Osaka, che vittoria dopo le proteste. In finale trova la rediviva Azarenka (Crivelli). La maturità di Naomi Osaka (Azzolini)

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Osaka, che vittoria dopo le proteste. In finale trova la rediviva Azarenka (Crivelli). La maturità di Naomi Osaka (Azzolini)

La rassegna stampa del 29 agosto 2020

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Osaka, che vittoria dopo le proteste. In finale trova la rediviva Azarenka (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

[…] Naomi Osaka aveva già deciso di non giocare la semifinale del Masters 1000 di Cincinnati (nella bolla di New York) dopo le proteste della comunità afroamericana per il caso Blake, ma è tornata sulla decisione quando Atp e Wta hanno rinviato di un giorno tutte le partite, dimostrando di aver compreso la portata del momento. Così, contro la belga Mertens, ha compensato con la qualità dei campioni, ovvero la capacità di giocare meglio i punti decisivi, il deficitario rendimento al servizio, testimoniato dalle 21 palle break concesse, di cui ben 18 salvate. La Osaka non era mai andata oltre i quarti in questo torneo, ma a prescindere da come andrà è ovviamente il personaggio della settimana: «Prima che un’atleta, sono una donna di colore e come tale penso ci siano cose più importanti del tennis». Oggi in finale (ore 17, Supertennis) trova la rediviva Azarenka, campionessa nel 2013, che non vinceva 5 partite di seguito nello stesso torneo da più di quattro anni ed è venuta a capo dell’inglese Konta in due ore e 18′. La bielorussa che vive in California sembra finalmente essersi lasciata alle spalle la dura vicenda della battaglia legale per l’affidamento del figlio Leo, nato nel dicembre 2016, che l’ha portata più volte sull’orlo del ritiro. Tra gli uomini, primo finalista a sorpresa ma non troppo, visto come sta giocando: dopo aver annullato un match point a Krajinovic nei quarti, Milos Raonic batte con autorevolezza pure Tsitsipas e raggiunge la quarta finale in carriera in un Masters 1000 (Sky Sport Uno, ore 19), dove troverà Djokovic o Bautista. Bentornato. Uomini (3.970.000 E), semifinali: Raonic (Can) b. Tsitsipas (Gre) 7-6 (5) 6-3. Donne (1.960.000 E), semlfinail: Osaka (Giap) b. Mertens (Bel) 6-2 7-6 (5); Azarenka (Bie) b. Konta (Gb) 4-6 6-4 6-1.

La maturità di Naomi Osaka (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Semmai abbiano provato a sfidarsi, Naomi Osaka e Stefanos Tsitsipas, i prescelti per la guida del tennis futuro, quando Serena Williams farà solo la mamma e i vecchi Fab Four saranno ormai nonni, è giusto per sapere chi dei due giungerà per primo a maturazione.[ …]La gara è in atto e Naomi sembra un passo avanti. Non per l’età, che la favorisce di un anno appena, essendo lei dell’ottobre 1997 e lui del marzo 1998. E nemmeno per le vittorie, che alla giapponese dei Caraibi hanno consegnato due Slam consecutivi, lo Us Open 2018 e l’Australian Open dell’anno dopo, mentre Tsitsi ha raccolto solo una chance con la semifinale australiana 2019, oltre al successo nelle Atp Finals battendo Medvedev, Zverev, Federer e Thiem. Piuttosto, fanno la differenza gli indicatori di maturazione che Naomi ha via via mostrato, in questi ultimi mesi. […] È la tennista che guadagna più di tutte (e anche l’atleta più ricca, dato che Forbes le attribuisce 37,4 milioni dagli sponsor, in cima a ogni classifica) ed è la tennista maggiormente impegnata nella politica. Molto hanno inciso le vicende personali, dal disbrigo della questione anagrafica fra il Giappone materno e le origini haitiane del padre Leonard François, che lei non avrebbe nemmeno affrontato finché l’hanno costretta alla scelta nipponica (e ora che è ricoperta di yen dagli sponsor si è capito anche perché), e la morte dell’amico del cuore, Kobe Bryant, che la stava allevando, letteralmente, sugli insegnamenti della filosofia del Black Mamba, che applicata allo sport richiede partecipazione e impegno costanti, «perché niente è impossibile». Non è un caso che dopo la scomparsa del Mamba, Naomi si sia dedicata quasi con rabbia alle violenze che il popolo nero subisce da parte della polizia Fino a diventare, con la rinuncia a giocare l’altro ieri la semifinale del Cincinnati newyorchese – che ha costretto Atp e Wta ad aderire alla protesta – l’autentica portavoce del Black Lives Matter sezione tennis. Stefanos finora ha svolto attività da simpatico spaccone, più impegnato a ottenere la quadra del suo tennis violento e arrischiato che a dare un indirizzo adulto alla sua vita Ha un problema e ne ha parlato: avverte troppo, a volte, la pressione dei genitori, suoi primi coach. Ma mamma Julia Salnikova, figlia del nazionale di calcio sovietico, l’ha subito preso in contropiede, presentandosi in conferenza stampa e sfidandolo a dire cosa avesse da rimproverare. Scena muta, o quasi. Mamma batte figlio 1-0. Altri elementi di crescita dei futuri n.1 è nei match di ieri, in semifinale. Naomi ha giocato malissimo e vinto benissimo, Tsitsipas ha fatto l’esatto contrario. Contro la Mertens, Osaka ha dominato un set, poi ha concesso tutto e di più, e dal 2-0 nel 2° si è trovata 2-4. Ha rimediato, è rimasta attaccata al match, ha concesso 21 palle break, ma al momento giusto ha piazzato i colpi più lindi e imprendibili. Come nel tie break, che la giapponese ha annesso dopo aver rischiato uri infinità di volte di gettarlo. In finale trova Azarenka. Tsitsipas ha fatto il possibile per ribaltare il tennis fitto e insistente di Raonic, tornato alla forma dopo un lungo periodo di infortuni. Si è battuto, ma non sa ancora come tenere a distanza i giocatori servizio e volée e ha rimediato il secondo ko dal canadese. Cinque set giocati finora, tutti persi. Forse mamma Julia saprà dargli il consiglio giusto

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