ATP Eastbourne: erba ancora verde per l'Italia. Lorenzo Sonego è in finale

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ATP Eastbourne: erba ancora verde per l’Italia. Lorenzo Sonego è in finale

Seconda finale su erba per Lorenzo Sonego che sabato sui campi di Eastbourne cercherà il suo terzo titolo

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[3] L. Sonego b. [LL] M. Purcell 6-1 3-6 6-1

Magari è presto per affermare che siamo diventati un popolo di erbivori, ma, dopo la vittoria di Matteo Berrettini pochi giorni fa al Queen’s e la seconda finale in carriera sui prati per Lorenzo Sonego, nessuna superficie sembra più precludere ottimi risultati ai nostri rappresentanti. Sonego, vincitore ad Antalya (Adalia…) due anni fa, supera in tre set il lucky loser australiano Max Purcell, finalista in doppio nello Slam di casa nel 2020, che ha pescato la settimana della vita (finora) in singolare.

Al turno precedente, Purcell era riuscito a irretire Andreas Seppi usando slice a ripetizione, anche dalla parte del dritto dal quale non uscivano rasoiate, ma piuttosto dei choppettini mollicci (non un grande spettacolo, ma ognuno gioca come vuole o come crede o come è capace e, se vince, ha pure ragione).

Contro Lorenzo, comunque capace di spostarsi sul dritto e produrre potenza senza troppo bisogno di appoggiarsi alla palla avversaria, ha iniziato preferendo colpi coperti ma con scarsissima fortuna; così, dopo un avvio fin troppo facile per Sonego, quello che nel campo senza corridoi è n. 283 ha iniziato a prendere la via della rete dimostrandosi perfettamente a suo agio da quelle parti e il confronto fino a quel momento impari si è evoluto in una sfida di grande intensità. Bravissimo quindi Lorenzo a dimenticare in fretta il secondo set perso e a non aggrapparsi a scuse o frustrazioni, partendo forte nella terza partita e brekkando subito in un game da antologia dell’erba per poi chiudere tornando a far valere tutta la differenza di classifica.

IL MATCH – La partenza è quella che ci si aspetta, tra un Sonego ben centrato che spinge con il dritto e un Purcell incapace di tenere il ritmo che si ritrova presto sotto 0-3. Il ventitreenne di Sydney serve bene, si avventura a rete e muove il punteggio al quarto gioco, ma non riesce a produrre risposte competitive e Lorenzo ha vita facile nel mantenere il vantaggio, esibendo anche qualche delicata variazione. Un altro turno di battuta perso rapidamente e l’arbitro che mette mano al walkie-talkie fanno intuire la richiesta dell’intervento del fisioterapista da parte dell’australiano. Lorenzo si assicura il parziale 6-1 in ventidue minuti e arriva il trattamento alla schiena; d’altra parte, Max è al suo sesto incontro del torneo, sforzo a cui non è certo avvezzo in singolare.

In un modo o nell’altro, il MTO sortisce gli effetti desiderati e Purcell tiene la testa nel punteggio aggrappandosi ai propri game di servizio iniziando a seguire la prima a rete con continuità. Al sesto gioco c’è il primo momento delicato per Lorenzo, incastrato ai vantaggi da un paio di ottime risposte bimani e un doppio fallo, e allora deve superarsi per non concedere il vantaggio esterno trasformando in vincenti un paio di complicatissimi dritti in uscita dal servizio. Non ne tiene però in campo un terzo e paga il prezzo più caro per l’ingenuità sulla successiva palla break.

Più che un’altra partita, c’è proprio un altro avversario in campo rispetto al primo parziale. Sempre aggressivo mettendo a dura prova il passante di rovescio azzurro, Purcell sale 5-2. Come spesso accade in questi casi, la parte complicata per chi ha vinto fin troppo facilmente il primo set è ritrovare la carica e la concentrazioni iniziali, capire cosa ha funzionato e cosa non funziona più, ma soprattutto venire a patti con il fatto che quello incapace di tenere due palle di fila in campo è diventato un fenomeno. Per il momento, il ventiseienne di Torino è ben lontano dal riuscirci e, accorciato lo svantaggio non senza difficoltà per un servizio che ha perso efficacia, non è in grado di opporre resistenza in ribattuta e subisce un 6-3 inaspettato fino a un quarto d’ora prima.

L’australiano non pare lasciarsi intimorire dal dover servire per secondo nel set finale e parte con un paio di serve&volley che sembra un… australiano, però degli anni ’80. Il secondo game prosegue spettacolare con “numeri” da ambo le parti e, se lo sfavorito è quello che normalmente più si esalta in queste situazioni, Sonego si nutre di questo agonismo aumentato e piazza la zampata decisiva con il rovescio lungolinea. Come nel primo parziale, Purcell mette a referto solo il quarto game, perché l’azzurro è al tempo stesso furibondo e concentrato su ogni punto e vola a prendersi il 6-1 e la finale contro Alex de Minaur.

LE PAROLE DI LORENZO – “MI piace giocare qui perché le condizioni mi permettono di fare qualcosa di diverso” spiega l’azzurro. “Posso andare a rete, sfruttare il servizio, essere più offensivo e cercherò di fare tutto questo in finale”. La parte difficile, come abbiamo visto, era ritrovare la concentrazione dopo il secondo set scappato via e partire bene nel terzo, ma come ci si riesce? “Su questa superficie è importante giocare tutti i punti perché può cambiare tutto da un momento all’altro, poi è difficile brekkare. Lui è stato bravo a cambiare completamente gioco nel secondo set, venire avanti, usare più lo slice. Mi ha fatto giocare nelle mie condizioni peggiori, ma mi ha aiutato restare sempre lì con la testa, avere la mentalità giusta; poi sono stato bravo a sfruttare l’occasione quando è arrivata”.

Sul fatto che sembra un giocatore naturale sull’erba, la mette giù facile: “Quando servo bene, posso giocare su tutte le superfici. La rapidità di piedi, che è una delle mie doti fondamentali, mi aiuta per muovermi al meglio. Sono alto, quindi mi è difficile restare basso, ma giocando e allenandomi tanto con giocatori di alto livello in questi giorni sono riuscito ad adattarmi al meglio”. In finale lo attende Alex de Minaur, contro cui ha perso nell’unico precedente, lo scorso novembre sul veloce indoor di Bercy. “È molto adatto alle superfici rapide, risponde molto bene ed è più incisivo con i colpi da fondo; cerca di stare vicino alla linea di fondo, di rubarti il tempo ed è molto intelligente”.

Al netto dell’efficacia della battuta che qui più che altrove può facilmente spostare gli equilibri, sono evidenti i progressi rispetto alla sconfitta contro Troicki al Queen’s. “Erano due anni che non giocavo sull’erba, mentre lui ci aveva già fatto qualche partita [le qualificazioni e prima ancora a Nottingham. Ndr], quindi era più avanti rispetto a me. Quella partita mi è servita per capire come muovermi, come giocare, che posso essere più aggressivo. Qua ho giocato con tennisti dalle caratteristiche diverse rispetto a Troicki, ma quello di oggi ha giocato un po’ allo stesso modo, venendo tanto avanti”.

Lorenzo dice di essere contento di come sta rispondendo al servizio, “cerco anche di essere più aggressivo sulla seconda dell’avversario e ho molta fiducia in quello che sto facendo”. In confronto al torneo vinto in Turchia, qui è molto diverso perché là “il caldo seccava il campo, la palla rimbalzava un po’ di più, le condizioni erano più veloci e facevi più punti con il servizio, invece qua il tempo è brutto, è umido e ci sono più manovre, più palleggi”.

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