Sul talento che Nadal e Djokovic non avrebbero... Antonio Di Vita risponde alle critiche di alcuni lettori

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Sul talento che Nadal e Djokovic non avrebbero… Antonio Di Vita risponde alle critiche di alcuni lettori

Un passaggio di un suo precedente articolo ha fatto discutere: ecco la replica del coach

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Rafael Nadal e Novak Djokovic - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Ubitennis ha ospitato lo scorso 2 febbraio, in un articolo dal titolo “Il progresso del tennis è un eterno ritorno”, un’analisi di Antonio Di Vita, istruttore di tennis e coach GPTCA, e da moltissimi anni collaboratore di Alberto Castellani. Un passaggio dell’articolo (secondo cui “Sono stati, quindi, anni in generale di tennis mondiale solido, ma non eccezionali da un punto di vista tecnico: gli stessi Nadal e Djokovic non sono stati giocatori di straordinario talento con la racchetta in mano, ma molto capaci invece mentalmente e fisicamente”) ha destato le critiche di alcuni lettori del nostro sito.

Critiche a cui Antonio tiene a replicare con il seguente testo, che pubblichiamo qui:

“E’ doveroso da parte mia precisare che il contenuto dell’articolo è frutto solamente della mia penna, senza alcun intervento redazionale di rettifica o aggiunta. Nei miei pezzi di solito inserisco iperboli, metafore o “provocazioni” per rafforzare alcuni concetti che mi stanno a cuore. Nello specifico di Nadal e Djokovic non intendevo certo dire che sono due incapaci di giocare a tennis quando scrivo “non sono stati giocatori di straordinario talento con la racchetta in mano, ma molto capaci invece mentalmente e fisicamente”. E’ chiaro che sono capacissimi, hanno però dovuto lavorare duramente per migliorarsi tecnicamente, senza arrivare ai livelli di Federer o Sampras: all’inizio della carriera Nadal giocava con il solo diritto quasi, spostandosi quasi tutto sul lato destro del campo per giocarlo. Djokovic aveva solo il rovescio bimane straordinario, il diritto gli volava non poche volte sui teli di protezione e lo smash era una sola ipotesi. Murray idem. Il punto è che la tecnica è solo una delle principali componenti del gioco, in campo ne subentrano moltissime altre: prima fra tutte la forza mentale e la concezione del campo. Sul concetto di talento dico solo che per me non è la capacità di eseguire bene e con facilità determinati colpi, ma l’abnegazione costante ad allenarsi tutti i giorni e con impegno: un tennista che gioca bene e facile, ma senza testa, non consegue risultati importanti. Se, invece, non ha straordinaria facilità esecutiva, ma ha la testa giusta può fare cose eccelse perché la mente ti permette di migliorare molto anche tecnicamente. E’ il caso di Nadal e Djokovic secondo me”.

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