)
Arthur Fils - ATP Lione 2023 (Twitter @atptour)

Eppur si muove disse Galileo a proposito della Terra e forse oggi lo ripeterebbe a proposito della classifica ATP, nonostante la scorsa settimana si siano disputati solo due tornei categoria 250 (Lione e Ginevra) e molti dei top player abbiano ricaricato le batterie in vista del Roland Garros. Infatti all’interno delle prime 100 posizioni qualcosa è cambiato, a partire dalla Top 20 dove Taylor Fritz e Cameron Norrie – il primo semifinalista a Ginevra e il secondo a Lione – hanno guadagnato una posizione ai danni di Jannik Sinner e Hubert Hurkacz. 

TOP 20

PosizioneGiocatoreNazionePuntiVariazione
1AlcarazSpagna6815 
2MedvedevRussia6330 
3DjokovicSerbia5955 
4RuudNorvegia4960 
5TsitsipasGrecia4775 
6RuneDanimarca4375 
7RublevRussia4270 
8FritzUSA34701
9SinnerItalia3435-1
10Auger AliassimeCanada3100 
11KhachanovRussia2945 
12TiafoeUsa2790 
13NorrieGBR25651
14HurkaczPolonia2525-1
15NadalSpagna2445 
16CoricCroazia2410 
17PaulUsa2170 
18MusettiItalia2040 
19de MinaurAustralia1870 
20BerrettiniItalia1832 

LE DISCESE ARDITE E LE RISALITE

 

Negli ultimi 7 giorni non si sono verificate discese di classifica degne di nota, bensì vertiginose risalite. Scorrendo dal basso all’alto il ranking applaudiamo il + 17 realizzato da Nicolas Jarry grazie alla vittoria ottenuta nel torneo di Ginevra e soprattutto il + 49 di Arthur Fils, classe 2004, vincitore in quello di Lione. Bene anche Ilya Ivashka: + 13

TENNIS ITALIANO

L’unico tennista italiano presente nelle prime 100 posizioni ad essere sceso in campo settimana scorsa è stato Marco Cecchinato, giunto sino al secondo turno a Ginevra. Tra i primi 200 giocatori del mondo al momento ci sono 18 italiani:

 NomeClassificaVariazione
1Sinner9-1
2Musetti18 
3Berrettini20 
4Sonego48-3
5Cecchinato721
6Arnaldi106-1
7Passaro128 
8Zeppieri129 
9Fognini130 
10Brancaccio141 
11Vavassori148 
12Nardi151 
13Cobolli159 
14Bonadio164 
15Agamenone166 
16Bellucci167 
17Darderi179 
18Pellegrino183 

NITTO ATP FINALS

La classifica dei migliori 10 giocatori della stagione è rimasta invariata rispetto a quella dello scorso lunedì 22 maggio.

Testa di serieGiocatoreNazionePuntiVariazione
1MedvedevRussia4310 
2AlcarazSpagna3465 
3DjokovicSerbia2755 
4TsitsipasGrecia2635 
5SinnerItalia2285 
6RublevRussia2260 
7RuneDanimarca2135 
8FritzUSA1925 
9KhachanovRussia1585 
10NorrieGBR1545 

ATP NEXT GENERATION

Di seguito l’elenco dei 10 migliori under 21 del 2023 aggiornato al 29 maggio:

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna346520031
2RuneDanimarca213520036
3MusettiItalia70200218
4FilsFrancia661200463
5SheltonUSA555200236
6Van AsscheFrancia400200482
7CobolliItalia2782002159
8MedjedovicSerbia2562003168
9StrickerSvizzera2302002116
10CazauxItalia2202002190

BEST RANKING

Tra i nomi di coloro i quali hanno ottenuto il best ranking questa settimana spicca quello di Arthur Fils.

Il diciottenne francese entra altresì per la prima volta nella top 100.  

GiocatorePosizioneNazione
Jarry35Cile
Wu54Cina
Fils63Francia
O’Connell77Australia

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Flash

Serena Williams avrà una docu-serie su ESPN. Prime Video presenta un documentario sulla rivalità parigina di Djokovic e Nadal

Il colosso televisivo statunitense, interamente dedicato allo Sport, annuncia la produzione di una docu-serie incentrata sui momenti più importanti e significativi della carriera di Serena. Nel frattempo il servizio on-demand di Amazon ufficializza l’uscita, il prossimo 26 maggio, di un documentario esclusivo sulle sfide al Roland Garros tra Novak e Rafa

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Serena Williams - US Open 2022 (foto Twitter @wta)

Il Tennis torna ad essere protagonista di alcune produzioni a stampo documentaristico, che svelano il dietro le quinte dei grandi appuntamenti del Tour con uno sguardo approfondito rivolto al lato umano degli atleti, dopo la serie Netflix Break Point” che ha suscitato reazioni ed opinioni contrastanti – certamente indicato per un pubblico nuovo, e non per lo zoccolo duro degli aficionados della racchetta -. Ciononostante, pur non raccogliendo un consenso unanime, la Docu-Serie avrà seguito: è stata, infatti, già lanciata la nuova stagione targata 2024 dove a bucare lo schermo saranno – finora gli unici ad essere stati annunciati – Carlos Alcaraz, Alexander Zverev e Caroline Garcia.

