Musetti copia Sinner: i 'gemelli' del nostro Rinascimento (Scanagatta). Volandri: "Lorenzo il difenzore e Jannik il pistolero: Italia bella e vincente" (Cocchi). Musetti forza 9 (Crivelli). Musetti e l'Italia sono al top (Mastroluca). Gocce di talento (Bertellino). Il tennis azzurro mai così in alto. Nove giocatori fra i 100 più forti (Strumolo, Paglieri)

Rassegna stampa

Musetti copia Sinner: i ‘gemelli’ del nostro Rinascimento (Scanagatta). Volandri: “Lorenzo il difenzore e Jannik il pistolero: Italia bella e vincente” (Cocchi). Musetti forza 9 (Crivelli). Musetti e l’Italia sono al top (Mastroluca). Gocce di talento (Bertellino). Il tennis azzurro mai così in alto. Nove giocatori fra i 100 più forti (Strumolo, Paglieri)

La rassegna stampa del 20 marzo 2021

Pubblicato

il

Musetti copia Sinner: i ‘gemelli’ del nostro rinascimento (Ubaldo Scanagatta, Nazione-Carlino-Giorno Sport)

L’Italia non ha un solo diciannovenne, l’altoatesino Jannik Sinner della Val Pusteria, che fa predire ai grandi campioni della racchetta un futuro da top-ten. Ne ha un altro. Si chiama Lorenzo Musetti, toscano di Carrara. I 19 anni li ha compiuti il 3 marzo, ha 6 mesi meno di Sinner. Due gemelli diversi. Sinner appartiene al genere Djokovic, solido, possente, una macchina. Gioco a rete ancora da rivedere. Musetti è genere Gasquet, repertorio completo, fantasia, imprevedibilità, istinto, drop-shot, volee. Servizio e dritto però da migliorare. I due gemelli sono simili solo perché entrambi hanno meglio il rovescio. Jannik lo ha bimane. Lorenzo a una mano. Lo tira in tutti i modi, con un talento purissimo. Per via della manina fatata non assomiglia solo all’ex n.7 Atp francese Gasquet ma anche, se non pecco di blasfemia, al divin Roger Federer. […] Ha vinto 6 match di fila in Messico in un Atp 500, partendo dalle qualificazioni e battendo nel tabellone principale prima Schwartzman n.9 Atp, poi l’americano Tiafoe n.56 (ma 26 nel febbraio 2019), quindi 64 76(3) il bulgaro Dimitrov n.16 (ma ex n.3) al termine di un magnifico. Intorno alle 5 del mattino italiano Musetti avrà sfidato un altro top-player, il n.5 del mondo, il greco Tsitsipas, ma anche se avesse perso come da pronostico salirà a n.94 Atp – in caso contrario n.77 – e sarà quindi il primo 2002 ad arrampicarsi fra i primi 100 del mondo. Nove italiani top 100. Un record. Lunedì il ranking Atp vedeva Berrettini 10, Fognini 18, Sinner 32, Sonego 37, Travaglia 68, Caruso 84 Cecchinato 89, Seppi 96 e a ridosso Mager 101. Musetti era 120. Era così indietro pur avendo battuto 3 top 20 nel corso dei soli 4 tornei disputati nel circuito maggiore dell’atp – Wawrinka n.17 a Roma in autunno oltre ai due in Messico – perché a causa del Covid troppi tennisti hanno potuto congelare i punti Atp vinti nel 2019-2020. Per Musetti è finita l’epoca delle “quali” negli Slam. Ha un rendimento da top 40. E nella race Atp del solo 2021 è addirittura n.21. Il miglior italiano però è ancora Berrettini, 24 anni, bombardiere, servizio e dritto genere Roddick. E c’è pure “Polipo” Sonego, 25 anni, in ottavi al Roland Garros. Il Rinascimento del tennis italiano maschile, dopo quasi mezzo secolo di delusioni, è ben avviato. Su www.Ubitennis.com le interviste di Musetti e Sinner. I tornei di Dubai e Acapulco.

