Sinner e Berrettini, due semifinali che brillano d'azzurro. Paire sbotta, niente giochi: tutto cominciò con McEnroe (Scanagatta). Sinner rosso vivo. Riecco Berrettini: "Le rivalità tra noi italiani fanno bene a tutti" (Crivelli). "Ice" Sinner. Esame di greco. Riecco Berrettini che non molla mai: nel mirino "vede" Djokovic (Mastroluca)

Rassegna stampa

Sinner e Berrettini, due semifinali che brillano d’azzurro. Paire sbotta, niente giochi: tutto cominciò con McEnroe (Scanagatta). Sinner rosso vivo. Riecco Berrettini: “Le rivalità tra noi italiani fanno bene a tutti” (Crivelli). “Ice” Sinner. Esame di greco. Riecco Berrettini che non molla mai: nel mirino “vede” Djokovic (Mastroluca)

La rassegna stampa del 24 aprile 2021

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Sinner e Berrettini, due semifinali che brillano d’azzurro (Ubaldo Scanagatta, Nazione-Carlino-Giorno Sport)

[…] Fino a un paio d’anni fa i tennisti italiani uscivano dai tornei più importanti fra il martedì e il mercoledì. Ora arrivano regolarmente in fondo ai weekend. Oggi Jannik Sinner gioca una semifinale a Barcellona, torneo Atp 500, contro il greco Tsitsipas, n.5 del mondo reduce dal trionfo di Montecarlo, mentre Matteo Berrettini è impegnato in un’altra semifinale a Belgrado, casa Djokovic – il fratello di Novak è il direttore del torneo – contro il giapponese Daniel Taro. I nostri ormai non hanno paura di affrontare e battere i migliori, come è accaduto ieri a Jannik Sinner, il nostro ragazzo prodigio che ha sconfitto in Andrey Rublev, il quarto top-ten della sua giovane carriera di diciannovenne. Più giovane semifinalista a Barcellona dai tempi di Nadal 2005. 62 76 (e 8-6 nel tiebreak) un punteggio che avrebbe potuto essere più netto se nel derby fra “Pel di Carota” il “rosso” della Val Pusteria contro il “rosso” di Mosca più anziano di 4 anni, Jannik dopo aver dominato il primo set non avesse accusato rari momenti di insicurezza nel secondo. Avanti di un break, ha perso l’unico servizio sul 4-3 e poi quando si è ritrovato al tiebreak è stato avanti 4-1 con due minibreak ma si è fatto superare con un paio di errori non da lui. Ma sul 6-5 e setpoint per Rublev, tennista fra i più in forma, n.7 Atp, finalista a Montecarlo dopo aver battuto Nadal, Sinner non ha tremato, ha tirato due missili e ha pensato bene di chiudere con un ace sul matchpoint. Con Tsitsipas ci sono due precedenti, entrambi a Roma e stanno 1 a 1. II greco vinse nel 2019, l’azzurro a ottobre scorso. Ma entrambi hanno fatto grandi progressi. Nel 2021 Rublev ha vinto più partite di tutti, 26. Secondo Tsitsipas 24, terzo Sinner 17. Jannik è già virtualmente n.18 ATP, già il best ranking di Camporese e Gaudenzi. Di livello inferiore il torneo di Belgrado, un 250 Atp. Tuttavia per Berrettini, fermato per 2 mesi da uno stiramento e battuto al primo turno a Montecarlo, era un bel test il serbo Krajinovic. Lo ha regolato con un duplice 64 senza perdere mai il servizio anche se ha salvato 6 pallebreak. II romano n.10 Atp è favorito con il “giap” Taro DanieI…“però la sola volta che vi ho giocato ci ho perso”. Su www.ubitennis.com le dichiarazioni di Sinner (e su lui di Djokovic, Nadal e Tsitsipas suo avversario odierno) e di Berrettini sulle chance per 2 italiani nelle finali Atp di Torino

Paire sbotta, niente giochi: tutto cominciò con McEnroe (Ubaldo Scanagatta, Nazione-Carlino-Giorno Sport)

