Roland Garros, Casper Ruud: "Mi sto costruendo una reputazione sulla terra battuta"

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Roland Garros, Casper Ruud: “Mi sto costruendo una reputazione sulla terra battuta”

Il 22enne norvegese sulll’effetto-Nadal: “Quando i giocatori lo affrontano sulla terra pensano di aver già perso in partenza. Se riuscissi ad ottenere una piccola percentuale di quel tipo di rispetto ne sarei felice”

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Casper Ruud - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

La maggior parte dei tennisti o degli sportivi in generale sembra voler evitare il più possibile la pressione di dover per forza vincere un match, ma partire da favoriti quando si scende in campo significa essersi meritati una certa reputazione. Ed è proprio questa reputazione che si è costruito nelle ultime settimane Casper Ruud, vincitore la settimana scorsa dell’ATP 250 di Ginevra. “È bello ottenere del riconoscimento per aver fatto una buona annata sulla terra battuta” ha ammesso il 22enne norvegese dopo la vittoria in tre set su Majchrzak. “Ho vinto molte partite. Mi sono costruito una specie di reputazione sulla terra battuta, credo. Ho fatto bene molti tornei di fila quest’anno e penso che questa sia di gran lunga la mia migliore stagione sulla terra battuta finora”.

Oltre al titolo vinto in Svizzera va ricordata anche la semifinale raggiunta nel Masters 1000 di Madrid, dove è stato sconfitto da Berrettini. “Quando vinci molte partite in qualche modo si inizia a creare un po’ di rispetto nella mente dei tuoi avversari. Quando i giocatori affrontano Nadal sulla terra, molti di loro pensano già di aver perso prima di scendere in campo perché sai quanto sarà dura. Se riuscissi ad ottenere una piccola percentuale di quel tipo di rispetto che lui ha, ne sarei felice. Non sono ancora sicuro di essere arrivato a quel punto ma comunque sento che quest’anno è stato un po’ così per me”.

Ricordiamo che Casper è figlio d’arte e suo padre Christian nel 1995 raggiunse anche la posizione n. 39 del ranking. Ovviamente l’influenza che può avergli trasmesso è una delle chiavi del suo successo. “Abbiamo un ottimo rapporto. Lui è mio padre e certamente anche un amico. Ci divertiamo dentro e fuori dal campo. È diventato papà da giovane ed è ancora un giovane credo. Non ha ancora 50 anni mentre io ho già 22 anni. Voglio dire, abbiamo un rapporto molto, molto buono. Ma ci rispettiamo anche l’un l’altro”.

“Ho riposto molta fiducia nell’ascoltarlo quando sono cresciuto perché sapevo che era praticamente l’unico in Norvegia che sapeva davvero cosa fosse la vita nel circuito tour, come ti dovevi allenare duramente ogni giorno per avere successo. Mi ha insegnato a rimanere concentrato e serio già da giovane, mi ha fatto fare ore extra nei fine settimana. Devo ringraziarlo molto per il mio piccolo successo finora. Spero che possa essere l’allenatore per me per molti altri anni”.

Arrivato ora alla posizione n. 16 mondiale, Ruud si appresta a giocare il terzo turno del Roland Garros raggiunto per il terzo anno consecutivo e affronterà lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina. E l’evidente crescita di risultati sta pian piano facendo breccia anche nel suo paese. “Penso che stia crescendo un po’ negli ultimi anni. Penso che ora i media scrivono praticamente di ogni partita che gioco. Non lo facevano sempre. Inoltre sto ricevendo ancora più copertura in televisione. Penso che sia un bene per cercare di far crescere questo sport in Norvegia che al momento è ancora piccolo rispetto ad altri sport. Dominiamo tanto negli sport invernali ma ora stiamo migliorando anche negli sport all’aperto ed estivi. Penso che il tennis e il golf abbiano avuto una grande crescita l’anno scorso in Norvegia“.

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