Questa è la sua terra (Crivelli). Coach Schiavone vola insieme alla Martic: "Ma il merito è suo" (Esposito). Nadal in semifinale a Roma. La pioggia ferma Djokovic e Sonego (Mastroluca). "Sonego, lo scricciolo è diventato grande" (Marchetti). Il gigante e bruto (Azzolini). La Martic è super, Gauff no problem (Bertellino). Rafa più veloce della pioggia (Valesio)

Rassegna stampa

Questa è la sua terra (Crivelli). Coach Schiavone vola insieme alla Martic: “Ma il merito è suo” (Esposito). Nadal in semifinale a Roma. La pioggia ferma Djokovic e Sonego (Mastroluca). “Sonego, lo scricciolo è diventato grande” (Marchetti). Il gigante e bruto (Azzolini). La Martic è super, Gauff no problem (Bertellino). Rafa più veloce della pioggia (Valesio)

La rassegna stampa del 15 maggio 2021

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Questa è la sua terra (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

[…]Prima che la pioggia si impossessi del pomeriggio del Foro, costringendo a rinviare a oggi il quarto di finale già iniziato di Djokovic e quello mai neppure cominciato di Sonego, Rafa Nadal si prende confortevolmente la scena aprendosi le porte di un giardino che conosce alla perfezione, quello delle semifinali degli Internazionali, raggiunte per la 12° volta in carriera: nelle precedenti, poi ha sempre conquistato la finale. Un messaggio senza troppi fronzoli al resto della compagnia. Alto livello La sfida di ieri con Zverev era talmente delicata da sollecitare la miglior versione stagionale del maiorchino, reduce da tre batoste consecutive contro il tedesco, l’ultima appena una settimana fa a Madrid. Rafa apparecchia la rivincita con una prestazione feroce per concentrazione e capacità di lettura dei momenti, come confermano le nove palle break su dieci annullate all’avversario. Fin dall’inizio, il nove volte campione del Foro porta la contesa sul suo terreno di caccia, quello degli scambi prolungati da fondo che finiscono per prosciugare tutte le armi di Sascha, compreso il rovescio che da solo lo aveva tenuto in piedi per quasi due set. Unico brivido, uno spettacolare ruzzolone alla fine del primo set per un’impuntatura del piede sulla riga del servizio mentre Nadal sta scendendo a rete, che gli provocherà un fastidio per fortuna passeggero al fianco sinistro: «Non saprei dire se è stata la mia miglior partita del 2021, certamente ho giocato un tennis molto solido. E poi ne avevo bisogno, perché nelle ultime settimane, avevo perso un po’ troppi match importanti, quelli sotto pressione. Zverev ha avuto sfide toste nel torneo ma ha 10 anni meno di me e io mi ricordo molto bene come ci si sente a quell’eta ad arrivare sulla palla». In tema di memorie, questa è la settimana in cui Nadal festeggia il 15° anno dalla vittoria in finale su Federer annullandogli due match point, la vittoria che segnò il suo ingresso definitivo nel gotha: «Bei ricordi, ma la cosa più positiva per me è che dopo 15 anni dopo sono ancora qua, a competere a questi livelli, nonostante molti pensassero non fosse possibile. Forse neanche io, in fondo, ci avrei creduto». La sorpresa yankee Dall’altra parte della rete oggi troverà un rivale indubbiamente inatteso, ma che in cinque giorni per lui rivoluzionari si è costruito con merito la chance di giocare per la volta una semifinale di un Masters 1000. Reilly Opelka, n. 47 Atp, coni suoi 2.11è il giocatore più alto del circuito, si è presentato a Roma con appena due partite vinte sulla terra in carriera e cinque uscite consecutive al primo turno da marzo. Certamente sta spremendo il meglio dal servizio, come prevedibile (77 ace in 4 partite), ma contro il terraiolo argentino Delbonis allunga nei momenti decisivi grazie alla tenuta da fondo anche negli scambi sopra i 5 colpi e a un eccellente rendimento alla risposta, riportando così un po’ di luce sul bistrattato tennis americano, che per la prima volta da quando è stato introdotta la classifica computerizzata (1973) questa settimana non ha neppure un giocatore tra primi 30. E mentre lui proverà a mettere paura anche a Nadal, Djokovic sarà chiamato a una dura fatica per garantirsi la possibilità di giocare due partite in un giorno causa sospensione di ieri: il numero uno è sotto di un set e di un break contro Tsitsipas. Il rinvio, invece, potrebbe aver fornito ossigeno a Sonego per il quarto con Rublev dopo la favolosa battaglia vincente di giovedì con Thiem durata più di tre ore. Cielo amico

