Un record non di primissimo piano, ma pur sempre un record, che Novak Djokovic potrebbe aggiungere alla ricchissima collezione privata già tra poche ore. Dovesse vincere il suo ottavo di finale a Parigi-Bercy contro Gael Monfils, il numero uno del mondo diventerebbe il primo giocatore nella storia a battere per la diciottesima volta lo stesso avversario in altrettanti incontri disputati nel Tour principale. Detto record è in effetti già in suo possesso, ma in condivisione: Roger Federer ha battuto diciassette volte su diciassette David Ferrer e Mikhail Youzhny; Rafa Nadal ha imposto lo stesso cappotto a Richard Gasquet; Bjorn Borg vanta un diciassette-zero su Vitas Gerulaitis.
Gael Monfils due partite contro il serbo le avrebbe anche vinte, ma mai nel Tour maggiore. Entrambe sono datate 2004, distanti pochi mesi l’una dall’altra: la prima da junior, all’Uncle Tobys Australian Hardcourt Championships; la seconda nel Future di Bergamo, quando La Monf era numero 669 ATP e Djokovic 600. Il parigino, appena dieci set vinti in totale contro Nole, proverà a migliorare almeno un po’ il nefasto storico dei propri connazionali opposti al venti volte campione Slam. I francesi hanno ceduto a Novak le ultime sedici partite, trentasette delle ultime trentotto e addirittura settantaquattro delle ultime settantasei a partire dal trionfo della Sebia nella finale della Coppa Davis 2010. Gli unici due galletti capaci di sconfiggere Djokovic da quel momento sono stati Jo-Wilfred Tsonga (Toronto 2014) e Benoit Paire (Miami 2018).
Non un viatico sensazionale per il povero Gael, il quale potrà nel caso trovare conforto e ispirazione nella famosa frase regalata ai posteri dalla vittima preferita di IceBorg, quando riuscì finalmente a battere Jimmy Connors dopo sedici sconfitte: “Che questa possa essere una lezione per tutti voi. Nessuno potrà dire di aver battuto Vitas Gerulaitis diciassette volte di fila“. Auguri.