Tamara Zidansek (ri)porta la Slovenia in semifinale al Roland Garros: battuta Badosa 8-6 al terzo

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Tamara Zidansek (ri)porta la Slovenia in semifinale al Roland Garros: battuta Badosa 8-6 al terzo

La giocatrice slovena è la prima slovena tra le prime quattro a Parigi, ma non la prima ‘nata’ in Slovenia: nel 1977 trionfava la jugoslava Mima Jaušovec, nata in territorio sloveno

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Tamara Zidansek - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Come nel 2020, anche quest’anno al Roland Garros uno spicchio di tabellone ha visto arrivare in fondo due giocatrici inaspettate. Il primo quarto di finale femminile infatti è stato giocato da Paula Badosa e Tamara Zidansek, per la prima volta una contro l’altra e per la prima volta così tanto avanti in uno Slam. La sfida tra le due 23enni è stata vinta dalla slovena, che pure partiva sfavorita. Dopo essere diventata la prima rappresentante della sua nazione a raggiungere i quarti in uno Slam in singolare, diventa anche la prima ad arrivare in semifinale. Non è però la prima tennista nata in territorio sloveno ad arrivare così in fondo; l’ultima a riuscirci prima di Zidansek, sempre a Parigi nel 1983, è stata infatti Mima Jaušovec, che all’epoca rappresentava la Jugoslavia ma è nata a Maribor, seconda città slovena più popolosa. Quell’anno Jaušovec perse in finale con Chris Evert, la sua terza dopo quelle del 1977 (vittoria su Mihai) e del 1978 (sconfitta con Ruzici).

PANORAMICA – Il match, durato 2 ore e 28 minuti e conclusosi con il punteggio di 7-5 4-6 8-6, ha offerto sprazzi di buon tennis soprattutto nel primo set e negli ultimi game dell’incontro, durante i quali ci sono state occasioni per entrambe. Sia Zidansek che Badosa erano al loro primo incontro disputato sul Philippe-Chatrier e nessuna delle due è abituata a questi palcoscenici. Basti pensare che la slovena non aveva mai vinto un match nel Major parigino prima di questa edizione, mentre Badosa negli altri Slam ha vinto solo un altro incontro – lo scorso anno in Australia.

Non sarebbe però del tutto corretto considerare una sorpresa il fatto di vederle ben figurare su questa superficie, sulla quale si esprimono meglio che altrove, come hanno dimostrato quest’anno in più di una occasione: Zidansek ha raggiunto la finale a Bogotá e superato il primo turno a Madrid provenendo dalle qualificazioni, Badosa invece è la tennista ad aver vinto più incontri su questa superficie in stagione. La catalana ha infatti trionfato nel WTA 250 Belgrado 2 che ha preceduto questo Slam dopo aver raggiunto le semifinali di Charleston e Madrid. La sconfitta odierna ha dunque messo fine alla striscia di vittorie consecutive della spagnola che durava da 10 incontri.

Appassionata di sci, Zidansek era solita praticare questa disciplina da bambina abitando a pochi kilometri da un resort, e in particolare aveva mostrato una certa attitudine per lo snowboard. Tuttavia, la sua avversione per le temperature fredde l’ha portata a preferire altri sport. “Mia mamma e mio papà (rispettivamente giudice e insegnante, ndr) suonavano entrambi strumenti musicali, così mia mamma ha provato a mettermi in mano una chitarra ma ho sempre preferito un pallone da calcio o qualsiasi tipo di palla. Ho sempre voluto fare sport all’aperto e loro mi hanno sempre supportato“. A un certo punto è scoccata la scintilla ed è stato amore con il tennis, un amore che si tradurrà anche in una classifica ben più soddisfacente: al termine del Roland Garros Tamara entrerà infatti in top 50.

È soprattutto il carattere tenace ad averle consentito di arrivare fin qui: questa infatti è la terza vittoria al terzo set e lei ne attribuisce il merito al lavoro svolto negli anni. Nella mia carriera sono sempre andata avanti a piccoli passi, lentamente, come quando si costruisce una casa” aveva spiegato Tamara nella conferenza successiva alla vittoria del terzo turno. “Non sono stata una di quelle ragazze che a 16 anni mettono a segno un risultato notevole. Devo lavorare per tutto, quindi immagino che questo mi abbia creato un terreno solido per non sentire certe delusioni”. I suoi interessi comunque vanno anche oltre lo sport. Tamara sta seguendo un corso di laurea triennale in psicologia presso l’Università dell’Indiana, affiliata con la WTA.

