Tutte le big in campo ieri allo US Open sono riuscite ad assicurarsi il passaggio al terzo turno, sebbene alcune di loro abbiano visto da vicino lo spettro dell’eliminazione – vediamo com’è andata.
[1] A. Barty b. C. Tauson 6-1 7-5
La prima favorita del torneo Ashleigh Barty ha avuto bisogno di 90 minuti per aver ragione della classe 2002 danese Clara Tauson in un match che avrebbe potuto avere un punteggio ancora più netto, visto che l’aussie si è guadagnata ben 19 palle break (“solo” cinque concretizzate) e che non ha sfruttato un match point sul 5-3 (non è nemmeno riuscita a chiudere alla prima opportunità di servire per il match sul 5-4). In ogni caso non ci sono stati grossi problemi per lei in quello che rimane (per ora) il suo Slam di minor successo: a Flushing Meadows non ha infatti mai raggiunto i quarti di finale.
Barty ha messo a segno più del doppio dei vincenti dell’avversaria (33-14), dato non banale visto che Tauson è già ora una delle colpitrici più potenti del circuito WTA, e ha continuato a servire ai livelli già visti a Cincinnati – 11 ace e 80% di conversione con la prima. Il primo set si è sostanzialmente deciso in un secondo game gargantuesco da 24 punti in cui Barty ha avuto bisogno di ben dieci palle break per mettere la freccia. Da lì in avanti, la due volte campionessa Slam non ha avuto remore, e ha chiuso rapidamente sul 6-1.
Tauson è riuscita a scuotersi un minimo all’inizio del secondo, quando, persa la battuta nel primo game, ha subito sfruttato la prima chance di giornata per pareggiare. Finita in svantaggio 3-5, la danese sembrava pronta a salutare il torneo, ma in qualche modo è riuscita a salvare un match point con il servizio e a strappare la battuta all’avversaria per il 5-5. Si è trattato però di una breve défaillance, perché Barty si è subito riportata in posizione andando a servire per il match sul 6-5, e pur concedendo un’ultima palla break è riuscita chiudere, prenotando un terzo turno con Shelby Rogers, lo scorso anno battuta nei quarti di questo evento da Naomi Osaka.
[7] I. Swiatek b. F. Ferro 3-6 7-6(3) 6-0
Se l’è vista brutta Iga Swiatek, brava a girare l’incontro di secondo turno con una Fiona Ferro che era scappata sul 6-3 2-0 e sembrava pronta a servire l’upset. La vincitrice del Roland Garros 2020 è però riuscita a risollevarsi, e dopo aver vinto brillantemente il tie-break del secondo non ha avuto problemi a sbarazzarsi dell’avversaria alla distanza, accedendo al terzo turno in due ore e tre minuti. “Non ho iniziato bene, non riuscivo a sentirmi le gambe“, ha detto Swiatek. “Non è la prima volta, è un problema su cui sto cercando di lavorare. Nel secondo set sono riuscita a rilassarmi, tuttavia, e sono stata brava a cambiare tattica”.
Dopo aver rimontato un break nel primo set, Swiatek ha perso la battuta sul 3-4 con un doppio fallo esiziale, finendo per perdere il parziale contro una Ferro da 14/16 con la prima di servizio. Nel secondo sembrava che l’inerzia del match pendesse ormai totalmente dalla parte della transalpina, ma, sotto 0-2, Iga ha infilato una striscia di quattro giochi di fila. Ferro ha recuperato, procurandosi anche una palla break sul 4-4 che l’avrebbe mandata a servire per il match; con continui ribaltamenti di fronte, ha poi salvato due set point non consecutivi sul 5-6, ma nel tie-break non è riuscita a gestire l’impeto di Swiatek (che ha chiuso con quasi il doppio dei vincenti, 37-21, a fronte di soli quattro unforced in più, 35-31), finendo indietro 2-5 senza riuscire a tornare a contatto.
Il terzo set non ha avuto storia, con Swiatek che ha fatto 8/8 sia sulla propria prima di servizio che sulla seconda dell’avversaria, concedendo appena sette punti in sei game. La sua prossima avversaria sarà Anett Kontaveit, che ha perso appena otto giochi in due incontri e che ieri ha regolato la finalista di Cincinnati Jill Teichmann per 6-4 6-1.
[4] K. Pliskova b. A. Anisimova 7-5 6-7(5) 7-6(7)
E chi si è trovata veramente sull’orlo del baratro è la finalista di Wimbledon Karolina Pliskova, che in un incontro dominato dai servizi ha salvato un match point ad Amanda Anisimova per riuscire a batterla in due ore e 21 minuti. Come segnalato dal sito della WTA, i 24 ace della ceca sono il dato più alto segnato in un incontro femminile a Flushing Meadows dal 1998 a oggi. “Senza il mio servizio non sarei riuscita a vincere questa partita”, ha detto un po’ lapalissianamente Pliskova. “Credo che ci siamo spinte a servire sempre meglio. Il tennis femminile di solito è fatto di tanti break, quindi credo che il nostro rendimento al servizio sia stato impressionante“.
Le due hanno come detto avuto numeri decisamente elevati alla battuta: entrambe hanno messo in campo oltre il 70% di prime (73-70 Pliskova), convertendone almeno tre quarti (78-75 sempre in favore di Karolina). L’ovvio corollario è che i break siano stati pochissimi, appena tre, e tutti nel primo set: Anisimova ha colpito per prima, salendo 4-3 e servizio, ma ha perso la battuta a zero, e dopo aver salvato un primo set point sul 4-5 non è riuscita a ripetersi nel turno successivo.
Nel secondo non c’è stata nemmeno l’ombra di una palla break, e la differenza è stata fatta dalla prima di Anisimova (appena quattro punti persi) e dai due doppi falli commessi da Pliskova nel tie-break, incluso uno sul set point. Le due hanno continuato ad essere irreprensibili fino al 5-5 nel parziale decisivo, quando Anisimova ha dovuto salvare quattro break point non consecutivi che avrebbero mandato Pliskova a servire per il match.
Qualche rimpianto per la ceca per la seconda chance, sprecata con un errore sottorete, soprattutto perché durante il tie-break decisivo i buoi parevano essere scappati dalla stalla sul 5-2 Anisimova. A quel punto però la ex-N.1 WTA ha vinto quattro punti di fila, guadagnandosi un match point. La giovane statunitense si è però salvata a rete e ha avuto a sua volta una palla per chiuderla, ma Pliskova non le ha dato la possibilità di entrare nello scambio, chiudendo sul 9-7 grazie ad un errore della rivale. Al prossimo turno la aspetta un’altra colpitrice potente come Ajla Tomljanovic, che ha prevalso per 7-6(6) 6-4 su Petra Martic, tds N.30.
[6] B. Andreescu b. L. Davis 6-4 6-4
Decisamente più agevole rispetto a quello del primo turno il successo della campionessa del 2019 Bianca Andreescu, che ha sconfitto Lauren Davis in 96 minuti di sessione serale molto ventosa e che deve ancora perdere un match nel tabellone principale dello US Open (nove vittorie su nove in carriera, visto che prima del titolo di due anni fa aveva perso due volte nelle qualificazioni). La canadese ha vinto due set relativamente simili in cui è andata per due volte sotto di un break, e pur senza giocare benissimo (19 vincenti a fronte di 23 non forzati) è stata molto concreta quando ha avuto delle chance, visto che ha sfruttato sei palle break su otto e soprattutto è riuscita a strappare la battuta all’avversaria in tutti game in cui ne ha avute.
Davis sarebbe potuta scappare a inizio partita, quando ha avuto una palla del 3-0 e servizio, ma non vi è riuscita, finendo per rimanere sempre a contatto con l’indomita rivale. Andreescu ha recuperato sul 2-2, e dopo aver perso la battuta nel settimo game ha infilato tre game di fila per mettere in saccoccia il parziale. Nel secondo le due si sono breakkate quattro volte di fila (complice un vento incompatibile con un lancio di palla lineare), ma alla fine Davis non è riuscita a sfruttare una situazione di 15-40 sul 3-3, finendo per perdere la battuta nell’ultimo game dell’incontro.
“Mi sento molto bene in campo”, ha detto Andreescu. “Sto iniziando a ritrovare il mio gioco con il passare degli incontri. Anche oggi non è stato un match facile, sebbene l’abbia chiuso in due set. Sono contenta di come sto servendo e di come mi sto muovendo in campo, perché sono aspetti su cui ho lavorato tanto”.
TUTTO LISCIO PER KERBER E RADUCANU
Secondi turni semplici, infine, per due delle stelle dell’ultimo Wimbledon, vale a dire Angelique Kerber ed Emma Raducanu: la prima ha regolato Kalinina per 6-3 6-2 in poco più di un’ora, la seconda ha prevalso per 6-2 6-4 su Shuai Zhang.
Per la ex-N.1 WTA era importante non sprecare troppe energie, visto che il suo era l’unico match in sospeso dal programma di mercoledì. Missione compiuta (e vendetta servita, visto che Kalinina l’aveva sorprendentemente battuta al primo turno dell’ultimo Roland Garros), visto che è immediatamente scappata sul 4-0 senza perdere punti al servizio; a quel punto si sono susseguiti quattro break consecutivi, ma al momento di servire per il set sul 5-3 Kerber non ha tremato, e nel secondo è nuovamente andata avanti 4-0 senza più guardarsi indietro. Particolarmente bene nello scambio la tedesca, che escludendo ace e doppi falli ha messo segno 21 vincenti a fronte di soli 11 non forzati. Per lei si tratta della sedicesima vittoria negli ultimi 18 incontri disputati, con le uniche due sconfitte giunte per mano della numero uno Barty; la sua prossima avversaria (già oggi) sarà Sloane Stephens.
Cresce sempre più in fretta Emma Raducanu, che battendo Zhang in 82 minuti ha ottenuto la tredicesima vittoria nelle ultime 15 partite disputate fra Landisville, Chicago e Flushing Meadows; la classe 2002 ha peraltro a sua vendicato una recente sconfitta per mano della giocatrice cinese, nel suo caso al torneo di San José. Raducanu ha rapidamente messo un’ipoteca sulla contesa, salendo 6-2 4-0 concedendo appena cinque punti al servizio; a quel punto Zhang ha avuto un colpo, sfruttando l’unica palla break di giornata e vincendo un lungo game in cui ha salvato tre chance consecutive del doppio break per riavvicinarsi sul 3-4.
La britannica si è però ricomposta, e concedendo un solo quindici ha chiuso la pratica. Raducanu è la più giovane giocatrice rimasta in gara assieme a Leylah Fernandez, nonché l’ultima qualificata rimasta (curiosamente sono di più le lucky loser che hanno raggiunto il terzo turno, vale a dire Rakhimova e Minnen). Il prossimo ostacolo fra lei e due ottavi consecutivi nei primi due Slam disputati è Sara Sorribes Tormo, facilmente vincitrice di Hsieh per 6-1 6-3.