Ancora su Wimbledon: Pliskova, Sabalenka, Jabeur e Muchova - Pagina 3 di 4

Al femminile

Ancora su Wimbledon: Pliskova, Sabalenka, Jabeur e Muchova

Gli ultimi Championships hanno rafforzato il primato di Ashleigh Barty, ma il torneo ha messo in luce anche altre protagoniste

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Karolina Pliskova - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Aryna Sabalenka
Come abbiamo visto, le due finaliste di Wimbledon 2021, Ashleigh Barty e Karolina Pliskova avevano una statistica in comune, una statistica che rappresentava un limite da superare: nelle edizioni precedenti dei Championships non erano mai riuscite ad andare oltre il quarto turno. Anche Aryna Sabalenka non era mai riuscita ad andare oltre il quarto turno, ma addirittura nell’intera carriera, qualsiasi fosse lo Slam.

Se paragonata alla resa nei “normali” tornei del circuito, appariva una mancanza che non pesava solo sulla valutazione di Sabalenka come giocatrice, ma in generale su tutta la attuale WTA, che negli Slam si ritrovava menomata di una possibile grande protagonista.

Finalmente nell’ultimo Wimbledon qualcosa è cambiato. Il percorso di Aryna fino al quarto turno non è stato proibitivo. Partendo da testa di serie numero 2 ha trovato avversarie contro le quali la vittoria era quasi obbligatoria: Niculescu, Boulter, Osorio Serrano. Eppure proprio per questo teorico squilibrio, potevano rappresentare ostacoli insidiosi sotto l’aspetto mentale, dato che si trattava di partite nelle quali Sabalenka aveva solo da perdere.

Un passaggio impegnativo lo ha attraversato al secondo turno, contro la wild card locale Katie Boulter (numero 219 del ranking). Boulter, in giornata di grazia, ha vinto a sorpresa il primo set, e con questa impresa ha acceso il pubblico del Centre Court. Un tifo che avrebbe potuto destabilizzare Sabalenka. Invece Aryna ha mantenuto la lucidità necessaria per rimontare, affrontanto il match punto dopo punto: si è rimboccata la maniche, ha pareggiato i conti nel secondo set, e soprattutto ha servito molto bene nei passaggi decisivi del terzo (4-6, 6-3, 6-3).

Dopo avere sconfitto anche Osorio Serrano, Sabalenka è approdata al fatidico secondo lunedì di Wimbledon, con l’obiettivo di andare oltre quel limite mai superato: il quarto turno nello Slam. Ma per superare quel limite, questa volta il tabellone le proponeva una avversaria difficile come Elena Rybakina.

Nella prima settimana di torneo Rybakina, dall’alto di una statura che sfiora il metro e 90, aveva servito benissimo: 22 ace e l’85% di punti vinti con la prima, con soli 8 doppi falli in tre partite. E soprattutto era l’unica delle giocatrici ancora in corsa ad aver subito fino a quel momento un solo break.

Sabalenka è riuscita ad avere la meglio in tre set, grazie a una condotta di gara piuttosto lineare. Ha conquistato il primo set approfittando anche di una Rybakina per la prima volta un po’ titubante nei colpi di inizio gioco. Poi ha subito la comprensibile reazione di una avversaria davvero forte, che nel secondo set è stata quasi perfetta. Ma nel terzo set Aryna ha colpito nel momento determinante: ha strappato il servizio a Rybakina nell’ottavo game (sul 4-3) e poi chiuso i conti consolidando il break: 6-3, 4-6, 6-3. Il finale di partita, caratterizzato da un parziale di 12 punti a zero, ha segnato il destino del match in modo perentorio.

Per progredire ancora nel torneo, Sabalenka si è misurata con un’altra avversaria molto impegnativa: Ons Jabeur. Jabeur aveva eliminato Muguruza e Swiatek, nomi che certificavano la sua condizione di forma. Ne è uscito un match intenso, caratterizzato dalla prevalenza della battuta e con lunghe fasi di equilibrio; la differenza si è delineata nei game finali dei set.

Nel primo set Jabeur non ha concesso palle break sino al 4-5. Ma qui ha un po’ tremato: non ha chiuso subito sul 40-15, ha dato il via a uno di quei game chilometrici ricchi di vantaggi interni ed esterni, e alla quinta palla break ha ceduto il servizio. E con il servizio ha ceduto anche il set: 4-6.

Nel secondo set break e controbreak in apertura non hanno cambiato la situazione: sempre sul filo dell’equilibrio, prima che Jabeur perdesse di nuovo la battuta sul 3-4. Sabalenka ne ha approfittato per chiudere il match sul 6-4, 6-3. In una giornata nella quale al servizio non ha reso al massimo (3 ace ma 5 doppi falli), Aryna ha comunque trovato il modo di chiudere il match sbagliando meno di Ons nelle fasi decisive dei set. A testimoniare la qualità della partita, il saldo vincenti / errori non forzati: Sabalenka +7 (27/20), Jabeur +11 (22/11).

Visto che della partita contro Pliskova ho già parlato sopra, di questo Wimbledon di Sabalenka rimane da ribadire l’aspetto determinante: finalmente è stata protagonista di un Major sino in fondo. E così ha sperimentato, per esempio, cosa significa giocarsi una semifinale Slam con gli occhi di tutto il mondo del tennis puntati su di lei, perché il calendario in questa fase di torneo non prevede concomitanze o sovrapposizioni: la partita da seguire è quella, senza alternative di pari importanza. È vero, Sabalenka ha finito per perdere contro Pliskova, ma per come ha perso e per quanto ha progredito rispetto a qualsiasi Major precedente credo ricorderà gli ultimi Championships come un momento fondamentale della sua carriera.

a pagina 4: Karolina Muchova e Ons Jabeur

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