John McEnroe ha fatto proseliti. Non so se ne sia fiero però. Un bel branco di maleducati, siamo onesti, Benoit Paire, Nick Kyrgios, Fabio Fognini, cioè i bad boys del terzo millennio. […] Quanto di più avrebbero potuto vincere? Ricordo bene McEnroe il SuperBrat (il SuperMoccioso per la stampa Brit) quando fu squalificato il 21 gennaio 1990 nel quarto set contro lo svedese Pernfors. Era il mio primo Australian Open. John era già stato ammonito due volte e non sapeva che era stata cambiata la regola secondo cui fino all’89 si veniva squalificati solo alla quarta infrazione (warning, penalty point, penalty game, squalifica). Niente più penalty game. Il terzo richiamo gli fu fatale. «Mi scappò solo una parolina di quattro lettere, la F all’inizio e la K alla fine! – ebbe a dirmi – sta a vedere che ora mi tocca leggere perfino i regolamenti!». Se Mac non avesse avuto tanti precedenti, non avesse insultato arbitri e giudici, e perfino l’Occhio Elettronico «Quella macchinetta ce l’ha con me!», chissà, magari l’avrebbe sfangata. «Mi è andata bene, io sono stato squalificato una volta sola!», ci scherza l’amico John che una volta scorrazzai per il centro di Firenze sulla mia vecchia Honda Four K. Altri, come Fabio Fognini, invece, di squalifiche ne ha già beccate due. L’ultima l’altro giorno a Barcellona contro lo spagnolo Zapata Miralles dove, anche se lui lo nega (ma non senza aggiungere «Altre volte ne ho dette di peggio») pare abbia insultato la mamma del giudice di linea che gli ha chiamato due volte un fallo di piede. Perché mai quel giudice avrebbe dovuto inventarselo e chiamare l’arbitro e il supervisor? La prima all’Us Open del 2017. Gridò a una giudice di linea una parolaccia inqualificabile, sessista. Fabio perse con Travaglia e non lo fecero più scendere in campo nel doppio. A Wimbledon, quando si fece scappare un «maledetti inglesi, potesse scoppiare una bomba su questi prati» rimediò solo una bella multa. Anche Nick Kyrgios ne ha combinate spesso di tutti i colori. Ha rovesciato sedie in mezzo al campo sul campo, ha gridato al suo avversario Wawrinka «Il mio amico Kokkinakis è andato con la tua ragazza!». Un vero gentiluomo. «Non sarò mai come Roger Federer. Lo sport ha bisogno di me, Kyrgios, Fognini, tennisti che fanno vedere qualcosa di diverso e rifiutano l’ipocrisia, che dicono quel che pensano. Preferisco essere come sono che stare nella top-10 e non aver mai una discussione!». Così parlò, giorni fa a Buenos Aires dopo aver insultato l’arbitro, sputato sul campo, concluso il match facendo apposta una serie di doppi falli per poi andarsene in discoteca, il barbuto francese di Avignone Benoit Paire, 31 anni, best ranking n.18, 8 milioni e mezzo di dollari, sceso ora a n.35 per aver collezionato 9 sconfitte in 10 incontri nel 2021 e chiaramente infischiandosene. Forse a causa di una storia d’amore finita male. A Montecarlo Paire aveva di nuovo sbroccato: «Senza pubblico mi deprime giocare in questi cimiteri! Ok, mi prendo questi 12,000 euro del primo turno e me ne torno in albergo». Ma la goccia ha fatto traboccare il vaso. Ieri la Federtennis francese ha preso la decisione di scartarlo dal quartetto francese che dovrebbe andare alle Olimpiadi di Tokyo. Paire era stato richiamato all’ordine una prima volta. La sua risposta? Un dito medio.

