E Flavia smentisce il marito: "Tornare a giocare? Non penso proprio"

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E Flavia smentisce il marito: “Tornare a giocare? Non penso proprio”

La regina di New York 2015 affida alla Gazzetta del Sud i progetti futuri, “ma servirà tempo, i bambini sono ancora piccoli.” Tanta nostalgia del tennis passato nell’osservare l’incerto momento della WTA contemporanea

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Più di qualcuno, sorpassata l’iniziale sorpresa, aveva iniziato a farci la bocca, ma pare sia il caso di scacciare il pensiero prima che diventi un vizio: “Non tornerò a giocare a tennis a livello professionistico, non ci penso proprio, potete tranquillamente escluderlo“. Era stata una voce discretamente attendibile, quella del marito Fabio Fognini, a insinuare il dubbio, a far circolare l’idea, la mezza possibilità che la consorte Flavia Pennetta avrebbe potuto riprendere in mano la racchetta appesa al chiodo dopo le Finals di Singapore 2015. La smentita, tuttavia, è arrivata a stretto giro di posta e senza che fosse necessario uscire dalle mura domestiche.

Fabio scherzava e la cosa è stata ingigantita o male interpretata,” ha sentenziato la campionessa da Brindisi, “ma se non stava scherzando nemmeno io me ne sono accorta. In ogni caso le possibilità che torni a competere nel Tour sono né più né meno di zero. Rimarrò legata al tennis, almeno credo: mi piace giocare, guardare i match. Vedremo, i figli sono ancora piccoli e per il momento sono completamente concentrata su di loro.

In una breve intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud Flavia traccia una panoramica che dal presente lontana da casa copre l’orizzonte del tennis, parecchio cambiato e a quanto traspare dalle sue parole non in meglio, dai tempi degli esordi e dei poster in cameretta all’incertissima situazione attuale. “Le discipline con un calendario già programmato spero ripartano in sicurezza, ma credo che l’obiettivo per il nostro sport sia ancora lontano. Paradossalmente il tennis è la disciplina più sicura, ma i giocatori devono continuamente viaggiare da una nazione all’altra, frequentare alberghi e ristoranti. Una routine molto complicata da inquadrare in un protocollo.

Quando sarà il momento, fatti salvi clamorosi ribaltoni post confinamento, i riflettori si riaccenderanno su una situazione ai vertici maschili cristallizzata attorno al dominio dei soliti noti, laddove nel circuito WTA l’incertezza regna sovrana e non da oggi. “Djokovic, Nadal e Federer hanno tenuto l’asticella altissima per quindici anni e più, una cosa che non si è mai vista in alcun altro sport per un periodo così lungo, ma dietro di loro si sono già ben posizionati ragazzi pronti, solidi. Tra le donne è diverso, lo scettro è sempre in mano a Serena, che però sta iniziando a fare fatica. Adesso ha smesso anche Sharapova, un brutto colpo a livello di immagine sia dentro che fuori dal campo. Il bello è che ogni torneo è imprevedibile e può essere ambito alla vigilia da molte giocatrici, ma così è più difficile vendere il prodotto.

Lontani, forse irripetibili, i tempi delle molte star riconoscibili anche dal famoso uomo della strada. “Gabriela Sabatini ha compiuto da poco cinquant’anni, è pazzesco pensare che sia trascorso così tanto tempo da quando, ragazzina, mi infiammavo davanti a lei, a Steffi Graf. Dietro la porta avevo un poster di Monica Seles, la adoravo. Per il tennis sono stati momenti grandiosi.” Non che oggi manchino gli spunti per divertircisi, solo che, chiusa una straordinaria carriera con tanto di alloro Slam e brillante conquista della Top 10, adesso Flavia Pennetta può godersi il tennis in occhiali da sole, volentieri lasciando la tensione ai fatidici congiunti. “Se ero più agitata prima del match con Roberta a New York o alla vigilia della finale di Montecarlo lo scorso anno? Senza dubbio allo US Open. Durante la partita di Fabio ero molto emozionata, ma alla fine in campo è andato lui!

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