Coach Schiavone vola insieme alla Martic: “Ma il merito è suo” (Elisabetta Esposito, La Gazzetta dello Sport)

Petra Martic stringe forte il pugno e subito cerca con lo sguardo Francesca Schiavone. L’intesa tra la croata numero 25 del mondo e la campionessa azzurra, che la allena da metà aprile (e l’accompagnerà almeno fino a Parigi), funziona alla perfezione: ieri la 30enne di Spalato ha battuto 7-5 6-4 l’americana Jessica Pegula, volando in semifinale dove oggi sfiderà Karolina Pliskova. Petra e Francesca si sono trovate. […] Adesso ha scelto di avere accanto un’altra guerriera ed è certa che dietro a queste vittorie romane ci sia proprio la sua nuova coach. «Ora è cambiato qualcosa – ha detto -. La voce di Francesca, il suo modo di pensare e vedere il tennis mi hanno fatta svegliare. È tutto ció che io vorrei essere in campo: combattente, intensa e positiva. Spero di continuare a lungo con lei». Parola di leonessa La Schiavone è entusiasta di questa sua nuova avventura, scelta per tornare al tennis dopo aver sconfitto il cancro. Tra l’altro si è tolta anche una soddisfazione: da giocatrice non era mai andata oltre i quarti, da allenatrice ha fatto centro al primo colpo… «Avete visto? Mi ha già battuto! Adesso se vuole superarmi deve vincere a Parigi quest’anno e pure il prossimo!», commenta Francesca ridendo. E sul suo ruolo spiega: «Quest’inizio è soprattutto suo. In tre settimane con me ha ritrovato il suo gioco, la sua comfort zone, ma io non le ho insegnato niente. Ho appena cominciato e resto convinta che il giocatore sia il vero protagonista. Gli si può dire qualsiasi cosa, alla fine solo chi va in campo fa la differenza. Tra l’altro noi parliamo poco, lei è molto posata e timida, ma è umile, ha cuore grande e tanta voglia di fare. Per questo oggi si gioca una semifinale. Ora dobbiamo guardare avanti, un match alla volta, un punto alla volta. Qui a Roma ha già fatto tre gare buone. Con la Pliskova? Chissà, ma Petra deve dare importanza a ciò che fa lei, alle sue grandi qualità e al suo gioco»

Nadal in semifinale a Roma. La pioggia ferma Djokovic e Sonego (Alessandro Mastroluca, Il Corriere dello Sport)

