Carlos Costa: "Il tennis soffrirà molto e per questo serve un’unione"

Interviste

Carlos Costa: “Il tennis soffrirà molto e per questo serve un’unione”

L’agente di Rafa Nadal si esprime sulle prospettive del tennis e sulla possibile unione dei due circuiti

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Rafa Nadal - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Il futuro è incerto e, sebbene in molti parlino di “Fase 2” e si apprestino i primi galatei del virus per la ripartenza (vedasi FIT e USTA), nessuno sa esattamente quando e come si riprenderà. Le opinioni sono tante, anche e soprattutto per quanto riguarda il mondo del tennis che forse è più in bilico di quanto non si pensi. In termini decisamente preoccupati (e preoccupanti) si è espresso l’ex tennista Carlos Costa, attuale agente di Rafael Nadal. Lo spagnolo, ospite in una puntata del podcast “3iGuales”, ha commentato la situazione generale e soprattutto il recente tweet con il quale Roger Federer auspica l’unione di ATP e WTA. Per Costa qualcosa si sta sicuramente muovendo dietro le quinte, perché le ripercussioni economiche per i due circuiti potrebbero essere devastanti.

Il tennis è uno sport che muove molti soldi ma che rimane aggiornato. Non è un’azienda (scil. l’ATP, ndr) con un flusso di cassa potente perché, alla fine, i tornei prendono una parte, i giocatori un’altra. Ha uno staff da sfamare e l’unico asso che ha, in questo caso, l’ATP è il Master. Dati i guadagni del Master però, immagino che alla fine ci sia una spesa per il personale, i viaggi, e quindi non credo che abbia un flusso di cassa così importante”.

Per quanto riguarda la ripartenza i dubbi sono gli stessi di tutti: uno sport globale come il tennis soffre per certi versi più di altri ed è ben difficile controllare il flusso di tutti i giocatori, degli staff, dei giornalisti, per non parlare poi degli eventuali assembramenti se si aprissero le porte al pubblico. “Non so se questo durerà ancora un altro mese, altri due mesi, altri sei mesi, ma penso che, a causa di come tutto è e da quello che sento, fino a quando non potremo testare tutti e scoprire davvero chi è malato così da poterli isolare – e questo in ogni paese – sarà molto complicato. E poi fino a quando non ci sarà un vaccino sarà molto difficile organizzare un evento pubblico, che sia un concerto o sport, con la partecipazione di 2000/3000/5000 persone. Chi correrà il rischio per primo? Si gioca contro qualcosa che non è affatto popolare: sport e affari invece di salvare vite“.

Viceversa anche un lockdown prolungato spaventa molto Costa che chiama in causa un detto piuttosto comune: “La cura è peggiore della malattia“. “In altre parole, credo che ciò che sta accadendo possa peggiorare. Forse tra sei mesi vedremo società chiuse, povertà, molte cose che possono accadere. Le persone potrebbero ammalarsi o impazzire per uno status che non hanno più. Tutto questo confinamento e non praticare sport per uno, due o sette mesi potrebbe sfociare in un enorme problema della società“.

Auspicabilmente, per Costa, i governi mondiali si muoveranno all’unisono e agiranno per il bene della comunità-mondo, lasciando da parte gli interessi particolari. Un po’ utopistico, ma certamente non sbagliato, anzi. “Immagino che le persone che governano questo mondo potrebbero guardare la situazione e analizzarla. Prenderanno le loro decisioni di comune accordo, perché in caso contrario dovremo davvero avere paura. Voglio pensare che un giorno tutti i leader mondiali si riuniranno – i presidenti di ogni paese – e prenderanno una decisione che sarà quella giusta, in modo che gli anziani e le persone a maggior rischio non escano di casa a meno che non ci sia bisogno, mentre il resto potrebbe farlo, ma con un distanziamento sociale molto importante fino a quando non ci sarà un vaccino“.

Tornando al tennis, l’agente di Rafa si dice ancora una volta preoccupato per il destino del tennis, ma per questo ancora più favorevole al progetto di un’unione, che sicuramente è già sul tavolo di qualcuno. Altrimenti Federer non avrebbe parlato in maniera così esplicita: “Penso che il tennis soffrirà molto ed è per questo che penso ad un’unione. Non penso che Federer abbia fatto uno scherzo, penso che ci sia qualcos’altro dietro. […] Sono sicuro che coloro che gestiscono la nostra attività – WTA e ATP – abbiano parlato, altrimenti questo non sarebbe venuto a galla così“.

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