Fabrizi Tennis F-98, la scelta di livello per il tennista a tutto campo

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Fabrizi Tennis F-98, la scelta di livello per il tennista a tutto campo

Recensione e test in campo della Fabrizi Tennis F-98, che coniuga le prestazioni di un telaio da agonista al comfort di gioco. Una racchetta 100% Made in Italy realizzata con processi tecnologici innovativi alla ricerca della massima qualità

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Il campo delle racchette su misura vede un nuovo giocatore in gara, e da come si presenta sembra essere uno di quelli destinati a lasciare il segno. Fabrizi Tennis è un brand che molti hanno imparato a conoscere quando Camila Giorgi ha iniziato a giocare con una racchetta bianca e blu, una Fabrizi Tennis per l’appunto. Da qualche mese l’ingegner Emanuele Fabrizi, mastermind del progetto che è la derivazione tennistica della Officina Italiana Compositi, ha aperto il suo shop online di telai 100% Made in Italy ad alto livello di tecnologia su misura di qualsiasi tennista. Cinque con qualche novità in arrivo i modelli disponibili, personalizzabili, e che sono stati approvati dopo una selezione di centinaia di altri telai. Fabrizi Tennis quindi oggi è sul mercato per soddisfare le esigenze di ogni tennista, dall’amatore al professionista, permettendo a chiunque di definire le caratteristiche della racchetta ideale. E lo fa con la medesima cura, passione, impegno e dedizione in entrambi i casi.

Chi infatti non vuole modificare le caratteristiche della racchetta con l’aggiunta di grammi di piombo o altre finiture e vuole decidere quindi lui stesso quanto deve pesare la sua racchetta, dove deve avere il bilanciamento e che finitura deve avere, può rivolgersi ora alle creature dell’ingegner Fabrizi, una sorta di liutaio del tennis.

Ma in cosa è diversa una Fabrizi Tennis dalle altre racchette?

Le racchette dei grandi marchi escono tutti da linee produttive che hanno necessità di sfornare rapidamente un gran numero di modelli, un processo di produzione votato più alla quantità che alla qualità. Fabrizi invece produce i suoi telai con la tecnica e la precisione dell’artigiano creando i telai in autoclave, usando la tecnica del sottovuoto che elimina cioè tutte le presenze d’aria nelle varie fasi. Negli anni ‘90 la Fischer proponeva una cosa analoga con il modello Vacuum Pro, una delle racchette più vincenti di quel periodo. Fabrizi utilizza materiali come carbonio e fibra di vetro che sono visibili grazie alla scelta di verniciare le racchette in maniera trasparente (si può scegliere fra finitura opaca o lucida) proprio per evidenziare cosa c’è sotto la vernice.

 

Da Firenze arriva quindi questa F-98, una racchetta che non ha nulla da invidiare rispetto a quelle utilizzate dai professionisti. Si tratta quindi di telai che non vogliono innovare solamente il processo produttivo, puntando tutto sui materiali migliori disponibili, ma vogliono primeggiare per quanto riguarda la qualità. L’oggetto del test è la F-98, pesante 305 grammi non incordata, schema corde 16/20 e bilanciamento a poco meno di 32 centimetri dal manico. 

Test in campo

Difficile distogliere lo sguardo dalla racchetta, tanto è bella e ci piace manovrarla, ma ad un certo punto bisogna pure mettere gli occhi sulla pallina. Le prime sensazioni dopo i primi colpi sono quelle di un telaio che ha nelle fondamenta non lo scopo di ridurre le vibrazioni, ma di eliminarle del tutto. La prima nota positiva che emerge dall’uso della F-98 è la bassa rigidità, con un dichiarato di 58RA: la percepibile flessione del telaio è quella che riesce ad aiutare il giocatore nell’accelerazione di palla contenendo lo sforzo. La F-98 a livello costruttivo risulta particolarmente pastosa, compatta.

Con una tensione di corde intorno ai 23 Kg si hanno impatti morbidi, una sensazione di tempo di contatto con la palla maggiore di quello che è in realtà, una sofficità di impatto che non restituisce alcuna vibrazione in risposta. Merito dei pallets, la struttura del manico, che sono fresati in maniera tale da avere spigoli vivi sulla superficie e un maggior assorbimento delle vibrazioni per via della schiuma interna. Il reticolo 16×20 rende lo schema corde molto fitto fino ai bordi del telaio, ci sono corde quindi anche in zone dove i soliti 16×19 che vanno per la maggiore oggi neanche si avvicinano. L’impressione è che la zona d’impatto utile sia ridotta rispetto a un telaio analogo.

