Dal Parkinson al tennis, il viaggio di Andy Wright: "Non c'è bisogno di giocare ad alti livelli per divertirsi"

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Dal Parkinson al tennis, il viaggio di Andy Wright: “Non c’è bisogno di giocare ad alti livelli per divertirsi”

La Federtennis britannica ha girato un breve filmato che ha per protagonista un tennista amatoriale e il suo percorso dalla diagnosi alla riscoperta dell’amore per il gioco

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Qui il link all’articolo originale di Sky Sports UK

Dopo aver ricevuto la diagnosi di un morbo di Parkinson precoce all’età di soli 33 anni, Andy Wright da Nottingham non avrebbe mai pensato che sarebbe stato capace di tornare a giocare a tennis. Sei anni dopo la diagnosi, la LTA (la Lawn Tennis Association, l’ente che governa il tennis in Gran Bretagna, ndr) ha rilasciato un filmato che documenta come Andy abbia riscoperto la sua passione per questo sport e i benefici fisici sperimentati grazie al ritorno sul campo.

Dopo un incidente d’auto intorno ai trent’anni, che gli aveva causato problemi dovuti al colpo di frusta, i dottori notarono che qualcosa ostacolava il recupero di Andy. Dopo cure e risonanze magnetiche cerebrali, gli fu data la notizia che gli avrebbe cambiato la vita per sempre. Fino a quel momento Andy era sempre stato un appassionato di tennis, giocando a livelli agonistici durante gli anni universitari e poi diventando un istruttore. Ma negli anni successivi alla diagnosi, aveva abbandonato il tennis perché aveva iniziato a notare delle limitazioni fisiche.

“Da quel momento ogni aspetto della mia vita e di quella della mia famiglia è cambiato. È un duro colpo quando hai 33 anni e hai messo su famiglia da poco. La mia reazione iniziale è stata quella di smettere di giocare. Non avrei tollerato di vedere il mio gioco peggiorare e dunque me ne sono andato”.

Allontanatosi dai campi, Andy ha intrapreso un lavoro di volontariato al Flo Skate Park di Nottingham ed è stato qui, grazie al suo caro amico Tristan Hessing, che ha fatto i primi passi per tornare in campo. Andy oggi compete regolarmente nel campionato di tennis locale a Vernon Park – grazie anche al programma della LTA volto a organizzare tornei amichevoli ma anche agonistici in tutto il Regno Unito – e recentemente è stato finalista in un torneo che vedeva una serie di importanti giocatori della zona.

Nel filmato, Andy ricorda come è stato tornare a giocare a tennis dopo un lungo periodo di lontananza e quanti benefici alla sua condizione gli stia regalando il rimanere attivo. “Ho imparato a gestire il Parkinson durante un match di singolare. All’inizio era come se non mi sentissi i piedi ed ero incredibilmente rigido, ma quando mi sono un po’ sciolto mi sono trovato meglio e ho avuto la soddisfazione di strappare tre game in ciascun set a un avversario forte. Dico spesso alla gente che quando sono su un campo da tennis mi sento più ‘normale’, ed è la verità. Ogni tanto faccio fatica ad arrivare da casa alla macchina, ma quando gioco a tennis posso correre, muovermi, servire e saltare. Mi sono reso conto che non c’è bisogno di giocare ad alti livelli per stare bene e divertirsi”.

La LTA, nei primi mesi di quest’anno, ha acquistato le Local Tennis Leagues come parte della sua strategia volta ad aprire le porte del tennis a tutti e a sviluppare il gioco tramite i campi dei parchi pubblici. L’ente che governa il tennis britannico spera di sviluppare il progetto in un numero sempre crescente di parchi su tutto il suolo nazionale per creare una partecipazione di massa nei tornei di tennis amatoriali. Dal 2005, oltre 20.000 persone hanno giocato a tennis nel Paese sfruttando un network di leghe tennistiche locali.

Traduzione a cura di Gianluca Sartori

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