È Naomi Osaka la regina dello US Open "nella bolla": battuta Vika Azarenka

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È Naomi Osaka la regina dello US Open “nella bolla”: battuta Vika Azarenka

Rimontando un set di svantaggio, Naomi Osaka sconfigge Victoria Azarenka conquistando il suo secondo US Open

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Naomi Osaka con il trofeo - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

[4] N. Osaka b. V. Azarenka 1-6 6-3 6-3

Con lo stesso punteggio con cui curiosamente Victoria Azarenka aveva sconfitto la grande pretendente al titolo Serena Williams in una grande semifinale, Naomi Osaka ha sconfitto proprio Azarenka per aggiudicarsi il suo terzo titolo del Grande Slam, il secondo a Flushing Meadows.

Il livello del match non ha raggiunto quello delle due semifinali di giovedì, principalmente perché ci sono stati pochi momenti in cui le due protagoniste hanno espresso il loro miglior tennis contemporaneamente. Osaka, partita malissimo, è andata gradualmente in crescendo nel secondo e nel terzo set, quando Azarenka, anche se sempre combattiva come non mai, ha commesso qualche errore di troppo in alcuni momenti cruciali.

IL MATCH

Come durante la semifinale con Serena Williams, Azarenka era partita malissimo andando subito sotto 0-4, così in questa finale la bielorussa parte fortissimo e coglie di sorpresa la sua avversaria. Osaka ha quasi il freno a mano tirato, i suoi colpi non fanno male e gli errori fioccano abbondanti.

Il primo set è una mattanza: 6-1 Azarenka in 26 minuti, tre break subiti da Osaka che viene quasi doppiata nei punti vinti (15-27). Solo cinque i vincenti per la nipponica, contro ben 13 errori gratuiti. Ma quello che sorprende più di tutto è l’efficienza, o forse si dovrebbe dire l’inefficienza, della battuta di Naomi: solamente il 13% di servizi “senza risposta”, e il 44% di punti vinti sia sulla prima sia sulla seconda.

Victoria Azarenka in action against Naomi Osaka during a women’s singles final match at the 2020 US Open. (Photo by Simon Bruty/USTA)

Azarenka dal canto suo esegue il compito alla precisione, serve con grande precisione, mettendo oltre l’80% di prime palle e comandando gli scambi a piacimento soprattutto con i suoi famosi lungolinea. Dopo aver ceduto il quarto turno di servizio su cinque, Osaka inizia a trovare la misura con i colpi da fondocampo, ottiene il prezioso controbreak immediato dopo aver annullato una delicata palla per lo 0-3 e con due ace nel game seguente agguanta l’avversaria sul 2-2.

Due game più tardi il match gira improvvisamente: tre accelerazioni da fondo campo che mancano il campo da parte di Azarenka e Osaka per la prima volta va avanti di un break. La nipponica ora trova gli angoli per le sue accelerazioni incrociate con più continuità, Azarenka prova ad aprirsi il campo con il servizio esterno spingendo sulla prima, a scapito delle percentuali, ma il secondo set è di Osaka che dopo 1 ora e 7 minuti porta la finale alla partita decisiva.

IL TERZO SET

Il primo allungo arriva al quarto game e lo mette a segno Naomi, aiutata da Vika che commette due errori gratuiti nel palleggio da fondo e un sanguinoso doppio fallo, il secondo del suo match, per concedere due palle break. La prima viene cancellata da un diritto lungolinea in corsa, la seconda invece viene convertita da un rovescio lungolinea di Osaka. Azarenka perde un bel treno il game seguente, quando non sfrutta uno 0-40 per ottenere il controbreak e lascia scappare l’avversaria sul 4-1. Grave soprattutto l’errore in risposta sull’ultima palla break, dopo che Osaka aveva servito una seconda corta e centrale a 78 miglia orarie (125 km/h) proprio sul diritto.

Azarenka però non molla la presa e, dopo aver annullato con gran coraggio tre palle dell’1-5, si va a prendere il controbreak rovesciando il game successivo rimontandolo dal 40-15 con due splendidi diritti sulla riga. Al cambio di campo la bielorussa non si siede e fa esercizi di stretching per le gambe, segno che forse sente che i crampi possono essere in arrivo. Al servizio toglie il piede dall’acceleratore quanto basta per sbagliare i due colpi che mandano Naomi Osaka a servire per il titolo.

Dopo un’ora e 53 minuti di battaglia, non sempre entusiasmante ma sicuramente intensa, almeno nel terzo set, è Naomi Osaka che quasi con un sospiro di sollievo va a rete a stringere la mano (o meglio a toccare la racchetta, di questi tempi) di Victoria Azarenka come vincitrice di questo stranissimo US Open 2020.

Victoria Azarenka (sinistra) e Naomi Osaka (destra) durante la premiazione dello US Open 2020 (foto Twitter @usopen)

NAOMI III

È la prima finale femminile dello Slam americano che viene vinta rimontando un set di svantaggio da quella del 1994 nella quale Arantxa Sanchez Vicario si aggiudicò il titolo dopo aver ceduto, curiosamente anche in quel caso per 1-6, il primo set a Steffi Graf. Naomi Osaka si aggiudica quindi il suo terzo titolo in carriera, il secondo a Flushing Meadows dopo quello famosissimo del 2018 vinto contro Serena Williams.


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