A livello di top spin scanziamo subito il dubbio: questo non è un telaio per chi gioca con impugnature semi western o full western. La quantità di spin perfetta per eccellere negli impatti con questa F-98 è quella necessaria a “coprire” la palla, cioè ad assicurare che la palla finisca nel rettangolo di gioco. Si può tranquillamente esasperare la rotazione, ma paradossalmente si ha una resa migliore a velocità più bassa: il classico swing di dritto esasperato in full western risulta avere meno controllo con un colpo eseguito con meno decisione ma più uso del polso invece che del braccio. Ciò a dire: quando serve usare il top spin, come nei recuperi in corsa quando non si ha spazio per caricare a dovere lo swing, la racchetta fa il suo, in situazioni di spinta meglio cercare il colpo più piatto. Qui si hanno i risultati migliori.

Quando invece la proviamo col rovescio in backspin è un’altra storia: la palla esce perfettamente, l’impatto è morbido, preciso e assolutamente silente. La morbidezza del contatto palla-corde è tale che questa F-98 quasi non emette rumore quando si colpisce in slice. Il colpo risulta facile in spinta, basta toccare la palla per assicurarle profondità. Infatti la struttura compatta del telaio favorisce comunque la spinta della palla, chiaramente non stiamo parlando di un telaio che fa volare la palla all’impatto, si tratta sempre di una racchetta larga 21mm e che, quindi, chiede un braccio allenato per valorizzarne al meglio le caratteristiche. A rete si apprezza la buona manegevolezza, risulta morbida quando si colpisce la palla nello sweet pot; il leggero backspin di chiusura della volée è la soluzione migliore, come peraltro nella scelta del tipo di servizio: meglio slice che kick, con il colpo piatto che risulta efficace per precisione e facilità di velocità grazie alla bassa rigitità.

Conclusioni

Più di altre, la F98 riesce a essere un telaio che coniuga morbidezza degli impatti con zero vibrazioni ad una resa da agonista per quanto riguarda la velocità di palla. Il telaio costruito in maniera omogenea assicura una durata maggiore rispetto agli standard, si tratta di una racchetta che non è soggetta a sfibratura. Chi è in cerca di bellezza e comfort di gioco senza dover rinunciare alle prestazioni ha in questa F-98 il tesoro migliore sul mercato.

Telaio testato con corde Luxilon 4G e Luxilon Alu Power 1,25

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Asics Gel Resolution 9: l’innovazione di un grande classico

Il modello di ASICS per chi ama giocare da fondocampo si rinnova: Gel Resolution 9 è una scarpa ancora migliore di prima. Il nostro test in campo

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ASICS ha presentato i nuovi modelli 2023 delle scarpe GEL Resolution 9 e COURT FF 3, entrambe sviluppate in collaborazione con tennisti professionisti. Come sappiamo, ASICS ha studiato numerosi giocatori, pro e non, e ha individuato tre categorie principali di giocatori: chi gioca da fondo campo, chi ama sprintare verso la rete e la terza che è formata dal meglio di queste due tipologie.

La scarpa GEL Resolution è il modello dei cosiddetti baseliner, chi gioca prevalentemente da fondo campo; Matteo Berrettini e Iga Swiatek sono i testimonial principali di questa scarpa. Ma è una scelta super popolare per chi paga per averla, e questo fatto vale più di ogni recensione.

Nel proprio istituto di scienze sportiva, dove Asics progetta, innova e testa ogni modello prima di immetterlo sul mercato, hanno pensato di migliorare ancora di più quelle caratteristiche necessarie a stare al passo con il gioco “che si evolve con ritmi sempre più alti che richiedono movimenti altrettanto rapidi, recuperi rapidi e cambi di direzione repentini”, come ha affermato Azumi Taoka.

