Australian Open, Troicki accusa: "Non sapevamo di poter finire in isolamento. Altrimenti non sarei qui"

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Australian Open, Troicki accusa: “Non sapevamo di poter finire in isolamento. Altrimenti non sarei qui”

“È un caos totale, un orrore” ha commentato il serbo, che sarà capitano della sua nazionale all’ATP Cup. Tornerà a giocare uno Slam dopo due anni di attesa, ma in quali condizioni?

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Viktor Troicki - ATP Sofia 2018 (foto via Facebook, @sofiaopentennis)
 

Continuano a rimbalzare sul web le forti dichiarazioni degli atleti sulle problematiche settimane di quarantena a Melbourne. Tra coloro che sono costretti a un isolamento totale fino al prossimo weekend, per via dei casi di positività riscontrati in tre diversi voli charter, c’è Viktor Troicki. Il serbo, come altri 71 colleghi, non potrà né uscire dalla camera d’albergo, né allenarsi in palestra e sui campi da gioco. “Se l’avessi saputo prima, non sarei venuto” ha riferito a Sportski Zurnal, quotidiano sportivo serbo. Troicki è arrivato a Melbourne con un volo partito da Doha, dove ha superato le qualificazioni e potrà tornare a giocare nel tabellone principale di uno Slam dopo due anni (venne eliminato da Tsitsipas all’Open d’Australia 2019).

Craig Tiley ha ribadito che i tennisti sapevano a cosa andavano incontro, ma Troicki ha comunque rincarato la dose: “Quello che sto vivendo è un caos totale, un orrore. Devo stare chiuso in stanza per 14 giorni, senza nemmeno potermi allenare. La mia preparazione per il torneo dello Slam è rovinata. Non posso prepararmi a giocare cinque set chiuso in una stanza. Non ci era stato detto che se uno sul nostro volo fosse risultato positivo, avremmo tutti dovuto fare una quarantena più rigida. Ci è stato detto che l’operatore sanitario avrebbe determinato se c’è stato effettivamente uno stretto contatto con il positivo e allora avrebbe deciso se isolare tutti o meno”.

Il serbo ha affermato che stando fermo per così tanti giorni ci vorrà un mese e mezzo per tornare in forma. Tutto questo sta rovinando la mia carriera” ha concluso. Ha paragonato questa situazione a quella vissuta nel 2013, quando venne sanzionato con 18 mesi di squalifica (poi ridotti a 12) per non aver fornito dei campioni di sangue in un controllo anti-doping durante il torneo di Montecarlo. Troicki si sentì male prima del prelievo e gli venne detto di tornare l’indomani: l’ITF dispose comunque la sanzione per violazione del protocollo. “Mi è già capitato di stare fermo per cause di forza maggiore” ha ricordato. “Questa situazione non è a quei livelli, ma quasi”. Passati i 14 giorni, sarà il capitano della Serbia durante l’ATP Cup. Il sorteggio ha riservato al team guidato dal numero uno Djokovic la Germania di Zverev e il Canada di Raonic e Shapovalov.

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