Australian Open, altri 25 isolati. Le autorità: "Nessuna deroga" (Scanagatta). Australian Open, gli isolati sono 72. E avanza l'ipotesi del boicottaggio (Crivelli). Australian Open, ostaggi del Covid (Frasca)

Rassegna stampa

Australian Open, altri 25 isolati. Le autorità: “Nessuna deroga” (Scanagatta). Australian Open, gli isolati sono 72. E avanza l’ipotesi del boicottaggio (Crivelli). Australian Open, ostaggi del Covid (Frasca)

La rassegna stampa di lunedì 18 gennaio 2021

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Australian Open, altri 25 isolati. Le autorità: “nessuna deroga” (Ubaldo Scanagatta, Nazione-Carlino-Giorno Sport)

Erano 47 fino a ieri i giocatori costretti a starsene chiusi in camera in Australia per i prossimi 14 giorni, senza la possibilità di allenarsi per 5 ore quotidiane, ma sono diventati 72 dopo che su un altro aereo, proveniente da Doha con tutti i 16 vincitori delle qualificazioni maschili, è stato trovato un passeggero positivo all’arrivo a Melbourne. Fra i 25 il promettentissimo spagnolo Alcaraz. Nessun italiano.

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E 72 tennisti non potranno allenarsi, gli altri sì. L’ipotesi del boicottaggio per la mancata regolarità dell’Open, come dei 5 tornei a Melbourne che lo precedono, non è fondata. La Jabeur ha “postato” un video nel quale fa le volee contro il cuscino, Cuevas contro il materasso, Shapovalov si è fabbricato una minipista per correre.

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Australian Open, gli isolati sono 72. E avanza l’ipotesi del boicottaggio (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

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Giocatori contro giocatori, giocatori contro la federazione australiana, autorità sanitarie contro i giocatori. Tutti contro tutti, e gli Australian Open nel mezzo, come il sacco del pugile, mentre qualcuno, seppur a mezza bocca, comincia a parlare di boicottaggio per l’evidente disparità di trattamento tra i super big, beati ad Adelaide, e gli altri, reclusi a Melbourne, con l’aggiunta dell’isolamento forzato per quelli che si sono ritrovati sugli aerei coni positivi e adesso devono rimanere chiusi nelle loro stanze d’albergo per 14 giorni senza potersi allenare. E siccome se le cose possono andare male, andranno sicuramente peggio, pure su un volo da Doha, dove si sono giocate le qualificazioni maschili, è stata riscontrata una positività: di conseguenza, altri 25 giocatori (nessun italiano) sono finiti in quarantena rigida dopo i 47 dei giorni scorsi. Figli e figliastri E qui sta il corno più infuocato del dilemma: potrà essere regolare un torneo in cui 72 iscritti ai tabelloni principali non potranno in pratica prepararsi per due settimane? Senza contare che tra le isolate in camera ci sono almeno una decina di tenniste con fondate ambizioni di poter arrivare fino in fondo: Andreescu, Azarenka, Bencic, Karolina Pliskova, Muguruza, Kerber, Sabalenka, Sakkari, Stephens e Svitolina. E se anche qualcuno l’ha presa sul ridere, come Cuevas che ogni giorno posta una story Instagram sugli allenamenti contro il materasso appoggiato alla porta, oppure la Sabalenka con i palleggi contro la vetrata e la Bencic con gli esercizi sul letto, i social si sono trasformati in un’eruzione lavica incontrollabile di polemiche.

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Emma Cascar, commissario per la gestione dell’emergenza dello stato di Victoria, ha tuonato contro alcuni giocatori che avrebbero violato il protocollo parlando tra di loro, mettendo poliziotti alla porta e rinfocolando perciò la rabbia dei tennisti, già allo zenit per il paradiso concesso ai primi tre del mondo (più Serena Williams) ad Adelaide, dove c’è un piano a disposizione per ognuno e le regole sulle frequentazioni con il team sono molto più lasche (e il cibo decisamente migliore)

Ipotesi boicottaggio Una disparità che ha irritato anche una pasta d’uomo come il nostro Salvatore Caruso: «Non prendiamoci in giro, sono privilegi importanti; siamo tutti sulla stessa barca e dovremmo avere le stesse possibilità di preparare uno Slam. Non è leale nei confronti degli altri giocatori.

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ma intanto Djokovic, sempre a suo agio nel ruolo di capopopolo, ha scritto una lettera a Tennis Australia avanzando alcune proposte per migliorare le condizioni di chi sta a Melbourne, tra cui la riduzione dei giorni di isolamento per i 72, effettuando più tamponi; Incontri con l’allenatore o il preparatore atletico, purché abbiano superato i test: spostare, per quanto possibile, quanti più giocatori in case private dotate di un campo per allenarsi.

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Australian Open, ostaggi del covid (Guido Frasca, Il Messaggero Sport)

Un pandemonio in tempo di pandemia. Mancano tre settimane agli Australian Open, ma la situazione peggiora ora dopo ora. Sono saliti a 72 i tennisti giunti a Melbourne con voli su cui viaggiavano passeggeri positivi al Covid-19 e che devono osservare la quarantena per due settimane, senza la possibilità di allenarsi o di interagire con il loro team.

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Nell’elenco ci sono Nishikori, Cuevas, Pella, Londero, Gonzalez, Sitak, Pospisil, Davis, Azarenka, Stephens. E Sandgren, imbarcato nonostante un test positivo: era stato contagiato dal virus già a novembre ed è stato giudicato non contagioso, come spiegato dallo stesso statunitense in un tweet.

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Salta l’intero programma di allenamenti sul campo: solo lavoro atletico da svolgere in camera. Per il governo australiano il resto del mondo è un’unica grande zona rossa e le regole sono molto stringenti pure per coloro che non hanno avuto contatti con positivi. Niente abitazioni private e ristoranti durante la quarantena, solo camere e pasti in hotel indicati. E nella prima settimana di confinamento ognuno si dovrà scegliere un compagno fisso con cui allenarsi per un massimo di 5 ore al giorno. Problemi anche sul volo da Abu Dhabi: positivo Sylvain Bruneau, coach della Andreescu. Tra i passeggeri c’erano altri 23 giocatori, per lo più del circuito femminile, tra cui la stessa Andreescu, Kerber, Kuznetsova, Jabeur, Bencic, Svitolina, Pliskova, Sabalenka, Muguruza e Sakkari. Ieri se ne sono aggiunti altri 25 (compresa la giovane stella spagnola Alcaraz), che hanno viaggiato su un volo da Doha a Melbourne, con un passeggero risultato positivo all’arrivo. POLEMICHE E PAURA Craig Tiley, direttore di Tennis Australia, ha smentito le voci di un ulteriore slittamento del primo Slam della stagione, ma non tutti saranno messi nelle stesse condizioni di allenarsi e monta la protesta per la disparità di trattamento tra le strutture scelte per la quarantena dei top player e gli altri.

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Tra privilegi e disparità sembra di assistere a un reality show dai risvolti imprevedibili, tanto che si parla di boicottaggio. Il n.1 Djokovic da Adelaide, dove sono sbarcati Nadal e Sinner che faranno coppia negli allenamenti, ha scritto a Tiley per perorare la causa dei colleghi costretti a stare chiusi in camera, chiedendo la possibilità di ridurre i giorni di isolamento. Ipotesi che si scontra con le proteste della popolazione locale, preoccupata da un torneo che ha portato nel paese oltre un migliaio di persone tra giocatori e staff provenienti da luoghi dove il Covid-19 è una presenza molto più grave.

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