IL MATCH – Partenza lampo di Badosa che, grazie al suo gioco d’anticipo incentrato sul suo dritto dotato di grande spin, non ha lasciato respiro alla sua avversaria portandosi sul 3-0 pesante. Zidansek, come ha dimostrato più volte in questo torneo, ha grandi doti da combattente e aiutata da qualche errore di troppo di Badosa si è rifatta sotto. La tennista slovena ha poi iniziato a far correre la spagnola da una parte all’altra del campo e questa, con il suo metro e 80 di altezza, non fa della mobilità la sua qualità migliore. Tamara ha rincarato la dose facendo ricorso ad altre soluzioni del suo repertorio, tra cui la smorzata di dritto, e una volta ritrovata la solidità – proprio con questo colpo – ha preso il controllo del gioco. È sempre stata lei col passare del tempo a guidare gli scambi, e nel dodicesimo game ha meritatamente messo la testa avanti evitando il tie-break e chiudendo 7-5. Finale di set amaro per Badosa, che era avanti 30-0 nel game e alla fine, con la sua prima smorzata dell’incontro finita in rete, ha mandato la sua avversaria in vantaggio. 

La campionessa del Roland Garros junior 2015 (Badosa batté in finale la russa Kalinskaya) non si è però data per vinta e nel secondo set, nel quale gli scambi sono stati molto più estenuanti e spesso decisi da errori, è riuscita a recuperare da 1-3 per poi spuntarla 6-4 con il break decisivo messo a segno nel nono game.

Nel parziale decisivo sono saltati tutti gli schemi e i nervi e l’emotività delle due tenniste hanno iniziato ad influire maggiormente sulla qualità del tennis. L’unica costante è stata un’inaspettata solidità alla battuta per entrambe. Badosa in qualche modo è stata anche graziata dal giudice di sedia Carlos Ramos quando, sul 6-5 in favore di Zidansek, la spagnola ha lanciato la sua racchetta verso la sua sedia e questo avrebbe potuto costargli un quindici di penalità poiché nel secondo set aveva ricevuto una prima ammonizione per coaching.

Con la posta in gioco arrivata al suo valore massimo, il livello è tornato ad alzarsi ed entrambe le tenniste, nonostante l’evidente stanchezza, sono andate alla ricerca del vincente – probabilmente anche per evitare l’oltranza, che invece si è materializzata (ricordiamo che a Parigi non c’è tie-break nel set decisivo). La prima ad avere una grossa chance è stata Badosa: sul 6-6 infatti ha avuto ben tre palle break ma con coraggio la slovena le ha annullate. In maniera tutto sommato prevedibile – la classica regola che nel calcio prende il nome di ‘gol sbagliato / gol subito ‘ – nel game successivo Badosa ha pagato dazio e non ha saputo contrastare la crescente aggressività di Zidansek, che con un dritto vincente ha posto fine al match. 

“In un momento del genere è un po’ come lottare per rimanere in vita” ha raccontato Tamara a proposito delle tre palle break salvate sul 6-6. “Sapevo solo che dovevo continuare a lottare, l’idea era quella di rimanere concentrata, aggressiva. Sapevo di poter essere pericolosa con il dritto, dovevo solo mettermi nella posizione giusta per farlo ed è esattamente ciò che ho fatto. Il dritto è sempre stato il mio colpo preferito ed è migliorato anche nella consistenza, non solo in potenza – non basta saper colpire un vincente, devi andare avanti per quella strada”.

Contenderà il posto in finale a una tra Pavlyuchenkova e Rybakina, due giocatrici dotate di una potenza di fuoco ben superiore alla sua. Ma Tamara ha tutte le armi per giocarsela alla pari e si è espressa così parlando della sua prossima avversaria, pur conoscendone il nome ma identificando uno stile di gioco comune. “Dovrò essere in grado di confonderla con il mio gioco, farle giocare molte palle e non lasciarle l’iniziativa“.

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