Sinner rosso vivo (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

[…] Non serve peraltro la filosofia a confortare l’innata propensione di Sinner a elevare il corpo e la mente tennistici nei momenti chiave di un match. Perché sorprendersi, dunque, se a Barcellona Jannik inchioda il russo Rublev, fresco finalista di Montecarlo, trionfatore in quattro degli ultimi cinque tornei Atp 500 (la stessa categoria dell’evento catalano) e recordman di partite vinte in stagione con 26, togliendosi dall’impaccio di un terzo set che sarebbe stato pericolosissimo con la consueta, superiore adattabilità ai punti decisivi. Semmai, resta da applaudire la quasi completata immersione nella terra rossa, la superficie forse meno congeniale ma che l’allievo di Piatti sta imparando a domare con la perizia del veterano: l’esame odierno di greco contro Tsitsipas contribuirà a fornire nuove indicazioni sul percorso. Intanto, Sinner raggiunge la prima semifinale di sempre sulla polvere di mattone, la sesta in totale, e si annette il quarto top ten in carriera dopo Goffin, appunto Tsitsipas e Zverev. […] Solo esperienza Eppure se nel primo parziale il numero sette del mondo si vede oscurati gli orizzonti fino a non toccare palla è per la qualità del gioco del rosso della Val Pusteria, ancorato a una risposta che annienta il servizio del russo e dominatore sulla diagonale di rovescio. E quando il moscovita, d’orgoglio, si rimette in carreggiata nel secondo set, Jannik rimane lì, attaccato con i nervi saldissimi a una sfida che si è surriscaldata, resettando mentalmente il break di vantaggio sciupato, le tre palle per il 6-5 e servizio e la rimonta da 4-1 nel tie break, fino al set point per il rivale sul 6-5. Annullato, manco a dirlo, con un dritto all’incrocio, prima di garantirsi la vittoria con un gratuito di Andrey e il quarto ace dell’incontro. È il 12′ tie break conquistato su 14 nel 2021, a proposito di solidità: «Rublev ha già giocato moltissimi incontri quest’anno e forse era un po’ stanco, io ho cercato di fare il mio gioco. Non è stato facile chiuderla alla fine, ma sono rimasto li e ora sono molto contento. Ovviamente è per incontri come questo che ti alleni. Specialmente quando giochi turni importanti, essenziali per me per acquisire esperienza, che è il vero obiettivo». Intanto il successo lo spinge al numero 18 del ranking, eguagliando Gaudenzi e Seppi, che può diventare 16 con la finale e 14 con il trionfo. Il consigliere speciale Ma senza paterni: «La classifica al momento è solo un numero, è importante ma c’è anche tanto altro. A 19 anni sono molto più focalizzato sul percorso di miglioramento, insieme al mio team. Ad oggi l’aspetto fondamentale, che più mi interessa, è capire come uscire dalle situazioni difficili e migliorare sempre. Ovviamente mi fa piacere essere top 20, ma la strada è lunga e devo ancora migliorare molto sia tecnicamente sia fisicamente». Nel progetto delle 150 partite con cui metabolizzare i progressi, la tappa di oggi con Tsitsipas ha la valenza di un crash test. Non ingannino i due precedenti, entrambi a Roma, nel 2019 con vittoria greca e l’anno scorso con l’apoteosi azzurra: nel primo Sinner era poco più di un bambino, nel secondo Tsitsipas non si era ancora ambientato dopo il lockdown. La realtà è che Stefanos è il giocatore più caldo del momento, principe di Montecarlo in striscia positiva da 8 partite e un parziale di 14 set a zero. L’Apollo ateniese sta sublimando al meglio le qualità di potenza e fluidità che possono mandare fuori giri il nostro eroe, ancora poco a suo agio contro giocatori che gli sottraggono il comando dello scambio. Ma non sarà una partita a modificare giudizi e sensazioni, anche se Jannik prima di Barcellona si è affidato ai consigli del più forte di tutti: «Grazie a Riccardo Piatti che conosce molto bene Djokovic (lo ha allenato per qualche mese quando aveva 16 anni, ndr) e il suo team, gli abbiamo chiesto dei pareri. Novak è stato gentile a darci il suo punto di vista e a dirci come poter migliorare. Lo ringrazio dei suggerimenti che abbiamo seguito e dal quale abbiamo preso spunto per iniziare subito a lavorare. Quali sono? Beh quello che mi ha detto non lo dico, lo tengo per me». Segreti di campioni.

Riecco Berrettini: “La rivalità tra noi italiani fa bene a tutti” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Segnali di Berrettini. Finalmente lasciato alle spalle il lungo e fastidioso infortunio agli addominali che gli ha avvelenato l’avvio di stagione, Matteo a Belgrado ritrova le giuste sensazioni e la fluidità del braccio per garantirsi la prima semifinale da Vienna 2019, quando viveva dentro una bolla magica che l’avrebbe portato dritto alle Finals di Londra. E visto che da quest’anno si spostano a Torino, il Berretto ritrovato non si pone limiti, magari cominciando da una sfida affascinante con Djokovic in finale, se il padrone di casa supererà l’ostacolo Karatsev e lui non si farà abbindolare da Taro Daniel. Onda azzurra […] Dopo la prestazione chirurgica con Krajinovic, domato con un break per set e senza mai perdere il servizio, l’allievo di coach Santopadre oggi entra in campo da favorito, come rivela a un sito specializzato: «Penso di aver giocato una partita davvero solida, le mie armi hanno funzionato molto bene sin dall’inizio. Sono davvero felice di essere in semifinale, non è mai facile quando torni da un infortunio. Ho giocato bene; fisicamente mi sento bene, che era la cosa più importante per me, soprattutto nell’ultimo mese. Sto raggiungendo la mia forma migliore, questo è l’obiettivo». Intanto, l’onda azzurra continua a macinare risultati al top: «Sono contento per Jannik, ci siamo allenati molto insieme la scorsa settimana a Montecarlo, dopo le nostre sconfitte. Allenamenti di alto livello, quindi mi aspettavo la sua vittoria contro Rublev. Jannik ha le armi per battere chiunque, in questo momento. Complimenti a lui. Adesso sicuramente ci sentiremo. Credo che questo fermento faccia bene a tutti: a me, a lui, a voi che guardate e ai ragazzi che ci guardano e iniziano a giocare. Ripeto, è una cosa positiva: lui è un bravissimo ragazzo, si impegna molto, ha tanta voglia e gli auguro il meglio. Io cercherò di fare il meglio per me stesso, non meglio di lui o di qualcun altro. Io gioco Sono contento, credo che la rivalità sportiva sia la cosa più sana e bella che ci possa essere. Due italiani qualificati per le Finals? perché no». Fognini si oppone Intanto con un post sui social Fabio Fognini annuncia che si opporrà alla squalifica patita a Barcellona dopo le presunte parolacce a un giudice di linea: «In campo non ho potuto fare altro che accettare la decisione presa dal supervisor del torneo ma tengo a precisare che quanto deciso è scorretto e penalizzante. Il report del supervisor è incompleto e non corrisponde alla realtà». Il ricorso, che ovviamente non può modificare il risultato del campo, è soprattutto finalizzato a ridurre la sanzione economica che ha accompagnato la squalifica e di cuí non è stato reso noto l’ammontare.

“Ice” Sinner, esame di greco (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

I vincenti nello sport si riconoscono subito. Vogliono il pallone dell’ultimo tiro, spingono per calciare l’ultimo rigore, vivono per essere al centro della scena quando si fa la storia. Jannik Sinner è così. Oggi, alle 13.30 (diretta Supertennis e Sky Sport), avrà modo di dimostrarlo ancora contro il campione di Montecarlo, Stefanos Thitsipas. Il greco, numero 5 del ranking Atp è oggi in testa alla Race to Turin, la dassifica che considera solo i risultati dell’anno in corso: in questa graduatoria l’azzurro è numero 7. Se il circuito terminasse questa settimana, l’altoatesino sarebbe qualificato per le Nitto ATP Finals di Torino. […] TSITSIPAS IN SEMIFINALE. Titsipas, che ha completato l’ottava vittoria di fila battendo 6-3 6-3 il canadese Felix Auger Aliassime, rappresenta un nuovo prototipo di giocatore da terra battuta. Morfologicamente impeccabile come atleta, è in grado di esprimere elasticità e forza, di essere agile in difesa, veloce e potente in attacco. Una tipologia di avversario che Sinner oggi soffre più dei colpitori solidi o veloci ma schematici. Con loro può reggere il ritmo, non perdere campo e giocare alle sue condizioni. È esattamente quello che è successo nel quarto di finale contro Andrey Rublev, numero 7 del mondo, ed è più di un manifesto. Grazie al 6-2 7-6(6) contro il giocatore che ha portato a casa più match nel circuito ATP dallo scorso agosto, Sinner ha fornito la prova di avere la stoffa dei vincenti. RUBLEV KO. Con un’autorevolezza che può nascere solo da una convinzione speciale, nel primo set ha ammansito un avversario capace solo una settimana fa di mettere ko a suon di bordate e vincenti fulminanti Rafa Nadal. Nel secondo, ha mostrato perché quando si parla di lui si immaginano magnifiche e progressive sorti. Ha subito il break quando ha servito sul 4-3, sul 5-5 ha mancato tre chance di break di fila, nel tie-break è andato avanti 41 ma si è ritrovato sotto 5-6. Solo che i ricordi negativi non abbattono Sinner Da quel momento, con un set-point da salvare, ha giocato tre punti semplicemente perfetti. Ha festeggiato così la quarta vittoria in carriera contro un Top 10, che gli vale la sesta semifinale in un torneo ATP «Sto cercando di diventare migliore ogni giorno», ha detto Sinner, primo italiano in semifinale nella storia del torneo di Barcellona dai tempi di Andrea Gaudenzi, 23 anni fa. «Rublev ha giocato molte partite quest’anno, io ho cercato di fare il mio tennis. Non è stato facile chiudere l’incontro, ma sono davvero molto felice di come è andata. Guadagno esperienza ad ogni torneo». Guadagna anche posizioni in classifica. Oggi sarebbe numero 18 nel ranking, e potrebbe salire alla 16.esima posizione arrivando in finale e al numero 14 vincendo il titolo. Grazie all’affermazione su Rublev, Sinner è diventato anche il più giovane semifinalista a Barcellona dai tempi di Rafa Nadal nel 2005. AMPI MARGINI. Ad una sfida contro il maiorchino, potenziale avversario in finale, punta Sinner; che di fronte ad ogni ostacolo intravede un’occasione in più per migliorare e avvicinare la soddisfazione delle ambizioni. La gioventù gli lascia ampi margini di miglioramento, che ingolosiscono ancora di più i tifosi, bisognosi di nuovi eroi sportivi. La resa ancora non ottimale con il servizio, in termini di percentuali di prime in campo e di punti ottenuti, la stabilità nell’impatto dal lato del dritto, il fisico ancora da formare, spingono ancora più in là il confine delle possibilità. Tracciano una strada da sogno per volare in alto, senza limiti e confini