 […] RIVINCITA. A una settimana dalla sconfitta contro Alexander Zverev a Madrid, Nadal si è preso la rivincita. Ha chiuso 6-3 6-4 e firmato il primo successo sul numero 6 del mondo dalla finale di Roma del 2018. Un’occasione da festeggiare, a quindici anni esatti dalla vittoria su Roger Federer del 2006 nell’ultima finale al meglio dei cinque set nella storia del torneo. In semifinale, incontrerà la sorpresa del torneo Reilly Opelka, il “gigante” alto 211 centimetri che per la prima volta si è spinto cosi avanti in un Masters 1000. «Sarà molto difficile da affrontare: ha un grande servizio, devo essere molto concentrato sui miei turni di battuta» ha detto dopo il match. ARRIVA LA PIOGGIA. Djokovic e Tsitsipas hanno giocato invece undici game. La partita si è sviluppata in due tempi, poi è stata fermata sul 6-2 2-1 in favore del greco. Il numero 5 del mondo, il più giovane tra i 28 giocatori capaci di battere almeno una volta Nole, Federer e Nadal, ha giocato decisamente meglio: più agile in difesa, più potente in attacco, più efficiente al servizio. Perso il primo set, fermato sul 4-3 e ripreso con il greco molto più brillante, Djokovic appare sempre più insofferente per le condizioni di gioco. Inizia a piovere più forte. Il campo è bagnato, il rischio di scivolare è alto, la sua voglia di rientrare negli spogliatoi evidente. Il vincente del big match dei quarti, che si completerà oggi, incontrerà Sonego o Rublev. LE DONNE. Nel singolare femminile, si conoscono tre delle quattro semifinaliste. L’unico quarto cancellato e rimandato a oggi, infatti, è la sfida fra la due volte campionessa di Roma, Elina Svitolina e la vincitrice del Roland Garros Iga Swiatek. La sfida deciderà l’avversaria in semifinale di Cori Gauff, avanzata per il ritiro della numero 1 del mondo Ashleigh Barty. L’australiana si è fermata per un problema muscolare al braccio destro. «Mi porto dietro questo infortunio da quando avevo 15-16 anni – ha detto e il dolore è aumentato durante la partita. Devo ascoltare il mio corpo». Nell’altra semifinale, Karolina Pliskova ritroverà per la settima volta Petra Martic (4-2 per la croata i precedenti). La ceca ha vinto la maratona di giornata 4-6 7-5 7-6(1) contro la lettone Jelena Ostapenko, ex campionessa di Parigi. Martic, allenata da Francesca Schiavone, è arrivata dove la Leonessa, da giocatrice, non si era mai spinta agli Internazionali BNL d’Italia. Per gli azzurri, c’è comunque una buona notizia. Sara Errani e la rumena Irina-Camelia Begu hanno infatti raggiunto la semifinale del torneo di doppio. Per quanto riguarda i tifosi, chi aveva acquistato i biglietti per la sessione serale di ieri potranno ottenere il rimborso.

“Sonego, lo scricciolo è diventato grande” (Christian Marchetti, Il Corriere dello Sport)

[…] E Gipo Arbino, 66 anni, è il secondo padre di Lorenzo Sonego, l’uomo che lo segue come un’ombra. Gli occhi di Gipo studiano ogni mossa di Lorenzo tanto che sembrano guidarne i gesti. Poi quelle indicazioni Quante ne avrà sentite Lorenzo in undici anni di tennis? Quante ne sente, ancora, sui campi del Circolo della Stampa Sporting di Torino? Lorenzo Sonego, 26 anni, un passato nelle giovanili del Toro, agli Internazionali Bnl d’Italia 2021 si è spinto tanto avanti, alla faccia del coprifuoco e della pioggia, che ieri ha comunque rinviato il suo quarto di finale contro Rublev. Più forte dei famosi pronostici. «La gente non capisce! Lorenzo non è soltanto cuore e orgoglio. È un talento fuori dal comune. Un grande lavoratore, certo, ma ha anche un giocatore istintivo. Naturale». Lorenzo Sonego numero 33 del mondo. Anzi, 28 già con i quarti raggiunti a Roma. Gipo Arbino come Io sta vedendo? «Benissimo. Sono rimasto veramente colpito dagli ultimi progressi. Conoscendolo a fondo me li aspettavo, ma non sapevo ancora quando sarebbero arrivati. In tutte le cose che ha fatto ci ha messo un po’ di più, finché… “Clic”… è arrivato il salto di qualità. Sul rovescio e alla risposta soprattutto. Un percorso iniziato da tempo e i cui primi segnali erano arrivati a Vienna». Ossia nel novembre scorso, con la sconfitta In finale dell’Atp 250 austriaco per mano proprio di Andrey Rublev. Sei mesi… «E in quei sei mesi è arrivata l’esplosione». Un’esplosione culminata con lo spettacolare successo su Thiem. Però parliamo di un rapporto di lavoro di 11 anni. Quanto gli ha insegnato? «Trascorrendo più tempo con me che con la famiglia, con me ha praticamente toccato tutti gli argomenti. È un tipo molto riservato, ma quando ha avuto bisogno si è sempre rivolto al sottoscritto. Non solo: curiamo anche la costruzione del giocatore fuori dal campo. A partire da come si interagisce con le persone. Gli ho spiegato, per esempio, quanto fosse importante la pazienza nelle interviste o nel rispondere alle richieste di autografi. Sapete quanti messaggi ha ricevuto dopo la vittoria con Thiem»? Boh, cento? «Erano 250 e ha risposto a tutti! “Sei un personaggio pubblico”, gli ripeto spesso». • Agli inizi Invece? «Era magro come un chiodo! Io e l’amico Franco Aquilante lo chiamavamo Scricciolix. Poi, improvvisamente, è cresciuto e abbiamo aiutato quella crescita con carichi naturali, pochi pesi, molto stretching e lavoro in campo. Rispetto agli altri del circuito è comunque il più magro. Magari, può vedersela con Humbert. Però, mangia molto. Se, quando smetterà, non continuerà a praticare sport avrà anche la panzetta.” Una curiosità su Lorenzo? «Vi giuro: non sa cosa siano la gelosia e l’invidia. Anzi, è contento quando gli altri vincono. Mi e piaciuto moltissimo quando, in risposta a chi gli faceva notare che tra i nomi degli azzurri da tenere d’occhio venissero citati quasi esclusivamente Sinner e Musetti, ha detto: «È giusto così, perché loro sono più giovani e forti di me». Trovo che questa sia una caratteristica più unica che rara visto che, al giorno d’oggi, è invece la cattiveria a regnare». L’onesto Lorenzo Sonego à stato probabilmente anche brave a creare la sua “bolla” personale, ben diverse da quelle a cui siamo abituati ultimamente. Alice, la sua fidanzata; un bel gruppo di amici fidati, tra i quali Matteo Berrettini e Gianluca Mager; quel coach secondo padre. Cosa manca? «Alle spalle ha anche una bella famiglia che appoggia sempre le mie decisioni. Trovo sia fondamentale per creare un campione». Quale sarà il dopo Roma? «Giocherà a Lione, poi a Parma, in preparazione del Roland Garros. Lo farò lavorare ancora molto sul rovescio slice e tantissimo sulla risposta. Inoltre dovrà concentrarsi molto sul fisico, per rafforzarlo e avere una palla più pesante sul servizio, senza ovviamente perdere di vista le articolazioni». Lorenzo Sonego e il tennis di oggi. «È uno sport basato su velocità, servizio e dritto. Grande fisico ed esplosività. Lorenzo, qui, lo vedo benissimo».