Il ritorno dello Sport del Diavolo, come tema portante assieme alle sue figure di spicco di quella determinata tipologia di elaborazioni audiovisive che si incentrano sulla narrazione dettagliata e caratterizzante sul piano dello Storytelling, lo si deve a due colossi del settore: ESPN e Amazon Prime Video.

 

In The Arena: Serena Williams

Partiamo occupandoci della produzione finanziata dall’emittente televisiva americana dedita unicamente alla trasmissione di eventi sportivi: è stata, difatti, ufficializzata la nascita di un progetto che prevederà la creazione di una Docu-Serie sulla vita da professionista del tennis di Serena Williams, un prodotto che farà rivivere i momenti salienti e maggiormente significativi della carriera della 23 volte campionessa Slam attraverso immagini e dichiarazioni della stessa 41enne di Saginaw e delle persone più vicine alla leggenda del Michigan.

La serie, che verrà intitolata In The Arena: Serena Williams, conferma per l’ennesima volta – ce ne fosse ancora bisogno – come sia oramai innegabile il fatto che Serena, la sua epopea in campo e tutto ciò che rappresenta siano entrati completamente a far parte della cultura popolare aldilà dell’Oceano, e forse non “soltanto” lì.

L’ex n. 1 del mondo ha appeso la racchetta al chiodo all’ultimo US Open e nonostante per l’appunto non sia trascorso neppure un anno dal suo ritiro, nei mesi scorsi ha flirtato in più di una circostanza durante svariate interviste con la concreta possibilità di rientrare seriamente alle competizioni. Tuttavia è in arrivo il secondogenito, perciò è molto più sensato pensare che “l’evoluzione” sia stata ormai superata del tutto e che nel prossimo futuro la minore delle sorelle Williams, si veda solamente – si fa per dire – nel ruolo di mamma con affianco qualche scappatella glamour e mediatica a cui non hai mai voluto rinunciare e che hanno sempre incontrato il suo gusto: le ultime in ordine di tempo al paddock del Gran Premio di Formula Uno di Miami, che ha sede nel complesso dell’Hard Rock Stadium ossia la location che ospita anche il torneo 1000 combined, in prelibata compagnia tennistica e al Met Gala sfilando sul Red Carpet con il pancione in bella vista.

Nadal/Djokovic, Duello al Roland Garros

Ad una produzione lanciata che si prospetta estremamente intrigante, dà seguito un’altra che al contrario è in già in procinto di essere visibile: il servizio on-demand di Amazon, dal prossimo 26 maggio, presenterà in esclusiva un documentario speciale che riavvolgerà il nastro sulla trascendente rivalità – sempre contraddistinta dal rispetto reciproco– consumatasi nell’iconico teatro del Roland Garros, e più precisamente sul manto terroso prestigioso del Philippe Chatrier, nel confronto fra due mostri sacri dell’Era Open.

Stiamo parlando di Novak Djokovic e Rafael Nadal – in doveroso ordine alfabetico -, i due tennisti con il numero più alto di prove Major mai inserite nella personale bacheca di un giocatore nella storia tennistica: 22 a testa. La produzione alimenterà l’epica di questi due fenomeni, iniziando il racconto ripercorrendo la prima grande sfida andata in scena a Bois de Boulogne datata nel lontano 2006, la bellezza di 17 anni fa a testimonianza della continuità ad altissimi livelli e della longevità di Nole e Rafa.

Un documentario, dunque, che darà spazio alle traiettorie delle loro legacy e del rapporto di questi due fuoriclasse assoluti delle raccheta con lo sport che praticano magistralmente da tempo in memore. Si muoverà, inoltre, sul filo sottile della contrapposizione ideale di uomini diversi che affondano le personali radici identitarie nei meandri di un vissuto quasi agli antipodi: sviscerando analogie e somiglianze, dalla condivisa sete per quel senso di competizione che provoca un sentimento di ossessione compulsiva e spasmodica verso l’ottenimento di continui successi, sino alla grandezza dei loro rispettivi palmares, decisamente simili, che controbatte a stili, origini, caratteri e temperamenti totalmente opposti.

