Frances Tiafoe: la mia lettera ad Arthur Ashe

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Frances Tiafoe: la mia lettera ad Arthur Ashe

Il ventiduenne, vincitore dell’Arthur Ashe Humanitarian Award 2020, scrive una lettera al grande campione e attivista scomparso nel 1993

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Frances Tiafoe - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

A inizio 2021, il vincitore dell’Arthur Ashe Humanitarian Award 2020 – uno dei premi incardinati nel sistema degli ATP Awards – ha scritto una lettera ad Arthur Ashe. Il tennista di cui parliamo è Frances Tiafoe, classe 1998 e attuale n.64 del ranking ATP. Il tennista statunitense ha voglia di lasciare il segno dentro e fuori dal campo. Potete leggere la lettera originale qui; di seguito vi proponiamo la traduzione integrale


Caro Arthur,
io non ho avuto molto da piccolo. I miei genitori sono immigrati della Sierra Leone. Mio padre faceva l’inserviente in un circolo di tennis in Maryland e sono stato fortunato ad essere vicino a questo sport fin da piccolo, anche se non avevo i soldi o le opportunità che molti altri ragazzini avevano. Niente di tutto ciò mi ha impedito di sognare in grande. Davo il massimo ogni giorno con un grande sorriso stampato in faccia.

Ed eccomi qui, ho 22 anni e ho appena scoperto di aver vinto l’Arthur Ashe Humanitarian Award. Quel ragazzino che sognava in grande adesso vede il suo nome associato al tuo. È assurdo! Ma adesso so che non si tratta solo di un premio. È uno straordinario onore e un’enorme responsabilità. Non sono più soltanto quel ragazzino sorridente in ascesa. Adesso sono io a dovere essere portavoce e a dover fare la differenza nel mondo.

Quest’anno io e la mia ragazza abbiamo realizzato un video intitolato Racquets down, hands up (Giù le racchette, su le mani) per cercare di sensibilizzare sul tema delle morti ingiuste degli afroamericani negli Stati Uniti. Siamo riusciti a coinvolgere molti tennisti di colore, da Serena Williams e Coco Gauff a Gael Monfils e Jo-Wilfied Tsonga. Volevo che la gente sapesse che tutti sono importanti allo stesso modo. Non importa chi tu sia, da dove vieni o il colore della tua pelle. Ognuno ha l’opportunità di essere qualcosa di speciale. Io ero uno di quei ragazzi che non avevano grandi possibilità di arrivare fin qui. Vincere questo premio mi ricorda che potrò esserne degno aiutando le generazioni future.

Non ho avuto la fortuna di esserci quando eri in attività, ma so che eri molto più grande del tennis. Onestamente, avresti anche potuto essere il Presidente! C’è una cosa che hai detto una volta e che mi è rimasta in testa: Ciò che otteniamo, ci permette di guadagnarci da vivere; quello che diamo, invece, ci permette di avere una vita. Accidenti se è profonda! Niente di quello che hai fatto riguardava te. Cercavi solo di essere prima una persona e poi un atleta. Si trattava sempre di aiutare gli altri e questo è davvero motivante.

Una delle cose più straordinarie di te è che tutti sanno l’impegno che ci hai messo per fare del mondo un posto migliore. Ma hai anche vinto dei tornei del Grande Slam, fratello! Quanto vorrei poter dare una sbirciatina al tuo cervello per scoprire come riuscivi ad avere così tanto successo in campo e allo stesso tempo essere un grandissimo attivista. Non è facile bilanciare le due cose, specialmente con gli occhi di tutti puntati su di te. Una delle cose più importanti che ho imparato è che non puoi cercare di soddisfare le aspettative degli altri. Devi solo sforzarti di essere la migliore versione di te stesso e di essere il tuo più grande critico. E credo che questo mi aiuti a sentirmi a mio agio con me stesso. So che sto dando il massimo dentro e fuori dal campo.