Volandri: “Lorenzo il difensore e Jannik il pistolero: Italia bella e vincente” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

[…] Filippo Volandri, subentrato a Corrado Barazzutti all’inizio dei 2021, ha gli occhi che brillano per tanta magnificenza. Soprattutto dopo l’esplosione di Sinner e Musetti. Capitano, anche lei arriva da notti insonni per Musetti? «Non dormo da una settimana. Sono entusiasta della crescita del ragazzo ha fatto un grande cambiamento, tanto lavoro sul gioco, e si vedono i risultati». Quando l’ha entusiasmata di più? «Il match con Tiafoe è stato quello che da tecnico mi ha dato i segnali più importanti. Perché era l’avversario più insidioso, e Lorenzo ha iniziato male. Però l’ha portata a casa pur non giocando bene e questo per un tennista è decisivo». ? E Sinner ha fatto un’altra ottima settimana. «Jannik è un patrimonio incredibile per il tennis italiano. Ora è cresciuto, ha più esperienza. È naturale che faccia un po’ più fatica perché non è più lo sconosciuto di turno. Molti giocatori stanno imparando a conoscerlo e si preparano meglio quando sanno di affrontarlo. E forse sente un po’ di più il dovere di vincere la pressione è naturale». Lorenzo e Jannik hanno stili completamente diversi. «Diversi nello stile, sicuramente, ma molto simili nell’approccio al tennis. Per entrambi è la priorità assoluta. Hanno scelto di fare questo lavoro con il massimo della convinzione e della passione. Poi in squadra di stili ne abbiamo almeno tre». ? Musetti, Sinner e…? «E Berrettini, che adesso è fuori per infortunio ed è pur sempre 10 al mondo. Lui è il giocatore moderno e potente, servizio e dritto. Poi c’è Lorenzo, che io chiamo “il Difensore, perché sta lì e si difende con pazienza per poi sferrare il colpo di grazia. E infine Jannik, “il Pistolero”, perché si piazza sulla linea di fondo e comincia a sparare le sue mine». Anche caratterialmente i due teenager sono diversi. «Sì. Lorenzo è abbastanza emotivo. Ma l’aspetto positivo è che pur soffrendo non molla, e resta lì. Jannik lo conosco meno, ma ha un atteggiamento più freddo, almeno in partita»