I registi dell’opera, intitolata “Nadal/Djokovic, Duello al Roland Garros“, Céline Jallet, Julie Robert e Antoine Benneteau esplorano la rivalità tra lo spagnolo ed il serbo in cinque atti per una durata complessiva di 62 minuti, privilegiando l’approccio drammaturgico. Il file rouge tematico del racconto viene portato in scena proprio dai ripetuti duelli, divenuti per mezzo delle curve della memoria di padre tempo mitici, quasi mistici: dieci confronti diretti materializzatisi nella Parigi terrosa, più che in qualsiasi altro evento (tre volte si sono scontrati a Wimbledon e altrettante allo US Open, due invece le circostanze in cui si sono affrontati a Melbourne), dal 2006 al 2022 sintomi di un’epoca irripetibile tra le più tuonanti della storia sportiva: nel suo Regno, per 14 volte ha alzato al cielo la Coppa dei Moschettieri, Re Rafa XIV – le cui probabilità di vederlo ai nastri di partenza del suo feudo nell’edizione 2023 sono sempre più basse – ha soppiantato l’acerrimo ed agguerrito rivale in 8 occasioni facendo valere il peso della storia; nei quarti del 2015 e nella semifinale del 2021 però l’imponderabile si è fatto realtà con l’inossidabile uomo di gomma che è riuscito a sconfiggere uno che in carriera fino ad allora nell’appuntamento principe della stagione sul rosso aveva trionfato in 112 incontri a fronte di un unico e clamoroso KO con Robin Soderling maturato negli ottavi di finale del 2009.

Perciò uno spettacolo, quello di Prime Video, che ci offre la possibilità di rivivere quella serie di sfide incredibili e aprire così le porte a flashback che riportino alla luce lo splendore passato, senza per questo tralasciare la costruzione prima umana e poi agonistica di questi due iconici campioni: immergendosi nel cuore della loro infanzia tra tormenti e gioie, che garantiscono allo spettatore di poter indentificare e comprendere al meglio la meravigliosa rivalità di cui sono stati autentici protagonisti.

Il racconto di un viaggio immersivo che verrà accompagnato da illustrazioni evocative e che si mostrerà nella sua dimensione universale, ben più profonda della pur notevole logica sportiva, narrando un susseguirsi incessante di ricordi, confessioni e aneddoti anche di coloro che in questi anni hanno avuto il privilegio di condividerne il rettangolo di gioco: vincitori e finalisti Slam del calibro di Stan Wawrinka, Dominic Thiem, Alexander Zverev, David Ferrer, Jo-Wilfried Tsonga o vere e proprie leggende dell’Open di Francia come Gustavo Kuerten e Sergi Bruguera, fino a coach, giornalisti, addetti ai lavori di vario genere. Tutti testimoni di sfide epiche passate – e che passeranno – ai posteri come capolavori strategici dell’arte tennistica.

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Flash

È morto Günter Parche, l’attentatore di Monica Seles

L’aggressore viveva in una casa di cura tedesca da 14 anni ed è deceduto lo scorso agosto all’età di 68 anni dopo un periodo di cure palliative

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Monica Seles, aggredita ad Amburgo

Tra 8 giorni il mondo del tennis vivrà uno spiacevole anniversario. Quello dei 30 anni da quando la campionessa Monica Seles, il 30 aprile del 1993, venne accoltellata a una spalla da Günter Parche. La notizia è che l’uomo è morto all’età di 68 anni e il decesso, come riporta Bild, risale allo scorso agosto. L’aggressore è stato trovato senza vita nella casa di cura a Nordhausen in cui aveva trascorso gli ultimi 14 anni, dopo che nell’ultimo periodo era stato sottoposto a cure palliative.

Ma ripercorriamo brevemente i fatti che hanno certamente cambiato la storia di questo sport: alle ore 17 di quel funesto 30 aprile Seles – vincitrice in carriera di 9 Slam, di cui 8 prima di quell’episodio che le ha cambiato radicalmente la vita – stava conducendo tranquillamente per 6-4 4-3 il suo quarto di finale sul campo centrale di Amburgo, la Rotenbhaum Arena, contro Magdalena Maleeva. Parche, al cambio di campo, riuscì a confondersi con il resto degli spettatori e raggiunse la ringhiera – non invalicabile – che separava il pubblico dalla giocatrice, estraendo un coltello dalla sua borsa e colpendo la tennista jugoslava naturalizzata statunitense, provocandole lievi lesioni fisiche ma importanti conseguenze mentali e costringendola a una lontananza dai campi per 27 mesi. Dovette ripartire da capo Monica, segnata nella propria persona anche dalla scarsa solidarietà delle colleghe tenniste (ad eccezione di Gabriela Sabatini), nel non voler congelare il suo ranking.

Il motivo del gesto dell’attentatore era da ritrovarsi nella sua netta predilezione, se non ossessione, per un’altra campionessa, quella Steffi Graf che all’inizio della stagione ’93 si stava giocando, con continui sorpassi e controsorpassi, il vertice della classifica mondiale proprio con Seles. L’uomo voleva dare alla sua tennista preferita la possibilità di dominare incontrastata nei mesi a venire, cosa che poi effettivamente avvenne, dato che Graf trionfò nei successivi quattro Slam (dal Roland Garros ’93 fino all’Australian Open ’94).

 

Seles non è mai più riuscita a tornare forte come prima (all’epoca dell’aggressione non aveva ancora compiuto 20 anni e aveva giocato 33 finali su 34 tornei disputati dal gennaio 2021), mentre Parche, dopo l’episodio, si dichiarò immediatamente colpevole e rimase in carcere solo fino al 13 ottobre 1993, data della condanna per aggressione aggravata, prima di trascorrere due anni in libertà vigilata.

Federico Martegani

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