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Chi l’ha visto? Jack Sock, l’americano sulle montagne russe

Come passare in soli due anni dal giocare le ATP Finals a non avere più alcun ranking. La risalita è ancora possibile?

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Jack Sock - ATP Finals 2017 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)
 

PARIGI NEL DESTINO

Si presenta al Masters di Parigi Bercy, pronto a chiudere la stagione. La matematica gli dà una piccola chance per partecipare alle ATP Finals ma lui nemmeno ci pensa. “Non ho avuto una grande stagione da marzo a oggi” dirà ai microfoni dopo l’incredibile trionfo “volevo giocare bene l’ultimo torneo e fare un’ottima off season” ammetterà. Sock vince così il torneo più importante della sua carriera in maniera rocambolesca, dopo essere stato sotto 1-5 al primo turno contro Kyle Edmund e approfittando di un tabellone veramente alla portata. Pouille, Verdasco, Benneteau e Krajinovic sono gli avversari che regola per vincere il titolo. Giocatori che ci si immagina affrontare più in un 250 che in un 1000. Ma si sa, Bercy e l’ultimo torneo della stagione regolare: alcuni giocatori lo saltano, altri ci arrivano molto stanchi o infortunati. In quell’edizione mancavano Federer, Djokovic e Murray mentre Nadal si era ritirato prima del suo match contro Krajinovic. Delle prime otto teste di serie solo Cilic era arrivato ai quarti di finale. Bravo però Sock a cogliere l’occasione dopo mesi molto negativi, si era presentato al numero 22 del mondo prima del torneo e ora gioca le ATP Finals. Gioca bene a Londra, batte Cilic e Zverev arrendendosi solo a Dimitrov in semifinale. Così chiude l’anno al numero otto del mondo, un grande finale di stagione per riscattare un anno deludente a livello slam.

È STATO SOLO UN CASO?

Ormai è risaputo che Sock a inizio 2019 ha avuto un brutto infortunio al pollice (le cui dinamiche all’inizio non erano chiare) da cui ha fatto fatica a riprendersi per un bel po’ di tempo e che addirittura a fine 2019 lo ha lasciato senza ranking ATP. Ma il suo declino è iniziato ben prima di quel momento. Non si sa esattamente cos’è successo alla fine del 2017 ma si capisce sin da subito che il 2018 sarà un anno molto importante per il tennista di Lincoln. In tanti si chiedono se il suo ranking è stato solo un “colpo di fortuna” dettato dalle condizioni in cui si giocava Bercy o se Jack è il tennista che gli Stati Uniti stavano aspettando da anni. È vero che John Isner negli ultimi anni aveva ottenuto ottimi risultati a livello 1000 e conquistato la top 10 ma era sempre visto come un “big server” mentre Sock pare possedere le armi per giocare bene su tutti i campi. La stagione 2017 non deve però ingannare. Il grande obbiettivo era raggiungere la seconda settimana negli slam e Jack ha raggiunto solamente una volta il terzo turno perdendo ben due volte al primo turno. Ciò nonostante ha vinto un 1000, due atp 250 e raggiunto le semifinali di Indian Wells. Il suo servizio e dritto sono molto buoni ma il rovescio bimane è piuttosto debole e per rimanere nella top 10 è sicuramente un colpo che va allenato e migliorato. A livello fisico non sembra essere in grado di mantenere la stessa costanza di livello per 10 mesi all’anno. Non resta che aspettare il nuovo anno per ottenere queste risposte.

Team World Sock – Laver Cup 2019 Twitter @lavercup

PEGGIOR ANNO DELLA CARRIERA

Il 2018 si rivela un disastro, il peggior anno della sua carriera. Perde all’esordio sia a Auckland dove difendeva il titolo, sia a Melbourne. Il cemento americano di inizio primavera si rivela avaro di soddisfazioni. Perde al primo turno a Acapulco e al secondo turno a Delray Beach (dove difendeva il titolo), a Indian Wells e Miami. Nella stagione su terra battuta racimola solo due vittorie a fronte di cinque sconfitte tra cui una figuraccia al primo turno al Roland Garros contro Jurgen Zopp. La stagione su erba, se possibile, è ancora peggiore. Tre tornei, tre sconfitte al primo turno tra cui quella contro Matteo Berrettini a Wimbledon in cui conduceva due set a zero. Finisce per perdere e prendersela con il coach di Berrettini, Vincenzo Santopadre, reo secondo l’americano di averlo apostrofato con l’espressione “ bullshit” tre volte. “Your coach is a piece of shit, by the way” dirà Sock a Berrettini alla fine del match mostrando molta frustrazione per un’annata che si sta rivelando un incubo. “È la bellezza del tennis” dirà Sock dopo la sconfitta contro Berrettini “ogni settimana hai un’altra possibilità” aggiungera’. Qui probabilmente Sock ha commesso un errore. Quando ha capito che la pressione a livello mentale lo stava schiacciando si sarebbe dovuto prendere una piccola pausa dai tornei per mettere le idee a posto e allenarsi più duramente. Invece ha giocato ogni settimana e più le sconfitte aumentavano maggiore la frustrazione alimentava il suo tennis. Finalmente si sblocca allo US Open dove batte al primo turno il modesto argentino Guido Andreozzi. Vince la prima partita da Roma e appena la sesta in stagione a fronte di ben sedici sconfitte. Nonostante l’annata negativa è ancora vicino ai primi venti del mondo dal momento che non gli sono ancora scaduti i punti di Bercy e Londra. La vittoria allo US Open non è la svolta. Al secondo turno perde contro Basilashvili e si presenta a Bercy con la missione impossibile di salvare la stagione. Se dovesse perdere al primo turno uscirebbe dai primi 150 giocatori del mondo. Bercy è però’ il suo torneo, per la prima volta nel 2018 vince due partite nello stesso torneo e si arrende a Thiem ai quarti di finale. Queste due vittorie non bastano a rimanere nella top 100, Sock chiude l’anno al numero 106 del ranking ATP e diventa solamente il quarto giocatore della storia a uscire dalla top 100 dopo aver iniziato l’anno in top 10 senza infortuni.

DI MALE IN PEGGIO

Nel 2019 riesce a strappare una wild card per l’Australian Open ma perde subito contro Alex Bolt prima di infortunarsi al pollice. È un brutto colpo per Jack che per mesi farà fatica perfino a lavarsi i denti o aprire il tappo di una bottiglia. Nel lungo periodo comincia a frequentare più assiduamente Laura Little, la sua fidanzata, con cui convolerà a nozze a fine 2020 in South Carolina. Torna in azione ad Atlanta in estate ma perde immediatamente contro Miomir Kecmanovic. “Potenzialmente l’infortunio può essere una delle cose migliori che mi sia mai capitata “ dice Jack dopo il match “ il 2018 è stato un anno da dimenticare” aggiunge confermando come una pausa fosse davvero necessaria. “Mi hanno detto che il pollice potrebbe metterci un anno cosi come 18 mesi per tornare completamente normale” dice Sock spiegando la gravità dell’infortunio. Nel 2019 i postumi dell’infortunio si fanno sentire e così a fine anno quando gli scadono gli ultimi punti finisce la stagione senza ranking ATP. Incredibile per un tennista che due anni prima festeggiava l’entrata in top 10.

Nel 2020 si ha qualche segnale di risveglio, prima vittoria in più di un anno in un main draw ATP a Delray Beach contro Radu Albot e qualche giorno prima che la pandemia cancelli ogni torneo si aggiudica il prestigioso challenger di Indian Wells. Ovviamente la sospensione del tour non gli giova e quando i tornei riprendono è costretto a passare dai challenger, con scarsi risultati.

a pagina 3: Il matrimonio e la nuova vita

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