Davis Cup: la Croazia fa sul serio, Australia ko

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Davis Cup: la Croazia fa sul serio, Australia ko

Gojo e Cilic regalano alla Croazia la prima vittoria. L’Australia ko dopo i due singolari. Gojo sorprende Popyrin, Cilic regola De Minaur

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Marin Cilic (sinistra) e Alex De Minaur (destra) - Davis Cup Finals Torino 2021 (Photo by Jose Manuel Alvarez / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

da Torino il nostro inviato

La prima giornata di finali di Coppa Davis al Pala-Alpitour di Torino ha già fornito un’importante risposta: la Croazia, sebbene orfana di Borna Coric, è una squadra da prendere con le molle. Se l’Italia riuscirà a vincere il proprio girone, con ogni probabilità lunedì si troverà di fronte Cilic e compagni nei quarti di finale.

L’eroe di giornata ha il volto sorridente e un po’ sorpreso di Borna Gojo, numero 276 del mondo, ma capace di superare il più quotato australiano Alex Popyrin (numero 61 del ranking atp) in un match che spalanca per i croati la strada verso i quarti di finale contro la vincente del girone degli azzurri. “Penso che l’Italia sia la favorita del suo girone, ha Jannik che sta giocando un tennis incredibile e con i suoi tifosi ha qualcosa in più rispetto agli Stati Uniti”.

 

La sfida tra i ventotto volte campioni dell’Australia e i vincitori della Davis 2005 e 2018 croati che ha aperto il programma torinese delle Finals 2021, aveva il sapore di una sorta di spareggio per la vittoria del Gruppo D, attesa la scarsa consistenza della squadra ungherese, forte del solo Fucsovics.

Il tie non ha avuto storia e a questo punto, con il doppio composto da Mektic e Pavic coppia numero 1 al mondo e campione di Wimbledon, un Cilic tornato in ottima condizione dopo i due titoli vinti in stagione ( Stoccarda e San Pietroburgo) ed un Gojo tutto sommato di buon livello, la Croazia rischia di diventare la mina vagante di questa edizione della Coppa.

La Coppa Davis ci ha storicamente abituato a clamorose sorprese, a match che hanno sovvertito i valori del ranking, grazie anche al fattore campo. Anche nella nuova formula della competizione, la vittoria di Gojo contro Popyrin può certamente rientrare in tale casistica, pur se il giovane croato non si è detto sorpreso del suo livello di gioco.

Borna ha mosso i primi passi nel mondo del tennis nel circuito universitario americano, dove nel 2016 aveva contributo alla conquista del titolo NCAA, poi la sua carriera professionistica è stata rallentata da molti problemi fisici. ” Ho avuto anni molto duri, quest’anno solo stato a lungo infortunato, non è facile giocare quando non sei al 100%, però ho avuto l’opportunità di giocare per la mia nazionale e per me questo conta più di ogni altra cosa”.

B. Gojo (CRO) – A. Popyrin (AUS) 7-6(5) 7-5

In un Pala-Alpitour che ha cambiato pelle rispetto alle Atp Finals, dal blu al verde e con una superficie meno rapida, sono stati, come da regolamento, i numeri due delle squadre ad aprire le ostilità.

Il forfait dell’ultim’ora di Borna Coric ha costretto il capitano Vedran Martic a gettare nella mischia l’altro Borna,  il ventitreenne Gojo (preferito all’esordiente Nino Serdarusic), numero 276 del ranking.

La scelta è motivata dalla migliore propensione di Borna  per le superfici rapide – come ci suggerisce il nostro esperto di Balcani Ilvio Vidovich – ma forse nella decisione ha influito anche la sete di rivincita del croato che a gennaio (Atp 250 di Melbourne 2) aveva perso in maniera incredibile il romanzesco precedente con Popyrin (7-6 6-7 7-6), in cui aveva fallito  ben sei match point ( quattro sul 5-4 del secondo set di cui tre consecutivi e 2 nel tiebreak del terzo) prima di arrendersi 9-7 al tiebreak finale.

Stavolta il croato ha potuto godersi la sua rivincita, spinto dal tifo scatenato che la sua panchina ha messo in atto  sin dal primo 15 ( questa è la Davis!) che ha spianato la strada per il successo della sua nazionale.

Popyrin è apparso in verità molto falloso e dopo aver fallito cinque palle break nei primi game di battuta di Gojo ha via via perso campo e nel tiebreak del primo set ha commesso un paio di leggerezze che gli sono costate il parziale.

Il secondo set si è retto sul filo dell’equilibrio sino all’undicesimo gioco, quando il break ha chiuso i giochi per il delirio croato.

