Australian Open, Medvedev polemico: "Non so cosa devo fare per giocare sul Centrale in uno Slam"

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Australian Open, Medvedev polemico: “Non so cosa devo fare per giocare sul Centrale in uno Slam”

Il numero due del mondo ha giocato contro Cressy sulla Margaret Court Arena: “Per lo status che ho, dovrebbero collocarmi sulla Rod Laver Arena senza che io lo debba chiedere”

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Daniil Medvedev all'Australian Open 2022 (Credit: @DaniilMedwed on Twitter)
 

Il N.2 del mondo Daniil Medvedev ha avuto la meglio sul franco-statunitense Maxime Cressy (N.70 Atp) con il punteggio di 2-6 (4)6-7 7-6(4) 5-7 in 3ore 30minuti, domando il serve&volley del proprio avversario e il caldo in un match che ha visto il russo controllare in scioltezza soltanto il primo parziale. Medvedev, probabilmente il primo favorito del torneo dopo l’uscita di scena di Zverev, si è presentato davanti ai giornalisti per la press conference dopo la sua qualificazione ai quarti di finale. Ecco le sue parole. 

D: Ben giocato oggi. Hai detto prima della partita che lui avrebbe provato a spezzare il tuo ritmo di gioco. Hai avvertito questa sensazione in campo? Se non ti dispiace mi potresti dire cosa vi siete detti a fine partita?

R: ”Sì, beh, lo ha fatto sicuramente. Ogni volta che poteva veniva a rete. Se prendiamo in considerazione tutta la partita, magari ha sbagliato qualche volée comoda che avrebbe dovuto mettere in campo. Così avrebbe avuto due o tre punti in più. Se escludiamo il primo set, che ho vinto facilmente, gli altri tre parziali sono stati tutti equilibrati. Ad essere onesto, però, ricordo solo un suo errore su una palla semplice, sul 5 pari nel quarto (set). Forse mi sono perso altri errori gratuiti di una certa rilevanza, però credo che abbia fatto un’ottima partita e che abbia rispettato a pieno il suo piano tattico. Ciò che gli ho detto a fine partita? Gli ho detto qualcosa, ma lo terrò per me. Ci siamo detti una cosa bella tra di noi (sorridendo)”.

D: Devo chiederti di quando hai detto abbastanza ad alta voce, riferendoti a Maxime, quanto fosse noioso. Cosa ti stava passando per la testa in quel momento?

R: “Ero piuttosto arrabbiato oggi a causa di alcune situazioni. Ad essere onesto, sto lavorando su me stesso, ecco perché sono riuscito a vincere e ho mantenuto la mia compostezza, il più possibile, perché a volte vado molto di più in escandescenza di quanto abbia fatto oggi. Prima di tutto non capisco cosa dovrei fare per giocare sui campi centrali degli Slam. Ho vinto l’ultimo Slam. Voglio dire, sono la testa di serie più alta. E giocare con Maxime sulla Rod Laver Arena, sarebbe più facile per me, perché avrei più spazio. Quando si gioca su un campo più piccolo è più difficile affrontare qualcuno che gioca serve&volley rispetto che su un campo più grande. La stessa cosa è successa a Wimbledon, anche in quel caso non ho giocato sul Centrale. Per non contare quella volta in cui ho giocato il 5° set dopo la pioggia, in quella partita ero stato programmato sul Campo 2. Poi un altro tema è quello che è successo con le nuove regole, che mi piacciono molto, con la pausa per il bagno che dura tre minuti, se invece ti vai a cambiare hai a disposizione 5 minuti. Ripeto mi piace molto, perché così abbiamo delle tempistiche precise, sai quanto tempo hai a disposizione per una determinata cosa. Il fatto è che oggi faceva molto caldo, c’erano 35 gradi e quando giochi con il sole e con quella temperatura, hai voglia di cambiarti dopo due set, perché sei letteralmente bagnato.  Hai voglia di cambiarti i pantaloncini, sotto i pantaloncini, i calzini, le scarpe. E per fare tutto ciò hai bisogno di 4 minuti abbondanti, e il mio corpo dopo il primo set mi richiedeva anche di andare in bagno. Quindi non vedo alcuna logica in queste regole, posso definirle tranquillamente delle regole stupide. Quindi la regola prevede che se utilizzi tutto il tuo tempo per andare in bagno, puoi ancora restare in bagno nel minuto che hai a disposizione per cambiarti. Così ho chiesto all’arbitro e al supervisor di poter correre in bagno nel minuto e mezzo che ho a disposizione tra i set, affinchè poi potessi essere in grado di cambiarmi e avere un ulteriore possibilità di farlo in un eventuale 5° set. Perché, in quel caso, avrei bisogno nuovamente di cambiarmi. E invece no, con 35 gradi bisogna contare il tempo. Semplicemente voglio farlo in un minuto e mezzo, che ho a disposizione per cambiarmi e semplicemente chiedevo di non contarlo. E’ una sciocchezza, per questo ero arrabbiato. Tutto quello che è successo è stata una conseguenza. Mi dispiace per ciò che ho detto in riferimento a Maxime. Avrei voluto non dire nulla su di lui. In quel momento avevo in testa il concetto di fortuna ed ero infelice per le motivazioni che vi ho detto prima”.