Il gigante e bruto (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Avete presente il gigante buono? Ecco, non è lui. Reilly è un altro tipo di gigante. Cattivo? Solo un po’ in realtà non ha troppo bisogno di esserlo. Non deve improvvisare occhi da tigre per mettere giù un ace e liquidare un avversario. Gli viene naturale, basta caricare la balista che monta sulle pertiche che lo spingono ai 211 centimetri della sua altezza. […] Un gigante che segue i suoi impulsi vitali, incapace di rinunciare al piacere di scoprire un ristorante particolare, una mostra da raccomandare, di conoscere scrittori, artisti, liberi pensatori. Una vita nella quale il tennis entra come gradito ospite, al quale dedicare il giusto tempo, con cortesia e solidale partecipazione, ma senza esagerare. […] Che cosa faccia un tipo del genere nelle semifinali degli Internazionali, alla fine, è una domanda abbastanza ottusa, tipica di chi troppo bazzica il circuito. Più giusto, forse, chiedersi perché non dovrebbe esserci… E infatti, Reilly c’è, la sua prima volta in un contesto così rilevante e significativo. Un “1000” e sul rosso, che poi, guarda il caso, è la sua superficie preferita, «sulla quale trovo per vie naturali i tempi giusti». Con il suo corredo di magliette balneari, molto Californian Lover, e un arsenale da 19 ace a match. Settantasette, quelli realizzati a Roma. Ha battuto Gasquet, poi Musetti (che potrà rileggere con altro spirito il doppio 6-4 rimediato), ha tritato Asian Karatsev. Ha rischiato qualcosa solo con Delbonis. Ma ne è sortito lo stesso in due set. Vincere a Roma? Nella sua agenda non c’è scritto, mentre di sicuro c’è di chiedere a Federer di presentargli Anne Wintour, la direttrice di Vogue. È il suo idolo. Di fatto, l’unico che porti sul cappello una “patch” di una galleria d’arte, il buon Reilly. Forse la prima che investa su un tennista. «Ho cominciato questo rapporto con Tim Van Laere a Madrid, lui ha una collezione splendida e sa parlare d’arte come pochi. Possiede opere di Friedrich Kunath, un artista visivo tedesco, il mio preferito». Difficile dire, in tutta questa architettura così poco tennistica, come si situi Rafael Nadal, prossimo avversario di Reilly. Rafa ne parla bene, si dice impressionato dal vortice che lo statunitense riesce a creare con quel suo colpo d’avvio, ma anche di apprezzare i miglioramenti che il ragazzo (23 anni) ha effettuato su tutta la gamma del gioco. «Si muove bene, ha un dritto che fa male, e poi quella mazzata al servizio. Sta lavorando tanto, questo gli fa onore». Altrettanto concisa la definizione scelta da Opelka. «Lo ammiro. Ha qualcosa di brutale, nel suo gioco. Qualcosa di inarrestabile». D’accordo, si stimano. Che cambia? Non molto in effetti. Ciò che Rafa andava cercando l’ha già trovato. Certezze, che altro? Sebbene appaia un mistero come un tipo del genere possa andare a cercarne altre, tra le migliaia di cui già dispone, gli ultimi eventi lo avevano messo in apprensione. Male a Montecarlo; poi la vittoria a Barcellona, strappata a Tsitsipas solo a colpi d’orgoglio; la sconfitta a Madrid con Zverev, e due o tre momenti di palpabile affanno vissuti fra le statue del Foro, dove Shapovalov era a un passo dal fargli la festa. Piccole angosce da ieri definitivamente in archivio, grazie alla vittoria su Zverev, che il sorteggio gli ha riproposto di fronte, assai meno spavaldo – chissà perché – di quello visto a Madrid. «Ho avuto il match in mano e l’ho gestito bene. Sto ritrovando la forma giusta». Quella di Parigi, intende Rafa. Dove ha intenzione di portare a 14 la serie delle vittorie e a 21 quella negli Slam. Programma tagliuzzato dalla pioggia, in una giornata incupitasi nel pomeriggio. Tsitsipas stava giocando meglio di Djokovic, ma chissà se continuerà a farlo questa mattina. È avanti un set e un break. Non di poco dunque. Solo una breve apparizione per Sonego e Rublev, neanche il tempo di provarci. Si riprende alle 11. Una giornata d’attesa, ma anche di riposo, che a Lori male non avrà fatto, dopo l’impresa firmata a tarda ora con Thiem. Rublev lo sopravanza 2-0 nei testa a testa, ma uno non conta, è di un Future del 2016, l’altro riguarda la finale di Vienna dell’anno scorso, sul cemento indoor.

