Nadal incorona Djokovic al numero uno: "Mi restano due tornei"

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Nadal incorona Djokovic al numero uno: “Mi restano due tornei”

Il maiorchino ha partecipato al format La Resistencia su Movistar. “Djokovic allo US Open è stato sfortunato – racconta – e del pronostico di Ivanisevic a Parigi non sapevo nulla, me l’hanno detto dopo”

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Rafa Nadal e Novak Djokovic - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Mi restano due tornei, Bercy e le Finals. L’agenda di Rafael Nadal per la fine del 2020, per quanto abbastanza prevedibile, è stata resa pubblica dal diretto interessato. Tornato a far base nella sua Academy di Manacor, il maiorchino ha concesso una lunga intervista al format La Resistencia, in onda in Spagna su Movistar. A Novak Djokovic quindi, per chiudere il 2020 al numero uno del ranking, basterà superare Borna Coric nel secondo turno dell’ATP 500 di Vienna. Nelle note diffuse per i media accreditati per il torneo austriaco, veniva contemplata un’ipotesi che avrebbe tenuto aperti i calcoli: una wild card per Nadal nel 250 di Sofia a novembre. Non succederà. Con l’ATP che a questo punto potrebbe anche procedere a ufficializzare il sesto anno concluso dal serbo in vetta alle classifiche.

Nadal, che l’ha surclassato nella finale del Roland Garros, è tornato (con la capacità di sintesi che lo contraddistingue) sugli spunti emersi prima e durante lo Slam parigino. A partire dalla trasferta americana, alla quale ha scelto di non partecipare. “Ero a casa a guardare il golf quando Nole è stato squalificato allo US Open – racconta – mi sono arrivati molti messaggi, ma quando ho visto la scena ho subito pensato che fosse fuori. La regola è chiara, è stato molto sfortunato“.

Poi l’incrocio diretto: saltato a Roma per l’inciampo di Rafa nella notte magica di Schwartzman, diventato realtà a Parigi. Dove la finale non ha avuto storia, con la celebrazione del titolo numero 13 sul Philippe Chatrier. Nonostante Goran Ivanisevic, dal team Djokovic, alla vigilia si fosse sbilanciato con un pronostico esageratamente a favore del serbo (per poi fare marcia indietro). “Giuro di non aver sentito cosa avesse detto prima della finale – sorride Nadal -, qualcuno però me l’ha raccontato dopo“.

In un’altra intervista di qualche giorno fa, aveva toccato il tema del ritiro, ancora privo di coordinate a 34 anni. “La motivazione magari un giorno può venire meno a causa delle cose che possono accadere – le sue parole a El Periodico de Catalunya – Spero di no, per ora non è così ma non possiamo mai sapere perché le situazioni, nella vita, possono cambiare molto rapidamente“. 

Su Movistar è stato invece sollecitato sulla corsa al record di Slam, che dopo il trionfo parigino lo vede appaiato a quota 20 a Roger Federer. Djokovic deve recuperare tre trofei (17), ma ha dalla sua un anno di vantaggio rispetto a Nadal e ben cinque rispetto allo svizzero. Questione probabilmente da risolversi tra Rafa e Novak, come sentenziato di recente da Andy Murray, uno dei tanti intervenuti del dibattito. Anche David Broncano, il conduttore di La Resistencia, si è cimentato sullo sviluppo di questa particolare classifica (Nadal 24, Djokovic 22, Federer 21). Rafa ha ribattuto: “Non è la mia previsione, ma firmerei subito.

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