ATP Cincinnati: Djokovic autoritario ma senza strafare ai quarti

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ATP Cincinnati: Djokovic autoritario ma senza strafare ai quarti

Il N.1 del mondo non ha problemi contro l’americano Sandgren e vince la ventesima partita consecutiva nel 2020. Ai quarti trova Struff

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[1] N. Djokovic b. [WC] T. Sandgren 6-2 6-4

Il giorno dopo la sofferta e sofferente (al collo) vittoria contro Berankis, Novak Djokovic torna in campo per il secondo turno di questo “Cincinnati, NY”, e porta a 20 il numero di vittorie in stagione senza che la sconfitta riesca a segnare neanche il punto della bandiera. Ne fa le spese Tennys Sandgren, giocatore muscolare e muscolato sostenuto da un paio di gambette esili ma evidentemente funzionali, che subisce una prestazione convincente dal numero 1 mondiale, senza dubbio meno in difficoltà – anzi, mai in difficoltà – rispetto alla sera prima sia per le migliorate condizioni del problema fisico, sia per le caratteristiche dell’avversario. Avversario che non può fare a meno della prima di servizio e battuto nelle due precedenti sfide, entrambe a livello Slam, cedendo complessivamente un set al tie-break ma dominando gli altri sei.

IL MATCH – Inizio sornione di Djokovic che pare non avere obiezioni quando Sandgren si appresta a tenere il servizio con cui ha scelto di cominciare. Un gratuito americano, un marchio di fabbrica serbo (rovescio lungolinea vincente) e Nole si convince che nulla vieta di cominciare in vantaggio: così è. Tennys si produce in un paio di corse con tanto di recupero in spaccata alla Nole, ma quando indovina la direzione e potrebbe castigare con il passante beffardo facendo non ha la lucidità serba e neanche colpisce la palla. Prova anche soluzioni diverse, come la smorzata o seguire a rete il secondo servizio con alterne fortune, ma almeno resta in scia. È evidente che nello scambio i colpi del n. 55 ATP infastidiscono il blasonato avversario meno di quelli più piatti e penetranti di un Berankis per larghi tratti obiettivamente al di sopra del suo livello medio. Soprattutto, l’uomo del Tennessee è meno avvezzo a giocare nei pressi della linea di fondo e diventa più semplice per Djokovic riuscire a girare scambi iniziati subendone l’aggressività dietro alla prima di servizio. Con uno smash ravvicinato, Nole toglie di mano la racchetta a Tennys che, l’avesse tenuta stretta, avrebbe potuto mettere a segno il punto del torneo; dopo le scuse, gli toglie anche il servizio e sale 5-2. La reazione in extremis porta alla prima palla break ma nulla più, e il set finisce al sicuro nella cassaforte serba dopo 35 minuti, con la resa con la seconda di servizio a fare la differenza.

La ripresa sembra riproporre fedelmente il primo gioco dell’incontro con il 40-15 e il rovescio vincente; Sandgren si salva una prima volta, costringendo così l’avversario a sfoderare altri lungolinea letali, e il break arriva dopo un braccio di ferro sulla diagonale destra. È rilassato, Novak, e se la ride con l’arbitro Haigh cercando di capire dove Hawk-eye veda toccare la linea al segno digitale lasciato dall’ace di Sandgren alla T: “One millimeter” conferma l’inglese sul seggiolone. Quando tutto sembra filare via tranquillo verso lo scontato esito, dal nulla arrivano tre opportunità consecutive per l’aggancio sul 4 pari, ma Novak riprende il controllo della situazione con delle giocate degne del suo rango, anche se resta un vago rimpianto statunitense per la seconda palla break, mentre la grafica mostra che Nole ha finora vinto 9 dei 10 punti sopra i nove colpi. L’opportunità di allungare il set svanita pesa e Sandgren si ritrova ai vantaggi servendo e annullando all’avversario match point a ripetizione: finalmente un po’ (veramente poco) di tensione. Fallito anche il quinto, il serbo scaraventa al cielo una pallina nel primo accenno di nervosismo. Non ce ne sarà un secondo perché chiude facilmente al gioco successivo.

Senza alcun accenno del problema al collo, Djokovic si è dimostrato assolutamente superiore negli amati punti tra i 5 e i 9 colpi e nel numero dei vincenti nello scambio, dato mitigato da quelli ottenuti con il servizio, anche se con la seconda palla Sandgren vince appena un punto su tre, la metà dell’avversario. Al prossimo turno, che poi sono già i quarti di finale (come passa il tempo quando si gioca), Djokovic incrocerà Jan-Lennard Struff, il ragazzone tedesco che, compiuti i trent’anni, si appresta a entrare per la prima volta in top 30 grazie alla vittoria in tre set su David Goffin. Struff è sempre uscito sconfitto nei tre precedenti confronti, con un set vinto su nove giocati. Vedremo mercoledì se questi campi più veloci aggiungeranno ulteriore interesse alla sfida.

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