Australian Open, Berrettini: "Nel 4° set con Monfils mi sono detto: ora lo faccio esaltare, poi ci rivediamo al 5°"

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Australian Open, Berrettini: “Nel 4° set con Monfils mi sono detto: ora lo faccio esaltare, poi ci rivediamo al 5°”

Dopo lo storico trionfo su Monfils, l’azzurro ha parlato della partita vinta e della semifinale contro Nadal: “Entrerò con l’occhio avvelenato perché voglio portarla a casa questa volta”

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Matteo Berrettini all'Australian Open 2022 (Credit: @AustralianOpen on Twitter)
 

Non avrei lasciato il campo senza lottare più che potevo“. Matteo Berrettini si è dimostrato anche oggi un guerriero oltre che un campione. La vittoria in cinque set contro Gael Monfils ai quarti di finale dell’Australian Open ne è l’ennesima riprova. Il tennista romano aveva già le idee ben chiare fin da subito, come dichiarato da lui stesso nella conferenza stampa dopo l’incontro: “Avrei colpito ogni palla più forte che potevo e lottato su ogni punto più forte che potevo“.

Dopo essere andato avanti di due set, il n. 7 del mondo ha visto la rimonta del francese, che ha rimesso la partita in parità sul 2-2. Quando sembrava che l’incontro stesse prendendo la direzione di Monfils, Berrettini si è rialzato e ha dominato da subito il quinto set: “Ho trovato delle energie che non sapevo di avere. É stato importante iniziare l’ultimo parziale con due break e andare avanti 4-0“.

Grazie a questa vittoria, Berrettini è diventato il primo italiano a raggiungere le semifinali dell’Australian Open, arrivandoci così anche in tre diverse prove dello Slam. Un traguardo che Matteo ha commentato in questo modo nella conferenza stampa in inglese: “Sono super fiero, non penso sia sbagliato pensare che sto un po’ riscrivendo la storia del tennis italiano. Siamo un grande Paese per il tennis, abbiamo avuto in passato dei grandi campioni ed è un onore e un piacere per me entrare in questo campo e raggiungere questi traguardi. Sento molto amore da parte dell’Italia, dai miei fan, dalla mia famiglia e di chi mi ha visto crescere“.

Durante il corso della partita ci sono stati diversi momenti in cui il pubblico della Rod Laver Arena è andato ben oltre le righe e lo stesso Berrettini l’ha fatto notare appena terminata la partita. In conferenza stampa Matteo, a freddo, è tornato sull’accaduto: “Quando giochi contro Gael è normale che il pubblico sia contro di te perchè lui è molto amato, anche allo US Open era così. Non ho niente contro questo ma ho un problema quando non sei corretto, se urli qualcosa tra la prima e la seconda o quando sto per colpire di dritto, questo non è corretto. Ogni tanto può succedere e se è a tuo favore può darti delle energie, nel complesso sono abituato al pubblico che si comporta così. Succede anche a me a Roma e dico ai tifosi di stare tranquilli, ma non puoi controllare tutti e questo va messo in conto“.

In semifinale Berrettini incontrerà Rafael Nadal, già affrontato nello stesso turno degli US Open nel 2019: “Sarà una grande opportunità per me dopo due anni e mezzo giocare contro di lui che non ha bisogno di niente di più di quello che ho detto, visto che lo guardavo sempre e facevo il tifo per lui da piccolo. Giocare contro Nadal nelle semifinali sulla Rod Laver Arena è qualcosa che sognavo da bambino. Dico questo ma ora voglio davvero vincere questo match, so che posso farlo e che sarà difficile ma ora questo è il mio livello e voglio andare ancora oltre“.

Di seguito la conferenza stampa in italiano.

Gaia Piccardi, Corriere della Sera: Quando eri privo di energie e ne hai trovate altre che nemmeno tu sapevi di avere, dove sei andato a trovarle? In quali meandri di te stesso ti sei infilato? C’è una memoria, un ricordo o un’esperienza passata che in quel momento ti ha aiutato come ancora di salvezza a cui ti sei arpionato?

