Djokovic, il governo australiano: "L'esenzione? Senza prove sufficienti, Novak tornerà a casa"

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Djokovic, il governo australiano: “L’esenzione? Senza prove sufficienti, Novak tornerà a casa”

Il primo ministro Morrison sottolinea: “Non ci devono essere regole speciali per Novak”. Si profila un possibile contrasto tra lo stato del Victoria e il governo federale del Commonwealth

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Novak Djokovic - Coppa Davis 2021 (Photo by Manuel Queimadelos / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

Mentre in Australia si registra il record di casi Covid nelle ultime 24 ore, che stando ai dati riportati dall’ANSA sono 47.738 nuovi infetti per la maggior parte di variante Omicron e non gravi, anche il governo federale del paese entra in campo nel caso Djokovic. Ricordiamo che ieri al numero 1 del mondo è stata concessa l’esenzione medica per prendere parte agli Australian Open 2022 al via il 17 gennaio; ma c’è un potenziale ostacolo, perché è proprio il governo federale del paese a dover fare rispettare i requisiti per l’ingresso nel paese al confine australiano. Nelle scorse ore durante una conferenza stampa per parlare dell’impennata di casi nel paese, è intervenuto il primo ministro del Commonwealth dell’Australia Scott Morrison che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Attendiamo che Djokovic si presenti per capire quali prove ci fornisca per sostenere la sua esenzione dal vaccino. Se queste prove sono insufficienti, non sarà trattato in modo diverso da nessun altro e sarà sul prossimo aereo per tornare a casa. Non dovrebbero esserci regole speciali per Novak Djokovic. Assolutamente no.”

Dunque la certezza che il serbo avrà il lasciapassare una volta atterrato sul suolo australiano ancora non c’è, e questa discrepanza di comportamenti deriva dal fatto che il governo federale, responsabile dei confini internazionali e dei visti, non faceva parte del processo di esenzione. Morrison inoltre ha affermato che sono state concesse numerose esenzioni a persone che erano state in grado di sostenere la loro domanda. La situazione di Djokovic dunque non è affatto un caso isolato: Le circostanze non sono uniche, il problema è se ha prove sufficienti per sostenere che è qualificabile per quell’eccezione. In totale, come ha fatto sapere il direttore di Tennis Australia Craig Tiley, le richieste di esenzione per partecipare al primo Slam della stagione sono state 26 e solo “una manciata” sono state accolte positivamente.

A trattare l’argomento, come riporta il tabloid Metro, c’è anche il ministro dello sport dello Stato di Victoria Jaala Pulford: “Penso che molte persone nella comunità vittoriana troveranno che questo sia un risultato deludente. Ma il processo è il processo; nessuno ha avuto un trattamento speciale. Il processo è incredibilmente solido.” Molto più aspra e contraria invece è sembrata Karen Andrews, ministro australiano per gli affari interni: “Mentre il governo vittoriano e Tennis Australia possono permettere a un giocatore non vaccinato di competere nell’Australian Open, è il governo del Commonwealth che farà rispettare i nostri requisiti al confine australiano.” Dunque il conflitto adesso sembra essersi elevato anche al piano politico tra lo Stato di Victoria e il governo australiano: sarà l’esenzione medica di Djokovic sufficiente a mettere d’accordo entrambi?

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