Giulio Zeppieri: "Farò in modo che la separazione da Musetti duri il meno possibile"

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Giulio Zeppieri: “Farò in modo che la separazione da Musetti duri il meno possibile”

Intervista esclusiva con il tennista romano, che oggi compie 19 anni (auguri!). “Ho fatto esperienze che i miei coetanei non faranno mai. Essere mancino? Mi piace essere quello diverso”

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Giulio Zeppieri - ATP Challenger Todi 2020 (foto Felice Calabrò)
 

Abbiamo raggiunto telefonicamente Giulio Zeppieri, che ha da poco concluso la propria stagione con il Challenger di Ortisei dove è stato eliminato al primo turno dallo slovacco Martin Klizan. Giulio oggi compie 19 anni e abbiamo pensato di approfittare della ricorrenza per pubblicare questa intervista, alla quale farà seguito nei prossimi giorni la chiacchiera con Paolo Lorenzi che, il 15 dicembre, di anni ne compirà 39. Si potrebbe dire che uniamo, in un simbolico augurio, i due estremi del tennis italiano.


Buongiorno Giulio, grazie per il tuo tempo. Iniziamo dalla valutazione di questa di stagione che per te non è stata facile.
Coach Melaranci ed io sappiamo che la stagione è andata un po’ così, anche per colpa di un’infinita serie di malanni fisici. Ma prima di pensare ai bilanci e ai programmi futuri ci siamo presi alcuni giorni di riposo. Posso però dire che in quest’ultimo periodo abbiamo lavorato più sugli aspetti generali della partita che non sui risultati immediati che avevamo messo in preventivo potessero risentirne.

Quando comincerà il tuo 2021?
Per ora so per certo che non andrò in Australia e per il proseguimento della stagione, come ti dicevo, non abbiamo ancora stilato un programma dettagliato. Vedremo prossimamente con il coach.

A proposito di coach, parlami del tuo rapporto con Piero Melaranci.
È un rapporto davvero speciale. Ci conosciamo da una vita, fin da quando ero bambino e mi arrabbiavo tantissimo ogni volta che perdevo, rimediando tra l’altro qualche brutta figura. Lui mi ha aiutato a capire come canalizzare questa mia rabbia. Poi mi ha accompagnato in tutto il mio percorso di crescita non limitandosi a essere il mio allenatore, ma consigliandomi spesso anche nella mia vita privata, un vero rapporto padre/figlio.

È severo?
Diciamo che non è mai soddisfatto. Riesce a trovare dei difetti anche nelle mie partite migliori. E questo va benissimo.

Nel tuo team oltre a Piero ci sono anche Roberto Petrignani, il preparatore atletico, Lorenzo Beltrame, il mental coach e Umberto Rianna che ti segue per conto della Federazione nell’ambito del progetto “Over 18”. Chi di questi fai disperare maggiormente?
(Ride, ndr) Forse Roberto perché lui è uno molto preciso, tanto quanto io sono distratto per cui mi dimentico le cose e, tanto per dire, con gli integratori faccio un po’ di casino. In ogni caso è un team molto unito che mi supporta tanto. Ad esempio Beltrame mi ha consigliato, se mi prende un po’ d’ansia durante un incontro, di rifugiarmi nella routine. Così respiro un paio di volte in più e palleggio a lungo con la pallina prima di servire.

Avete già fatto un programma per la preparazione invernale?
Penso che lavoreremo soprattutto sul mio diritto e sul mio gioco in approccio. Oltre che sulle scelte giuste da fare in partita.

Per il tuo lavoro devi viaggiare tantissimo, è un aspetto che ti piace?
In generale sì anche se dipende molto dai momenti.

Quando sei in viaggio ti concedi anche divagazioni turistiche?
Adesso con la pandemia è tutto più difficile però, se possibile, cerco di non sprecare le occasioni per vedere cose nuove.

Giulio Zeppieri – ATP Challenger Forlì 2020 (foto Marta Magni)

Con l’inglese come va?
Me la cavo, non posso lamentarmi. Non sarà l’inglese migliore del mondo ma mi faccio capire abbastanza bene e anche nelle interviste, quando me le fanno, mi difendo.  

Nei momenti off cosa ti piace fare?
Giocare ai videogiochi e ascoltare musica e, perché no, leggere qualcosa. Il mio libro preferito è senza dubbio ‘Harry Potter’.