Berrettini: “Credo che le energie fondamentali siano arrivate dal cuore. La voglia di non mollare, di vincere, di portare a casa questa partita perché pensavo di meritarlo. Ho pensato a quanto sono stato male emotivamente a fine novembre per quello che è successo (il forfait alle ATP Finals per infortunio durante il primo match con Zverev ndr) e ho pensato: ‘Adesso ho la chance di lottare, una chance che mi era stata tolta, quindi adesso lotto fino alla fine. A costo di infortunarmi un’altra volta do tutto quello che ho’. Ho ripensato a quanto è brutto perdere e ho detto: ‘Quel feeling non lo voglio sentire stasera“.

Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport: : L’hai detto anche prima, sono passati due anni e mezzo quindi è una situazione diversa rispetto al match contro Nadal in semifinale allo US Open. Là eri nuovo a certi livelli mentre adesso sei di diritto uno dei giocatori che possono vincere lo Slam, però ti fa sempre una certa impressione arrivare a una semifinale e affrontare Nadal che è uno che le semifinali le giocava quando tu non sapevi nemmeno se saresti diventato un tennista?

Berrettini: “Mi fa impressione, certo, ma credo che sia normale e sia bello così. Sono uno che crede molto nelle emozioni e in quello che uno sente e credo che la spinta principale venga proprio da lì. É incredibile il fatto di giocare con lui una semifinale sul centrale dell’Australian Open e proprio oggi il telefono mi ricordava che otto anni fa guardavo un quarto di finale Ferrer-Berdych sulla Rod Laver e ho detto ‘questa volta sono io a giocare questa partita’ quindi questa cosa qui mi rende super orgoglioso. Entrerò con l’occhio avvelenato perché voglio portarla a casa, questa volta“.

Lorenzo Ercoli, Il Tennis Italiano: Sappiamo quanto sia difficile per te giocare uno Slam perché oltre alla parte di campo c’è quella extra-campo di prevenzione e trattamenti. Gradualmente durante il torneo come è cambiata questa tra il primo turno e tra le fatiche che hai fatto comprese quelle con Alcaraz e di oggi?

Berrettini: “Ogni torneo ne succede sempre una. Adesso mi stanno registrando su Netflix quindi quando uscirà vedrete tutto quello che è successo. Sono cose che fanno parte del percorso di un tennista, di un professionista, soprattutto in uno Slam. C’è la tensione, ci sono le partite al meglio di cinque set. Però cerco di fare tutte le cose giuste, adesso devo ancora fare tutti i trattamenti del caso quindi probabilmente andrò a letto alle quattro di mattina. Ma è giusto così, devo prendermi cura del mio corpo. Ci sarà un giorno in più per recuperare ma continuerò a lavorare perché devo prendermi cura del mio corpo e questo è il mio destino (ride)”.

Ubaldo Scanagatta, Ubitennis.com: Quando ti battevi con la racchetta sulle gambe e dicevi ‘non vanno più le gambe’ io ero terrorizzato. Volevo sapere, davvero sentivi che non andavano più o stavi adottando una tattica? Nel quarto set ho avuto la sensazione che avessi lasciato un po’ andare come a dire ‘ora ci si vede al quinto’, è così o mi sono illuso?


Berrettini: “Le gambe le sentivo pesanti, i primi due o tre set erano stati molto intensi, oggi poi era umidissimo. Gael mi ha fatto sudare ogni singolo punto quindi a un certo punto mi sono sentito stanco. Per fortuna sono uno che più passa il tempo più si ricarica. Come hai detto tu ad un certo punto non è che ho lasciato andare, però sono andato in folle, non volevo andare a raschiare ancora nel serbatoio perché se l’avessi fatto e avessi perso il set, al quinto sarei morto. Quindi ho detto ‘adesso lo faccio esaltare un attimo, poi al quinto ci rivediamo e vediamo che succede“.

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