Il tennis come inclusione e opportunità: il progetto 'Fiori di Wimbledon'

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Il tennis come inclusione e opportunità: il progetto ‘Fiori di Wimbledon’

Oggi vi parliamo di una bella iniziativa che abbina palline, racchette e il coinvolgimento di ragazzi con disabilità. Per recuperare il significato più pieno dello sport

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Wimbledon è finito senza mai cominciare, ma oggi abbiamo una scusa per nominarlo ancora – quantomeno in via incidentale. Si tratta di una causa assai nobile: il progetto “Fiori di Wimbledon prevede infatti il coinvolgimento di ragazzi con disabilità intellettive, riferite allo spettro autistico, creando una sinergia con il tennis. In particolare, noi maestri sappiamo perfettamente che i muscoli e il cervello non funzionano da soli per generare il movimento, bensì svolgono azioni coordinate e contemporanee di più elementi che confluiscono nella stessa attività.

Il progetto, presentato per la prima volta al 2° Convegno Internazionale sugli Autismi di Riva del Garda (VR) nel 2010, è stato ideato per quei giocatori che cercano di “cambiare” il mondo che li circonda sfidando se stessi ogni giorno e ricercando standard di allenamento ottimali. Perseguono i loro obiettivi e condividono con gli altri atleti, sovente normodotati, il desiderio di veder crescere l’interesse e la partecipazione del tennis amatoriale. A volte lo dimentichiamo, ma lo sport è nato per questo: l’unione, la condivisione e l’abbattimento delle barriere.

Fiori di Wimbledon‘ è stato coinvolto anche nella sperimentazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale ed educativo (PDTAE) per l’autismo, rivolto a ragazzi compresi tra i 16 e i 25 anni: si tratta di un progetto realizzato dalle regioni Piemonte (capofila), Abruzzo, Toscana, Valle d’Aosta e dalle province autonome di Trento e Bolzano che si focalizza sulla transizione dall’adolescenza all’età adulta e prevede il coinvolgimento di familiari, operatori e insegnanti che seguono a livello abilitativo ed educativo la persona.

COME NASCE ‘FIORI DI WIMBLEDON’

Dopo anni di esperienza, nel 2010, abbiamo dato vita a ‘Fiori di Wimbledon‘ che ha subito generato risposte molto positive. L’idea che sta alla base del progetto è la seguente: solo attraverso la possibilità di frequentare chi ha maggiori abilità e competenze di noi si può migliorare e crescere in sintonia con l’ambiente e la società che ci circonda. Il concetto assume ancora maggiore significato se guardiamo al mondo dei disturbi dello spettro autistico che troppo spesso, invece, spinge all’isolamento, lontano dalle nuove esperienze.

In questo percorso, grazie all’impegno e all’abnegazione di maestri preparati, i ragazzi affrontano percorsi che ne accrescono l’autonomia e l’autostima; il confronto con altre persone stimola inoltre l’empatia, che di solito fa difetto alle persone autistiche.

Il tennis risulta particolarmente funzionale per l’elaborazione cognitiva della rilevazione fisica (visione). Alla nostra consapevolezza visiva concorrono due elementi: il primo è la rilevazione fisica dello stimolo visivo (vista); il secondo è appunto l’elaborazione cognitiva. Sfruttiamo le abilità dei soggetti proponendogli esercizi diversi di volta in volta, che vengono interiorizzati e memorizzati.

Di recente il Ministero della Sanità si è espresso sull’utilizzo dei tablet nel trattamento dell’autismo e in riferimento alla percezione cognitiva, citando uno studio pubblicato sul ‘Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry’ (finanziato da Autism Speaks) che mette a confronto linguaggio e comunicazione sociale, con o senza l’accesso all’IPad. Lo studio dimostra che l’efficacia del trattamento aumenta con l’utilizzo del supporto digitale, e può essere anche il caso del nostro progetto.

Descriveremo ora un esempio di attività nel progetto ‘Fiori di Wimbledon’, cosicché si possano comprendere meglio. Potranno sembrare azioni semplici, quasi banali, ma risultano fondamentali per lo sviluppo di una consapevolezza motoria.

  • Gli obiettivi generali: affinamento della prensione
  • L’obiettivo specifico: portare l’ospite dall’osservazione gestuale all’azione
  • Il metodo: imitativo-dinamico;
  • Il materiale: palline, racchette e altro.

Le fasi dell’attività:

  1. Osservazione diretta dell’oggetto, “la pallina da tennis” (si valuta l’interesse del ragazzo verso l’oggetto proposto
  2. “Manipolazione” (diverse parti del corpo, collegate tra loro, sono coinvolte in una attività oculo-manuale che sfocia nell’atto motorio)
  3. Conoscenza della racchetta (si appoggia la pallina alla racchetta e si cammina in diverse direzioni)
  4. Attività psicomotoria spontanea (la racchetta offre l’occasione per movimenti precisi e ripetuti)

Possono essere svolti anche degli altri esercizi, leggermente più elaborati, che devono seguire il seguente criterio di progressione:

  • dal lavoro individuale al lavoro in coppia e in gruppo;
  • dagli esercizi per l’equilibrio statico agli esercizi per l’equilibrio dinamico;
  • dal lavoro senza racchetta a quello che include l’utilizzo dell’attrezzo, fino all’associazione di racchetta e pallina

L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità in ragazzi con disabilità cognitive e mentali in modo da consentire loro di potersi inserire in attività, con le dovute precauzioni e attenzioni, rivolte a ragazzi normodotati. Dall’altro lato, si vuole stimolare la sensibilità di chi per la prima volta si trova ad affrontare il mondo della disabilità e ne scopre particolarità e potenzialità. L’obiettivo ultimo, e in definitiva il più importante perché riguarda un miglioramento sociale, è propiziare l’incontro tra mondi diversi perché soltanto così può ambire a una crescita comune e condivisa. Lo sport è anche questo, o forse soprattutto questo.


Fulvio Consoli è dottore in Scienze Sociali, coach GPTCA e preparatore mentale ISMCA. Direttore tecnico e sportivo del Progetto “Fiori di Wimbledon” grazie al quale si allenano diversi ragazzi con problemi di disabilità fisica e relazionale, Consoli ha scritto “Un mondo in movimento” (2012), libro rivolto a coloro che intendono affrontare con serenità i problemi connessi al decadimento cognitivo e comportamentale, ai professionisti del settore socio-culturale e a chi vuole approfondire la conoscenza dei sistemi riabilitativi con gli sportivi. Membro dello staff tecnico del Country Club di Cuneo con la direzione tecnica del Maestro Moreno Baccanelli.

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