Ancora su Wimbledon: Pliskova, Sabalenka, Jabeur e Muchova - Pagina 4 di 4

Al femminile

Ancora su Wimbledon: Pliskova, Sabalenka, Jabeur e Muchova

Gli ultimi Championships hanno rafforzato il primato di Ashleigh Barty, ma il torneo ha messo in luce anche altre protagoniste

Pubblicato

il

Karolina Pliskova - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Karolina Muchova e Ons Jabeur
Questa settimana Ons Jabeur e Karolina Muchova sono vicine di ranking: rispettivamente numero 23 e numero 24 WTA. Ma non è solo la prossimità di classifica ad accomunarle, ci sono anche altri fattori.

Innanzitutto nell’ultima edizione di Wimbledon entrambe hanno raggiunto i quarti di finale, dove sono state fermate da Sabalenka e Kerber. Ma la loro comunanza riguarda anche il processo di maturazione che hanno dovuto affrontare prima di riuscire a rendere efficace il loro tennis. Tutte e due si sono affacciate sul circuito dimostrando sin dagli esordi (vedi QUI e QUI) di possedere un bagaglio di colpi estremamente completo. Eppure proprio la grande disponibilità di soluzioni differenti ha reso loro più difficile la definizione di un efficace tattica di gioco. Vale a dire: quando erano in giornata di grazia, potevano vincere deliziando il pubblico con una serie di colpi eccezionali, anche i più ardui da eseguire. Ma quando la condizione era meno scintillante, faticavano a ottenere risultati.

Del resto è una specie di legge non scritta del tennis. Se una giocatrice è capace di utilizzare con profitto solo i tre colpi base (di solito servizio, dritto e rovescio in topspin), il suo piano-partita sarà molto più facile da definire rispetto a chi invece su ogni palla sarebbe in grado di replicare con più opzioni differenti tra loro. Ecco allora che le giocatrici con più armi nell’arsenale, come Jabeur e Muchova, hanno bisogno di più tempo e più stagioni per costruirsi una efficace struttura di gioco.

Non solo. Oltre a questo, tutte e due hanno avuto la sfortuna che la pausa determinata dalla pandemia è arrivata in un momento di crescita di risultati, rallentando il periodo di raccolta dopo le stagioni della semina.

In ogni caso oggi le cose vanno molto meglio. Nel 2021 Muchova ha dimostrato di sapersi ritrovare in occasione degli appuntamenti importanti. All’Australian Open ha raggiunto la semifinale, mentre a Wimbledon è riuscita a tornare a buoni livelli dopo avere attraversato alcuni mesi difficili a causa di un infortunio ai muscoli addominali patito durante gli impegni australiani.

Sull’erba di Londra, Karolina ha sconfitto all’esordio Zhang Shuai (che nel 2019 aveva raggiunto i quarti a Wimbledon). Poi al secondo turno ha superato in tre set Camila Giorgi (6-3, 5-7, 6-3) servendo e rispondendo meglio di Camila quando contava di più. Quindi al terzo turno ha eliminato la testa di serie numero 16 Pavlyuchenkova (7-5, 6-3) e al quarto la numero 30 Badosa (7-6, 6-4).

L’ha fermata Angelique Kerber (6-2, 6-3), avversaria per lei molto ostica, perché fortissima in difesa. Infatti a Kerber per avere la meglio è quasi bastato allungare il palleggio nell’attesa dell’errore non forzato di Muchova. Perché, a oggi, questo è probabilmente il maggior punto debole del gioco di Karolina: la difficoltà nel limitare gli errori gratuiti. Resta il fatto che quest’anno Muchova ha affrontato sei giocatrici comprese tra le prime 20 del ranking e le ha battute tutte: tre in Australia (Barty, Pliskova, Mertens), due a Madrid (Osaka e Sakkari) e una, come detto, a Wimbledon (Pavlyuchenkova).

Ultima statistica: se confrontiamo gli otto nomi presenti a livello di quarti di finale nelle ultime due edizioni di Wimbledon (2019 e 2021), quello di Muchova è l’unico che troviamo in entrambe. A mio avviso nel 2019 aveva giocato meglio, e contro Svitolina aveva pagato la mancanza del giorno di riposo dopo lo sforzo compiuto contro Pliskova (partita vinta per 4-6, 7-5, 13-11). Ma il fatto che quest’anno sia comunque riuscita a confermarsi tra le prime testimonia il processo di maturazione e rafforzamento descritto sopra.

A mio avviso, sul piano della pura qualità di gioco, nell’ultimo Wimbledon Ons Jabeur ha offerto anche qualcosa di più rispetto a Muchova. Probabilmente il primo titolo WTA conquistato sull’erba di Birmingham, alla vigilia dello Slam, ha dato a Jabeur una ulteriore iniezione di fiducia, che l’ha portata a esprimersi alla grande. Unico appunto che mi sento di avanzare sulle sue prestazioni londinesi: non è stata sempre continua nell’arco degli incontri, e ha pagato la tendenza ad aumentare gli errori non forzati nei finali di set.

Un difetto al quale ha saputo rimediare contro Muguruza (5-7, 6-3, 6-2) e contro Swiatek (5-7, 6-1 6-1) e che invece le è costato caro contro Sabalenka (partita persa per 6-4, 6-3). A conti fatti Ons ha lasciato il torneo dopo avere sconfitto Peterson, Venus Williams, Muguruza e Swiatek. Avversarie non da poco.

E anche nell’ultimo Wimbledon abbiamo avuto la conferma che quando Jabeur scende in campo, difficilmente rinuncia a offrire qualche colpo speciale. E se poi è davvero in forma, lo spettacolo per gli appassionati di tennis è assicurato. Anche le statistiche lo confermano: nei cinque match disputati ai Championships ha sempre chiuso con un saldo positivo fra vincenti ed errori non forzati: +7 contro Peterson (19/12), +6 contro Venus (25/19), +17 contro Muguruza (44/27), +7 contro Swiatek (30/23) e +11 anche in occasione della sconfitta contro Sabalenka (22/11).

Il 28 agosto Jabeur compirà 27 anni, e se manterrà la condizione mostrata a Londra potrebbe essere pronta per spingersi ancora più avanti nei grandi tornei. Magari fin dalle prossime Olimpiadi o dallo US Open, anche se forse non è il cemento la superficie a lei più congeniale.

P.S. A martedì prossimo con l’articolo conclusivo su Wimbledon 2021 dedicato alle statistiche.

Pagine: 1 2 3 4

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement