Botta e risposta tra ATP e PTPA. Djokovic: "Chiediamo chiarezza sul piano strategico"

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Botta e risposta tra ATP e PTPA. Djokovic: “Chiediamo chiarezza sul piano strategico”

Una nota ATP punta il dito contro la nuova organizzazione: “Divide i giocatori e frammenta ancora di più lo sport”. La replica di Nole: “Il voto deve essere rinviato”

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Novak Djokovic - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Non c’è solo il torneo di Wimbledon nella testa di Novak Djokovic. Il numero uno del mondo potrebbe conquistare sui campi dell’All England Club il suo 20esimo torneo Major, avvicinandosi ancora di più al sogno del Grande Slam. Un altro grande impegno incombe però nella vita professionale del campione serbo: la PTPA, il “sindacato dei giocatori” creato durante la scorsa estate assieme al collega Vasek Pospisil. Pochi giorni fa l’organizzazione ha nominato un suo Consiglio Esecutivo e un Direttore Esecutivo (Adam Larray), rompendo un lungo silenzio che aveva fatto sorgere dei dubbi sul proseguimento del progetto stesso.

Non appena si è tornati a parlare di PTPA, l’Association of Tennis Professionals (ATP) ha rilasciato un comunicato dai toni non tanto distesi nei confronti dell’organizzazione di Djokovic e Pospisil. Il serbo nel corso del 2020 aveva dichiarato di essere in costante contatto con Gaudenzi per garantire una piena collaborazione tra le due parti, non un conflitto. Nella nota dell’ATP si legge invece che la creazione di una nuova entità produce una chiara sovrapposizione, divide i giocatori e frammenta ancora di più lo sport“. L’associazione ha poi ribadito come la divisione sia il più grande pericolo per la crescita del tennis.

A proposito di crescita, con il comunicato in questione l’ATP ha voluto anche riproporre il progetto che ha sul tavolo, ovvero un piano strategico che avrà come obiettivo: Offrire sostanziali vantaggi ai giocatori rafforzando gli eventi di prima fascia, condivisione 50/50 dei profitti, aumento dei montepremi e dei bonus, completa trasparenza dei dati finanziari dei tornei, innalzare gli standard dei tornei e stabilità a lungo termine per il Tour”. Gaudenzi ne ha parlato qualche mese fa a Reuters, prestando particolare attenzione al tema dei diritti televisivi.

 

L’ATP ha anche ricordato ai giocatori (soprattutto a chi sta dalla parte di Djokovic e Pospisil) i numerosi benefit che offre: “Borse di viaggio, coperture assicurative, servizi medici, bonus e contribuiti annuali”. In questo momento l’associazione vuole evitare che i tennisti le voltino le spalle.

Non ha atteso molto il fondatore della PTPA Novak Djokovic a ribattere. L’ha fatto con un comunicato pubblicato sul suo profilo Twitter. Il numero uno del ranking ha preso di mira il “piano dei 30 anni” studiato negli ultimi mesi dall’ATP. “Grazie a tutti coloro che supportano la PTPA e ai centinaia di giocatori che stanno accanto a me e Vasek” ha esordito Djokovic. “Crediamo tutti che l’equità e la trasparenza nel processo decisionale del tennis professionistico non solo gioveranno allo sport, ma sosterrà tutti i giocatori che cercano di risalire le classifiche e chi cerca di guadagnarsi da vivere. Non solo chi va in prima pagina”.

Abbiamo ripetutamente chiesto all’ATP di ritardare il voto sul loro piano trentennale fino a quando i giocatori non capiranno come influenzerà il loro benessere, i loro diritti (digitali e/o altro) e la loro capacità di rendere equi i salari. Abbiamo semplicemente bisogno di risposte a domande importanti, perché 30 anni sono un periodo molto lungo. Come abbiamo fatto riferimento nella nostra lettera all’ATP questa settimana: è incomprensibile che l’ATP voti la settimana del 27 giugno 2021, quando devono ancora finalizzare molti elementi del loro accordo. È imperativo che il nostro team collabori con l’ATP per determinare se un piano di 30 anni è veramente giusto per i giocatori. I giocatori devono essere adeguatamente informati. Non stiamo dicendo che il piano di 30 anni, o l’ATP, siano sbagliati, abbiamo solo bisogno di più chiarezza. Fino ad allora, il voto deve essere rinviato“.

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Scanagatta: “Alcaraz sembra molto più in forma di Djokovic ma mai sottovalutare il serbo”

“Fino al 6-2 6-1 5-2 lo spagnolo ha dominato Tsitsipas Come aveva dominato Musetti e Shapovalov. Djokovic è stato in difficoltà per un set e mezzo con Khachanov che non ha saputo approfittare della inizio incerto di Nole”

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Roland Garros: super Alcaraz stende Tsitsipas e arriva all’appuntamento con Djokovic [VIDEO-COMMENTO]

Nonostante qualche patema di troppo nel finale, Carlos Alcaraz supera in tre set Stefanos Tsitsipas. La semifinale della parte alta sarà quella più attesa

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Carlos Alcaraz - Roland Garros 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)

(da Parigi il nostro inviato)

[1] C. Alcaraz b. [5] S. Tsitsipas 6-2 6-1 7-6(5)

Non fosse stato per lo svarione finale nel terzo set, nel quale Carlos Alcaraz si è fatto rimontare dal 2-5 al 5-5 dopo che il match sembrava già vinto, si sarebbe potuto classificare questa prestazione del giovane spagnolo come la più incredibile della sua carriera. Un’ora e tre quarti di demolizione della testa di serie n. 5 Stefanos Tsitsipas, che sembrava una comparsa qualunque, totalmente in balia dell’avversario e incapace di trovare qualsiasi soluzione. Poi un calo di concentrazione sulla dirittura d’arrivo ha complicato oltremodo la faccenda, rischiando di riaprire un match già chiuso, ma la solida prestazione del tie-break ha messo tutto a posto e consegnato al tennis la semifinale che stava cercando.

 

LA PARTITA – Tsitsipas inizia molto convinto con tre ace e un rovescio vincente nel primo turno di battuta. Ma è solo un fuoco di paglia, perché il match prende ben presto una piega diversa: Alcaraz sembra in grande spolvero e Tsitsipas non appare in grado di tenere la sua velocità di crociera. Tre errori gratuiti al terzo gioco inguaiano il greco sul 15-40, ma con il servizio annulla le due palle break, e una terza poco dopo. Saranno le uniche nel set (e in quello successivo), perché un doppio fallo e un diritto vincente dello spagnolo confezionano il primo break della serata.

Carlitos sembra inarrestabile, spara vincenti da tutte le parti e Tsitsipas semplicemente non tiene il ritmo. Inizialmente Stefanos riesce a trovare qualche punto con il servizio centrale, ma è una fase che dura poco perché Alcaraz non impiega molto a trovare la misura della risposta e a fare danni anche sul servizio del suo avversario. Il secondo break della partita arriva sul 4-2 con un passante di diritto in corsa lungolinea che ha fatto fischiare le orecchie di Sampras (o Lendl, a seconda della generazione di riferimento).

Il primo set si chiude 6-2 in 30 minuti, e Alcaraz è talmente impaziente di continuare a martellare che si alza dalla sedia a metà della pausa tra i set, rischiando di farsi annaffiare dagli addetti alla manutenzione del campo, che devono scansarlo per non fargli una doccia anzitempo.

Dire che il secondo set è a senso unico sarebbe un eufemismo: 28 punti a 13, con Tsitsipas che riesce solamente a fare la metà dei punti del suo avversario nei suoi propri turni di battuta (8-16). La sequenza di vincenti di Alcaraz è impressionante: diritti, rovesci, volée, palle corte millimetriche; se fosse un match di pugilato ci sarebbero gli estremi per il K.O. tecnico. Sull’1-3 0-30 un applauso di incoraggiamento scuote un poco Tsitsipas, che però sulla palla game commette un doppio fallo (il quarto) e poi finisce per perdere ancora il servizio

Dopo 65 minuti lo spagnolo è avanti due set a zero e il pubblico comincia a rumoreggiare, forse pensando al salato biglietto pagato per assistere a questa sessione serale. Il terzo set continua sulla falsariga dei primi due: Tsitsipas si porta sul 40-15 nel secondo game, ma tre errori gratuiti e un passante incrociato di diritto di Alcaraz su una palla corta consegnano il break al murciano che poi si lancia sul 3-0 in un attimo.

Con il solo scopo di salvare quantomeno la faccia Stefanos prova a giocare in forcing, e con il sostegno del pubblico interrompe una serie di sette giochi consecutivi, salutato dal boato più assordante che questo stadio abbia prodotto negli ultimi giorni, un boato che ha probabilmente fatto male come un pugnale conficcato nel costato, nonostante le braccia alzate al cielo a festeggiare il game vinto.

Ogni errore di Alcaraz, ogni punto di Tsitsipas viene salutato da un’ovazione del pubblico che vuole vedere più tennis di quello che sembra destinato a ricevere. Sul 4-2 Alcaraz viene per la prima volta costretto al 40-40 sul proprio servizio, ma due servizi vincenti spengono ogni velleità di registrare questo game come qualcosa di più di una notazione statistica.

Sul 5-2 Tsitsipas annulla due match point, poi raccoglie due errori gratuiti che iniziano a far percepire come Alcaraz abbia tolto il piede dall’acceleratore. E infatti accade ciò che fino a qualche minuto prima sarebbe stato imponderabile: con tre errori gratuiti lo spagnolo cede la battuta per la prima volta nel match e rimette in gara Tsitsipas, il quale sospinto dal pubblico annulla con il servizio un altro match point (il terzo) sul 4-5 e pareggia.

