Becker interviene sul caso Djokovic: "Se non si vaccina, rischia di pentirsene"

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Becker interviene sul caso Djokovic: “Se non si vaccina, rischia di pentirsene”

Sul sito del Daily Mail, l’ex allenatore del serbo si è espresso a favore del vaccino, esortando Nole a non rovinare i suoi ultimi anni di carriera

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L’affaire Djokovic-Australia sta ormai da giorni monopolizzando il mondo dell’informazione tennistica. Quasi tutti in Italia e all’estero – giornalisti, commentatori, tennisti, allenatori, politici, appassionati – hanno espresso la loro opinione sul caso o continuano a farlo, a volte in maniera ordinata e (per quanto possibile) oggettiva, più spesso travalicando i limiti della buona educazione se proprio non del buon senso. Tra le ultime voci che si sono levate a commentare la situazione c’è quella di Boris Becker, sei volte campione Slam e coach di Djokovic dal 2014 al 2016 (insieme hanno vinto sei titoli Major e completato il Career Grand Slam con la vittoria al Roland Garros 2016). L’ex tennista tedesco ha affidato le proprie riflessioni ad un articolo pubblicato sulla versione internet del quotidiano inglese Daily Mail. Becker, pur riservando parole di grande stima nei confronti di Nole (anzi, forse proprio in virtù di questa stima), ha esortato il suo ex pupillo a vaccinarsi per non rischiare di rovinare i suoi ultimi anni di carriera e pentirsene poi troppo tardi. Di seguito alcuni stralci dell’articolo.

Come suo ex allenatore, sono così vicino a Novak Djokovic che lo considererei quasi come un familiare, ma come in tutte le famiglie a volte possono esserci dei disaccordi e in questa occasione penso che stia facendo un grosso errore nel non vaccinarsi. È una cosa che rischia di minacciare quello che resta della sua carriera e la sua possibilità di consolidarsi come il più grande giocatore di tutti i tempi. Quattro volte ero seduto nel suo angolo mentre vinceva l’Australian Open, quindi sono pienamente consapevole dei suoi grandi punti di forza come incredibile agonista. Penso anche che abbia un carattere forte che può essere facilmente frainteso. Eppure questi punti di forza possono anche rivelarsi debolezze. La stessa incredibile determinazione che gli ha permesso di vincere così tante partite combattute può renderlo vulnerabile a causa della sua testardaggine. […]

Non ho avuto la possibilità di parlare con Novak, ma lo esorterei a vaccinarsi, anche se il fatto che mi ascolti o meno è un’altra questione. Sicuramente, in quanto persona sulla cinquantina, guardo alla mia salute in un modo diverso da coloro che sono tra i venti e i trent’anni che si sentono più invincibili, ma ho avuto conversazioni con i miei figli che sono in quella fascia d’età, convincendoli alla fine a fare il vaccino. Novak farà quel passo? Non ne sono sicuro. Ha convinzioni molto salde, però penso che se non lo facesse, tra 10 anni si guarderà indietro e si renderà conto di aver commesso un errore. […]

Non si tratta solo dell’Australia. Il fatto è che viviamo in un mondo diverso e per lui sarà molto difficile vivere la vita di un tennista professionista in viaggio senza la vaccinazione. Queste sono le regole, che piacciano o meno, e devi accettarle. Forse un giorno torneremo ad una situazione più normale, ma a 34 anni non ha molto tempo per perseguire i suoi obiettivi

Anche se gli sarà permesso di rimanere in Australia, questa sarà la peggiore preparazione che abbia mai avuto prima di uno Slam. Un lungo viaggio e poi essere rinchiusi senza la possibilità di allenarsi rende difficile per qualsiasi atleta, ma se qualcuno può riprendersi da questo, quello è lui, a causa della stessa forza d’animo che si sta rivelando adesso una maledizione.

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