Musetti forza 9 (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Una settimana da Dio. Parole e musica di Lorenzo il Magnifico: «Fin qui, sono stati i sette giorni migliori della mia vita. Sono partito dalle qualificazioni con l’idea di guadagnare un po’ di punti e di esperienza, e invece ho ottenuto obiettivi che almeno per adesso mi sembravano piuttosto lontani». Ad Acapulco di feste e bellezza se ne intendono, e Musetti ha conquistato mille e mille cuori con il suo tennis spumeggiante e fantasioso, tanto che a inizio terzo set del quarto di finale contro Dimitrov l’arena si è buttata letteralmente ai suoi piedi con un tifo a senso unico. E lui l’ha ringraziata con la sesta partita vinta di fila, qualificazioni comprese, che gli è valsa il terzo successo contro un top 20 in appena 11 uscite Atp e soprattutto la prima semifinale in un 500, giocata nella notte contro Tsitsipas, uno dei suoi idoli di infanzia e compagno di qualche allenamento da Mouratoglou: «Sento che adoro vincere e che perdere non mi piace. Fin qui in tutti i match ho cercato di rimanere concentrato nei momenti difficili, è la chiave dei miglioramenti dell’ultimo mese». Gemelli diversi. Un percorso che lo sta mettendo in fretta al centro del villaggio tennistico, con migliaia di fan guadagnati alla causa social (soprattutto di sesso femminile: il ragazzo piace…), le televisioni messicane che lo cercano anche fuori dal campo e i nuovi soprannomi che fioccano, dal Mago all’Illusionista, anche se il più azzeccato al momento sembra quello attribuitogli da Brad Gilbert, leggendario coach di Agassi: «Muserati», la giusta crasi tra un’eccellenza italiana e un’altra che sta per diventarlo. Quel che più conta, però, è che Musetti in una settimana si è divertito a frantumare molti luoghi comuni tecnici che lo accompagnavano, peraltro con scarso fondamento: si diceva fosse soprattutto un giocatore da terra, e ha domato il veloce con la perizia di un veterano (e quando farà un passo verso la riga di fondo sarà ancor più efficace); lo si reputava gracile fisicamente, ed è uscito vincitore da tre battaglie durissime; lo si accusava di aver sofferto mentalmente l’approdo a una nuova dimensione, e si è messo in tasca un top ten (Schwartzman) e un ex signore delle Finals (Dimitrov), mostrando la qualità migliore per un tennista: il rifiuto della sconfitta. […]. Da lunedì, Lorenzo sarà numero 94 del mondo, diventando altresì il più giovane in top 100 (19 anni e 19 giorni) scalzando Sinner. Ebbene sì, l’Italia vanta in questo momento, nel gotha del ranking, i due giocatori con la data di nascita più alta (2002 e 2001). […] Miracolo tricolore Fin qui, si sono affrontati una sola volta: l’8 maggio 2019 sul Pietrangeli, per le prequalificazioni degli Internazionali (vinse Sinner). E nemmeno nei sogni più belli i presenti di allora avrebbero potuto immaginare che due anni dopo ce li saremmo ritrovati protagonisti del rinascimento italiano. Quello di Musetti è davvero un piccolo miracolo, sbocciato in un circolo sconosciuto, lo Junior San Benedetto di Ricco del Golfo (La Spezia): 3 campi, un baretto e gli spogliatoi. E in più la guida illuminata di un coach, Simone Tartarini, laureato in Economia e compagno di stanza di Lorenzo quando si allenavano a Tirrenia. Fino a quando il ragazzo non si metteva ad ascoltare la musica trap e lo costringeva giocoforza ad uscire. Pure così nascono i campioni. 

Musetti e l’Italia sono al top (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

L’elogio della leggerezza. Il tennis di Lorenzo Musetti è un raggio di luce, immateriale e di sostanza insieme. […] Musetti ad Acapulco è la faccia felice della grande Italia in America. A diciannove anni, ha centrato il risultato più prestigioso in carriera e l’ingresso fra i primi 100 del mondo. La prossima settimana, l’Italia avrà nove giocatori in top-100: un risultato mai ottenuto prima. II segno di una rinnovata passione per il tennis che unisce tutti e divide nel tifo. Musetti possiede un tratto diverso dagli altri, forte ed emotivo, ogni partita è una controllata guerra alla razionalità. «Sa fare tutto, ha un enorme talento» ha detto Jannik Sinner. E quel tutto si arricchisce ancora ad ogni esibizione. Ad Acapulco, il suo quarto torneo ATP ha centrato il risultato più prestigioso della sua carriera. Dopo le qualificazioni, si è preso la soddisfazione di centrare la prima vittoria contro un top10 nella prima sfida in carriera contro un avversario in questa élite. In tre set, ha dipinto contro il numero 9 del mondo Diego Schwartzman al primo turno un prologo di scintillante bellezza. Tutto fosforo e fantasia, pensiero veloce e volontà di precisione. Ha perfezionato anche i dettagli nei turni successivi, contro Frances Tiafoe e l’ex top-5 bulgaro Grigor Dimitrov, avversari che come lui utilizzano tutto il campo, e puntano sull’eleganza, non tanto e non solo sulla forza. «Sento che questa settimana posso fare tutto – ha detto Musetti – Adoro vincere e non sopporto perdere. La chiave sta tutta nella capacità di rimanere concentrato». Ha commentato così quella che ha definito «la settimana più bella della vita». Un rollercoaster di colpi vincenti, rovesci a una mano sulla riga, passanti millimetrici e palle corte. Un repertorio neoclassico per un diciannovenne con le idee chiare e la mano salda, con tutto quel che serve per esaltare un gioco così ambizioso e complesso, facendolo sembrare anche facile. Merito del coach Simone Tartarini, per cui Lorenzo è un terzo figlio: sono andati anche ad abitare insieme a Montecarlo. Tartarini è il primo che Musetti abbraccia dopo le vittorie, è il primo che ne gioisce. Nel suo angolo, gioca una partita nella partita e quasi si stanca più di Musetti. Il teenager azzurro si è già guadagnato il soprannome di “Museratti”, gioco di parole con la Maserati, ideato dall’ex coach di Andre Agassi, Brad Gilbert, famoso per i nickname ai giocatori di maggiore appeal del circuito. Ha conquistato tutti, con la racchetta genera un’onda di emozioni. L’ha sintetizzata anche nel tatuaggio sul braccio sinistro: la racchetta come origine e destinazione della linea di un elettrocardiogramma. Una fuoriserie lanciata verso il cielo, e ancora più su