La Martic è super, Gauff no problem (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Subito definita, prima della pioggia, la semifinale della parte bassa del tabellone femminile del WTA 1000 di Roma. A giocarla saranno una ex campionessa del Foro, la ceca Karolina Pliskova e la croata Petra Martic, cui evidentemente i consigli speciali di Francesca Schiavone, suo coach da circa un mese, stanno facendo bene. La prima ha superato al termine di una gran battaglia la lettone Jelena Ostapenko, già trionfatrice al Roland Garros nel 2017. Per la croata Martic, più in possesso della rivale statunitense Jessica Pegula dei segreti del gioco sul rosso, vittoria fissata in due set. Interrotta sullo score di 2-2 la sfida a dir poco suggestiva tra Ashleigh Bartye Coco Gauff. Alla ripresa è stata la giovane americana a superare il turno, incassando il ritiro dell’australiana, che stava conducendo 6-4 2-1, per un problema muscolare. […] Tutto pronto per l’inizio dell’Emilia-Romagna Open femminile, torneo WTA 250 organizzato da MEF Tennis Events al Tennis Club Parma Le qualificazioni prenderanno il via oggi, mentre la finale è in programma sabato 22 maggio. In campo diverse azzurre, tra le quali la torinese Giulia Gatto Monticone, la bolognese Stefania Rubini e l’emergente campana Nuria Brancaccio, sorella di Raul, altro giocatore in crescita. In campo, tra le stelle attese al Tennis Club Parma e già in main draw, ci sarà proprio Cori Gauff, attuale numero 35 del mondo, classifica che ritoccherà con best ranking tra due giorni. ll talento a stelle e strisce, così come le connazionali Madison Keys, Sloane Stephens e Jessica Pegula, la croata Petra Martic, Daria Kasatkina, AmandaAnisimova, l’azzurra Camila Giorgi e tante altre, proverà a contendere il titolo alle wild card di prestigio annunciate in conferenza stampa Si tratta di Serena Williams e Venus Williams, due leggende dello sport che hanno ricevuto e accettato gli inviti per prendere parte al tabellone principale dell’Emilia-Romagna Open. Wild card nel main draw anche per le azzurre Jasmine Paolini e Sara Errani. Una Paolini fresca di ritorno nelle top 100, grazie alla finale colta la scorsa settimana nel WTA 125 di Saint Malo. Anche per l’ex numero 5 del mondo l’occasione è ghiotta per confermare i progressi dell’ultimo periodo e guardare con fiducia ad un pronto rientro tra le top 100. Sarà una sorta di trasferimento in massa delle big da Roma a Parma, pensando al Roland Garros. Spettacolo assicurato

