Berrettini, appuntamento con la storia (Pierelli, Mastroluca, Azzolini, Semeraro)

Rassegna stampa

Berrettini, appuntamento con la storia (Pierelli, Mastroluca, Azzolini, Semeraro)

La rassegna stampa di mercoledì 7 luglio 2021

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Appuntamento con la storia (Matteo Pierelli, La Gazzetta dello Sport)

C’è la storia che bussa alla porta. E il rumore è fragoroso, parte dall’Inghilterra e arriva fino in Italia. Una sola volta abbiamo salutato un semifinalista sui prati di Wimbledon, lo Slam tradizionalmente più ostico per i nostri. E ormai è passato fin troppo tempo: era il 1960 quando Nicola Pietrangeli finì tra i migliori quattro e poi perse con Rod Laver al quinto set. Matteo Berrettini oggi ha la grande chance di eguagliare quel piazzamento storico, trascinando con sé tutto un movimento (quello maschile) baciato negli ultimi anni da un’abbondanza di talenti che hanno cancellato un lungo periodo avaro di soddisfazioni. Ci sono giovani rampanti che spingono alle spalle e che hanno un sicuro avvenire (Sinner e Musetti) e poi ci sono le certezze granitiche come Matteo Berrettini: lui è sempre lì, vince le partite che deve vincere, alza il livello del gioco nel momento del bisogno e si adatta bene a tutte le superfici. Oggi incrocerà le lame con il canadese Felix Auger-Aliassime, suo grande amico e già sconfitto nell’unico precedente, proprio sull’erba di Stoccarda nel 2019. I due sfidanti, come noto, hanno un ottimo rapporto. Questa amicizia sincera potrà in qualche modo condizionare una partita in cui Matteo parte favorito? Secondo Vincenzo Santopadre, tecnico del numero 9 del mondo, no: «Matteo è un grande professionista, riesce a scindere l’amicizia dal “lavoro”, e anzi la sfida con uno con cui ha un ottimo rapporto probabilmente gli farà vivere la vigilia in maniera più positiva». Vincenzo Santopadre conosce e segue Berrettini da una decina di anni, da quando quel ragazzino si presentò a fare un provino all’Aniene con il fratello Jacopo. Da li è nato un legame unico, quasi simbiotico e che funziona benissimo. Aliassime, talento cristallino che per spiccare il volo è passato sotto le cure di Toni Nadal, ha un record stagionale sull’erba di 10-2 ma non ha mai vinto un torneo (a fronte di 8 finali) e ha raggiunto per la prima volta i quarti in uno Slam. Non un avversario da sottovalutare, ma neanche da temere.

Berrettini, sfida di cuore (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Gli amici nella vita fanno bene sempre. Più ce n’è, meglio è, diceva una vecchia canzone. Certo è curioso affrontarne uno nel primo quarto di finale a Wimbledon. E’ un’emozione non da poco, infatti, quella che vivranno Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime sul Campo 1. Negli ultimi mesi hanno trascorso molto tempo insieme perché le rispettive fidanzate, la tennista australiana Ajla Tomljanovic e Nina Ghaibi sono cugine. «E’ uno dei miei migliori amici nel circuito, sono felice di poterlo dire – ha spiegato il canadese – E’ davvero una grande persona, abbiamo cenato diverse volte insieme». Non avranno problemi, hanno spiegato alla vigilia, a mettere da parte il legame personale una volta entrati in campo. Lo stadio è lo stesso nel quale Auger-Aliassime ha firmato negli ottavi la prima vittoria in carriera su Alexander Zverev e in un match finito al quinto set. Allenato da Toni Nadal, lo zio di Rafa con cui continuerà a lavorare anche in futuro, il ventenne ha già affrontato Berrettini sull’erba. Perse in finale a Stoccarda due anni fa. Ma erano entrambi giocatori molto diversi rispetto a oggi. «Quello che mi impressiona di più del gioco di Matteo è l’aspetto mentale, come approccia la partita e affronta le avversità», diceva Ajla Tomljanovic nei primi giorni del torneo. Il romano ha vinto le ultime nove partite giocate, e 22 degli ultimi 24 set. «Sento che sto giocando il tennis migliore della mia carriera — ha detto Berrettini dopo il successo negli ottavi sul bielorusso Ilya Ivashka —. Nel 2019, quando sono arrivato agli ottavi la prima volta, per me era tutto nuovo per cui dovevo un po’ abituarmi. Ora ho più esperienza e più fiducia. Dopo i quarti a Parigi e qui so che possono ottenere risultati ancora migliori».