 D: Hai parlato con qualcuno dell’organizzazione del torneo in merito a dove avresti giocato e in che sessione? Perché sono rimasto sorpreso anche io di vederti sulla Margaret Court Arena per due turni consecutivi.

R: ”Sì, di solito non lo faccio, perché non voglio fare pressione su nessuno. Raramente chiedo dove e quando giocherò a meno che qualcuno non venga da me e mi chieda dove avrei voglia di giocare. Quindi io sono il tipo che dice ok, gioco sul campo in cui mi hanno programmato. Però negli Slam di sicuro non funziona sempre così. Di solito non lo faccio. Ho chiesto dove avrei giocato, solamente una delle prime volte che ho giocato qui, capendo appunto che funzionasse così. Quindi adesso non so dirti. Forse dovrei chiedere ogni volta. Ma io non voglio davvero essere quel giocatore che chiede ogni volta. Per lo status che ho raggiunto, dovrei giocare, a prescindere dal fatto che io lo chieda, sulla Rod Laver Arena”.

D: Penso che tu abbia detto su Eurosport dopo la partita che avevi detto alcune cose per cercare di disturbare Cressy, e poi hai detto che ti sei pentito di averlo fatto. Hai attuato una sorta di trash talking, il quale è accettato in altri sport ma non del tutto nel tennis. Perché lo fai, pensi che non sia così?

R: ”Beh, ha preso delle linee sulle seconde di servizio, ero davvero infastidito da questo. Ma ancora una volta: ripeto, quello che ho detto durante la partita, non l’ho detto parlando di lui. Come ho detto in precedenza mi riferivo alla fortuna. In un’occasione ho urlato che la fortuna era lì sul campo quando ha colpito un nastro. E prima di ciò su una palla break, ho colpito il nastro e la palla non è andata nell’altra metà campo. Sono un tipo così. Però, non mi piace parlare male degli altri giocatori e non penso quasi mai di dire delle cose contro di loro. Non credo di aver detto qualcosa di negativo su Maxime, però sono consapevole che quello che ho detto era borderline e di questo non ne sono felice”.

D: Maxime è un ragazzo che ha molta ambizione e molta fiducia in sé stesso. Pensa che con il suo gioco possa arrivare in top 10 e forse anche al numero 1 del ranking. Pensi che sia realistico?

R: ”Per il modo in cui ha giocato oggi, assolutamente. Voglio dire, ovviamente è un pò ‘più complicato per lui quando deve rispondere rispetto a quando deve servire. Inoltre, si sa che i giocatori con queste caratteristiche devono vincere un sacco di tie-break per ottenere i titoli e tutto il resto. Ma oggi era in ottima forma. Sta giocando alla grande. E oggi mi ha costretto ad una grande lotta. Credo che questo significhi che lui sia in grado di costringere chiunque ad un match combattuto”.

D: Il prossimo avversario nei quarti di finale sarà Felix Auger-Aliassime. Quali sono le tue sensazioni in merito a questa prossima partita?

R: “Match difficile. Abbiamo già giocato tre volte. Questa sarà la nostra quarta sfida. Ci siamo affrontati nella semifinale dello Us Open e qualche settimana fa in semifinale di ATP Cup. E ora ci affronteremo nei quarti degli Australian Open. Significa che siamo entrambi in un buon momento delle nostre carriere, perché ci affrontiamo nelle fasi calde dei più grandi tornei del mondo. Nei primi tre match sono riuscito a spuntarla, ma lui è un giocatore fenomenale. Quindi dovrò cercare di giocare al meglio delle mie possibilità per dargli del filo da torcere e ottenere la vittoria”.

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