Interviste
Mouratoglou: “Sono un venditore, non un bugiardo. Djokovic ha fatto un errore, ma chi non ne fa?”
A tutto campo Patrick Mouratoglou, l’ideatore dell’Ultimate Tennis Showdown appena concluso. “I giocatori devono essere sempre calmi per esprimersi al massimo? Un cliché. Devono essere se stessi”. Su Kyrgios: “Provocatore, ma riempie gli stadi”

La prima tappa dell’Ultimate Tennis Showdown ideato e realizzato da Patrick Mouratoglou si è conclusa, e l’ha vinta Matteo Berrettini. Poche ore prima che i quattro semifinalisti scendessero in campo abbiamo intercettato Mouratoglou su Zoom, per consentirgli di tracciare il bilancio di questa prima esperienza (spoiler: è già pronta la seconda, e si giocherà prima dello US Open) e di esprimersi, al solito senza peli sulla lingua, a proposito di diversi argomenti.
Ce n’è per tutti i gusti: dal perché non è vero che essere calmi e ‘polite’ sia la strategia vincente per tutti alla necessità di abituare i giocatori a esprimere le proprie emozioni, in campo come fuori, per aumentare l’affezione dei tifosi. Le ultime su Serena, un parere su Djokovic (‘ha commesso un errore, ma tutti ne facciamo‘) e sui prossimi Slam. Ammesso che si giochino.
L’INTERVISTA COMPLETA
LE PARTI SALIENTI
3:45 – “Siamo soddisfatti perché siamo partiti da zero e abbiamo trasmesso il torneo in più di cento paesi nel mondo. Il tennis classico è un’esperienza che vedi ‘dall’esterno’, mentre l’UTS avvicina molto di più ai giocatori“. Per Patrick Mouratoglou la prima ‘tappa’ dell’Ultimate Tennis Showdown è stata un successo, senza mezzi termini
7:15 – Mouratoglou chiarisce le modalità tramite cui il suo staff ricava informazioni su chi ha seguito la manifestazione (il 50% del pubblico raggiunto dall’UTS di solito non guarda il tennis, ha detto Mou): “I social media ci consentono di avere molte informazioni su chi ci segue. Inoltre, chi si è iscritto alla nostra piattaforma ha compilato un questionario. Sono un buon venditore, è vero, ma non sono un bugiardo!” scherza Patrick
9:19 – “ATP e WTA non sono contenti di avermi sentito dire che il pubblico che guarda il tennis è troppo vecchio? L’hanno detto a te? Sono molto sorpreso perché ci sono studi condotti da compagnie affidabili a supporto“, dice Patrick, serio per un attimo. “Bisogna comunque fare differenza tra il pubblico che segue il tennis in TV e quello che va allo stadio; quest’ultimo è più giovane, è vero, ma non tutti ci vanno solo per il tennis. Non voglio criticare ATP e WTA, che hanno costruito un pubblico molto fedele; si tratta di un discorso legato a tutto lo sport, non solo il tennis“
13:45 – Per concludere il discorso, e parlando nello specifico dei social media. “Non credo si possa dire che saranno il futuro, ma ne abbiamo bisogno. Nessuno sa come sarà il futuro, anche se è visibile che il cambiamento sta avvenendo. Non dico che il nostro sia il futuro, dico che dobbiamo trovare il format giusto per il futuro e per questo dobbiamo provare. Non capisco perché alcuni siano aggressivi a riguardo“
17:38 – Ubaldo ricorda i tempi in cui i giornalisti erano molto più vicini ai giocatori, ed era più semplice raccontarne ogni sfumatura. “Sono d’accordo. Dobbiamo poterci identificare nei giocatori, conoscere meglio le loro personalità. Abbiamo bisogno di autenticità. Tutti nell’ambiente mi dicono ‘prima era meglio, avevamo personaggi migliori‘ ma non credo sia così. Dobbiamo dare ai giocatori la possibilità di esprimere le loro emozioni, di essere sé stessi. I giocatori dicono sempre nelle interviste ‘proverò a dare il massimo’ ma questo è noioso: in pratica stai facendo passare il messaggio che il tennis è noioso, ma non è così“
21:51 – Non può essere, magari, che sia il timore di subire ripercussioni sul campo a spingere i giocatori a prodursi nelle solite dichiarazioni di circostanza, a rimanere equilibrati? Soprattutto per i top player che hanno una routine così fitta e pervasiva. “Non credo proprio. Ogni giocatore è differente. Ci sono molti cliché nel tennis, uno dei principali è che il giocatore deve rimanere calmo per esprimersi al massimo: non è vero per tutti. Non credo che McEnroe si esprimesse meglio quando era tranquillo”
23:55 – “Il mio staff ha calcolato che per l’80-90% di una partita di tennis, noi vediamo la routine dei giocatori. In pratica, la palla è in gioco per il 10-20% del tempo“