Una partita tra amici (Daniele Azzolini, Tuttosport)

C’è dietro una storia di cugine, e di bolle, australiane, parigine, londinesi. Storie di serate trascorse in giro per il mondo e storie che uniscono i poli opposti del tennis, Federer da una parte, Nadal dall’altra, uno zio per coach e un coach per manager. Amici contro, è la sintesi estrema, ma forse riduttiva. Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime di fronte nei quarti, per una semifinale che vale moltissimo, ma legati da un’amicizia che vale di più. Straripante di ingarbugliatissime situazioni, che sembrano abbracciare tutto il tennis. Uno che ormai chiamano Re Martello, l’altro che non lo chiamano mai tutto insieme, ma una volta Felix, un’altra Auger, più spesso Aliassime. «Matteo è il mio fratello maggiore, ormai lo considero così», racconta Felix. «Ha qualche anno in più ed è una bella persona, lo apprezzo per quello che sa e quello che dice, quando m’iscrivo a un torneo mi piace sapere che c’è anche lui, so che avremo qualcosa d’interessante da dirci. Amiamo entrambi il basket». «Sono anni che ci frequentiamo», va avanti Matteo. «All’inizio della stagione, quando la bolla australiana ci ha costretti a scegliere un partner con cui allenarci la prima settimana, ci siamo subito sentiti. Aver cominciato la stagione insieme sembra ci stia portando fortuna». La conoscenza nasce dal binomio Ajla e Nina. Nina Ghaibi è la cugina di Ajla ed è la ragazza di Felix. Nel team del ragazzo, da qualche tempo, figura Toni Nadal, lo zio Toni. «Non mi fa da coach, ma da consulente. È molto esigente, crede nel lavoro, quello duro però». La svolta si è vista sull’erba. La vittoria su Federer ad Halle, poi quella su Zverev ai Championships, «D’accordo, ma Berrettini resta favorito. Sull’erba gioca benissimo. Sarà difficile contenerlo». «Sono io che mi aspetto un match durissimo», replica Mat. «Felix ha fatto le scelte giuste, Toni Nadal lo sta aiutando molto. È un giocatore caldo, che ha battuto Zverev dopo quattro ore di gran tennis. E chi batte Sascha non può essere sottovalutato». […]

Berrettini, un match per riscrivere la storia (Stefano Semeraro, La Stampa)

L’occasione è lì, ghiottissima. Matteo Berrettini può eguagliare Nicola Pietrangeli, l’unico che sui sacri prati di Wimbledon è arrivato in semifinale, nel 1960. La siepe fra Matteo e l’impresa è alta 193 centimetri, si chiama Felix Auger-Aliassime ma ha in dotazione un pezzetto di Nadal. Per l’esattezza Zio Toni, che dopo aver lasciato l’angolo del nipote ha preso in carico il ventenne canadese, oggi n.19 Atp, e lo ha trasformato da promessa inadempiente in pericoloso concorrente: per chiunque, (per informazioni chiedere a Sascha Zverev che lunedì ci ha perso in 5 set). Matteo e Felix si conoscono bene, si sono allenati spesso insieme, ma l’unica volta che si sono incontrati sul Tour è stato proprio sull’erba, nella finale di Stoccarda 2019, vinta dal Nostro in due set. Questo è un quarto di finale che Matteo affronterà da favorito, su quella che ormai dopo il centro al Queen’s e il torneo da sogno a Church Road è forse la sua superficie migliore: «Non so se è la mia preferita, ma mi piace molto: perché si va spesso a rete, per il colore, la tradizione, il fatto che ci si veste di bianco, per tutto ciò che rappresenta Wimbledon. E a giocare da favorito ormai ci ho fatto il callo: quando sei 8 o 9 del mondo capita quasi sempre. Ma so che posso perdere e vincere ogni volta che vado in campo, ed è questo che mi dà l’adrenalina giusta. Sarà una lotta. E sono pronto».

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