Alcaraz prova a scuotersi con due ace, chiama il supporto della folla con un passante di diritto in corsa e tiene il servizio a zero per il 6-5. Tsitsipas raggiunge il tie-break e si carica sempre di più per provare a riaprire una partita che sembrava morta e sepolta.

Carlitos fatica a trovare la misura sulla risposta e Stefanos prova a insistere con il serve and volley, con buoni risultati, ma nel terzo punto del tie-break Alcaraz riesce a farsi spazio con diritto e tirare un vincente lungolinea dall’angolo sinistro per ottenere il minibreak che sarà decisivo. Sul 3-6 Tsitsipas annulla altri due match point, ma sulla sesta palla incontro, la prima che lo spagnolo può giocare sul proprio servizio, una volèe di rovescio chiude la contesa dopo due ore e 12 minuti di gioco.

LA SEMIFINALE PIÙ ATTESA – Si è così confezionata la semifinale che tutti volevano vedere, quella tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic i due tennisti che per buona parte dell’anno si sono alternati alla posizione n. 1 del ranking, e che possono a buona ragione essere considerati i più forti sulla terra battuta, e forse non solo sulla terra battuta. Un solo precedente, quella incredibile semifinale al Mutua Madrid Open dello scorso anno durata 3 ore e 36 minuti e vinta da Alcaraz per 7-5 al tie-break decisivo. Speriamo la partita di venerdì sia altrettanto bella.

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Roland Garros, Muchova: “Alla fine del 2022 ero n°200, ora il cielo è l’unico limite”

Entusiasta per la prima semifinale al Roland Garros, Muchova non si pone limiti ma resta umile: “Non penso al n°1, voglio ragionare passo dopo passo”

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Per la seconda volta nella sua carriera Karolina Muchova ha raggiunto le semifinali di un torneo dello Slam. La ceca ci è riuscita dopo aver gestito 7-5 6-2 Anastasia Pavlyuchenkova, finalista al Roland Garros nel 2021. “Sono felice questa vittoria e per aver chiuso in due set” – ha esordito la prossima (almeno) n°19 WTA in conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni più interessanti.

D: Quando di sei spinta in semifinale all’Australian Open o ai quarti di Wimbledon sembrava che fossi un po’ spompata fisicamente. Come ti senti adesso a livello fisico in vista della tua prima semifinale a Parigi?

Karolina Muchova: “Paragonando questo torneo con quelli citati prima mi sento alla grande. Credo di aver giocato più match che si sono conclusi in due set, sicuramente questo mi ha aiutato a risparmiare un po’ di energia. Domani avrò un giorno di riposo, mi sento bene”.

 

D: Senti di essere una giocatrice diversa quest’anno sulla terra battuta? I numeri sono dalla tua parte: 9 vittorie e due sconfitte finora sul rosso, qui sei in semifinale. È successo qualcosa in particolare?

Karolina Muchova: “Anno dopo anno sto cercando di diventare una giocatrice migliore su ogni superficie. Quest’anno ho fatto molto bene a Roma, mi sono preparato bene. Anche qui ho cominciato bene e ho ottenuto molta fiducia, ora ovviamente mi sento meglio sulla terra.

D: Oltre ad essere una grande giocatrice, so che ti piace cantare e suonare la chitarra. Quando sei sul campo da tennis come fai ad essere sicura di suonare tutte le note giuste?

Karolina Muchova: Non credo di essere così brava, al massimo so suonare qualche accordo. Se sai suonare dai 5 ai 7 accordi riesci bene o male a cavartela con tutte le canzoni. Sicuramente mi piace, è un bell’hobby per me

D: Hai avuto un sorteggio piuttosto duro contro Maria Sakkari. Guardandoti indietro, credi che aver avuto un primo turno così importante contro un’avversaria così tosta ti abbia aiutato?

Karolina Muchova: Nel complesso credo che mi abbia aiutato. Battere una top10 è sempre d’aiuto, poi i primi turni sono sempre complicati. La sfida con Maria era molto dura per entrambe, sono contenta di esssere stata colei che ha lasciato il campo da vincitrice”

D: Farai un grande balzo in avanti in classifica dopo questo torneo. Dove ti vedi in futuro? Qual è il limite? Ti vedi in top10?

Karolina Muchova: “Non penso troppo a queste cose. Sono molto contenta di questo torneo e di aver migliorato un po’ la mia classifica. Alla fine dello scorso anno ero intorno al n°200 (mentre da lunedì rientrerà in top20, ndr), sicuramente questo risultato mi aiuterà nei prossimi tornei. Il cielo è l’unico limite, ma non sto pensando ad essere top5 o n°1, voglio pensare passo dopo passo. Farò il possibile per spingermi oltre i miei limiti

D: Hai già affrontato Sabalenka nel 2019, quali impressioni hai su di lei?

Karolina Muchova: “Non ho molti pensieri su Aryna a dire il vero. Che cosa posso dire? È una grandissima giocatrice, molto aggressiva. Sarà una partita durissima: darò tutta me stessa per cercare di complicarle la vita.

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