In una più ampia prospettiva, so che c’è un limite alla mia carriera. Non potrò giocare al massimo per sempre, ma vivrò per molti, molti anni ancora una volta appesa la racchetta al chiodo. È uno schifo che tu non sia più qui e che non abbia potuto incontrarti, ma stai tranquillo amico. Si sente ancora la tua influenza! Per questo so che è importante avere obiettivi anche al di fuori dello sport. Non siamo solo atleti. Siamo esseri umani. C’è molto al di fuori del tennis e negli ultimi due anni credo davvero di aver trovato il mio scopo.

Arthur Ashe partecipa a un’udienza sull’apartheid alle Nazione Unite (ph. Bettman

Ho realizzato che ero stato abbastanza fortunato da poter sistemare economicamente la mia famiglia. Ho iniziato a pensare: so di essere a posto e di avere una bella famiglia, ma la vita non è qualcosa di più? E cosa dire di quei ragazzini che si trovano adesso dov’ero io non molto tempo fa?

Dieci anni fa pensavo che sarebbe stato fantastico vedere lo stadio a te intitolato allo US Open. Anche solo entrare nell’Arthur Ashe Stadium sarebbe stato incredibile per me allora, figuriamoci giocarci e competerci ai massimi livelli.  Ricordo l’emozione nel 2014 quando giocai al Madison Square Garden. Ero solo un ragazzo di 16 anni di College Park, nel Maryland, figlio di due genitori immigrati che stava scaldando il pubblico dell’arena più famosa del mondo prima di Novak Djokovic e Andy Murray. Ricordi com’è stato pazzesco quando hai giocato lì con John McEnroe? Ancora oggi lo è

Due anni fa ho raggiunto i quarti di finale all’Australian Open e ho esultato alla maniera di LeBron James. È uno dei migliori giocatori di basket di sempre e ha lasciato un commento sul mio Instagram! Io ero tipo “aspetta, cosa sta succedendo?” Non è da pazzi? È un eroe della mia infanzia e sa chi sono! Queste cose mi ispirano molto. Ci sono stati anche dei ragazzini che sono venuti da me a dirmi che volevano essere come Frances Tiafoe. È una cosa che mi stupisce ogni volta.

Ma è per questo che non si tratta solo di sistemare la famiglia per il resto della vita. E quei ragazzi? Voglio aiutarli a scrivere per bene le loro storie fin dall’inizio. Se ci sono bambini lì fuori che non pensano di poter realizzare i loro sogni, io voglio cambiare le cose. Credo per davvero che il successo sia in ognuno di noi. Voglio dipingere per loro un quadro che non pensavano fosse possibile. Voglio aiutarli a trasformarlo in realtà. Tu hai mostrato la strada a così tanti di noi e adesso voglio renderti onore aiutando questi ragazzi a capire che hanno solo bisogno di trovare la loro passione e diventarne pazzi e ossessionati. Io ho trovato la mia e posso vivere il mio sogno ogni giorno.

Ma la cosa più importante è che voglio che prima di tutto siano brave persone. Tu hai sempre trattato tutti con rispetto e voglio continuare a trasmetterlo alle future generazioni. Se per anni la gente continuerà a dire che Frances Tiafoe è stato prima di tutto una grande persona e poi un atleta, sarò davvero felice. Ovviamente, voglio che la gente mi ricordi anche come un grande tennista. Non voglio essere come uno di quei ragazzi, considerato solo un buon tennista e poi dimenticato. Voglio avere tutto il pacchetto, dentro e fuori dal campo. Ho avuto la fortuna che persone come te mostrassero come questo fosse possibile.

So di dover continuare a lavorare ogni giorno. Sono stato abbastanza fortunato da guadagnarmi da vivere. Adesso è il momento di avere una vita. Hai fatto molto più di quanto potevi per il mondo. Prometto che farò sempre la mia parte.

Con affetto, Frances


Traduzione a cura di Claudia Marchese

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