A Sydney si sta svolgendo l’ATP Cup con l’Italia che è tornata in corsa per la qualificazione alle semifinali, e sono iniziati i tornei ATP e WTA di Adelaide e Melbourne, con Nadal che ha vinto in doppio ed è pronto a scendere in campo anche in singolo. Ma a monopolizzare l’attenzione del mondo del tennis (e non), in questo martedì 4 gennaio, è stato l’annuncio di Novak Djokovic. Il numero uno del mondo, come ormai tutti sanno, durante la mattinata italiana ha annunciato di essere pronto a decollare per l’Australia, e dunque a competere nel prossimo Australian Open, grazie a un’esenzione medica che gli permetterà di partecipare al torneo aggirando l’obbligo vaccinale imposto dalle autorità locali.
La vicenda ha travalicato ben presto l’ambiente del tennis e, come era prevedibile, ha scatenato molte polemiche. Sono tanti gli osservatori, sia tra gli addetti ai lavori nel mondo del tennis che non, ad aver preso posizione in merito, indignandosi nei confronti di Djokovic, di Tennis Australia e delle autorità di governo dello stato del Victoria per aver, a loro dire, eluso le regole che erano state poste a tutela dei partecipanti al torneo. Tra le posizioni più estremiste c’è quella di Enrico Mentana: “Vogliamo dire con chiarezza che il mondo dello sport dovrebbe bloccare l’iscrizione di Nole Djokovic agli Open d’Australia – ha scritto sui social il direttore del Tg de La7 -. Che credibilità avrebbero le istituzioni, sportive e non, a proseguire nella linea della fermezza e della coerenza contro la pandemia, dopo una tale clamorosa e ingiustificabile eccezione?”. Decisamente polemica anche Milena Gabanelli, nota cronista del Corriere della Sera: “Fa più danni l’ammissione di Djokovic agli open australiani di tutte le manifestazioni no vax… Pecunia non olet”. Il riferimento è all’indubbio hype che porta in dote la presenza di Nole in qualsiasi torneo a cui partecipi. Non le manda a dire anche un personaggio a metà tra sport e politica come Mauro Berruto, già ct dell’Ital Volley e ora responsabile sport del Partito Democratico: “Questa notizia è uno scandalo clamoroso, un precedente dalla pericolosità inaudita e merita soltanto il disgusto di tutti gli sportivi che credono nel rispetto delle regole”. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe e medico, è uno degli esperti più in vista da quando la pandemia è iniziata: “Non rispetti le persone di questo meraviglioso pianeta: game over”, ha twittato in risposta all’annuncio di Djokovic. Ma le polemiche divampano a macchia d’olio, anche se l’universo No Vax celebra Djokovic come un modello di riferimento. E c’è da sottolineare che l’indignazione sembra montare anche in Australia. “You Must be Djoking” (“Starai scherzando spero”) titola in prima pagina l’edizione cartacea dell’Herald Sun.
E cosa diranno gli altri colleghi tennisti di Djokovic, che si sono presentati in Australia con il certificato vaccinale? Non c’è dubbio che nei prossimi giorni a molti di loro verrà chiesto un parere sulla questione. Intanto l’americano Tennys Sandgren, anche lui no-vax, ha scritto su Twitter: “Spero che Novak vinca il torneo”. Interessanti anche le reazioni della squadra britannica impegnata all’ ATP Cup. Alla richiesta di un commento, Jamie Murray ha risposto: “Non so davvero cosa dire a questo proposito. Credo che se fossi stato io a non essere vaccinato, non avrei avuto l’esenzione. Ma congratulazioni per avere avuto il permesso di venire in Australia e giocare”. Come possiamo apprezzare nel video di Eurosport, accanto a Jamie rimangono impertubabili Evans e Norrie, mentre Salisbury e Broady se la ridono. Lo stesso Liam Broady, riferendosi al post con cui Djokovic ha annunciato la sua partenza per l’Australia, ha scritto su Instagram che “nell’istante in cui l’Australian Open ha annunciato che ci sarebbero state delle esenzioni otto settimane fa, tutti sapevamo”. Le polemiche più o meno aperte, c’è da scommetterci, avranno strascichi lunghi.