Canè ricorda Agassi: "Io giocavo a tennis, lui a ping pong". Quando Stoppini fece infuriare gli americani

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Canè ricorda Agassi: “Io giocavo a tennis, lui a ping pong”. Quando Stoppini fece infuriare gli americani

All’esordio Slam, Andre sorprese Canè col suo gioco di anticipo, mentre Stoppini gli diede una lezione a fine carriera

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Il Roland Garros fu l’ultimo Slam che mancava ad Andre Agassi per completare la sua bacheca, tuttavia fu lì che esordì nel 1988 e ottenne i primi successi. In occasione del 50esimo compleanno di Agassi, Paolo Canè ha parlato alla Gazzetta dello Sport di quello che fu l’esordio Slam del giovane americano, incontro amaro per l’ex tennista bolognese. “Lui aveva 18 anni, ma aveva già vinto dei tornei sul cemento. Insomma, lo conoscevo di fama, però ero abbastanza tranquillo: si giocava sulla terra, tre set su cinque. Mi sentivo piuttosto sicuro. Invece non mi fece toccare palla, io giocavo a tennis e lui a ping pong. Ho provato a rallentare gli scambi ma continuavano ad arrivarmi missili imprendibili, poi stava sempre sulla linea di fondo, impossibile spostarlo”.

Canè vede nel gioco di Agassi una vera e propria innovazione: “Ha costruito i suoi successi sull’anticipo e sui colpi tesi e rapidissimi in avanzamento, ma sarebbe un errore considerarlo solo un giocatore monocorde“.Perché come tutti sappiamo la carriera del Kid di Las Vegas la si può dividere in due periodi, come spiega l’ex numero 26 del mondo Canè: Dopo i problemi di metà anni ’90 era un giocatore completo: sapeva usare la smorzata, non cercava più la soluzione dopo tre o quattro scambi ma poteva anche muovere l’avversario, veniva a rete e ha reso il suo servizio più efficace”. Ma con una costante che non l’abbandonò mai: La sua risposta al servizio è stata la migliore di tutti i tempi“.

Oltre alla gloria però la carriera di Agassi è stata caratterizzata anche da insuccessi, e uno degli ultimi glielo ha procurato Andrea Stoppini quando da qualificato e n. 246 del mondo batté l’allora n. 22 a Washington nel 2006. Di quella partita, con grande rammarico del tennista italiano, non ci sono reperti video.Non so cosa pagherei per rivederla. Invece niente, un mistero. Di solito a fine match ci davano un dvd, ma la produzione disse che la partita non era stata ripresa” ha raccontato Stoppini al Corriere dello Sport. Il tennista italiano quindi si è dovuto accontentare di una menzione nell’autobiografia di Agassi, ‘Open’, a pagina 475, dove Andre esprime la sua “vergogna” per quel 6-4 6-3 subito in 62 minuti. “Vinco il primo game e penso: bene, ho evitato la figuraccia. A quel punto mi sono detto: gioca tranquillo. Era chiaramente giù di corda, un po’ svuotato, vinsi per quello, mica per altro ha aggiunto Stoppini.

Anche se il suo atteggiamento in campo è stato dei migliori nonostante le circostanze sfavorevoli, a partire dalla racchetta Fischer: “Io e mio padre eravamo stati costretti a segare perché me le avevano mandate con un manico lungo. Mi ricordo che facevo sempre i primi due punti, Agassi sbagliava, rispondeva poco. Ho vinto il primo set, la cosa strana è che non ho mai avuto esitazioni. Sul 5-3 ho tenuto il servizio e dire che la gente mi tifava contro. Gli americani erano infuriati per quello che stavo combinando“.La cosa più memorabile di quel giorno però, ha ammesso l’ex numero 161 italiano, è stata un’altra:L’accoglienza che il pubblico riservò ad Agassi. Era un delirio. Dieci minuti di standing ovation, Agassi fu costretto a dire ok, ragazzi, va bene così. Era il suo tour d’addio”. Oggi invece non è più il momento di salutarlo, ma solo di augurargli buon compleanno.

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