 

Per questo ASICS ha introdotto due sostanziali novità sulla Resolution 9. La prima è l’estensione del DYNAWALL (presente nella versione 8), la tecnologia che facilita i movimenti laterali del piede per poi favorirne il ritorno nella posizione di partenza, fin sotto il tacco della scarpa. Queste consente di avere movimenti più dinamici, una scelta arrivata proprio dopo lo studio dei movimenti dei tennisti in campo. E poi maggiore stabilità con la suola di nuova costruzione, che ora ha un contatto con il terreno più ampio per aumentare quindi la stabilità. ASICS dichiara una frenata migliorata del 4,4% rispetto alla Gel Resolution 8.

Altre tecnologie impiegate includono il classico GEL in zona rearfoot e forefoot, per ammortizzazione degli impatti al suolo e restituzione di energia, AHARPLUS nella suola per incrementarne la durata e PGUARD per rinforzare ulteriormente la zona del tallone.

TEST IN CAMPO

La Gel Resolution 9 è una scarpa pronta all’uso, e già questa è una prima differenza con la Resolution 8, che necessitava di qualche ora di gioco per trovare il comfort giusto. Adesso, con la nuova nuova tomaia più morbida ed elastica grazie alla tecnoogia DYNAWRAP, c’è un alloggiamento più comodo per quanto riguarda il piede e quindi fin da subito è una scarpa ready to play. Si percepisce subito anche il gran lavoro di supporto e stabilità frutto del sistema DYNAWALL. A livello estetico si nota il cambio del disegno della parte superiore della scarpa, lì dove non c’è contatto con il terreno e che quindi ASICS ha alleggerito ancora, usando meno materiale possibile proprio per contenere il peso e rendere ancora più morbida quella sezione. E cambia anche il sistema di allacciatura rispetto alla versione 8. Si percepisce un feeling di solidità maggiore rispetto al passato, si scivola sulla terra, si riparte duramente sul veloce per poi frenare all’improvviso per un cambio di direzione e la scarpa risponde prontamente, con un gran comfort e la sensazione di avere il piede protetto e sempre al sicuro. Detto della stabilità, che rimane la qualità principale di questo modello, riscontriamo un comfort migliorato e decisamente percepibile. Inoltre, la Gel Resolution 9 nella misura 44 è  più leggera del modello precedente di circa il 2% (siamo sui 430 grammi circa). Infine le due suole, quella per tutte le superfici e quella specifica per terra battuta, hanno praticamente la stessa resa sui campi in terra. Abbiamo provato quella all-court sulla terra battuta e sull’erba sintetica, la scarpa non ha mai perso aderenza col terreno. Le scalanature classiche della suola da terra favoriscono ulteriormente la dispersione della terra rossa, ma come detto le differenze sono impercettibili giocando sul rosso.

CONCLUSIONE

La stabilità è sempre stata la caratteristica principale di questo modello e anche la versione 9 non fa che ribadirlo, specie chi vuole tenere al sicuro le proprie caviglie senza preoccuparsi dei movimenti repentini troverà in questa Gel Resolution 9 una fedele alleata.

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Artengo TS 960, la scarpa scelta da Gael Monfils

Recensione e test in campo della TS 960 di Artengo, la scelta di Gael Monfils per una scarpa solida e stabile

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Il gioco di Gael Monfils si basa soprattutto sulla parte atletica, la  straordinaria mobilità che lo ha contraddistinto come uno dei tennisti migliori del circuito dal punto di vista fisico. Questa mobilità necessita di un adeguato supporto con il terreno di gioco, non a caso Monfils ha scelto per l’ultima parte di carriera la TS 960 di Artengo, il prodotto di punta in tema scarpe della casa francese. 

La TS 960 è la soluzione in casa Artengo che si rivolge al tennista esperto, quello che abbisogna una scarpa che non lo tradisca mai negli spostamenti, balzi e scatti, una tipologia di giocatore esigente e che predilige un gioco intenso, anche su varie superfici. Rispetto alla TS990, altro modello che si rivolge a questa tipologia di atleti, con i 405 grammi per la taglia 43 questa scarpa risulta leggermente più pesante (35 grammi in più) e più rigida, questo per aumentare il sostegno del piede ed esaltare quindi le doti di stabilità e sicurezza. 

