Pospisil: "Federer e Nadal non dovrebbero fare di testa propria"

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Pospisil: “Federer e Nadal non dovrebbero fare di testa propria”

Il tennista canadese si è addentrato nei meandri della politica con racchetta, svelando diversi retroscena. “Djokovic si interessa più di tutti ai problemi dei giocatori di bassa classifica”

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Vasek Pospisil è sempre uno dei tennisti più interessanti da ascoltare, un po’ perché articolato nei ragionamenti, un po’ perché dotato di una sincerità che non lo rende mai banale, e lo ha dimostrato in un’intervista rilasciata un paio di giorni fa a TSN che potete rivedere qui in versione integrale.

Pospisil è un membro del Player Council ATP, e ha parlato della dinamica fra i Big Three in sede, per così dire, istituzionale: “Hanno tutti e tre una personalità importante, ma c’è grande sinergia fra di loro. Mi ha colpito soprattutto Novak, perché si interessa più di tutti ai problemi dei giocatori di bassa classifica“.

“Il loro appoggio è fondamentale per il tennis, sono le star e trainano tutto il movimento. Se loro tre hanno opinioni differenti si può dibattere, ma se decidono che qualcosa va fatto in un certo modo, è veramente difficile prendere una decisione differente“.

Uno dei disaccordi di cui sopra è destinato a far rumore, perché il N.93 ATP ha raccontato di aver promosso un’iniziativa per unire i giocatori sotto l’egida di un sindacato, così da poter cambiare i rapporti di potere nel tennis, soprattutto in relazione ai compensi, ma, mentre un’ottantina di Top 100 (incluso Djokovic) l’hanno immediatamente sostenuto, Nadal e Federer si sono detti contrari, preferendo interagire con gli Slam (il vero grande problema secondo lui, visto che possono distribuire il prize money come vogliono) di loro iniziativa. Secondo Pospisil, questa strategia differente era contraria “all’essenza dell’iniziativa”.

In particolare, secondo il canadese il rifiuto di Federer sarebbe stato particolarmente deleterio per il movimento, perché, se da un lato lo svizzero concorda sul principio di una redistribuzione più equa degli introiti, dall’altro preferisce promuovere il cambiamento in altri modi, e questo indebolisce la posizione collettiva, visto che “qualche esibizione di un paio di giocatori non porterà il tennis molto lontano“, riferendosi non troppo velatamente al match di febbraio in Sud Africa fra Rafa e Roger.

Federer e Nadal – Match in Africa 6

Anche sul fronte del Player Relief Fund (il fondo di solidarietà per i giocatori, un’idea di Djokovic) c’è uno stallo al momento, perché alcuni giocatori si sarebbero detti contrari (Thiem, per esempio, non ne ha fatto mistero) e si sono presentate alcune difficoltà organizzative, ma l’intervistato ha affermato che il progetto è ancora vivo, e che tutti stanno lavorando per portarlo a compimento.

Sempre parlando del futuro del gioco, Pospisil ha speso delle belle parole per Andrea Gaudenzi e Massimo Calvelli in relazione alla proposta di fusione ATP-WTA, avanzata da Federer ma evidentemente già parte del programma del nuovo management: “Ci hanno proposto una nuova visione per massimizzare i profitti del nostro sport. Il tennis è troppo frammentato, ma il loro piano potrebbe far crescere il tennis e renderlo uno sport di maggior successo“.

Su questo argomento, il ventinovenne ha dato ulteriore sfoggio di schiettezza, perché alla domanda sulla contrarietà di Nick Kyrgios alla ventilata fusione ha risposto: “Un sacco di giocatori sentono il bisogno di dire la propria senza essersi informati, e questo è il caso di Nick, che secondo me non ha il diritto di esprimere un’opinione su un argomento di cui sta sentendo parlare per la prima volta e sui non ha fatto un minimo di ricerca, e non ho problemi a dirglielo in faccia!

Infine, Pospisil si è unito al coro degli scettici per quanto riguarda l’eventuale ripartenza del tour: “Il tennis è uno sport globale e quindi è difficile riprendere. Potrebbero esserci dei tornei in autunno, ma sarei molto sorpreso se si ricominciasse normalmente“. A questo si aggiunge la problematica delle timeline che variano di Paese in Paese, rischiando di tagliare fuori una fetta di giocatori, cosa che a suo parere non sarebbe giusta.

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