Gocce di talento (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Sei partite vinte, tre in qualificazione e tre in tabellone, per centrare la semifinale nell’ATP 500 di Acapulco, la prima di carriera a livello così alto. Sono queste le imprese che hanno regalato a Lorenzo Musetti, 19 anni da due settimane, la prima top 100 (nel best ranking live è n° 93) e la concretizzazione del principale obiettivo di stagione. […] E’ cresciuto come un talento predestinato, seguito da coach Simone Tartarini, ma ha sempre lavorato molto e continua a farlo, per affinare ciò che la natura gli ha dato, ovvero un grande talento. Ama il tennis che considera la sua vita tanto da essersi fatto tatuare su un braccio un battito cardiaco insieme ad una racchetta. Più il livello si alza e più riesce a dare il meglio. Già n° 1 del mondo under 18 e campione agli Australian Open juniores poco più che sedicenne, Lorenzo è solo al suo quarto torneo nel circuito maggiore. Il primo lo ha giocato lo scorso anno a Dubai, sul cemento, qualificandosi e perdendo nel turno iniziale di tabellone contro Rublev, senza sfigurare. PRIMO BAGNO Lo scorso settembre il primo grande “bagno” di popolarità in un Masters 1000 di Roma pur senza pubblico. Era partito dalle qualificazioni ed aveva raggiunto gli ottavi battendo tra gli altri Wawrinka e Nishikori, prima di cedere alla fatica e al tedesco Koepfer. Poi la prima semifinale ATP, conquistata nel Sardegna Open a Santa Margherita di Pula, costretto al ritiro in semifinale contro il serbo Djere per un problema al braccio. Ad Acapulco ha superato in tabellone principale il n°9 del mondo (primo top ten fatto cadere in carriera) Diego Schwartzman, al termine di un gran match. Si è ripetuto il giorno dopo contro l’americano Frances Tiafoe, al tie-break del terzo set. Ed ancora nei quarti contro un ex vincitore della ATP Finals, Grigor Dimitrov, dando saggio dei colpi di cui dispone. E’ ambizioso e consapevole della propria forza, Lorenzo, una sorte di Tomba prima maniera che naturalmente sa esaltare le folle, come sta accadendo in Messico. E’ Simone Tartarini a spiegarne gli ultimi progressi: «Negli ultimi mesi, preparando la stagione, abbiamo lavorato molto nel potenziamento della parte muscolare, sopra e sotto, ed in questo è stato molto bravo il preparatore Petrignani». Dopo la partita vinta con Dimitrov, nella conferenza stampa dell’ 1.30 di notte ora locale, il carrarino ha spiegato di essere stanco ma soddisfatto: «Questa settimana sento benissimo la palla e mi sembra di poter fare qualsiasi cosa Non è detto che sia finita qui». La prima grande soddisfazione da professionista, dopo essere stato sempre in vetta a tutte le categorie giovanili, è arrivata lo scorso anno a Forlì, con il successo nel Challenger. Poi altre finali nella stessa categoria, anche quest’anno, ma è l’atmosfera dei grandi eventi che lo esalta e questo lo colloca “in nuce” tra i potenziali big di un sempre più prossimo domani. L’Italia del tennis, con lui e con Sinner, ha un futuro assicurato.

