Paula Badosa, crisi e successo - Pagina 3 di 4

Al femminile

Paula Badosa, crisi e successo

La vincitrice del torneo di Indian Wells 2021 prima di affermarsi ad alti livelli ha vissuto lunghe stagioni piene di difficoltà

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Paula Badosa - WTA Indian Wells 2021 (via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)
 

La collaborazione con Marti (durata sino all’estate 2021) si rivela fruttuosa, tanto e vero che nel 2020 si presenta al via della stagione una giocatrice sicuramente migliorata rispetto agli anni precedenti: Badosa in campo si muove meglio, ha drasticamente limitato gli errori non forzati e riesce a reggere il confronto anche con tenniste dalla palla pesante che la sollecitano negli spostamenti.

All’Australian Open 2020 vince il primo match a livello Slam (contro Johanna Larsson) ed esce al secondo turno contro Petra Kvitova, al termine di una partita giocata per lunghi tratti alla pari (7-5, 7-5). Si fronteggiano la numero 8 del mondo e la numero 97, ma di sicuro in campo non emerge lo scarto che la classifica suggerirebbe. Anzi: la sensazione è che Badosa sia finalmente pronta per competere a qualsiasi livello.

Questa volta però ci si mette la pandemia a bloccarle la carriera. Niente tennis ufficiale da marzo ad agosto. Nella sfortuna, le rimane un elemento favorevole: il recupero, dopo lo spostamento delle date, del Roland Garros, che si disputa in ottobre. Da giocatrice di formazione tecnica spagnola, e da vincitrice del Roland Garros junior, vanta familiarità con la terra battuta e lo dimostra in autunno.

Dopo aver conquistato la semifinale sulla terra di Istanbul, a Parigi si spinge sino al quarto turno. Lungo il cammino sconfigge Jelena Ostapenko, coetanea ed ex campionessa a Parigi nel 2017 e Sloane Stepehens, finalista 2018. Si ferma contro Laura Siegemund. Questi match mostrano una Badosa sempre più vicina alla versione che abbiamo imparato ad apprezzare quest’anno.

Rimane però da superare l’ultimo agguato della sfortuna: in quarantena a Melbourne, in vista dell’Australian Open 2021, Paula risulta positiva al Covid e deve rimanere chiusa in albergo senza poter mai uscire dalla stanza. Impossibile recarsi ai campi di allenamento. Fa in tempo a guarire per il primo turno, che naturalmente gioca in condizioni precarie. Perde contro Samsonova al termine di una partita fisicamente durissima (6-7, 7-6, 7-5) e piena di rimpianti, perché nel terzo set si trova a condurre 5-3.

Ma finalmente nei mesi successivi arriva la conferma del suo nuovo valore: semifinale a Lione, semifinale a Charleston (dove si permette di sconfiggere la numero 1 Ashleigh Barty), e soprattutto semifinale a Madrid, il torneo “di casa” che tanti problemi le aveva causato da teenager. Alla Caja Magica offre il meglio del suo tennis e sconfigge Krejcikova (futura campionessa al Roland Garros), Teichmann, Sevastova e Bencic, prima di fermarsi contro Barty, nella rivincita del match di Charleston.

Due settimane dopo, Badosa conquista anche il primo titolo WTA (WTA250 di Belgrado) in finale su Ana Konjuh, un’altra giocatrice del 1997 che ha vissuto anni travagliatissimi, alla ricerca dei risultati che il talento prometteva e che un fisico di cristallo le ha negato.

Ci si trasferisce a Parigi. Badosa gioca bene, ma vive anche la più grande delusione del 2021. Si spinge sino ai quarti di finale, dove si ferma contro Tamara Zidansek, in uno dei match più intensi del torneo: 7-5, 4-6, 8-6. Una partita persa dopo aver dato in diversi momenti la sensazione di poter prevalere. In ogni caso, la stagione su terra di Paula risulta eccezionalmente positiva.

Eppure di questo suo 2021 va anche sottolineato un aspetto tecnico opposto: la crescita di rendimento sulle altre superfici. In estate raggiunge il quarto turno sull’erba d Wimbledon (sconfitta da una ottima erbivora come Muchova) e poi sul cemento i quarti a Cincinnati e alle Olimpiadi di Tokyo, dove si ritira a causa di un colpo di calore durante il match contro la futura finalista Vondrousova.

Insomma, nel giro di qualche mese Paula non si è soltanto costruita una classifica di tutto rispetto (era nelle prime 20 della Race già prima di Indian Wells), ma ha dimostrato di essere diventata competitiva su ogni superficie. Del resto i numeri sono chiari: a oggi in stagione vanta 41 vittorie su 56 partite disputate (73,2%) e 10 successi su 13 match contro le Top 20.

a pagina 4: L’ultima Badosa

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