Riecco il Berrettini che non molla mai: nel mirino “vede” Djokovic (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

Matteo Berrettini aspettava la prima semifinale dall’ATP 500 di Vienna del 2019, preludio alla sua prima qualificazione alle Nitto ATP Finals. L’attesa è finita a Belgrado, il suo secondo torneo dopo l’infortunio agli addominali che l’ha costretto al ritiro prima degli ottavi all’Australian Open. Il numero 1 azzurro ha battuto Filip Krajinovic per 6-4 6-4 senza mai perdere il servizio e oggi sfiderà il giapponese Taro Daniel (secondo match dalle 17, diretta Supertennis). «Cercherò una rivincita», ha spiegato in conferenza stampa via Zoom, ricordando la sua sconfitta nell’unico confronto diretto, a Istanbul nel 2018. ACE FINALE. Ieri ha iniziato con un break nel primo game che ha difeso fino alla fine del primo set. Nel secondo, ha firmato l’allungo sul 4-3 e salvato tre palle-break nell’ultimo gioco. Ha chiuso con stile, un ace sul match-point. Dopo la partita, si è mostrato soddisfatto per il suo tennis aggressivo. «Ho lavorato molto con il mio coach (Vincenzo Santopadre, ndr) per migliorare diversi aspetti del mio gioco. In allenamento, cerchiamo di mantenere la stessa intensità che c’è in partita, perché ho bisogno di essere sempre concentrato, punto dopo punto», ha detto. […] «Penso che tornerò presto alla mia forma ottimale», ha aggiunto Berrettini, che ha rinforzato un suo particolare primato: è infatti il giocatore che in percentuale ha salvato più palle-break in stagione nel circuito ATP. Da Belgrado, ha anche fatto i complimenti a Sinner per la bella vittoria a Barcellona. «Ci siamo allenati molto insieme a Montecarlo, mi aspettavo potesse battere Rublev – ha detto – Secondo me questa sana rivalità pub far bene a tutti». Sognare di vedere due italiani a Torino a fine stagione non è, dunque, un’utopia. MAGER OUT. Non ce l’ha fatta invece Gianluca Mager fermato 6-3 6-4 dalla rivelazione del 2021, il russo Asian Karatsev, che ritroverà Novak Djokovic in semifinale come all’Australian Open, nel suo primo Slam in carriera. Il numero 1 del mondo, a due vittorie dal terzo titolo ATP in casa ha lasciato solo quattro game al connazionale Miomir Kecmanovic nel loro primo confronto diretto. «In campo mi muovo bene, colpisco bene e mi godo il vantaggio di giocare in casa», ha detto Nole dopo il netto successo 6-1 6-3.

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