Tante le tecnologie impiegate: dalla schiuma in poliuretano inserita nell’intersuola con il concetto Lateral CS, che ha lo scopo di un ammortizzamento performante e durevole, all’ARKSTAB, una placca in plastica situata nel centro della suola che regola la torsione fra la parte anteriore e posteriore della scarpa. La gomma usata nella suola esterna è RUBLAST e risulta molto resistente al tatto. Anche nella zona del tallone è stata inserita una placca in plastica per rafforzare il supporto. 

 

Non meno importante delle tante tecnologie impiegate è il fattore estetico: con il nero/grigio a dominare la colorazione e gli inserti lilla ad alleggerire il tutto, una scelta aggressiva ma anche molto classy. Sono tanti i pregevoli dettagli di questa scarpa, come le scanalature nella parte superiore e laterale che appagano anche la vista.

Artengo TS 960

Artengo TS 960

TEST IN CAMPO

Le premesse delle caratteristiche di questa scarpa trovano immediato riscontro sul campo. La scarpa aderisce bene al piede, lo avvolge senza lasciare gap specie nella zona dell’avampiede, che è più larga rispetto al passato per una calzata più confortevole. Al comfort migliorato contribuisce anche la zona esterna dell’avampiede, la cui struttura risulta più morbida rispetto al passato, un fattore che Artengo ha studiato e sistemato ascoltando il parere di molti tennisti. La TS960 dà il meglio negli scatti repentini in avanti, mostrando che il sistema di ammortizzazione è di ottimo livello. Negli spostamenti laterali improvvisi la scarpa risulta rigida grazie alla placca posizionata sotto la suola con la placca ARKSTAB, che collega avampiede e tallone. Questo si traduce in una grande stabilità e quindi in una risposta pronta alle sollecitazioni del piede. La sensazione principale, dopo molte ore di gioco, è quella di avere una scarpa che protegge a dovere il piede, soprattutto nella zona della caviglia. La placca in plastica che avvolge la caviglia nella parte posteriore è infatti molto solida e protegge il piede in una zona chiave. Anche nella zona laterale dell’avampiede, quella soggetta a maggior abrasione per via delle scivolate e del contatto con il terreno (che Artengo ha denominato zona KPU), il materiale risulta resistente anche se più morbido rispetto alle versioni passate. Per quanto riguarda la suola, la scanalatura è progettata per adattarsi a tutte le superfici; sembra molto rigida e quindi forse si lascia preferire per quanto riguarda i campi in duro, superfici sulle quali l’abrasione è decisamente maggiore e sulle quali la TS960 può rappresentare un’ottima scelta anche per la durabilità.  

CONCLUSIONI

Gli investimenti di Artengo in ricerca e sperimentazioni su tutti i materiali del tennis sono stati continui nel corso degli anni, i miglioramenti dei prodotti sono evidenti e questa TS960 è una soluzione che non ha niente da invidiare alle diretti concorrenti, con la Gel Resolution che è la parente più stretta per similitudini. Ad un prezzo vantaggioso, questa Artengo che vediamo ai piedi di Monfils è una scelta che non scontenterà i tennisti di buon livello, quelli esigenti che sottopongono la scarpa a numerosi stress e che quindi pretendono un’ottima ammortizzatione, stabilità, durata e comfort.

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Donnay Pro One 97 Otcacore, un rinnovamento all’insegna della potenza

Recensione e test della Donnay Pro One 97 in versione Octacore, una racchetta che soddisferà il tennista esigente con comfort e sensibilità ad altissimi livelli.

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La Donnay Pro One Octa è la riedizione in versione 2022 della storica Pro One, un telaio usato dai campioni degli anni ’90. Pro One Octa è il telaio top di gamma in casa Donnay, che vuole offrire il massimo al tennista esigente, che potrà avvalersi di comfort e sensibilità ai massimi livelli senza tralasciare spin e controllo, altre due prerogative di chi cerca un telaio che possa aiutarlo a contenere l’esuberanza in termini di potenza e fluidità di braccio.

L’update con Octacore rende i telai Donnay Unibody (nella rinnovata gamma ci sono anche i modelli Allwood 102 e Formula 100, presto recensiti su queste pagine) ancora più stabili conferendo loro una maggiore potenza rispetto alle versioni passate. Inoltre, grazie al miglioramento della tecnologia Xenecore, con questo aggiornamento ci sono notevoli riduzioni di vibrazioni. Ma da cosa deriva la qualità del feeling di ogni racchetta Donnay? L’azienda costruisce i suoi telai realizzandoli in un unico fusto senza aggiunta di pallets o schiuma poliuretanica, con il telaio interamente in graphite, dalla punta al manico, senza interruzioni. Unibody permette la migliore trasmissione possibile del feeling all’impatto con la pallina, restituendo un feedback sensibile al braccio del tennista.