Rafa più veloce della pioggia (Piero Valesio, Il Messaggero)

[…] Nelle ore seguenti al successo, arrivato dopo tre ore e mezza di randellate, su Shapovalov, il re della terra aveva detto: «Questa vittoria mi dà molta fiducia nel mio corpo. Se alla mia età riesco a reggere come ho fatto contro Tsistipas a Barcellona e qui a Roma contro Denis allora vuol dire che sono ancora competitivo. Tutto dipende da come mi sveglio il giorno successivo a partite così». LA RIVINCITA Si conosce molto bene, Rafa. E soprattutto ha dormito bene la notte visto il modo con cui ieri ha battuto Zverev (6-3 6-4) che gli aveva a sua volta inflitto una dolorosa sconfitta a Madrid. Ma ciò che più ha catturato l’attenzione di quegli spettatori che hanno goduto della botta di fortuna di poter vedere un incontro dall’inizio alla fine (poi la giornata è stata falcidiata dalla pioggia) è il modo in cui ci è riuscito. Non solo non ha accusato stanchezze di sorta contro un avversario più giovane; ma ha mostrato una lucidità in campo degna di miglior causa. Ha salvato nove breakpoint su dieci ed è sopravvissuto ad una caduta rovinosa che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi se il suo fisico non fosse composto da titanio. È come se Nadal avesse approfondito così bene i segreti del suo corpo da trarre vantaggio dalla fatica invece di subirla. Il che magari non gli impedirà di perdere qualche partita in più rispetto al passato, vista l’età. Ma vi immaginate che generazione di giocatori potrebbe allevare se lo volesse? L’idea che sottende (oltre al fatturato) la sua Academy a Maiorca probabilmente è proprio questa: ma a fare la differenza sarebbe proprio la sua presenza a pontificare. LORENZO IN ATTESA A questo punto è doveroso dire che, se c’è uno che ti immagini bambino, seduto al centro del campo ad ascoltare una lectio magistralis di Rafa, questi è Lorenzo Sonego. La forza interiore con cui ha sconfitto Thiem pare costruita come quella del maiorchino. L’augurio che si può fare a Sonny è che oggi debba vivere un Super Saturday: il suo quarto contro Rublev che si sarebbe dovuto giocare ieri sera è durato i tre minuti di riscaldamento poi ha ripreso a piovere. Stamattina dunque Sonny affronterà il russo e qualora vincesse dovrà giocare pure la semifinale contro uno fra Djokovic e Tsitsipas. INSIDIA GRECA Attualmente il greco è avanti 6-4 2-1: anche il loro incontro è stato sospeso per il maltempo. E sempre oggi sarà il turno, per Rafa, di vivere la prima surreale esperienza di affrontare Opelka. Nota a margine: gli spettatori che ieri sera sono stati beffati dalla pioggia saranno rimborsati. Il programma del maschile. Centrale: alle 11 Djokovis-Tsitsipas. Non prima delle 13 Opelka-Nadal. Non prima delle 18.30 la semifinale fra i vincenti di Tsitsi-Nole e Sonego Rublev. Grand Stand Arena; 11 Sonego-Rublev.

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