27:45 – “I giocatori devono essere educati al fatto che hanno bisogno delle conferenze stampa per rinforzare il proprio ‘brand’. Innanzitutto è il tuo lavoro, in seconda battuta ti aiuta a diventare più grande“
30:14 – La seconda tappa dell’UTS è già in preparazione: “L’obiettivo è allargare il circuito anche alle donne e organizzarlo prima dello US Open. L’UTS può convivere con ATP e WTA: i tifosi vorranno vedere Feliciano Lopez sia da noi che nei tornei ufficiali“
31:53 – Sullo US Open: “Tutti vogliono giocare uno Slam, ma c’è una domanda importante a cui rispondere: una volta rientrati in Europa dagli Stati Uniti, i giocatori dovranno fare la quarantena? Se così fosse, sarebbero costretti a saltare probabilmente Madrid e Roma e molti giocatori potrebbero decidere di non andare a New York“
SI PARLA DI SERENA

34:45 – Viene introdotto l’argomento Serena: nelle sue dichiarazioni è stata troppo ottimista sullo US Open? “Quando ha parlato, la situazione sembrava migliore di oggi. Più tempo passa (senza una decisione definitiva, ndr), meno chance ci sono per lo US Open di andare in scena, per la situazione del virus e per le restrizioni sui viaggi“
36:00 – “Sono d’accordo con Ljubicic, lo sforzo della partita è completamente diverso rispetto all’allenamento. Specialmente giocare subito tre su cinque. Non giocare match di preparazione prima di uno Slam può essere pericoloso. L’obiettivo per Serena è ripartire dal torneo di Cincinnati“
39:00 – “Al momento non è prevista quarantena negli Stati Uniti per chi viene dall’Europa, quindi dovrei poter andare a New York senza problemi per stare con Serena. Lei è in grado di vincere uno Slam con tutte le avversarie al via, ma allo stesso tempo può perdere con diverse avversarie se non è al massimo. Ora mi sta mandando video dei suoi allenamenti e ne parliamo insieme. Ha ripreso a giocare a tennis da tre settimane, ha giocato anche una volta con Berrettini quando lui era in Florida“.
TORNANDO AL CIRCUITO MASCHILE (E SU DJOKOVIC)
42:35 – “Berrettini mi ha impressionato. Non lo conoscevo prima, ho scoperto un ragazzo molto motivato. Ha iniziato un po’ in sordina qui, poi è cresciuto molto (fino a vincere il torneo; ma l’intervista è stata registrata prima della giornata finale, ndr). Sta facendo bene anche con il rovescio, sta giocando un gran tennis“
44:20 – La domanda da un milione di dollari: ci sarà un nuovo vincitore Slam quest’anno (ammesso si giochi)? “Al Roland Garros sarà difficile, ho sentito che quel ragazzo spagnolo giocherà di nuovo… non sappiamo solo contro chi vincerà. Sullo US Open dipenderà da Nadal e Djokovic; se non giocheranno, per certo avremo un nuovo vincitore. Sappiamo che può succedere, i ragazzi sono sempre più vicini. Medvedev, Thiem… il problema rimane che per vincere uno Slam, in quest’epoca, devi battere almeno due dei tre giocatori più forti di sempre. Prendete Tsitsipas l’anno scorso a Melbourne; ha battuto Federer e perso da Nadal, ma se avesse vinto avrebbe dovuto battere anche Djokovic!“
47:18 – “Qui in Europa la vita si svolge normalmente, adesso. La gente va al ristorante, si diverte, va a ballare…” è il suo disclaimer a proposito dell’affaire-Djokovic. “Ma quando sei una superstar, organizzi un evento e sei in TV, devi essere da esempio. Credo che quello di Djokovic sia stato un errore ma è ok, tutti commettono errori. Facile non commettere errori e criticare seduti sul divano“
50:52 – Su Kyrgios: “La sua personalità è questa, tende a esagerare ed è un provocatore. Per questo è un personaggio interessante e per questo la gente lo ama. Sarebbe perfetto per l’UTS! A parte i Top Three, è uno dei pochi che può riempire uno stadio oggi“
54:30 – Chi chiamerebbe per l’UTS al femminile? “Il primo nome sarebbe Serena, perché sono banale” scherza Mouratoglou. “Poi Coco Gauff, Alizé Cornet, Putintseva e anche Camila Giorgi sarebbe interessante per il modo in cui gioca. L’obiettivo è anche proporre stili di gioco differenti, per questo per esempio ho chiamato Feliciano Lopez“
IN CHIUSURA, ANCORA WTA
56:25 – Una battuta sul circuito femminile: è vero che ci sono personalità più interessanti? “Il vantaggio principale è il coaching, che fa emergere molto di più la personalità delle giocatrici in situazioni in cui sono ‘costrette’ a esprimere le proprie emozioni“. Anche per questo motivo Mouratoglou ha scelto di implementare il coaching nel suo Ultimate Tennis Showdown.