Il tennis azzurro mai così in alto. Nove giocatori fra i 100 più forti (Federico Strumolo, Libero)

Mentre il calcio italiano si interroga sui motivi di una crisi di risultati a livello continentale, c’è un altro movimento nostrano, quello del tennis, che sta vivendo un periodo radioso. Da lunedì, saranno ben nove i rappresentanti italiani tra i primi cento della classifica Atp: un obiettivo mai raggiunto prima (il vecchio primato azzurro, di otto, era stato stabilito il 6 ottobre 2019). Sono, in ordine di classifica, Matteo Berrettini (10), Fabio Fognini (18), Jannik Sinner (30), Lorenzo Sonego (33), Stefano Travaglia (70), Salvatore Caruso (85), Marco Cecchinato (90), Lorenzo Musetti (94) e Andreas Seppi (97). Un numero, tra l’altro, che potrebbe (senza voler gufare) presto salire a dieci, considerando che Gianluca Mager lunedì si troverà al numero 102. Solo Spagna, Francia (entrambe con 11) e Stati Uniti (10) fanno meglio di noi. […]. Il più anziano è il 37enne Seppi, poi si va dall’esperto 33enne Fognini, al maturo – seppur ancora giovane – 24nne Berrettini, per finire con gli straordinari cuccioli del nostro tennis: i 19enni Sinner e Musetti. Un ventaglio di giocatori, per di più, che offre opzioni su tutte le superfici. Gli italiani, infatti, non sono più i famosi specialisti della terra come un tempo. Ma ai terraioli – il miglior esponente attualmente è sicuramente Fognini (capace anche di vincere un Master 1000, a Monte Carlo nel 2019) – si sono aggiunti tennisti come Berrettini e Sinner, che si sposano perfettamente con i campi più veloci, che siano in erba o cemento. Ne è un esempio la straordinaria semifinale raggiunta allo Us Open da Berrettini nel 2019, ma anche le vittorie di Sinner sul cemento nei 250 di Sofia 2020 (sua prima vittoria in un torneo Atp) e Melbourne 2021 (per di più in finale con un altro italiano, il 29enne Travaglia) o quella del venticinquenne Sonego sull’erba del 250 di Antalya nel 2019. SEMIFINALE AD ACAPULCO È chiaro, poi, che lo straordinario stato di salute dei nostri tennisti, oltre a farci ben sperare per i prossimi tornei – cominciando dal primo Master 1000 della stagione di settimana prossima a Miami (in programma dal 24/3 al 4/4: direttamente in tabellone Berrettini, Fognini, Sinner, Sonego, Travaglia e Caruso) – non possa che farci guardare con estremo ottimismo al futuro dell’Italia che, tra Coppa Davis ed Atp Cup, proverà a togliersi più di qualche soddisfazione. La finale raggiunta, ma persa con la Russia (2-0, per mano dei fortissimi Medvedev, numero due del mondo, e Rublev, numero otto), nell’Atp Cup disputata a febbraio dalla squadra composta da Berrettini, Fognini, Bolelli e Vavassori, rappresenta un primo assaggio di quello che vedremo nei prossimi anni (magari già cominciando dalle Olimpiadi di Tokyo in estate). Ma facendo una panoramica della situazione del nostro tennis è impossibile non ritagliare un po’ di spazio per i già citati Sinner (nato nel 2001) e Musetti (2002). Proprio in questa settimana hanno dato l’ennesima prova delle loro immense potenzialità. Jannik battendo nell’Atp 500 di Dubai il numero 11 del mondo Roberto Bautista Agut, per poi arrendersi solo ai quarti di finale contro il tremendo russo Karatsev (uno che sul cemento, se in giornata, può diventare ingiocabile, come testimoniato dalla recente semifinale all’Australian Open); Lorenzo ad Acapulco prima sconfiggendo nei sedicesimi di finale il numero 9 del ranking Diego Schwartzman, poi nei quarti il numero 16 Grigor Dimitrov (che nel 2017 è stato addirittura tre del mondo), per regalarsi una straordinaria semifinale (giocata questa mattina alle 5) contro Stefanos Tsitsipas. Quel greco attuale numero 5 del mondo ed esponente di punta della famosa NextGen (di cui fa parte anche Berrettini) che promette – per adesso non con grandissimi risultati – di spodestare dal trono del tennis le tre leggende Federer, Djokovic e Nadal. Un gruppetto esclusivo di cui, nel giro di poco tempo, faranno parte anche Sinner e Musetti

