Nadal-Djokovic, è Roma stellare. Porte chiuse, che polemica (Piccioni). Roma a porte chiuse, scontro politico (Semeraro). Giudice di linea, minacce social. Nole: "Smettetela" (Crivelli)

Rassegna stampa

Nadal-Djokovic, è Roma stellare. Porte chiuse, che polemica (Piccioni). Roma a porte chiuse, scontro politico (Semeraro). Giudice di linea, minacce social. Nole: “Smettetela” (Crivelli)

La rassegna stampa di mercoledì 9 settembre 2020

Pubblicato

il

Nadal-Djokovic, è Roma stellare. Porte chiuse, che polemica (Valerio Piccioni, Gazzetta dello Sport)

Ci saranno 19 dei primi 20 giocatori (mancherà solo Federer), con il ritorno di Nadal dopo il lockdown, e 18 delle prime 20 giocatrici (niente Barty e Sabalenka). Per spiegarci: molto meglio di Flushing Meadows. Sarebbe bello cominciare da qui avvicinando gli Internazionali BNL che ieri sono stati presentati all’Olimpico. Ma chi ce la fa. E inevitabile pensare agli spalti di Centrale, Pietrangeli o Grand Stand Arena, che dal 14 (qualificazioni dal 12) al 21 settembre rimarranno vuoti. È il tema del giorno. Lo capisci dal durissimo attacco di Angelo Binaghi alla Regione Lazio, in cui parla di «enorme ingiustizia» e di «idiozia». E dalla pesante replica in cui si parla di parole «gravissime» e si «aspettano le scuse» dal presidente della Fit. Scuse che non arrivano, alla replica si aggiunge la controreplica che parla di «trascuratezza» della Regione. Prima delle palline volano gli stracci. La sindaca Virginia Raggi dice di «capire l’amarezza di Binaghi», ma aggiunge: «Gli Internazionali sono comunque una speranza». Vito Cozzoli, presidente-ad di Sport e Salute, parla di «torneo del Made in Italy». È l’edizione dei 90 anni, ricorda Nicola Pietrangeli. Binaghi parla di un’ipotesi fuori Roma (ma Luigi Abete, presidente Bnl, main sponsor, è perplesso): «A saperlo prima avremmo potuto provare altrove, a Genova o in Puglia per esempio. In qualsiasi altra regione d’Italia ci sarebbe stato il pubblico». Il riferimento è alle (mezze) aperture di questi giorni: Bologna e Milano (basket), Mugello (Formula 1) e Misano (moto). Ma per queste manifestazioni le altre regioni hanno ottenuto il via libera del Cts? E se sì, perché il tennis no? Di certo, sull’asse Fit-Regione-Cts il dialogo non s’è sviluppato sulla corsia giusta. […] Porte chiuse su cui esprime «perplessità» anche il ministro Vincenzo Spadafora. L’ultima proposta, per tremila persone, mille per ogni area, è stata respinta. Binaghi parla di «idiozia»: «Assurdo consentire l’ingresso di mille spettatori in piccoli eventi e impedire che altri mille non possano accedere in un posto più grande». La Regione, però, spiega: «Non c’era la possibilità di decidere in autonomia circa la deroga perché gli Internazionali si configurano come un evento sportivo di rilevanza nazionale e internazionale». Cioè: abbiamo interpretato fedelmente il Dpcm e ci siamo attenuti al parere degli scienziati in una fase di crescita dei nuovi contagi da Covid […]

Roma a porte chiuse, scontro politico (Stefano Semeraro, La Stampa)

