Vasek Pospisil, perché era il momento giusto per formare la PTPA - Pagina 2 di 2

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Vasek Pospisil, perché era il momento giusto per formare la PTPA

Il canadese, artefice della PTPA assieme a Novak Djokovic, ha concesso una lunga intervista a Tennis Majors per parlare della creazione della nuova associazione, dell’imminente coinvolgimento femminile, e di come vorrebbe convincere Roger Federer e Rafael Nadal

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Vasek Pospisil - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Hai parlato di tutto con l’ATP?
Ho parlato con Massimo quando è uscita la notizia. Ho un ottimo rapporto con lui – spero di averlo ancora in futuro. Ho parlato con loro. Ovviamente sono molto delusi, ma ho rassicurato Massimo delle nostre intenzioni. Ma ci sono molti punti interrogativi e incertezze e ovviamente questo li mette a disagio perché stanno cercando di fare il loro lavoro e lo fanno bene, sono preoccupati per la loro reputazione, questo lo capisco. L’ultima cosa che vogliamo è creare problemi a loro; in questo momento può essere visto in questo modo, ma penso che tra un paio di mesi si renderanno conto che stiamo facendo qualcosa di positivo.

Quindi non parli attivamente con loro adesso?
No, non adesso. Ho avuto quella conversazione di un’ora con Massimo quando abbiamo fatto l’annuncio. Da allora non abbiamo più parlato. Potrebbe succedere, credo, al Roland Garros, una volta che saremo strutturati meglio dall’interno, penso che sarebbe un buon momento per avere queste discussioni con loro.

Le iscrizioni erano un impegno vincolante a far parte dell’associazione, giusto?
Non era un contratto, era più una promessa di sostegno, supportandoci per andare avanti nella costruzione dell’associazione nel modo in cui era scritto su questo documento. Il documento aveva un modello di come intendiamo strutturare l’associazione, ecco tutto. Quindi i giocatori lo stavano essenzialmente leggendo e firmando, sostenendo che, se l’associazione fosse stata creata in questo modo, l’avrebbero supportata. In questo modo abbiamo solo un’idea di quanto supporto ci sia prima di passare attraverso l’agonia di cercare di organizzare tutto e iniziare con il progetto, che ora sta andando avanti perché il supporto è innegabile.

Come funzionerà?
Fondamentalmente avrà la struttura di un consiglio d’amministrazione, di 7-9 membri. Penso che abbiamo davvero bisogno di professionisti al di fuori del mondo del tennis. Penso che sia uno dei problemi che abbiamo. All’interno dell’ATP i conflitti d’interessi sono assurdi, ed è una cosa che noi eviteremo. Cercheremo di strutturarlo più professionalmente di quanto faccia attualmente l’ATP, quindi nessun conflitto di interessi, sarà una cosa importante, e persone esterne di grande competenza.

Il tuo potere principale è l’opzione di scioperare?
Penso che l’idea sia quella di mostrare quanto siamo organizzati e uniti, di modo che, quando tratteremo portando i nostri negoziatori, i tornei si renderanno conto di questo e coopereranno. Non dovrebbe mai esserci una ragione per uno sciopero. Se ci fosse, allora sarebbe colpa dei tornei, perché significherebbe solo che stanno cercando di bluffare… che è un po’ il modo in cui hanno operato negli anni scorsi, quando non avevamo questa struttura e non potevamo trattare. Ma una volta che siamo nella posizione di farlo, non mi aspetto che avremo mai bisogno di scioperare, se abbiamo a che fare con uomini d’affari intelligenti come lo siamo noi. Penso che avremo una trattativa ragionevole e si troverà un accordo. Non dovrebbe accadere niente di drastico. Ma il fatto che saremmo in grado di boicottare potenzialmente è ciò che ci darebbe della leva in queste discussioni.