Musetti irrompe nei top100: “Una settimana perfetta, la mia forza è nella testa” (Claudio Paglieri, Il secolo XIX)

«È la migliore settimana della mia vita, tutto qui. In questa settimana sento di poter fare qualunque cosa. E non voglio perdere». Lorenzo Musetti è esausto e quasi incredulo, dopo avere battuto Grigor Dimitrov nei quarti di finale ad Acapulco. Un torneo importante, un Atp 500 con oltre un milione di dollari di montepremi, dove Musetti era andato «per giocare le qualificazioni e arrivare nel main draw». E invece, grazie a sei vittorie in fila, questa mattina all’alba il ragazzo di Carrara cresciuto sui campi del Park Genova affrontava in semifinale il numero 5 del mondo, il greco Stefanos Tsitsipas. […] Con Dimitrov, Musetti ha sofferto su ogni punto, «lui è un lottatore, è stato un match anche fisico», ha avuto quattro match point sul 5-4 del secondo set e uno sul 6-5, non si è scomposto dopo avere mancato tante occasioni e ha giocato un tie break perfetto, con l’ultimo punto in cui ha recuperato un lob del bulgaro sulla riga e trasformato uno smash subìto in un contrattacco vincente. Mandando il pubblico in visibilio. «Il tennis è uno sport mentale – la riflessione di Musetti alla fine – e la chiave è restare concentrato. Io sono rimasto nel match. Ho giocato la migliore partita della mia vita». Dopo avere battuto un top ten come Schwartzman, superato nella prova del nove Tiafoe, e affossato anche Dimitrov 6-47-6 (3), ora gli tocca l’Apollo greco destinato al numero uno del mondo. «Devo ancora parlarne col mio coach (Simone Tartarini, ndr). Ma io non avrò niente da perdere, la pressione sarà sudi lui. Farò il mio meglio e vediamo cosa succederà». L’obiettivo di Musetti era entrare appena possibile nei primi 100. Ci riuscirà lunedì, a 19 anni appena compiuti e con solo 4 tornei Atp giocati, ed è un gradino fondamentale perché le classifiche e i tabelloni del tennis sono costruite per favorire i più forti; tanto più adesso che il Covid ha portato a congelare i risultati degli ultimi due anni, permettendo per esempio a Federer di rimanere numero 6 pur non giocando per un anno; cosa che ha infastidito molti giocatori a cominciare dal tedesco Alex Zverev, protagonista oggi dell’altra semifinale col connazionale Koepfer. «Entrare nei 100 in queste condizioni era difficile – ammette Musetti – ora però si apriranno le porte degli Slam e di tanti tornei, potrò fare più punti». Un ragazzo alla mano, simpatico, che alla domanda se segue rituali particolari ha spiegato che insomma, ad Acapulco ha fatto la doccia sempre nello stesso box ma niente di più, «il tennis è già abbastanza complicato così, seguire dei rituali diventerebbe un altro lavoro». Per l’Italia un’altra bellissima notizia: con il top ten Berrettini, l’esperienza di Fognini, la prepotente ascesa di Sinner e l’arrivo prima del previsto tra i grandi di Musetti, può tornare a essere competitiva ai massimi livelli negli Slam e in Coppa Davis. Tra l’altro due giocatori dallo stile così diverso come Musetti e Sinner potrebbero davvero alimentare un confronto di stili, carattere e risultati (alla Panatta e Barazzutti, per intenderci) che farebbe molto bene sia a loro sia al tennis.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement