Effetto Barty: come la N.1 WTA ha portato il tennis fra i giovani nativi australiani

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Effetto Barty: come la N.1 WTA ha portato il tennis fra i giovani nativi australiani

Cosa rappresenta la numero uno del mondo per una comunità intera, quella degli aborigeni australiani

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Ashleigh Barty - Australian Open 2022 - Twitter (@AustralianOpen)
 

Qui il link all’articolo originale

[articolo scritto prima dell’Australian Open 2022]

Anzac Leidig, 15 anni di esperienza come allenatore per la Evonne Goolagong’s Foundation prima di trasferirsi a Darwin, è consapevole che i ragazzi di Fitzroy e Melville Islands [aree nel nord del Paese dove risiedono popolazioni indigene, ndt] sono pazzi per il calcio. Ma al giorno d’oggi, secondo il nativo di Ngarrindjeri, non si seguono solo le gesta sportive del famoso clan Rioli [famiglia di famosi calciatori provenienti dal Northern Territory]. Leidig, di madre indigena e padre tedesco, afferma che gli isolani si sono innamorati anche di Ashleigh Barty dopo la sua vittoria a Wimbledon e la sua ascesa in cima alla classifica: “È una cultura completamente diversa in alcune comunità, lì non tutti guardino la televisione come molti altri australiani”, racconta. “Ma quando vado alle Isole Tiwi, mi parlano molto di Evonne e anche di Barty. Il suo nome sta davvero crescendo in popolarità da quelle parti”.

Con il collega numero 1 del mondo Novak Djokovic a catturare i titoli dei giornali, i riflettori sulla campionessa australiana sono stati meno intensi del solito. Il ritorno in campo di Barty ad Adelaide è stato brillante. La sua preparazione è stata impeccabile. Le speranze di una nazione sono di nuovo sulle sue spalle, mentre lei sta provando di diventare la prima australiana dopo Chris O’Neil nel 1978 a vincere il gioiello della corona del tennis australiano. Le aspettative sono alte. […]

Indipendentemente da come Barty, semifinalista a Melbourne Park due anni fa, se la caverà nelle prossime due settimane, ciò che è indiscutibile è l’impatto che ha avuto sul tennis in Australia. Dalle Tiwi Islands a Phillip Island, e da Rottnest Island a Fraser Island, l’effetto Barty è evidente secondo chi ha il compito di diffondere l’amore per il tennis. Quando ha lanciato l’estate del tennis a dicembre, Tennis Australia ha dichiarato che più di 1,5 milioni di australiani hanno giocato nei 12 mesi precedenti, con una partecipazione giovanile aumentata di quasi il 30%.

Paul Rowbottom, il quale una settimana fa ha tenuto una sessione di coaching al San Remo Tennis Club di Phillip Island, ha affermato che il marchio Barty si trova ovunque: “È tutto l’armamentario a dimostrare l’impatto di Ash. Anche se le bambine non la nominano nello specifico, indossano magliette Barty o usano la racchetta di Barty”, ha detto. “Dopo il lockdown, in occasione di Wimbledon, ha ottenuto molta notorietà. Era una grande storia in un momento in cui stavamo attraversando un duro inverno. Nel periodo che è intercorso fra la sua vittoria al Roland Garros e quella a Wimbledon c’è stata una grande ripresa del tennis con la partecipazione delle ragazze, e dopo Wimbledon è stato fantastico. Direi che ha avuto un impatto decisivo”.

A Perth, il direttore e allenatore dello Scarborough Tennis Club Rick Willsmore ha affermato che l’emergere della venticinquenne come campionessa a livello mondiale si è dimostrato un tonico per il tennis australiano. “Il suo atteggiamento e la sua umiltà, combinati con un gioco a tutto campo e la varietà dei suoi colpi la rendono una grande ambasciatrice per lo sport e il Paese”, ha chiosato. “Ash Barty sta portando i bambini sul campo da tennis, con più ragazze in particolare desiderose di intraprendere uno sport che ora ha un grande modello”.

Per gli allenatori c’è un ulteriore vantaggio al successo di Barty. Secondo Willsmore, la sua varietà tecnica offre un modello che consente agli allenatori di mostrare che il tennis è qualcosa di più della semplice forza bruta nel colpire. “È bello avvertire l’influenza del gioco a tutto campo di Barty e della sua tattica paziente, che è rinfrescante rispetto a quello che può essere il monocorde stile di gioco da fondocampo che si vede nel circuito professionistico”, ha detto.

Gli australiani sono cresciuti ascoltando le gesta della Golden Generation alla radio. Quando Rafter vinceva lo US Open, la televisione era diventata il mezzo preferito. Ma, come racconta Willsmore, i ragazzi del suo club al giorno d’oggi si collegano a YouTube per visualizzare clip di Barty e di altre star WTA. Rowbottom, che da adolescente ha viaggiato con l’allenatore di Barty, Craig Tyzzer, mentre rappresentava il Victoria in un campionato nazionale, è padre di due ragazze delle elementari. Per le sue figlie, è stata un’intervista di Barty sul podcast Fierce Girls ad attirare la loro attenzione, non gli sfavillanti risultati con cui pratica questo sport. “La mia famiglia chiama Ash Barty ‘Bart Bart‘. Quando mia figlia prende la sua racchetta, dice che è ‘la racchetta di Bart Bart'”, ha detto.

La due volte campionessa Slam Barty, interpellata da The Age e Sydney Morning Herald riguardo al suo impatto sui bambini di tutto il Paese, l’ha descritto come “una cosa molto bella”. “È bello per me poter osservare questo fenomeno a livello personale, con i miei nipoti. Penso che sia stata probabilmente la cosa più eccitante per me”, ha detto Barty. “Sto solo cercando di essere me stessa e penso che alla fine sto cercando di tirare fuori il meglio di me stessa. Se sono in grado di portare un sorriso in particolare ai bambini – ragazzi e ragazze in tutta l’Australia – e sono in grado di portare un sorriso sui nostri volti e portare un po’ di interesse per il nostro sport, penso che sia davvero fantastico”. […]

Barty ha vinto più di un terzo dei tornei che ha giocato dal 2019. Ma anche i migliori tornei finiscono più spesso in sconfitte che in trionfi. Non importa come se la caverà in campo, Barty è già vincente rispetto i ragazzi del Tiwis e oltre, proprio come l’altra grande campionessa indigena [Goolagong, ndr]. “Penso che ci sia qualcosa in quello che ha Evonne, in quello che ha Ash, puoi semplicemente vedere che c’è un’aura diversa in loro”, commenta Leidig. “C’è qualcosa di speciale nel loro sorriso, nel modo in cui si presentano. Hanno un magnetismo che i bambini indigeni guardano e dal quale sono semplicemente sono ispirati, immagino, a esplorare poi qualunque siano le loro abilità e i loro talenti”.

Traduzione a cura di Michele Brusadelli

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