La novità rispetto al modello Xenecore è che la rigidità ora è leggermente più alta (passando da un valore di 57 a 64), una scelta che va in controtedenza con le scelte di mercato attuali, che cercano di abbassare la rigidità dei telai cercando maggior confort. Donnay però, che ha fatto della flessibilità delle racchette il suo trademark negli ultimi anni, riesce a trovare una formula che mantiene il feeling old school senza sacrificare la potenza, perché la Pro One 97 promette di aiutare il tennista a far viaggiare la palla.

 

A livello estetico questa Donnay torna in versione nero lucido abbandonando la colorazione satinata, ci sono ancora i rettangolini Donnay alla base dell’ovale, che non sono più gialli e che cambiano colore a seconda della luce.

Caratteristiche tecniche

Dimensioni piatto: 97 pollici
Peso: 305 grammi
Bilanciamento: 31,5 cm
Swingweight: 295 non incordata (323-325 incordata)
Schema corde: 16×19
Rigidità: 64 RA
Profilo: 21 mm costanti
Lunghezza: 68.5 cm

TEST IN CAMPO

In campo, fin dai primi colpi si capisce che il feeling Donnay, quegli impatti che hanno un mix eccezionale in termini di comfort ma allo stesso tempo di stabilità nel momento di colpire la pallina, è rimasto invariato anche in questa versione Octacore. Il secondo riscontro di questa Pro One è la potenza, che risulta superiore rispetto al modello precedente proprio grazie alla maggiore rigidità. La pallina ora esce facilmente dall’impatto, i 21 millimetri di spessore costante del telaio consentono di tagliare l’aria molto rapidamente, quando si colpisce la palla si ha una sensazione di solidità maggiore (che deriva anche dal fatto che la tecnologia Xenecore rende il telaio pieno) e questo senza andare a discapito del feeling Donnay. Il controllo di palla richiede il setup corretto a livello di scelta di corda e di tensione, Pro One 97 è sì precisa ma più potente, e quindi la scelta giusta della corda è determinante per valorizzare anche le qualità di controllo. Capitolo rotazioni. La maggior potenza si riscontra anche in una complessità di palla maggiore quando si cerca un top spin esasperato, è chiaro però che in mano non abbiamo un telaio fatto per maniaci del top spin. Questa è una racchetta che consente di fare tutto, ma che dà il meglio quando lo spin è usato per il finale dei colpi, lo si capisce anche quando si gioca in backspin, che esce sempre in maniera decisa e fluida, facendo capire che Pro One 97 Octacore è una racchetta a tutto campo. Gli impatti piatti sono decisi, vanno controllati proprio in virtù della maggior potenza disponibile, e quindi ancora una volta raccomandiamo di giocare con la tensione delle corde. Questo si riscontra anche durante il gioco di volo, quando capiamo che un leggero taglio nelle volée consente di avere i risultati migliori. Anche nei colpi sopra la testa, smash e servizio, la botta piatta esce molto bene dalla racchetta, qui la potenza generosa del telaio consente di avere ottime velocità con poca fatica, un fattore fondamentale specie quando le partite si allungano. La racchetta è generosa anche a livello di zona d’impatto utile, è praticamente una 98, e quindi anche i colpi decentrati riescono a essere controllati con buoni risultati.

CONCLUSIONI

La missione di Donnay per questa rinnovata versione della Pro One era evidentemente quella di rendere il telaio più potente, abbracciando una fetta di giocatori ancora più ampia, senza sacrificare il comfort di gioco. Il feeling di gioco rimane invariato nonostante l’innalzamento della rigidità, che rende la racchetta più potente sacrificando qualcosa in termini di controllo. La missione è quindi compiuta, Pro One 97 Octacore si conferma una scelta da considerare se si cerca un telaio 16X19 nella fascia di peso 300-310 grammi.

Corde adoperate per il test:
String Project Keen 22/21
String Project Gold 22/21

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