Ljubicic, tra presente e futuro: "Berrettini ha qualcosa di Federer, il primo Slam è vicino"

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Ljubicic, tra presente e futuro: “Berrettini ha qualcosa di Federer, il primo Slam è vicino”

Il tecnico e manager croato, intervistato dal Messaggero, ragiona sulla successione dei “tre mostri”. L’azzurro intanto è già a Boston e da domani sarà protagonista del Team Europe nella Laver Cup

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Ivan Ljubicic - ATP Finals 2018 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)
 

Quanto manca a Matteo Berrettini per arrivare a vincere uno Slam? “Il momento arriverà“, assicura Ivan Ljubicic. Che lo osserva da una prospettiva privilegiata, dopo aver accolto il numero uno d’Italia nella sua agenzia di management. “Parliamo di un ragazzo eccezionale – ha dichiarato al Messaggero il tecnico e manager croato -, anche per la capacità e la profondità che ha di discutere le cose. Come lui avevo conosciuto solo Roger Federer, è perfetto, fa solo le cose giuste“. Accostamento di peso, anche perché arriva da chi è da anni nell’angolo del fuoriclasse svizzero e ha una prospettiva privilegiata nell’osservare il cammino verso il tennis che ci sarà dopo i big 3.

Secondo quanto raccontato da Ljubicic a Vincenzo Martucci, la transizione non è ancora completa. “È interessante vedere se i tre mostri vinceranno ancora – racconta – o se si fermeranno a quota 20 Slam. Io credo che saranno ancora competitivi. Berrettini è nel gruppo dei giovani che stanno diventando sempre più forti e consapevoli, insieme a Zverev, Medvedev, Tsitsipas, Rublev“.

TRANSIZIONE – E il discorso, per quanto posticipato, si proietta quindi su ciò che sarà. “Lo scenario dei prossimi anni sarà lo stesso del dopo Sampras-Agassi, tanti vincitori diversi dello stesso Slam. Ferrero, Gaudio, Moya, Hewitt, Safin. Un tennis più normale di quello imposto dai tre mostri, che non è lo sport vero, ma uno sport straordinario come i loro risultati. Non so se li rivedremo nel finale di stagione: Djokovic me lo aspetto a Bercy e alle Finals, ma non sarebbe uno choc se decidesse di non giocare più. Roger non ha ancora ripreso ad allenarsi, non c’è un preciso programma per il suo rientro“.

Ultimo focus, sugli italiani: “Per Berrettini questo è stato il primo anno ad altissimo livello. Se guardi servizio e dritto che fanno paura, gli manca qualcosina a livello di rovescio e può muoversi meglio. Gli mancano match importanti nei grandi tornei, ancora un po’ d’esperienza. Il nome di Sinner è a detta di tutti tra i candidati a vincere gli Slam del futuro, da Musetti mi aspettavo forse qualcosa di più in proporzione allo stesso Sinner, ma il talento c’è, evidentemente ha diversi tempi di crescita. E poi c’è Sonego, che mi piace tantissimo per come sta in campo e per l’energia che ci mette“.

LAVER CUP AL VIA – Matteo, intanto, è già a Boston per la Laver Cup che inizierà domani (24-26 settembre) e torna dopo un anno di stop forzato per la pandemia. Il Team Europe capitanato da Bjorn Borg – strafavorito, anche in assenza dei big 3 – è composto, guarda caso, proprio dalla nuova guardia chiamata in causa da Ljubicic: oltre all’azzurro (7 del mondo) anche gli altri top ten Tsitsipas, Zverev, Rublev oltre al norvegese Ruud. Il Team Resto del Mondo di John McEnroe – che non ha mai vinto da quando esiste la competizione – schiera invece tutti protagonisti fuori dai primi dieci del ranking: Auger-Aliassime (11 ATP), Shapovalov (12), Schwartzman (15), gli statunitensi Opelka e Isner, oltre a Nick Kyrgios (uno dei più grandi sostenitori del torneo).

A proposito di transizione: per la prima volta la Laver Cup si giocherà senza nessuno dei big 3, con Nadal e Federer infortunati – anche se lo svizzero potrebbe essere comunque presente in tribuna a Boston, essendo coinvolta nell’organizzazione la sua agenzia di management Team 8 – e Djokovic che sta ricaricando le pile dopo la delusione dello US Open. Gli incontri saranno trasmessi su Eurosport, fresca di acquisizione dei diritti fino al 2030.

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