Lo sguardo abbacchiato di Alex in sala stampa dice tutto: “ E’ probabilmente la sconfitta più dolorosa della mia carriera. Ho giocato male nei punti importanti, Lleyton ha cercato di trovare delle soluzioni ma non sono riuscito a trovare la chiave sul suo servizio”

M. Cilic (CRO) – A. De Minaur ( AUS) 6-1 5-7 6-4

Ha provato a complicarsi la vita Marin Cilic, nel secondo match di giornata. Dopo aver dominato il primo set in poco più di venti minuti, con De Minaur sbatacchiato da una parte all’altra del campo, il campione degli Us Open 2014 si è portato avanti di un break anche nel secondo set e sembrava in assoluto controllo della partita.

Ed invece l’ex numero 3 del mondo, tornato quest’anno nei primi 30 del mondo con i successi di Stoccarda e San Pietroburgo,  ha accusato uno dei suoi classici passaggi a vuoto che ne hanno caratterizzato la carriera.

De Minaur, “Demon” per i suoi tifosi, spinto dagli urlacci e dai pugnetti di Capitan Hewitt ha avuto il merito di non mollare quando era con la testa sott’acqua.

Recuperato il break sul 3-3 ha cominciato a mettere i piedi dentro il campo, a spingere con il rovescio incrociato non limitandosi più soltanto ad una mera difesa e, complice un evidente calo al servizio di Cilic, ha completato l’opera breckando il croato nel dodicesimo gioco.

A quel punto la partita è diventata avvincente. L’australiano sull’abbrivio del secondo set ha strappato nuovamente il servizio a Cilic in avvio di terzo set. Per fortuna della Croazia, Marin nonostante i quattro game persi di fila è riuscito a cambiare marcia. “Sono riuscito a rimanere calmo in quel momento decisivo della partita, ho aspettato che la tempesta passasse. Credo di aver giocato per larghi tratti ad un livello molto alto che non raggiungevo da un po’ di tempo”.

Così sullo 0-2 Cilic ha giocato un mirabile game di risposta che lo ha rimesso subito  in parità e nel quinto game c’è stata la svolta. De minaur ha finito infatti per perdere un game nel quale era avanti 40-0 con Cilic che, nonostante una strenua difesa dell’australiano, è venuto a prendersi a rete i punti decisivi.

Il 2-0 croato ha posto fine all’incontro e messo una serissima ipoteca sul passaggio del turno.

N. Mektic/M. Pavic ( CRO) – A. De Minaur/J. Peers (AUS) 6-3 6-1

La mossa della disperazione di Hewitt non ha sortito alcun effetto. La scelta di preferire De Minaur a Bolt per provare a sorprendere i numeri 1 del mondo croati non ha evitato all’Australia lo 0-3. Un punto che avrebbe potuto consentire agli australiani di coltivare qualche speranza in più per un ripescaggio tra le migliori seconde ed invece adesso Hewitt e compagni dovranno battere l’Ungheria 3-0 e guardare agli altri risultati. La Croazia invece ha tutta l’intenzione e le possibilità di rimanere a Torino per giocarsi (lunedì) alla pari con chiunque l’accesso alla final-four di Madrid.

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David Haggerty (ITF): “La nuova formula della Coppa Davis funziona”

Nonostante la fine del contratto con Kosmos per la gestione della Coppa Davis, il presidente dell’ITF David Haggerty ribadisce che la nuova formula per la competizione a squadre è la scelta vincente

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David Haggerty - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Diego Souto / Kosmos Tennis)

Presente a Nizza per la presentazione della Hopman Cup che si svolgerà a luglio nella settimana che segue Wimbledon, il presidente dell’International Tennis Federation (ITF) David Haggerty ha ribadito che la tanto criticata nuova formula della Coppa Davis “ha funzionato”.

A gennaio, l’ITF si è trovata costretta a riprendere il controllo dell’organizzazione dell’evento, ponendo fine alla collaborazione con Kosmos, il gruppo di investimento presieduto dal calciatore spagnolo Gerard Piqué, iniziato nel 2018 e che doveva durare ben 25 anni. Sulle ragioni della fine della partnership, ne abbiamo parlato in questo articolo.

Con l’arrivo di Kosmos nel 2018, la formula della competizione a squadre più antica della storia dello sport era stata modificata con il consenso dell’ITF. Le tradizionali partite in casa o in trasferta sono state abbandonate a favore di fasi giocate in un unico luogo. Questo nuovo sistema ha faticato a convincere giocatori e tifosi e continua a far discutere.

 

La fine della collaborazione aveva fatto sperare le tante voci contrarie su un possibile “ritorno al passato” o, quantomeno a una ridefinizione dell’attuale formula. Haggerty però sembra convinto: “Abbiamo un modello che funziona”, anche se “continuiamo a lavorare per migliorare il format”.

