Novak Djokovic: "Federer? Non vuole finire così. Italia? Mi ci sento a casa. Vaccino? Sarò sempre per la libertà di scelta"

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Novak Djokovic: “Federer? Non vuole finire così. Italia? Mi ci sento a casa. Vaccino? Sarò sempre per la libertà di scelta”

Il serbo, dopo la seconda vittoria nel girone, racconta il primo incontro con Sampras e per una volta concorda con Nick Kyrgios

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Un Novak Djokovic molto sereno quello che si è presentato ai microfoni della stampa dopo la facile vittoria su Andrey Rublev che gli ha consegnato la certezza aritmetica di approdare in semifinale. Vista la povertà di spunti offerta dal tennis giocato, i giornalisti si sono sbizzarriti con le domande, saltando da un off topic all’altro. C’è stato spazio per una domanda su Erling Håland, prolifico attaccante del Borussia Dortmund, di cui Nole ha tessuto gli elogi, così come per una sul sassofono, strumento che il serbo sta tentando di imparare a suonare: “Me lo sono portato dietro, ma è ancora nella scatola. Voglio risparmiare mia moglie e gli altri ospiti dell’albergo perché sono ancora un principiante“.

Qualcuno ha provato a buttare l’occhio sulla prossima sfida che attende il numero uno del mondo, vale a dire quella contro Cameron Norrie (mai affrontato in carriera). Il match è ininfluente per Djokovic, ma per il britannico, entrato in seguito al ritiro di Stefanos Tsitsipas, potrebbe esserci in palio il passaggio del turno, a patto che ovviamente superi Casper Ruud nel suo primo incontro: “Anche se è entrato come seconda riserva, non è affatto una partecipazione immeritata. In realtà, al contrario, ha avuto un anno fantastico, perché ha vinto Indian Wells ed è stato uno dei giocatori più costanti del circuito. Merita sicuramente di giocare a Torino. L’ho visto arrivare pochi giorni fa, quindi probabilmente non si aspettava di entrare e sarà interessante vederlo giocare stasera, per vedere come si adatta a queste condizioni. Sono abbastanza diverse: c’è un po’ di altitudine, la palla è abbastanza difficile da controllare perché schizza dappertutto. Stasera guarderò la sua partita e prenderò appunti sul suo gioco per prepararmi al meglio possibile per la nostra sfida tra due giorni La cosa buona è che mi sono qualificato per le semifinali, quindi non avrò così tanta pressione di vincere la partita, l’ultima del girone, ma ovviamente ogni partita conta.

Era impossibile passare sotto silenzio l’intervista a Roger Federer, nella quale lo svizzero ha sollevato ulteriori punti di domanda sulla data del rientro in campo piuttosto che toglierne di mezzo qualcuno. Il serbo è stato colto alla sprovvista dalle dichiarazioni – delle quali non era evidentemente a conoscenza – ma ha speso parole di grande stima per lo storico rivale: “Non l’ho sentito. Ho letto cosa aveva detto Ivan Ljubicic, il suo allenatore, qualche giorno fa, cioè che l’Australian Open è un punto interrogativo e che sarebbe irrealistico per Roger tornare in Australia. Ovviamente Roger è un’icona del nostro sport ed è amato in tutto il mondo. I fan amano guardarlo giocare, amano vederlo in giro per il tour. È molto importante per il nostro sport sia in campo che fuori. Per il bene del nostro sport, spero sinceramente che possiamo vederlo giocare almeno un’altra volta. Sono sicuro che lui non vuole finire la sua carriera in questo modo. Penso che sicuramente proverà a fare un ultimo tentativo. Non sono sicuro di quale sia il suo infortunio, so che ha lottato con un ginocchio per parecchi anni, quindi vedremo, ma penso che. per tutto quello che ha ottenuto e creato per questo sport, merita di giocare e merita di avere almeno un addio appropriato, se il suo infortunio non gli consente di competere più frequentemente sul circuito.”

Djokovic si sente a casa in Italia, come lui stesso ha dichiarato nel discorso post partita, e lo si è visto anche nella grande disponibilità mostrata verso i fan con i quali ha trascorso oltre quindici minuti a firmare autografi e fare foto dopo la fine del match contro Rublev. Proprio su questo punto il Direttore Scanagatta lo ha elogiato, chiedendo al campione serbo se si ricordasse qualcosa di quando si trovava “dall’altra parte”: “Grazie, Ubaldo (in italiano, ndr), per le tue gentili parole. Quello che ho detto in campo, lo penso davvero. Mi sento davvero a casa qui in Italia e sicuramente il fatto che io parli italiano mi aiuta a creare un legame con la gente. Capisco quanto sia unica l’opportunità per molti di bambini che magari vengono per una partita a vedere i migliori giocatori e vogliono fare una foto o vogliono avere qualcosa, un souvenir o un autografo. Ci provo, non è possibile accontentare tutti, ma cerco di esserci, soprattutto per i giovani e i bambini, perché anche io sono stato al loro posto. Non sono stato così fortunato, perché quando ero bambino non c’erano grandi eventi in Serbia. Noi avevamo per lo più Futures e qualche Challenger. Ricordo che quando ero già un junior Nadal, Gasquet e Mario Ancic sono venuti in Serbia per giocare questo Challenger molti anni fa e per me è stata una sensazione incredibile vedere questi giocatori all’epoca molto giovani, ma già molto famosi nel mondo del tennis. Raccoglievo qualche autografo quando facevo il raccattapalle, ma non ero così fortunato da avere un grande evento come questo. Ovviamente quando ero junior, viaggiavo per giocare gli Slam e chiedevo foto a tutti i giocatori dell’epoca, quindi conosco la sensazione e cerco davvero di essere consapevole di quanto sia importante per questi ragazzi, non solo guardarti mentre giochi ma vederti da vicino, ottenere un autografo o scambiare due parole con te.”

Imbeccato dalla stampa, Nole ha ricordato il suo primo incontro con una leggenda di questo sport, Pete Sampras: “Pete Sampras si è ritirato un anno o due prima che io diventassi professionista quindi non ho avuto l’occasione di vederlo giocare dal vivo. La prima volta che l’ho incontrato è stato nel 2010 a Indian Wells. Ero molto, molto nervoso. Era al resort La Quinta, uno dei campi d’allenamento. Ho avuto la possibilità di parlarci e scambiare qualche palla. Deve essere stato un momento molto semplice per lui, ma molto speciale e indimenticabile per me.

In chiusura di conferenza, a Novak è stato chiesto un commento sul supporto dimostratogli da Kyrgios in merito alla spinosa questione del vaccino e del desiderio di non divulgare notizie in proposito: “Questa non me l’aspettavo (ride, ndr), soprattutto alla luce di come si è posto nei miei confronti da un paio d’anni a questa parte. Questa volta concordo con lui che la libertà di scelta è essenziale per tutti, che si tratti di me o di qualcun altro. Non importa se si tratta di vaccinazione o altro, dovresti avere la libertà di scegliere, di decidere cosa vuoi fare. In questo caso particolare, cosa vuoi mettere nel tuo corpo. Sono sempre stato un sostenitore della libertà di scelta e continuerò a esserlo, perché la libertà è essenziale per vivere una vita felice“. Dalla risposta si ha la netta sensazione che il serbo sia ancora intenzionato a non sottoporsi alla vaccinazione, ma ovviamente la situazione è ancora piuttosto nebulosa, anche perché da Melbourne non si hanno notizie certe sui regolamenti.


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