Torna il Re, Federer in campo un anno dopo (La Nazione). Il giullare triste del tennis. Paire, colpi folli e figuracce (Piccardi)

Rassegna stampa

Torna il Re, Federer in campo un anno dopo (La Nazione). Il giullare triste del tennis. Paire, colpi folli e figuracce (Piccardi)

La rassegna stampa di domenica 7 marzo 2021

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Torna il Re, Federer in campo un anno dopo (La Nazione)

L’attesa è finita. Sua Maestà è pronto a tornare e a distillare altri sprazzi di grande tennis. Roger Federer, dopo oltre un anno di assenza dai campi da gioco, a 39 anni suonati (40 li compirà ad agosto), si ripresenta ai nastri di partenza di un torneo tennistico: l’evento è fissato a Doha, dove la settimana prossima andrà in scena un Atp 250. Il fuoriclasse svizzero, secondo quanto trapela dal suo entourage, avrebbe lavorato come un matto per presentarsi nelle migliori condizioni. Una delle sua fasce utilizzate in un torneo, di recente, è stata venduta a 500 dollari e su Instagram i seguaci crescono a dismisura. Roger è sempre il più amato ed è per questo che, negli ultimi mesi, ha lavorato tanto per tenere fede alle attese. O comunque per non deludere. Ieri l’asso elvetico è apparso sui social: mentre era intento a conservare delle racchette nelle apposite custodie, con la frase a corredo «era da un po’ che non facevo i bagagli…». Poi un tweet pochi minuti prima del decollo per il Qatar: «Eccoci pronti per il decollo, manca poco. Ho una sensazione strana, da più di un anno non parto per un torneo. Grazie per avermi aspettato e per il vostro supporto, ci vediamo presto, abbiate cura di voi!». La sua ultima apparizione in uno Slam risale agli Open d’Australia del 2020, a Melbourne; il 7 febbraio dell’anno scorso, a Città del Capo (Sudafrica) diede vita a un match d’esibizione con il rivale Rafa Nadal, a marzo annunciò di essersi operato al ginocchio: il rientro era previsto per la stagione sull’erba, invece una nuova operazione glielo impedì, mettendo fine alla sua stagione agonistica. Ora il ‘Re’ è pronto a ricominciare e a rimettersi in gioco fra colpi di classe e volè.

Il giullare triste del tennis. Paire, colpi folli e figuracce (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Barbablù lo ami o lo odi. Come Tyson che faceva merenda sul ring con l’orecchio di Holyfield, Gascoigne che tirava giù i calzoncini all’avversario, Cantona che decollava a gamba tesa contro gli zigomi dell’ultrà rivale in prima fila, Pozzecco che si strappava la camicia. Del club dei ragazzacci senza mezze misure Benoit Paire da Avignone, tennista dalla manina educatissima ma dal pessimo carattere, è il presidente ad interim. «Non sarò mai come Federer. Lo sport ha bisogno di me, Kyrgios, Fognini, gente che fa vedere qualcosa di diverso e rifiuta l’ipocrisia, dicendo ciò che pensa. Preferisco essere come sono che stare nella top-10 e non aver mai avuto una discussione». A Buenos Aires, però, in cima a una lunga carriera di intemperanze, barbablù Paire (che nella vita la barba blu e i capelli rosa ce li ha avuti sul serio), ha decisamente esagerato. Nella partita contro l’argentino Cerundolo ha contestato una decisione arbitrale (specialità della casa), sputato sul segno lasciato da una palla contesa e sbagliato platealmente quattro servizi nell’ultimo game pur di andarsene via rapidamente da un campo affollato di fantasmi: dicono che Benoit stia vivendo malissimo lo stress della pandemia mondiale, si senta soffocare dentro le bolle dei tornei ma, soprattutto, non si sia mai ripreso dalla rottura con la fidanzata francese Tamara Marthe, in arte Shy’m, cantante pop e attrice. Farsi disapprovare, come l’anno scorso a Roma quando fu protagonista di un inverecondo teatrino di fronte a un attonito Jannik Sinner, sarebbe quindi il modo di auto-punirsi attraverso una miriade di piccoli suicidi sportivi passati agli annali. Ed è un peccato perché Paire a tennis sa giocare e, a suo modo, potrebbe essere un personaggio se riuscisse a incanalare la rabbia dentro un atteggiamento positivo, e produttivo. Ma la storia dello sport, si sa, è piena di campioni contraddittori (il francese nel 2016 è stato numero 18 della classifica), incapaci di trasformare in talento il disagio che Paire nasconde dietro quel barbone da hipster isterico. «Ci sono troppe cose belle nella vita per pensare solo al tennis. Voglio viaggiare, andare in vacanza, uscire con le ragazze» racconta nelle interviste come se fosse il protagonista di una vita che non si è scelto. «Il tennis per me è un gioco — scriveva di suo pugno su Raquet, magazine online —. Tento colpi folli per far divertire il pubblico: quando non mi riescono, rischio di fare la figura del cretino». Un giullare triste, che all’inizio della pandemia ci fece sorridere con gli aperitivi social organizzati insieme al sodale Stan Wawrinka e oggi provoca i follower postando il video di una festa a Buenos Aires senza mascherina né distanziamento e la foto, per rispondere alla pioggia di critiche, dei suoi guadagni in carriera: 8.505.886 dollari. Multa in arrivo? Je m’en fous, risponde lui: me ne frego. Voilà.

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