L’anno scorso stavi parlando di un boicottaggio in Australia. Quindi, in passato non era veramente un’opzione perché non avevate protezione legale?
Sì, almeno non fino a quel momento, quando ho coinvolto Norton Rose, e loro ci hanno fornito una protezione legale, hanno detto che avrebbero sostenuto tutte le spese legali, eccetera. Ecco perché l’anno scorso eravamo vicini, anche se abbiamo deciso per il no. Sarebbe stato un periodo in cui avrebbe potenzialmente potuto essere un boicottaggio riuscito, perché avevamo il sostegno di un enorme studio legale e i giocatori si sentivano al sicuro. Ma alla fine abbiamo scelto di non farlo, abbiamo scelto di strutturare e adottare un approccio diverso. Ma non è questa l’intenzione della PTPA in questo momento. Spero che non accada mai, non voglio che accada, e non credo che accadrà, ad essere onesto.

Vasek Pospisil

Sei stato criticato per la tempistica dell’annuncio, trovandoci nel mezzo di una pandemia.
In realtà non fa differenza. Se avessimo reso più difficile la vita dell’ATP, magari con un boicottaggio, questa sì che sarebbe stata una follia, perché tutti avrebbero pensato, si riesce a malapena a far disputare i tornei e questi pazzi decidono di boicottare. Non è quello che abbiamo fatto però.

Qualcuno ha suggerito – diciamo se ci fosse un nuovo Tour – che i giocatori di doppio e quelli di classifica inferiore potrebbero essere esclusi?
Nella nostra idea non è così. Abbiamo dei Top 500 di singolare, e sono abbastanza sicuro che i giocatori attorno al N.400-500 sarebbero contrari a questa soluzione. Vogliamo rappresentare tutto il tennis. Penso che si rifletta nel movimento che abbiamo fatto lo scorso anno in cui volevamo raddoppiare il premio in denaro a livello Challenger, perché volevamo che anche i giocatori dal N.100 al N.300 si guadagnassero da vivere. In sostanza, questo è il motivo per cui stiamo facendo tutto questo, e dovrebbe riflettersi nei nostri primi statuti. Questa è la piena intenzione, vogliamo far crescere lo sport e la ricchezza per i giocatori di livello inferiore, compresi i giocatori di doppio e i giocatori di singolare di livello inferiore.

Non avete Roger Federer e Rafael Nadal a bordo: quanto è difficile?
È difficile. Non aiuta, di certo. Uno, le dichiarazioni, vorrei che ci avessero parlato prima – forse non volevano. Sento che c’è un’errata interpretazione di ciò che ci stiamo impegnando a fare e sento che questa è l’argomentazione principale contro di essa, così all’improvviso se togli quella (l’errata interpretazione), all’improvviso non ci sono contro-argomentazioni che abbiano senso, da parte di qualsiasi giocatore.

Proverai a parlare con loro ad un certo punto?
Mi piacerebbe poter parlare con loro, se lo desiderano. Mi piacerebbe provare a parlare con loro. Penso che storicamente Nadal sia un super giocatore e che si sia sempre esposto per certe battaglie, quindi sono ottimista sul fatto che almeno uno di quei due si unirà. Ma loro non sono il gioco, sono due giocatori. Ottengono quasi troppo credito per quanto sono grandi. Perché cosa faranno due giocatori se 500 sono unificati e due no? Ovviamente hanno così tanto potere che possono persuadere alcuni giocatori che non sono così forti, possono influenzare alcuni giocatori a causa del loro status da star. Onestamente, lo sport è molto più grande di un paio di nomi.

Justin Gimelstob è coinvolto in questo?
Non è affatto incluso. Ho avuto così tante domande su questo argomento. Non lo è. Non ho più avuto una conversazione con lui da allora, immagino, da quando ha lasciato il Tour. Non è affatto coinvolto. Voglio dire, potresti dover chiedere a Novak, ma non c’è niente di cui io sia a conoscenza. Non ne vedo il motivo o il valore. Non capisco nemmeno perché dovrebbe esserlo. Quindi, per rispondere direttamente, no.

Traduzione a cura di Andrea Ferrero

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