Gli Internazionali d’Italia di tennis da lunedì si giocheranno a porte chiuse – zero spettatori, nemmeno i 3000 spalmati su 3 stadi dell’ultima, minimale richiesta della federtennis – e il vero match diventa quello politico-sportivo fra Angelo Binaghi, presidente della Fit, e la Regione Lazio e il suo governatore Nicola Zingaretti, che la Fit ritiene i veri colpevoli della decisione, presa su indicazione del Cts. «Stiamo subendo un’enorme ingiustizia», ha tuonato Binaghi nella conferenza stampa di presentazione organizzata ieri dentro lo stadio Olimpico. «Siamo stati oggetto di una discriminazione vergognosa: mentre ci sono sport, anche indoor, che vengono autorizzati ad avere la presenza di migliaia di persone, nessuno potrà entrare nella manifestazione sportiva più grande del nostro Paese. Il danno è enorme, anche perché se ce lo avessero detto per tempo lo avremmo spostato altrove, a Genova o in Puglia, dove ci avrebbero accolto a braccia aperte. In questi mesi abbiamo inviato al Cts due protocolli differenti, abbiamo seguito tutti i suggerimenti che ci sono stati dati. Invece in regione non hanno neanche scaricato i nostri file wetransfer. Questa a casa mia si chiama idiozia». Un fiume in piena, che invano una imbarazzata sindaca Raggi, Vito Cozzoli di Sport e salute e Luigi Abete in rappresentanza di BNL hanno tentato di arginare. In serata è arrivata la replica piccatissima della Regione Lazio, firmata dal capo gabinetto Albino Riberti […] Chi ha deciso, allora? Fra l’altro a Parigi, dal 28 settembre il Roland Garros potrà ospitare 11,500 spettatori al giorno. Ai comuni mortali riesce poi difficile capire come sia possibile che al Circo Massimo l’Opera di Roma abbia potuto ospitare 1400 spettatori in una tribuna da 5000 per la sua stagione estiva, che il basket al chiuso dei palazzetti si giochi con il pubblico, come pure altri eventi tennistici come il Wta di Palermo, i Challenger di Todi, Cordenons e Trieste mentre Roma debba restare all’asciutto. […]

Giudice di linea, minacce social. Nole: “Smettetela” (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Le vie della conoscenza, e di conseguenza della stupidità, sono infinite. Nel post su Instagram con il quale si scusava della pallata che ne aveva provocato la clamorosa espulsione dagli Us Open, Novak Djokovic con molto tatto non citava il nome della giudice di linea colpita per evitarle l’inferno degli insulti online. Ma in quest’epoca di social e di like a tutti i costi, ci hanno pensato due giornali a rivelare l’identità della signora. Laura Clark da Owensboro, Kentucky. Uno è il gazzettino locale, cui probabilmente non è parso vero di poter scrivere di una celebrità del paesello, seppur improvvisata; l’altro è un tabloid serbo che ha pure fornito le coordinate del profilo Instagram della donna. Ovviamente, conosciuti i dettagli, gli odiatori seriali di professione si sono scatenati, accusando la Clark di aver amplificato gli effetti della pallata per causare un danno al loro idolo e arrivando addirittura a minacciarla di morte. Così Djokovic, che invece vorrebbe dimenticare in fretta tutta la vicenda, è stato costretto a tornare sui social (questa volta Twitter) per lanciare un appello alla ragionevolezza: «Ringrazio tutte le persone che mi hanno mandato messaggi positivi, ma vorrei ricordare che la giudice di linea che è stata colpita dalla mia palla adesso ha bisogno del supporto di tutta la nostra comunità. Lei non ha fatto nulla di male. Vi chiedo di darle tutto il vostro sostegno e di avere cura di lei in questi momenti particolari». Intanto, per evitarle una sovraesposizione che sarebbe deleteria, gli Us Open non l’hanno ancora richiamata in servizio (i giudici di linea peraltro vengono utilizzati solo sull’Arthur Ashe e sull’Armstrong) e la Clark ha provveduto a cancellare tutti i suoi profili social. Pochi secondi di follia, intanto, sono costati a Djokovic 267.500 dollari, cioè circa 227.000 euro: alla pena accessoria della cancellazione del montepremi guadagnato fin lì (per gli ottavi erano 250.000 dollari, cioè 212.000 euro), si sono aggiunti infatti 10.000 dollari (8500 euro) di ammenda per condotta antisportiva e 7500 dollari (6500 euro) per aver evitato la conferenza stampa post mach senza giustificazione […]

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement