Il re è salvo? (Crivelli). Melbourne richiude, fuga dalle tribune. Errani felice e perdente. I tormenti di Djokovic: "Quanto dolore! Valuterò se continuare" (Mastroluca). Aslan fa sul serio (Azzolini). Lockdown live (Valesio)

Rassegna stampa

Il re è salvo? (Crivelli). Melbourne richiude, fuga dalle tribune. Errani felice e perdente. I tormenti di Djokovic: “Quanto dolore! Valuterò se continuare” (Mastroluca). Aslan fa sul serio (Azzolini). Lockdown live (Valesio)

La rassegna stampa del 13 febbraio 2021

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Il re è salvo? (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

[…] Nella stessa sera, gli Australian Open rischiano di perdere già al terzo turno il vincitore e il finalista di un anno fa, ma i brividi dello spavento finiranno per esaltare la dote più sanguigna di due campioni fenomenali: la ribellione alla sconfitta. E così Djokovic viene a capo del troppo tenero amico Fritz malgrado un lombo in fiamme e l’evidente menomazione negli spostamenti sul lato destro, mentre Thiem esorcizza il demone Kyrgios e la gladiatoria partecipazione allo show dei diecimila della John Cain Arena. L’incognita Nole. Due battaglie che si allungano fino al quinto e che offrono brividi e spettacolo prima delle porte chiuse obbligate causa lockdown. A dire il vero, nella sfida tra Nole e l’americano con l’allure del divo di Hollywood anni 50, per due set di partita se ne vede poca, con l’otto volte vincitore di Melbourne chirurgico nello sfruttare le occasioni, ma con qualche falla sul dritto. All’inizio del terzo parziale, però, nel colpo successivo a una risposta al servizio, scivola sulla scritta «Melbourne» del campo (ma perché non la mettono ai lati?) e va in leggera rotazione con il busto: le fitte sono pressoché immediate. Irrigidito sul fianco destro, Djokovic chiama subito un timeout medico: «Ho sentito come uno strappo, avvertivo un dolore fortissimo, ho preso la dose più massiccia possibile di antinfiammatori». Continuerà a farsi trattare ai campi di campo, ma nel frattempo il rivale, ritemprato nella fiducia, risale nel punteggio e nella consapevolezza, fino a pareggiare il conto dei set. Ma qui, affacciato sul baratro, il numero uno del mondo si ritrae dal pericolo affidandosi al servizio, all’orgoglio e alla poca aggressività di Fritz, che si mette in attesa anziché azzannarlo, mentre l’effetto dei farmaci lenisce le pene del serbo, abile e coraggioso a raggruppare di nuovo gioco ed energie: «Sono solo rimasto attaccato per quanto possibile alla partita, a fine terzo set pensavo davvero di dovermi ritirare, ma ho sperato che con il passare dei minuti il dolore diminuisse e per fortuna nel quinto set sono riuscito a colpire meglio. È stata una delle vittorie più importanti della mia vita e uno dei match che ricorderò più a lungo». In casa d’altri. Dal tormento all’estasi, ma l’infortunio getta un’ombra grave sull’ottavo di domani contro Raonic: «Non ho molto tempo per recuperare, sicuramente nel giorno di riposo non mi allenerò, consulterò degli specialisti per avere una diagnosi precisa e farò qualche ultrasuono per avere una chance di migliorare più in fretta». Pure i servizi di Kyrgios, per due set, sono un metaforico maglio perforante ai fianchi di Thiem, inerte contro un avversario che nel primo parziale perde solo quattro punti quando mette la prima e nel secondo appena due punti complessivi nei suoi turni di battuta. E quando nel primo game del terzo set il Kid di Canberra, ultima partita del 2020 addirittura a febbraio, nell’estasi di un pubblico in visibilio si procura altre due palle break, le porte del paradiso sembrano schiudersi. Ma ormai Dominator è fatto della stessa sostanza dei fuoriclasse e quindi, schivato il pericolo, eleva il rendimento alla battuta, scatena il meraviglioso rovescio e approfitta, goccia dopo goccia, del prevedibile calo di Nick, che finisce pure per incartarsi attorno a un paio di delicati warning. Malgrado un tifo al limite, e pure oltre, l’austriaco gira così la sfida e rivince una partita da due set sotto come già gli era successo nella finale degli Us Open: «Stavo già accettando la sconfitta, giocare contro di lui in Australia è una delle più grandi sfide del nostro sport, ma sono rimasto aggrappato al match, cercando di adattarmi alla situazione ». All’idolo di casa non basteranno 25 ace e 52 vincenti: «Thiem è un giocatore infernale, non ha cali di concentrazione e si nutre dell’energia dell’avversario. Io sono contento di aver giocato punto a punto con lui, mi dà fiducia». Già. Ma fino a quando durerà?

Melbourne richiude, fuga dalle tribune (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

Alle 23.30 ora di Melbourne, sul 3-2 nel quarto set, Taylor Fritz e Novak Djokovic si devono fermare perché bisogna svuotare la Rod Laver Arena. Quando il numero 1 del mondo, condizionato da un infortunio ai muscoli addominali, lancia il suo urlo di gioia dopo aver battuto al quinto set lo statunitense, sulle tribune ci sono più uomini della security che seggiolini occupati. Il serbo, tra i più contenti del ritorno del pubblico negli stadi già dopo l’esibizione di Adelaide contro Jannik Sinner, festeggia in un desolante, ma da un anno tristemente abituale, trionfo di sedie vuote. Niente più tifosi a Melbourne Park, per l’Australian Open, almeno fino al 17 febbraio (compreso). La capitale dello stato di Victoria, infatti, è tornata in lockdown. […] FOCOLAIO. Per decidere la nuova chiusura, infatti, è bastata una quindicina di nuovi casi. Il focolaio in questione si concentra all’Holiday Inn, un grande albergo a 400 metri dai terminal dell’aeroporto internazionale di Tullamarine. Prima della pandemia, era uno degli hotel tipici per viaggiatori in arrivo o in partenza. Durante il lockdown ha cambiato destinazione d’uso. Qui infatti vengono tenuti in quarantena obbligatoria gli australiani che tornano dall’estero. […] Immediata la reazione dello Stato. «Stiamo affrontando un nuovo tipo di nemico – ha scritto il premier in un comunicato – un virus più intelligente, più veloce, più infettivo. E finché non avremo un vaccino, faremo tutto quello che possiamo per tenerlo alla larga». PARTITE IN CORSO. Il lockdown è scattato a mezzanotte (mezzogiorno di ieri ora italiana), a partita ancora in corso. «È stata una delle partite più strane a cui abbia preso parte – ha ammesso Djokovic in conferenza stampa – non mi era mai successo che il pubblico fosse fatto uscire dallo stadio durante il match». Questa programmazione non è andata giù a Fritz. «Se devo essere onesto, è ridicolo che in uno Slam ci si debba fermare per questo a metà del quarto set – ha detto – Capisco che sta iniziando il lockdown e che le persone dovevano tornare a casa, ma allora non avrebbero dovuto mandarci in campo se il match non poteva terminare in tempo per quell’ora. Sia chiaro, non credo che abbia avuto un impatto sul risultato, solo non penso che siano le condizioni adatte al terzo turno di uno Slam». NUOVA BOLLA. Il torneo comunque non è in pericolo. Il premier Andrews ha sottolineato che i cittadini possono uscire di casa per quattro ragioni: per fare la spesa, per motivi sanitari, per l’attività fisica e per lavoro, se essenziale. Nella lista dei lavoratori essenziali, il governo locale ha inserito anche i tennisti impegnati nel primo Slam della stagione. «È un po’ strano essere considerata così» ha detto l’ex campionessa dell’Australian Open, Naomi Osaka. L’Australian Open andrà avanti, ma sarà sotto una bolla sanitaria fino alla fine del nuovo lockdown per cui i giocatori e i relativi team potranno spostarsi solo dall’hotel a Melbourne Park e viceversa. La prima rassicurazione che hanno chiesto, ha spiegato il CEO di Tennis Australia Craig Tiley, è di poter trovare un volo per tornare a casa dopo essere stati eliminati. «Non mi sorprende visto quello che hanno letto a proposito della chiusura dei confini – ha detto Tiley, come riporta il quotidiano australiano The Age – Abbiamo garantito che non ci saranno problemi».

Errani felice e perdente (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

Ha servito per il match, è arrivata per due volte a due punti dalla vittoria. Ha dato tutto ma non è bastato. Sara Errani si è fermata a tanto così dal primo ottavo di finale in uno Slam dal Roland Garros dei 2015. Ha finito per cedere 6-4 2-6 7-5, dopo quasi due ore e tre quarti di lotta, a Su-wei Hsieh, taiwanese numero 71 del mondo che gioca entrambi i fondamentali a due mani. Capace di soluzioni imprevedibili e traiettorie difficili da contrastare, numero 1 del ranking di doppio, Hsieh ha raggiunto così gli ottavi a Melbourne per la terza volta in carriera (2008 e 2018 le precedenti). Errani, che nel terzo set ha servito per chiudere sul 5-4, rimpiange solo un paio di smorzate sbagliate quando ha giocato a favor di vento. «Ho fatto quello che potevo – ha detto l’azzurra in conferenza stampa – penso che questa sia la strada giusta. Devo alzare ancora il mio livello di gioco e allenarmi bene». […] «Sono molto grata di essere arrivata qui attraverso le qualificazioni. A Dubai (dove si sono disputate a gennaio) ero un po’ tesa perché essere o non essere qui voleva dire molto». Il suo tennis, comunque, la soddisfa. Anche il modo in cui ha gestito la partita le ha dato motivi di ottimismo. «Ho avuto problemi con il servizio e sono riuscita a superarli, mentre in altre occasioni non mi era successo. È un miglioramento» ha spiegato. Per il presente e per il futuro, ha detto, conta mantenere il livello di gioco attuale e la competitività. «Devo fare le cose giuste, entrare in campo per superare i fantasmi» ha concluso. Hsieh si giocherà un posto nei quarti con la ceca Marketa Vondrousova che ha battuto 6-2 6-4 la rumena Sorana Cirstea, capace al secondo turno di sconfiggere Petra Kvitova firmando una delle grandi sorprese del torneo femminile finora. La testa di serie numero 19 non arrivava alla seconda settimana di uno Slam dalla sua sorprendente finale al Roland Garros dei 2019

I tormenti di Djokovic: “Quanto dolore! Valuterò se continuare” (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

L’urlo finale ha dimostrato quanto ci tenesse. Novak Djokovic, 17 volte campione Slam, è caduto, si è rialzato e ha vinto. «E’ una delle vittorie più speciali della mia carriera» ha ammesso il serbo, che ha sconfitto 7-6(1) 6-4 3-6 4-6 6-2 Taylor Fritz. Il numero 1 del mondo è scivolato all’inizio del terzo set e da quel momento non si è più mosso con la stessa libertà della prima metà dell’incontro. «Ho fatto un movimento veloce in risposta verso il dritto, mi sono girato e ho sentito come uno strappo – ha detto – Ho un forte dolore, ho preso tutti gli antidolorifici possibili. Onestamente non so come ho fatto a vincere. Sono molto fiero e allo stesso tempo spaventato». Al prossimo turno dovrebbe affrontare Milos Raonic, che ha sempre sconfitto in carriera. Il condizionale è d’obbligo. Oggi, ha spiegato, Djokovic non si allenerà ma si sottoporrà a ulteriori esami. «Non so se riuscirò a recuperare in due giorni, se scenderò in campo o no con Raonic» ha spiegato. SORPRESA KARATSEV. Felix Auger-Aliassime, che la scorsa settimana ha perso la settima finale su sette disputate nel circuito ATP ha sconfitto l’amico Denis Shapovalov 7-5 7-5 6-3. «Non è mai facile affrontare Denis – ha ammesso Auger-Aliassime, sconfitto 6-0 6-0 nel primo match tra i due ai tempi dei tornei under 12 – Oggi ho giocato una partita davvero perfetta». Il canadese, per la seconda volta agli ottavi a Melbourne, affronterà la rivelazione di questa edizione, il russo Aslan Karatsev. Al primo major in carriera, il 27enne mai entrato finora in top-100, ha continuato il suo percorso da favola dominando Diego Schwartzman, numero 9 del mondo, 6-3 6-3 6-3. Karatsev, numero 114 ma destinato a guadagnare una trentina di posizioni, non ha ancora perso un set e messo a segno 122 vincenti complessivi. KYRGIOS OUT. Nick Kyrgios ha spaventato il numero 3 del mondo Dominic Thiem 4-6 4-6 6-3 6-4 6-4. Ha sfoderato il suo solito arsenale, ha perfino servito da sotto sul set point che ha chiuso il secondo parziale, ma l’austriaco ha giocato sempre meglio e completato la quarta rimonta in carriera da sotto di due set. «Dopo aver vinto lo US Open, sento che niente è impossibile» ha detto a Jim Courier, ex numero 1 del mondo oggi apprezzato intervistatore all’Australian Open. SERENA FA 90. […] La 23 volte campionessa Slam ha lasciato tre game ad Anastasia Potapova e sfiderà la bielorussa Aryna Sabalenka, per la prima volta agli ottavi in questo torneo. Due gli incroci affascinanti al quarto turno nella parte bassa del tabellone. Iga Swiatek ritrova Simona Halep per il terzo anno di fila, e per il terzo ottavo di finale Slam consecutivo dopo i due giocati al Roland Garros. Garbine Muguruza invece affronterà la campionessa del 2019 Naomi Osaka.

Aslan fa sul serio (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Dmitri glielo diceva sempre. «Asian, prima o poi Federer ti farà causa». Lui sorrideva felice. Tursunov, il più importante fra i mille allenatori che gli hanno insegnato il mestiere, poteva permettersi di prenderlo in giro. […] «Asian, Roger finirà per chiederti i diritti sul copyright». Asian Karatsev è di Vladikavkaz, una città che proprio ieri ha subito una delle ferite più atroci della sua storia recente. Una terribile esplosione. Un supermercato raso al suolo da una fuga di gas. Tante vittime, ma ancora nessuno sa quante. […] A metà degli Open d’Australia le statistiche dicono che il migliore, fino a oggi, è stato Karatsev. Ha vinto le qualifiche e ora è negli ottavi senza aver perso un solo set. Il punteggio più alto gliel’ha strappato Gianluca Mager in primo turno. Dieci game appena. El Pequeno Schwartzman, il microargentino che da un anno si è insediato in top ten, finalista agli ultimi Internazionali, è arrivato ieri a nove game, e ora anche lui è sull’aereo di ritorno. Il problema dunque è che cosa abbia reso il ventisettenne Asian così forte. I suoi coach, da Rabinovich, Kuprin, Potapov, lo stesso Tursunov, fino all’attuale Yahor Yatsik, sostengono che la domanda meriterebbe di essere rovesciata. Perché un fenomeno del genere non è esploso prima? A questo risponde il solo Yatsik, con una tesi a dir poco sorprendente. «Gli ha fatto bene il Covid». Il virus? Mai preso, a stare alla cartella clinica di Asian. «No, il lockdown… Non so bene che cosa sia successo. È un fatto, Asian prima era fortissimo e incapace di esprimersi, dopo lo stop l’ho ritrovato finalmente pronto a colpire». C’è del vero. A marzo 2020 Asian era il numero 293 Atp. Al ritorno in campo, ad agosto, ha subito raggiunto la finale challenger a Praga 1 (battuto da Wawrinka) e vinto i successivi appuntamenti di Praga2 e Ostrava portandosi al numero 141. Le qualifiche degli Australian Open l’hanno tirato su fino al 111. Gli ottavi l’hanno già consegnato a quota 85. «Nascere e vivere a Vladikavkaz non è facile per nessuno», dice ancora Yatsik. È la capitale della Repubblica autonoma dell’Ossezia-Alania nella Russia meridionale. «Chi gira il mondo con il tennis tende a dimenticarlo, ma quando si è costretti a tornare lì per alcuni mesi… Asian ha fatto i conti con se stesso, e ha capito che doveva sfruttare meglio le sue qualità». Prossimo appuntamento, Felix Auger Aliassime, che ha vinto il derby di casa contro Denis Shapovalov. Altra pagina questa… I due sono cresciuti assieme, Felix è solo un po’ più giovane, 15 mesi in meno. Amici, quasi fratelli. Le loro sfide ufficiali cominciano dallo US Open di tre stagioni fa. Felix fu costretto al ritiro, assillato dai battiti del cuore (poi operato) che d’improvviso erano saliti al ritmo di una jazz session. Quando Shapo l’accompagnò fuori dal campo, in lacrime, gli disse così: «Vedrai, giocheremo tanti altri match e ne vinceremo uno a testa». Capperi, che profezia! La volta successiva fu a Madrid 2019, e vinse Felix. Poi ancora allo Us Open per il successo di Denis. Ora Melbourne, di nuovo Felix in tre set. Due a due, il conto. In attesa di Karatsev e con la speranza di arrivare a Thiem, che ha rimontato Kyrgios spegnendo i cori australiani. «L’anno scorso allo Us Open mi fece male. Voglio vedere se mi sono avvicinato o no». Tra le fatiche di giornata, Errani a parte, battuta in tre dalla Hsieh in un confronto che poteva girare da un momento all’altro (Sara è stata tre volte a due punti dal match), il premio per la più tosta va a Djokovic. Era avanti due set contro un Fritz deciso a fare il possibile, ma a squinternarlo è stata una scivolata sulla “M” di Melbourne, la scritta che caratterizza il campo centrale. Ne è uscito malconcio, anche se con lui non si sa mai quanto. Il match è proseguito tra molte cautele e infiniti lamenti, e certo Djokovic mostrava una conclamata difficoltà a operare sul lato destro. Fritz ha rimontato, ma nel quinto Nole è tornato vicino alla sua versione migliore e ha chiuso il conto. «Nel terzo set pensavo al ritiro. Poi l’antidolorifico ha fatto effetto. Ma sono preoccupato. Farò esami. Temo possa trattarsi di uno strappo ai muscoli addominali». Curioso match. Quattro set con il pubblico, ma non il quinto. Tutti gli spettatori – tra infinite proteste – sono stati accompagnati alla porta allo scoccare della mezzanotte per il previsto mini-lockdown di cinque giorni. Per quanto riguarda le reali condizioni di Nole, sarà Milos Raonic, domenica, a fargli un accurato check up. 

Lockdown live (Piero Valesio, Il Messaggero)

Guillermo Mordillo Menendez amava soprattutto il calcio, da buon porteño. Ma il tennis arrivava subito dopo. Grande ammiratore di Guillermo Vilas, e di chi se no. Ne visitò anche l’accademia a Palma de Maiorca e ne disegnò pure un manifesto alla sua maniera: manco a dirlo con una giraffa dal collo lunghissimo egli occhi rivolti verso l’alto. Mordillo sarà tornato in mente a qualche aficionado intorno alle 23.30, ora down under, a causa di una vignetta che furoreggiò qualche anno fa e che si rivelò una critica al manierismo del calciatore che segna e si inginocchia sotto la curva a braccia alzate per ricevere l’abbraccio dei tifosi. Solo che, nella vignetta, in curva c’era solo un vecchietto per lo più intento nella lettura di un giornale. I DOLORI DI NOLE Più o meno la sensazione di straniamento che deve aver provato Djokovic quando, appena superato 6-2 al quinto un Taylor Fritz in versione putto fiorentino, ad onta di un infortunio ai muscoli della gamba destra che potrebbe anche costringerlo a interrompere la sua avventura australiana, si è messo ad urlare come un ossesso rivolgendo lo sguardo verso gli immensi spalti. Che però erano vuoti. Per effetto del primo episodio di strike lockdown nella storia: le autorità dello stato di Victoria, causa 14 casi di Covid in variante inglese registrati nelle ultime ore in un hotel, ha indetto un lockdown totale per 5 giorni a partire dalla mezzanotte australiana di ieri. […] Comunque il buon Djoker è rientrato in campo dopo la sospensione e ha disputato il finale di partita forse più assurdo della storia del tennis: con troppo e rumoroso pubblico prima, davanti a nessuno dopo. Atleti da arena prima, attori ad uso e consumo della fruizione video dopo. Con sulle tribune solo amici e parenti e manco un vecchietto che leggesse il giornale. SARA SALUTA Un giorno forse rideremo di tutto questo bailamme. Intanto fino a mercoledì prossimo il timoroso sorriso che era comparso sui volti degli appassionati, causato dal gusto di assistere ad uno Slam col pubblico, dunque vivo, fino a mercoledì torna nel cassetto. Poi si vedrà. E se c’è una che ha smesso di sorridere due volte questa è Sara Errani; che è arrivata ad un soffio dal battere la Hsieh e accedere agli ottavi però si è arresa 7-5 al terzo set. Ma non pianga l’azzurra: il progetto di ricostruzione del suo personaggio ha compiuto in questi giorni un enorme passo avanti. E la stagione è lunga. Magari in stadi vuoti, ma lunga. 

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