Ricordiamo che, dopo un primo turno eliminatorio che si è giocato all’inizio di questo febbraio, 12 nazioni si sono qualificate (Cile, Corea del Sud, Croazia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Serbia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) per una fase a gironi che si giocherà dal 12 al 17 settembre in quattro città diverse (delle quali ancora non si conosce il nome, però ci rivediamo a Bologna), a cui parteciperanno anche Italia, Spagna, Australia e Canada, ammesse senza passare dalle qualificazioni. Gran finale con la fase a eliminazione diretta a Malaga dal 21 al 26 novembre.

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Coppa Davis, sorteggiati i tie dei World Group. Ma cosa succederà nel 2024?

Ecco tutti gli accoppiamenti delle sfide di settembre dei due gruppi mondiali. Le vincitrici del World Group I giocheranno le qualificazioni per le Finals 2024

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Coppa Davis a Montreal (foto Ubitennis)

Mattinata dedicata ai sorteggi quella di giovedì negli uffici dell’ITF a Londra. 48 sono stati i nomi delle nazioni estratti dall’urna per 24 sfide settembrine con il tradizionale formato casa-trasferta con cinque incontri individuali (rubber) al meglio dei meno tradizionali tre set. Il tutto su due giorni, anche se in realtà sono complessivamente tre perché la squadra di casa può scegliere se giocare venerdì e sabato oppure sabato e domenica. Il weekend sarà naturalmente quello del 15-17 settembre, dunque la settimana successiva allo US Open.

Ai tie validi per il World Group I prenderanno parte le 12 nazioni uscite sconfitte dalle qualificazioni disputate lo scorso fine settimana e le 12 vincitrici dei playoff del Gruppo I, con il sorteggio che ha tenuto conto del ranking ITF. Le vincenti di settembre, leggiamo nel comunicato della Federazione Internazionale, saranno ammesse ai Qualifiers del febbraio 2024, validi per guadagnarsi la possibilità di disputare le Finals. Eravamo però rimasti, dopo la rottura fra Kosmos e ITF, che il format non sarebbe cambiato… per quest’anno. Ci stanno dicendo che questa formula verrà confermata?

Perché, tralasciando (si fa per dire) il fallimento della collaborazione con il gruppo di Piqué e i cambi in corsa delle ultime edizioni, la parte del comunicato in cui quelli dell’ITF si dicevano “concentrati sulla crescita futura della più ampia competizione sportiva annuale a squadre” faceva presagire un nuovo cambiamento. Lo scopriremo, abbiamo quasi un’intera stagione davanti prima che sia battuta la prima palla del prossimo tie. Vediamoli, allora, questi abbinamenti, tenendo presente che la nazione con la (c) ha la scelta del campo (l’asterisco significa che tale prerogativa è stata sorteggiata) e i numeri indicano la testa di serie.

 

World Group I

Bosnia ed Erzegovina (c)* vs Germania (1)
Bulgaria (c)* vs Kazakistan (2)
Belgio (3) (c)* vs Uzbekistan
Argentina (4) (c)* vs Lituania
Ucraina (c)* vs Colombia (5)
Ungheria (6) (c)* vs Turchia
Israele (c) vs Giappone (7)
Austria (8) (c) vs Portogallo
Grecia (c)* vs Slovacchia (9)
Perù (c)* vs Norvegia ((10)
Romania (11) (c)* vs Taiwan
Danimarca (c)* vs Brasile (12)

Dodici sono i tie anche per il World Group II. Nell’urna, le perdenti dei playoff di cui sopra e le vincitrici dei playoff del Gruppo II. Le vincitrici delle sfide elencate qui sotto e le perdenti di quelle sopra giocheranno i playoff 2024 del Gruppo I.

World Group II

Monaco (c)* vs Ecuador (1)
India (2) (c)* vs Marocco
Nuova Zelanda (3) (c) vs Thailandia
Messico (4) (c)* vs Cina
Pakistan (5) (c)* vs Indonesia
Uruguay (6) (c)* vs Egitto
Libano (7) (c)* vs Giamaica
Slovenia (8) (c)* vs Lussemburgo
Georgia (c)* vs Tunisia (9)
El Salvador (10) (c)* vs Irlanda
Hong Kong (11) (c)* vs Lettonia
Polonia (12) (c)* vs Barbados

L’ultima informazione è che Pakistan e Uruguay sono pari nel ranking, per cui le rispettive teste di serie son state assegnate tirando una moneta – o con il sistema che sono soliti usare negli uffici dell’ITF.

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Giudicelli, vicepresidente ITF: “Mahut è un ignorante, ormai può andare in pensione”

L’ex Presidente della Federtennis francese replica duramente a Nicolas Mahut, che di recente aveva criticato il format che la Coppa Davis ha assunto dal 2019

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Nicolas Mahut - Queen's 2019 (foto Alberto Pezzali/Ubitennis)

L’ultimo weekend di tennis andato in archivio ha regalato agli appassionati tante belle storie, a cominciare dall’inaspettato trionfo a Lione di Alycia Parks, che non nasconde le sue ambizioni e aspira alla top10 entro fine anno. Nell’altro torneo in programma a livello WTA Zhu Lin ha vinto in Thailandia il primo titolo in carriera, lei che è reduce dalla sorprendente campagna australiana. Anche la 29enne cinese sta contribuendo e non poco alla lenta ma costante rinascita del tennis cinese, con tante ragazze pronte a lasciare il segno.