Che tipo di musica ascolti?
Dipende dai periodi ma fondamentalmente direi di tutto, da Claudio Baglioni all’hard rock. Il mio gruppo preferito probabilmente sono i Green Day.

So che su Netflix hai seguito “Breaking Bad”, un vero capolavoro aggiungo io. Altro?
Ovviamente ‘Better call Saul’ che è il prequel di “Breaking Bad”. A costo di sembrare un po’ fissato (ride, ndr).

Pratichi o segui qualche altro sport?
Non ho tempo per praticare altri sport mentre seguo il calcio anche se in maniera blanda, tifando Roma.

Hai visto il docufilm su Totti?
No, ma lo farò presto. L’ha visto mia madre e mi ha detto che le è piaciuto molto.

A 14 anni hai lasciato la scuola pubblica per proseguire privatamente. Ti è mancata un’adolescenza normale?
Sicuramente sì. Per un ragazzo che inizia il liceo non è facile lasciare tutto e intraprendere un percorso completamente diverso dai suoi coetanei. Ho perso delle cose anche se indubbiamente ho fatto esperienze che loro non faranno mai.

Quest’anno hai affrontato la maturità, vero?
Sì, liceo scientifico. Ho sostenuto l’esame sei giorni dopo l’operazione alle tonsille e dunque diciamo che non ero in piena forma. Comunque sono riuscito a portare a casa una tranquilla sufficienza, e, considerato il contesto, non è andata nemmeno tanto male.

A proposito di adolescenza e di amici, hai dei buoni rapporti nel circuito? Ovviamente non puoi rispondere Musetti.
Giusto, Lorenzo è più un fratello che un amico. Sia io che lui abbiamo lasciato presto i coetanei del circuito juniores per cui sono sempre stato abituato a stare con quelli più grandi. E si sono creati dei buoni rapporti, soprattutto coi ragazzi che frequento da più tempo, tipo Riccardo Balzerani e Francesco Forti, ma comunque vado d’accordo con tutti.

Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri – Internazionali di Roma 2020 (foto Giampiero Sposito)

So che ti piace molto Federer. Tra i grandi del passato conosci qualcuno?
Sì li conosco, mi capita spesso di vedere su Youtube gli highlights delle vecchie partite e le trovo sempre molto interessanti. In particolare mi piace Ivanisevic, poi naturalmente Sampras, Borg e McEnroe.

A proposito di McEnroe, sei mancino anche tu. Lo ritieni un vantaggio?
Probabilmente sì anche se ultimamente i mancini sono aumentati di numero e quindi l’effetto sorpresa è un po’ svanito. Comunque mi piace essere ‘quello un po’ diverso’.

Il doppio ti piace? So che da junior hai giocato spesso con Sinner.
È divertente ma mi piace se lo faccio con una persona con cui mi trovo bene anche a livello umano. Farlo tanto per farlo non ha senso per me. Di solito infatti gioco con Lorenzo.

A proposito di Lorenzo, ha detto che lascerà il circuito Challenger. Per te sarà una separazione e una sorta di rito di passaggio.
Quanto ha ottenuto Lorenzo è del tutto meritato. Si è fatto trovare pronto ed è partito subito bene. Per quanto riguarda la separazione sarà mio compito fare in modo che duri il meno possibile.

Il tempo è dalla tua parte. Forse sei andato fin troppo bene l’anno scorso: vittoria nel Future in Sardegna, semifinale nel Challenger di Parma e chissà cosa si aspettava la gente quest’anno.
Sì la gente ha sempre grandi aspettative e riesce a essere anche molto crudele senza rendersi conto dei sacrifici che fai. A 18 in pochi fanno quello che stiamo facendo noi. Tu non hai idea dei messaggi che trovo sui social dopo ogni sconfitta. Un sacco di persone, più di 50 messaggi alla volta, che ti insultano solo perché hai perso una partita. Cerchi di riderci sopra ma un po’ ti dispiace, soprattutto se già non sei di buon umore.

A proposito della semifinale di Parma dello scorso anno, battesti Paolo Lorenzi. Cosa ti ricordi di quella partita?
Ricordo che prima ero molto teso, una delle mie prime partite contro un giocatore top 100, contro un giocatore vero. Poi sono entrato in campo e ho giocato molto bene. Hai presente quando ti riesce ogni cosa? Una di quelle partite speciali.

Ti auguriamo di giocarne tante altre di “partite speciali”.
Grazie, spero in un 2021 di grandi soddisfazioni, per me e per tutti.

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