Chi l'ha visto? Jack Sock, l'americano sulle montagne russe

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Chi l’ha visto? Jack Sock, l’americano sulle montagne russe

Come passare in soli due anni dal giocare le ATP Finals a non avere più alcun ranking. La risalita è ancora possibile?

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Jack Sock - ATP Finals 2017 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)
 

BORN IN THE USA

Articolo a cura di Marco Lorenzoni

Nella seconda puntata della rubrica “chi l’ha visto?” ci concentriamo sul tennista statunitense Jack Sock. Nato a Lincoln nel Nebraska, ma cresciuto a Kansas City, Sock ha raggiunto il best ranking al numero 8 del mondo alla fine del 2017 dopo che in un colpo solo si è aggiudicato il suo primo Masters 1000 della carriera a Parigi Bercy, e ha ottenuto, proprio grazie a quella prestigiosa vittoria, la qualificazione alle ATP Finals di Londra. Il 2017 è stato sicuramente il miglior anno della sua carriera, nessun risultato eclatante negli slam ma una buona continuità a livello generale con alcuni exploit interessanti soprattutto a inizio e a fine stagione. In realtà Sock aveva dimostrato di essere in ottima forma già alla fine dell’anno precedente. Infatti alla fine del 2016 aveva ottenuto il suo primo quarto di finale a livello 1000 a Shanghai battendo tra gli altri la testa di serie numero 5 Milos Raonic durante quella che è stata la sua la migliore annata. Sock riesce a bissare quel prestigioso risultato qualche settimana dopo a Parigi Bercy dove si arrende ai quarti di finale contro John Isner dopo aver estromesso Dominic Thiem al secondo turno. È vero che l’austriaco nel 2016 era ancora un giocatore prevalentemente da terra battuta ma Sock dimostra che, se in giornata, può creare grattacapi anche ai migliori. Così conclude la stagione senza titoli ma al numero 23 del ranking.

LAVORARE DURO LONTANO DAI RIFLETTORI

L’off season del 2016 si rivela molto importante per il talento americano. Si va a “rifugiare” nella sua Kansas City, lontano dalle località tropicali dove i tennisti generalmente preparano la nuova stagione preferendo un ambiente più familiare. “Inizia tutto con la famiglia” dice Sock in un’intervista a Sports Illustrated “ i miei genitori hanno sacrificato così tanto per me separandosi per farmi giocare a tennis”. Suo padre infatti era rimasto a lavorare a Lincoln mentre sua madre lo portava ad allenarsi a Kansas City ogni weekend assieme a suo fratello maggiore Eric. I due sono infatti legatissimi, soprattutto dopo i problemi di salute di Eric che nel 2015 è stato vittima di un attacco di polmonite, la sindrome di Lemierre, che lo ha tenuto attaccato a un respiratore per ben otto giorni. Per fortuna tutto alla fine si è risolto per il meglio. Anche suo fratello è stato un tennista, per l’università del Nebraska a Lincoln. Tutti e due sono grandi fan degli Huskers, la squadra di football dell’università, letteralmente una religione nel Nebraska. In ogni parte dello stato si vedono bandiere appese fuori da ogni casa e il Memorial Stadium è sempre sold out. Tornando a Eric, assieme a Jack si è laureato campione  nazionale di doppio mentre Jack frequentava il secondo anno di liceo che ha chiuso da imbattuto con 80 vittorie in altrettanti match. Nel 2010 si è poi aggiudicato il titolo junior allo US Open diventando il primo americano a vincere questo torneo a livello giovanile da Andy Roddick nel 2000. Tra l’altro durante quel torneo Sock mangiò il suo “lucky meal” a Chipotle, un fast food messicano. Un burrito con pollo, una limonata e un pacchetto di patatine per 18 giorni consecutivi per aggiudicarsi il titolo.

Jack Sock – Indian Wells 2018 (foto via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)

Tornando alla off-season del 2016, Jack si trova a preparare la nuova stagione a casa con un grande obbiettivo, la top 10.  “Si sta spingendo a un livello che solo pochi atleti riescono a raggiungere “ dice Mike Wolf, suo storico coach ” che è però quello necessario se vuoi competere contro i giocatori in top 10 “ aggiunge Wolf. “Gli ho detto che questi allenamenti sono tra i migliori che gli ho mai visto fare” continua Wolf che conosce Jack da quando il giovane di Lincoln si trasferì a Kansas City per migliorare, proprio nell’accademia di Wolf. Durante questi duri allenamenti Wolf è affiancato da Troy Hahn che, però, rinuncerà all’incarico più tardi nel 2017 per stare a casa con la famiglia. “Sto lavorando molto duro e la seconda settimana negli slam è dove penso di poter arrivare” dice Sock prima dell’inizio del 2017.

INIZIO CON IL BOTTO

L’inizio della stagione parte molto bene per il talento di Lincoln. Si aggiudica immediatamente il torneo di Auckland e all’Australian Open raggiunge il terzo turno perdendo solamente contro Jo Wilfried Tsonga in quattro set.  Ma è durante la stagione sul cemento all’aperto in Nordamerica in febbraio e marzo che Sock gioca il suo miglior tennis lasciando pensare che il duro lavoro svolto a Kansas City sta dando i suoi frutti. A Delray Beach vince il terzo titolo della sua carriera e a Indian Wells raggiunge la sua prima semifinale a livello 1000 perdendo solo contro Federer che sta attraversando uno dei momenti migliori della sua carriera. Nel torneo Sock batte Dimitrov al terzo turno al tie break del terzo set in una delle partite più belle dell’anno. Vittoria di grande prestigio per Jack dal momento che Grigor aveva appena raggiunto la semifinale in Australia qualche mese prima andando vicinissimo a battere Rafael Nadal. Il bulgaro non è l’unica testa di serie a cadere sotto i colpi di Jack dal momento che pure Nishikori, quarto favorito del torneo, cade sotto i potenti colpi di Sock. A Miami la settimana seguente Jack raggiunge i quarti venendo battuto solo da Rafael Nadal. Che inizio di stagione però per l’americano! Così poco prima dell’inizio della stagione su terra battuta Sock è già salito al numero 15 del mondo, lontano poco più di 500 punti dalla top 10.

SOLO DELUSIONI NEGLI SLAM

La stagione su terra battuta però è avara di soddisfazioni. L’unico risultato degno di nota sono gli ottavi a Roma dove viene sconfitto in due set da Nadal. A prima vista niente di sorprendente, Sock è pur sempre americano e si sa che, soprattutto negli ultimi anni, gli americani non amano particolarmente la terra battuta europea. Sock, però, ha un tipo di gioco che si adatta piuttosto bene al rosso. Il servizio in kick che butta letteralmente fuori dal campo, dritto in top spin con cui è in grado di generare perfino più spin di Nadal e ottimo gioco di volo che può risultare utile quando ci si il campo con un servizio profondo e in kick come il suo. Infatti al Roland Garros del 2015 si era spinto fino a gli ottavi perdendo solo con Nadal a cui aveva strappato persino un set. Per questo, forse nel 2017, era lecito aspettarsi qualcosina in più dalla sua stagione sul mattone tritato, invece la sconfitta al primo turno del Roland Garros contro Jiri Vesely è particolarmente deludente. A Wimbledon le cose non vanno molto meglio: Jack perde al secondo turno contro Sebastian Ofner. Nonostante un grande inizio di stagione negli slam il nativo di Lincoln continua a faticare tanto. Torna sull’amato cemento nordamericano per l’estate con un chiaro obbiettivo: disputare un grande US Open. Ma per la seconda volta in stagione perde al primo turno in un major, stavolta contro Jordan Thompson, giocatore tignoso ma con cui partiva nettamente favorito. La sconfitta fa male e infatti deve aspettare fino al torneo di Basilea per vincere due partite di fila nello stesso evento.

a pagina 2: Parigi Bercy, il torneo del destino

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