Australian Open, Craig Tiley: "Fiducioso per Nadal". E su Djokovic: "Spero giochi, ma non gli chiedo nulla"

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Australian Open, Craig Tiley: “Fiducioso per Nadal”. E su Djokovic: “Spero giochi, ma non gli chiedo nulla”

In conferenza stampa il direttore del torneo si è mostrato fiducioso sulla presenza di due dei Big Three. E aggiunge: “Solo una piccola percentuale di giocatori riceverà un’esenzione medica”

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Diciamola senza troppi giri di parole: chi ama il tennis e ha un background di studi di management sportivo, non può non guardare con ambizione e desiderio alla poltrona di Craig Tiley. Organizzare uno Slam è una di quelle ambite vette che in pochi riescono a raggiungere. Ma per quanto prestigiosa, ad oggi, possiamo dire che la vetta dell’Australian Open sia piuttosto impervia e battuta da venti gelidi che minano la stabilità del torneo stesso. Tutti conosciamo la situazione sanitaria all’interno della quale ogni previsione di medio periodo non può ritenersi concreta e affidabile, vista la mutabilità del momento e…del virus. Ultima in ordine di tempo la possibilità che il numero di spettatori ammessi al Melbourne Park possa essere rivista o ridimensionata. Insomma, non una situazione idilliaca. Se a questo poi aggiungiamo anche il tema delle presenze (o presunte tali) dei giocatori al torneo, il quadro è definito.

Conosciamo già tutte le capriole e le giravolte del numero 1 al mondo Novak Djokovic che, tra un no e un nì al vaccino e quindi alla possibilità di difendere il titolo conquistato lo scorso anno, non ha ancora sciolto le riserve in merito alla sua presenza; a questo si è aggiunta la tegola inaspettata della positività al Covid-19, dell’altro dei big three in attività e con reali possibilità di tornare sul circuito, Rafael Nadal (non ce ne voglia nessuno ma Roger Federer non lo consideriamo abile e arruolabile in tempi brevi e immediatamente futuri). Oltre a Nadal, sono risultati positivi anche Ons Jabeur, Belinda Bencic ed Emma Raducanu, così come l’allenatore di Nadal Carlos Moya. Insomma, una situazione particolarmente complessa a guardarla da fuori.

Nonostante ciò, Tiley non molla la presa e anzi rilancia, mostrando al mondo tutto il suo ottimismo sul tema partecipazioni. “Sono fiducioso che Rafa possa essere qui“, ha detto ai giornalisti in una delle conferenze stampa pre-torneo. “I giocatori che risultano positivi ora, hanno il tempo necessario per non essere più infettivi e possano stare bene. C’è ancora tempo per far sì che si possa essere pronti per l’inizio del torneo”. Una cosa che però Tiley non contempla, dall’alto del suo guardare il lato positivo della questione, è in che condizioni un giocatore come Nadal possa presentarsi, qualora dovesse negativizzarsi, all’inizio del torneo. Non è più un ragazzino e il periodo di inattività è stato parecchio lungo.

Su Djokovic il discorso è diverso nella forma, ma non nella sostanza e punta sempre nella stessa direzione: ci sarà? Ovviamente Tiley spera di sì, spera di poter avere il nove volte campione. “Se Novak si presenta all’Australian Open, verrà vaccinato o avrà un’esenzione medica”. Un canale diretto tra l’organizzazione e l’entourage del serbo sembrerebbe scontata ma Tiley blocca subito ogni speculazione: “Dal punto di vista medico, non ne parla con nessuno. Non lo chiederò a Novak, non sono affari miei. Se sarà qui, saprò che soddisfa una di quelle condizioni”. A latere, Tiley ha anche aggiunto che la strada dell’esenzione medica sarà decisamente impervia, visto che “solo una piccola percentuale (una percentuale molto piccola) di giocatori e membri dello staff” ne riceverà una per poter essere presente all’Happy Slam.

A proposito dell’entourage del serbo, la posizione del padre di Djokovic, Srdjan, rimane la stessa e si muove sempre sul sottile confine tra consapevolezza e spocchia: “Se decidono di non far giocare Novak, devono sostenere la loro decisione. Ha vinto l’Australian Open nove volte, ora vuole giocare e devono permettergli di giocare – aveva detto Djokovic sr. – Cosa fare se finisce per non andare (all’Australian Open)? Aspetteremo il Roland Garros e il suo 21° titolo del Grande Slam”. In sostanza, le solite parole distensive.

Cosa succederà nei prossimi giorni non è dato sapersi, quali altre novità attenderanno Craig, l’Australian Open, noi addetti ai lavori e tutti i tifosi. Una cosa è certa: per una volta non vediamo l’ora che si cominci a giocare, per il bello dello sport e per mettere fine a questo grande circo speculativo dal tendone ormai consumato.

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