Sinner non si accontenta dei quarti: "Il mio obiettivo è andare più lontano"

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Sinner non si accontenta dei quarti: “Il mio obiettivo è andare più lontano”

“Bublik lo conosco poco, anche se ci hi giocato la scorsa settimana. C’è un motivo se è ai quarti” dice Jannik Sinner. Che poi difende il dessert serale: “Non è che se lo mangio poi il giorno dopo perdo!”

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Jannik Sinner - Miami Open 2021 (foto Twitter @ATPTour)
 

Non lo so se ho fatto tutto giusto, sicuramente ci sono cose che anche oggi potevo fare meglio“. Ormai lo ripete come un mantra Jannik Sinner, anche quando oggettivamente non c’era molto di più che si potesse fare – a parte forse limitare gli errori (23), che contro Ruusuvuori sono stati più dei vincenti (20). Ma la vittoria è arrivata ugualmente senza troppi problemi. E la cosa non fa quasi più notizia. “La partita non era così semplice come sembrava: lui è forte, giovane, ha fatto un bel torneo e ha battuto anche Zverev. Magari oggi era un po’ più stanco e ho sfruttato questa cosa. Ho servito un po’ meglio e ho spinto di più perché sapevo che lui poteva essere pericoloso. Ho cercato di andare a rete qualche volta in più, so che lui è molto aggressivo e ho cercato di togliergli il tempo“.

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A proposito di tempo, Jannik non sembra avere molte pretese per quello libero tra un match e l’altro. “Quando sono in hotel, per il 90% del tempo guardo tennis. Come ho già detto, mi piace vedere tennis, mi piace giocare; passo così le mie giornate. Se sono molto stanco vado a dormire, oppure ogni tanto guardo qualche serie TV. Alla fine una giornata passa molto velocemente, quindi stare in bolla o meno mi cambia poco; se non ci fosse, forse farei le stesse cose!“.

Jannik torna poi sul match, vinto contro un avversario che conosce bene. “Io ed Emil ci siamo allenati diverse volte, lui è un bravo ragazzo e lo conosco bene – anche come tennista. Ma io dico sempre che allenamento e partita sono due cose totalmente diverse perché magari uno dei due cambia un po’ il gioco e ci sono altre pressioni. Anche l’atteggiamento è un po’ diverso; in allenamento provi a imparare cose nuove, in partita provi a vincere“. E subito passa al prossimo, fissato per mercoledì sera alle 21 (ora italiana) che può portarlo in semifinale: “Con Bublik ho giocato la scorsa settimana. Non lo conosco benissimo, sicuramente sarà una partita molto difficile – anche perché se un giocatore arriva ai quarti c’è un motivo. Non è così semplice arrivarci, ma il mio obiettivo è andare più lontano. Non mi rilasso. Certo, questo è un torneo un po’ più importante degli altri, ma io mi concentro su quello che devo fare“.

Cosa, nello specifico, a parte vincere partite su partite, è un segreto che il 19enne non vuole condividere. “Quello che ci siamo detti io e Riccardo dopo la partita con Khachanov? Non lo dico, resta tra noi!” pronuncia col sorriso. E con un pizzico di sorriso in meno ripete che la classifica gli interessa poco (nel frattempo la top 30 è praticamente cosa fatta), che se i cambiamenti ci sono stati valgono per tutti e alla fine quello che conta è andare in campo e migliorarsi partita dopo partita. Sembra tutto un po’ scontato, quasi noioso, ma è anche tremendamente vero. Sarà per questo che vincere gli riesce così facile.

In chiusura di conferenza, però, Jannik ammette un peccato di gola. “In off-season ho iniziato a lavorare con un nutrizionista. A volte c’è da cambiare qualcosina, soprattutto quando fa molto caldo mangiare nel modo corretto può aiutare; se mangi sano, poi vinci!” dice inizialmente in risposta a una domanda in inglese, ma corregge presto il giro. “Scherzi a parte, non è certo quello il motivo, ma fa parte di un processo. C’è qualche giocatore che mangia sano, qualcuno che non lo fa, per me non è così importante. Proteine, carboidrati, cerco di fare le cose semplici; non è che se mangio un dessert la sera, poi il giorno dopo perdo la partita!. E fa capire che il dessert serale, almeno quello, non glielo devono toccare. Tanto il modo di vincere lo trova lo stesso.

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