Il circuito ATP si è invece fermato per una settimana, lasciando spazio alle qualificazioni di Coppa Davis (qui le 16 squadre qualificate per la fase a gironi di metà settembre), che hanno visto tanti pronostici rispettati ma anche qualcuno ribaltato. Un esempio sono le inattese vittorie di Finlandia, che per la prima volta nella sua storia parteciperà alle Finals, così come quella della Svizzera, capace di ribaltare la Germania di uno spento Zverev.

Tra le 16 qualificate a settembre ci sarà anche l’eclettica Francia, che ha faticato molto più del previsto contro l’Ungheria, prevalendo 3-2 al match decisivo. Contando che Fucsovics, numero uno ungherese, ha perso (da favorito) entrambi i suoi match di singolare, lo smacco per i transalpini era davvero dietro l’angolo. Una delle due partite perse è stato il doppio, dove i francesi sulla carta partivano decisamente più avanti rispetto a Marozsan/Valkusz, capaci però di imporsi in due set su Rinderknech/Mahut.

 

Proprio quest’ultimo è stato preso di mira da Bernard Giudicelli, attuale vicepresidente della ITF ed ex presidente della Federtennis francese, che lo ha invitato ad andare in pensione. Tra i due non è mai corso buon sangue, come dimostra un’intervista, questa volta da parte del tennista transalpino, in cui non vedeva di buon occhio l’elezione di Giudicelli alla presidenza della Federazione del suo paese.

Il motivo del nuovo battibecco tra i due risiede questa volta proprio nella Coppa Davis. Mahut non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo al nuovo format (quello in vigore dal 2019), mentre la FFT – nella figura di Giudicelli – si è sempre detta favorevole al cambiamento. “Abbiamo buttato via quattro anni. Bernard sa che cosa penso delle sue decisioni da vicepresidente dell’ITF e presidente della FFT: ha grandi responsabilità per questo fiasco, ma vedo che non si mette in discussione – aveva dichiarato a L’Équipe il 41enne di Angers.

La risposta di Giudicelli non è tardata ad arrivare e, intercettato da Tennis Actu, l’ex presidente della FFT non le ha mandare a dire: Nicolas Mahut è un ignorante. Non sarà un giocatore di 41 anni a spiegare oggi ad un giocatore di 20 o 22 anni come dovranno funzionare le cose. Ormai va bene per la pensione.

L’intervento di Guidicelli si poi concentrato anche sul weekend di Davis appena trascorso, visto in modo più che positivo: “Ero in Finlandia e lì c’era un’atmosfera eccezionale. Nonostante sia un piccolo paese, con poco più di cinque milioni di abitanti, c’erano circa 5000 persone al giorno a seguire l’evento, cioè quasi 10.000 spettatori nei due giorni di competizione. È stato un evento vero e proprio, organizzato alla perfezione dalla Federazione finlandese”.

La Finlandia sarà tra le 16 nazioni che, a settembre, si giocheranno l’accesso alle Davis Cup Finals di Malaga, anche se ancora non sono note le città che a settembre ospiteranno le fasi a gironi. Oltre a Bologna, infatti, al momento sono da stabilire le altre tre sedi, come confermato dal vicepresidente dell’ITF: Non sappiamo ancora quali città ospiteranno i gironi a settembre.

Dalla nuova formula, secondo Giudicelli, non si può più scappare, con buona pace di chi la pensa diversamente: “Ormai non si può più tornare indietro. Mahut ha detto che abbiamo perso quattro anni? Lui è uno che parla senza sapere. Non abbiamo perso proprio niente, anzi, abbiamo salvato la Coppa Davis. Il format antico, quello in vigore fino al 2018, non funzionava più perché, semplicemente, non attirava più i migliori giocatori”.

Ancora Giudicelli: “Gli sponsor principali avevano detto che non avrebbero rinnovato i contratti. Non abbiamo sprecato quattro anni, abbiamo trovato un nuovo sistema che garantisce un pubblico eccezionale anche per le qualificazioni: basta guardare a quello che è successo in Grecia. Grecia e Ecuador non sono nazioni con una grande storia tennistica, eppure hanno generato grande entusiasmo perché c’erano giocatori forti. Mahut è un ignorante, può andare in pensione e magari diventare un giornalista. Avrebbe così l’opportunità di fare diverse critiche, cosa che tra l’altro gli riesce piuttosto bene”.

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