59:30 – In chiusura, Patrick parla ancora di Serena e di come la maternità l’ha cambiata. “Fuori dal campo sì, ma in campo è sempre la stessa“. Ubaldo lo stuzzica un po’ – “Quindi non hai bisogno di farle alcun segno quando gioca, come contro Osaka…” e Mouratoglou risponde a tono, ma senza perdere il sorriso: “Stai cercando di essere divertente?“.
ATP
ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”
Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.
IL RAPPORTO CON LA CINA
“Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.
IL FINALE DI STAGIONE
“A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.
IN FINALE CONTRO ALCARAZ?
Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.
LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE
“I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene.
Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.
ATP
Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”
“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.
Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”
D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?
Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”
D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.
Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”
D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.
Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”
Renato Nunziante
Flash
ATP Pechino, Alcaraz: “Voglio chiudere l’anno al numero uno”
Lo spagnolo per la prima volta giocherà nella capitale cinese: “Sono carico, l’obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

L’ultima volta che si era disputato l’ATP500 di Pechino Carlos Alcaraz aveva sedici anni, era da poco entrato nei top500 del ranking mondiale e aveva appena perso al primo turno del challenger di Firenze contro Stefano Napolitano.
Nel giro di quattro anni lo spagnolo è diventato una vera e propria star del tennis mondiale, dodici tornei vinti a livello ATP, di cui due titoli slam e quattro1000 e già trentasei settimane da numero 1 del ranking.
Al momento è sceso in classifica al numero due, ma poco importa, è indubbiamente insieme a Novak Djokovic l’attore protagonista del tennis e, reduce dalla delusione di New Yor atterra per la prima volta in Cina con l’obiettivo di prendere la rincorsa verso un finale di stagione elettrizzante, che per la prima volta (infortuni permettendo, vedi 2022) lo vedrà in campo nelle ATP Finals.
“Sono davvero carico, non vedo l’ora di scendere in campo per la prima volta nel China Open, mi piace il campo, il Centrale è infatti meraviglioso e la gente mi sta letteralmente ricoprendo di affetto, mi aspettano perfino fuori dall’ingresso dell’albergo ogni volta che rientro” ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa dopo il suo primo allenamento in terra cinese.
In palio la prima posizione nel ranking mondiale, con Alcaraz che da qui a fine stagione difende poco o nulla (semifinale a Basilea, quarti a Bercy, un infortunio poi lo costrinse a saltare le ATP Finals di Torino) e che quindi punta al sorpasso nei confronti di Novak Djokovic, che invece nel finale del 2022 infilò uno dei suoi classici filotti: vittorie a Tel Aviv e ad Astana, finale a Bercy e vittoria alle Finals di Torino.
Quasi tremila punti da difendere per il serbo, contro i nemmeno quattrocento di Alcaraz: al momento Nole ha un ampio vantaggio nella classifica basata sulle ultime 52 settimane (circa 3mila punti) mentre più esiguo è quello nella race (circa 800).
Ma Alcaraz ha potenzialmente un grande margine di miglioramento, considerando i suoi (non) risultati nel 2022: “Sicuramente tornare al primo posto del ranking è uno degli obiettivi principali del mio finale di stagione, la sfida con Djokovic è bellissima e fonte di grande motivazione. Lavoro tutti i giorni per cercare di tornare numero uno”.
La stagione non è ancora finita ma per Alcaraz è già tempo di primi bilanci per quanto riguarda il 2023: “Sono molto soddisfatto, sia per i risultati che per il livello di tennis che ho espresso durante tutta la stagione, il prossimo anno spero di riuscire a giocare tutti gli slam (nel 2023 Carlos ha saltato l’Australian Open per infortunio, ndr)”.
Jacopo Gadarco